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Autore: toujourscannelle    21/01/2015    0 recensioni
"Lei, in un certo senso, rappresentava la speranza per loro.
Rappresentava il futuro, la certezza che il mondo andrà avanti.
Una possibilità di salvezza."
Judith Grimes, i suoi primi momenti in un mondo popolato da erranti e umani che non si comportano più come tali. Una raccolta di brevi storie sulla sua vita, la sua crescita, i suoi approcci con un mondo in cui non esiste niente di sicuro. Una bambina che diventa grande circondata da strani personaggi e con strane abitudini. Dai primi passi al primo errante, dai giocattoli improvvisati alle armi, da bambina a donna.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carl Grimes, Daryl Dixon, Judith Grimes, Rick Grimes, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6.Driving

 

 

 

 

 

Doveva essere passato da poco mezzogiorno.
Il sole era una sfera luminosa in mezzo al cielo e nulla pareva muoversi tra gli alberi.
Gli unici rumori erano causati dai rari e preziosi soffi di vento che ogni tanto scuotevano le foglie.
Il resto era nulla.
Quiete totale.
In quel silenzio tombale lei era comunque riuscita ad individuarlo.
Sapeva perfettamente che era lì. Insieme a lei.
Lei e lui.
Erano da soli e nulla l'avrebbe salvato dalle sue frecce.
Percepiva la sua presenza.
Erano divisi da pochi alberi, ma erano abbastanza per celarla completamente.
Azzardò un passo in avanti e si sporse leggermente oltre alle fronde che aveva scelto come protezione.
Ora lo vedeva chiaramente: era bellissimo.
Teneva la testa chinata.
Era concentrato e non l'aveva notata.
Stava strappando i fili d'erba sul terreno, operazione che lo assorbiva completamente.
Lo osservò per qualche secondo, era una creatura davvero affascinante. Si perse a studiare il movimento dei muscoli dell'animale che guizzavano sotto il manto dorato.
Infine la ragazza accarezzò con le punte delle dita la corda del suo arco.
Lentamente lo alzò e se lo portò all'altezza dello sguardo.
L'animale continuava a pensare al proprio nutrimento senza prestare attenzione al pericolo incombente.
Sfilò una freccia dalla sacca che portava sulla schiena e incoccò.
Il giovane cervo continuò a non mostrarsi allarmato.
La cacciatrice prese bene la mira e lasciò lentamente la presa. La freccia schizzò in avanti, roteò su se stessa e dopo pochi attimi trovò la sua strada attraverso il petto dell'animale.
Il giovane cervo cadde a terra senza emettere un suono.
Non aveva sofferto.
Non si era accorto di nulla.
Si era svolto tutto senza intoppi, come piaceva a lei.
Judith Grimes si risistemò l'arco sulla spalla destra ed uscì dal suo nascondiglio con un sorrisetto dipinto sul volto.
Nulla la rendeva più felice di una caccia ben riuscita.
La ragazza era cresciuta molto in altezza nell'ultimo periodo, teneva ancora i capelli corti, li trovava molto più comodi, e i suoi lineamenti ricordavano sempre di più quelli di sua madre, almeno così le avevano detto.
Gli altri membri del gruppo ogni volta che posavano lo sguardo su di lei si perdevano per qualche secondo a ricordare il passato, alcune volte rievocavano la defunta Lori Grimes, altre volte invece semplicemente ripensavano alla neonata nata alla prigione, fonte di speranza per il gruppo, e facevano fatica ad associarla a quella figura di giovane donna che si trovavano davanti.
Judith si passò una mano tra gli arruffati capelli.
Suo padre e l'Orso, anzi Daryl, purtroppo non aveva più il permesso di usare il vecchio nomignolo, sarebbero stati molto fieri di lei, pensò.
Con quel cervo avrebbero mangiato alla grande.
Estrasse la freccia dalla sua preda e dopo averla ammirata per qualche secondo procedette coi suoi compiti.
Sfilò un grosso coltello dalla tasca e si mise in ginocchio.
Accarezzò delicatamente il manto dell'animale e lentamente gli avvicinò la lama argentata che teneva in mano.
Oh sì, sarebbero stati estremamente fieri di lei, si ripetè.

 

 

 

***

 

 

 

 

“Ci stiamo allontanando troppo, così non va bene” ripetè Daryl Dixon per la terza volta.
Il tono di voce metteva perfettamente in chiaro che la pazienza dell'uomo si era ormai totalmente esaurita.
“Oh, andiamo! Riusciamo a procurarci cibo senza problemi e abbiamo una buona scorta di medicine, possiamo continuare” rispose Glenn togliendosi un consunto berretto da baseball dalla testa.
“Se succedesse qualcosa...”
“Non succederà nulla”
“...saremmo impotenti, è troppo pericoloso” insistette Daryl.
“E' un rischio che vale la pena correre, potremmo trovare riparo. Dopo due anni sotto le stelle non ti piacerebbe avere un tetto sopra la testa?”
“E se quel tetto non esistesse?”
“Non ci discuto più con te” tagliò corto Glenn.
“Perché sai di avere torto.”
“Più invecchi più diventi intrattabile, Daryl” commentò il coreano del Michigan.
“E tu più scemo.”
“Daryl” lo riprese un divertito Rick Grimes.
“Senti cosa sta dicendo? Non possiamo starcene immobili!”
“Glenn, calmati.”
“Ma Maggie...”
“Lo so, troveremo una soluzione.”
Ciuffi di capelli grigi ormai si facevano ben notare tra i ricci dell'ormai cinquantenne sceriffo, il volto mostrava profondi segni di stanchezza, ma per il resto non era cambiato molto. Teneva ancora i suoi vecchi stivali dalla lunga punta e non si separava mai dalla sua amata Beretta, l'aveva quasi regalata a sua figlia in passato, ma lei aveva sempre preferito quel vecchio arco che si portava sempre appresso.
Rick anni prima era riuscito a portare in salvo il suo gruppo, aveva avuto la fortuna, o l'abilità, di porterli proteggere e tenere al riparo per anni.
Poi tutto era finito.
Era tutto finito estremamente in fretta.
Quasi non se ne era accorto.
Avevano raccolto le poche cose di cui avevano bisogno ed erano fuggiti senza mai voltarsi indietro, da quel momento avevano subito una disfatta dopo l'altra.
Non erano mai riusciti a fermarsi in un posto per più di qualche giorno, nei periodi più fortunati erano riusciti a riprendere fiato per massimo una settimana.
Poi si ricominciava a correre, costruire accampamenti, cercare provviste e così via.
In tutto ciò l'età sicuramente non aiutava.
La comparsa dei primi capelli bianchi l'aveva allarmato, era stato come uno schiaffo. Si era visto costretto a pensare al futuro, cosa che cercava di non fare mai.
Cosa sarebbe successo più avanti? Lui invecchiava e i suoi figli erano ancora in pericolo.
Ormai Carl era un vero e proprio adulto, ma Judith?
Una ragazzina esageratamente impavida, ecco cos'era.
Aveva ancora bisogno di una guida, della sua guida. Per questa ragione aveva deciso che si sarebbe impegnato per istruirla nel migliore dei modi, le avrebbe
consegnato ogni goccia di sapere che possedeva, senza tralasciare nulla.

Era la più giovane tra loro ed era lei che avrebbe portato avanti il gruppo con o senza di lui. Doveva renderla più forte, più cauta.
“Quindi?” domandò Daryl sedendosi su il ceppo che aveva accanto.
“E' una discussione che affronteremo tutti insieme, non decideremo da soli questa volta. E' troppo importante.” rispose Rick.
“Perfetto, una sorella Greene a testa. Vediamo chi riesce a convincere gli altri.”
“La tua idea non ha senso, persino Beth mi darà ragione” rispose Glenn con tono sicuro.
Daryl grugnì.
“Maggie non partorirà in mezzo al bosco!” insistettè il futuro padre alzando la voce.
“Meglio in mezzo al bosco che cercando un riparo che non esiste!”
“Se non la piantate immediatamente andrete voi due da soli in esplorazione” si inserì Rick.
Daryl alzò i palmi delle mani in segno di resa.
Glenn annuì.
“Papà...”
Una voce flebile fece voltare tutti e tre.
Judith stava davanti a loro con un espressione confusa dipinta sul volto e una sacca gocciolante tra le mani.
“...tutto bene?”
“Situazione meravigliosa” rispose ironico Glenn.
Daryl grugnì.
“Niente di irrisolvibile. Che hai lì dentro, Jude?” domandò Rick.
“Oh, vi piacerà da morire.”
Un luminoso sorriso fece capolino sul viso della ragazza mentre apriva la sacca e mostrava il suo bottino.
“Un cervo, un bellissimo cervo.” spiegò.
“Complimenti, è un sacco di carne” commentò suo padre.
Daryl si sporse per vedere meglio.
“Nah, non è poi così tanta. Basterà al massimo per sfamare Maggie e il loro ingordo bambino, Dio solo sa quanto cibo sparisce dentro a quella donna” scherzò poi.
“Cosa hai detto?”
Glenn scattò in piedi mentre l'altro ridacchiava.
“Piantatela voi due! Un'altra giornata così e nulla mi impedirà di darvi in pasto agli erranti” li fermò ancora una volta Rick.
“Stai diventando piuttosto brava, piccola Spaccaculi. Devo ammetterlo” aggiunse Daryl.
“Visto che poi passate il vostro tempo a bisticciare qualcuno deve pur darsi da fare per procurare il cibo, no?” scherzò Judith.
“Non ti ci mettere anche tu” la riprese suo padre.
“Se lui mi lasciasse in pace magari io riuscirei perfino a...”
“Ah, adesso dai la colpa a me?”
“D'accordo basta” l'ex-sceriffo alzò la voce sovrastando entrambi.
“ora porterò fuori mia figlia, devo mostrarle una cosa, nel frattempo voi due risolverete la questione. Al mio ritorno non voglio più sentire nessuna delle vostre due voci,
capito?”

“Come ti pare” rispose Glenn.
Daryl rispose col suo caratteristico grugnito, ormai avevano imparato che equivaleva ad un sì.
“Forza, Jude.”
“Dove andiamo? Sono appena tornata.”
“Oggi voglio mostrarti qualcosa di nuovo.
“Pensavo di aver finito con le lezioni.”
“Non ancora” rispose suo padre squotendo la testa.
“Cosa manca?”
“Hai sedici anni, sei legalmente pronta per imparare a guidare.”

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

Judith non poteva certo dire che la novità non la preoccupasse nemmeno un po'.
Ricordava perfettamente quando, qualche tempo prima, era stato il turno di Oliver. Il ragazzo si stava ancora rimettendo in seguito all'incidente e per questo motivo veniva escluso da molte attività e lasciato quasi sempre al campo. Ciò da lui non veniva elaborato nel migliore dei modi e proprio per questo suo padre aveva deciso di dare il via alle lezioni di guida, così sarebbe riuscito a tenere il figlio occupato e, soprattutto, al sicuro.
I primi tentativi erano stati disastrosi.
Non aveva mai visto due persone urlarsi addosso in quel modo e nessuno era ancora riuscito a dimenticare il giorno in cui Glenn, durante il suo turno di guardia, aveva rischiato di finire sotto le ruote della Pontiac senza neppure accorgersene.
Lei sarebbe stata in grado?
Non ne aveva idea, ma la giovane Grimes poteva sostenere con assoluta certezza che preferiva di gran lunga andare a piedi.
Judith non subiva affatto il fascino di quelle grandi scatolette con le ruote. Passeggiare in mezzo al bosco col suo arco, ecco cosa amava fare.
“E' un momento importante, tesoro” disse suo padre mentre si avviavano verso la tanto temuta auto.
“Non ce la farò mai” rispose lei con tono preoccupato.
“Dicono tutti così all'inizio, basta prenderci la mano. Ricordo perfettamente quando insegnai a tuo fratello...”
“Carl è un vero talento con questi affari, lo so.”
“Era terrorizzato anche lui all'inizio, te lo assicuro.”
“Potrei uccidere qualcuno, potrei uccidere me stessa.”
Rick scoppiò a ridere.
“Sono tutti al sicuro, ci sono io di fianco a te. Gli unici che dovrebbero preoccuparsi sono gli erranti che gironzolano qua attorno, ma penso proprio che se ti capitasse di schiacciarne qualcuno ti assicuro che nessuno avrebbe di che lamentarsi.”
“Sì, ma...”
“Troppo tardi, Jude.”
Eccola lì. Davanti a lei.
Sotto il caldo sole della Georgia brillava la maledetta Pontiac, l'incubo di ogni adolescente del gruppo e di Glenn.
Da vicino le incuteva ancora più timore.
Rick le poggiò una mano sulla spalla e le passò le chiavi dell'auto.
“Siamo proprio sicuri che sia necessario?”
“Due mani sul volante in più fanno sempre comodo, se mai saremo costretti ad andarcene in fretta...”
Entrambi rimasero in silenzio e per un attimo ritornarono con la mente all'ultima precipitosa fuga. Nessuno si aspettava minimamente che sarebbe accaduto e avevano rischiato di perdere per sempre Oliver. Dovevano essere ancora più preparati, più forti.
In particolare la fatica maggiore era riservata per Judith, Carl e Oliver. Loro dovevano portare avanti il gruppo, sarebbero stati costretti a lottare ancora e ancora, come
avevano fatto gli altri prima di loro. Dovevano essere pronti ad ogni evenienza, gli individui perfetti per sopravvivere in quel caos che ancora veniva definito mondo. Oltre a tutto quello che le era già stato insegnato fin da bambina anche sapere come far andare una macchina era un elemento estremamente utile. Non si è mai troppo preparati.

“Va bene, andiamo” acconsentì lei.
La ragazza salì dalla parte del guidatore e aspettò che suo padre si sistemasse accanto a lei.
“Pronta?”
“Più o meno.”
“Tesoro, abbatti non morti ad ogni ora del giorno da quando sei nata, puoi benissimo riuscire a far partire un'auto. Fidati di me.”
“E' più semplice e rilassante.”
“Inserisci le chiavi” tagliò corto suo padre.

“Sì, ma preferisco senza alcun dubbio gli erranti.”


























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angolo autore: Salve! Sono in ritardo in maniera imbarazzante, non pubblico un capitolo da una marea di tempo. Mi dispiace un sacco, ma passato il periodo delle feste non ho fatto altro che studiare, ho a malapena avuto il tempo per respirare.
Alla fine però sono tornata, non posso abbandonare la mia cara Judith Grimes.
Il capitolo è abbastanza lungo, ma molto leggero. Volevo tornare con qualcosa di tranquillo, doniamo un attimo di spensieratezza ai nostri poveri sopravvissuti. Come avrete notato non ho inserito una spiegazione vera e propria di ciò che è accaduto dopo l'incidente dello scorso capitolo, ma non me ne sono dimenticata. Ho in programma di farlo più avanti in un flashback che spieghi per bene tutta la storia, ma lo inserirò solo quando sarà più opportuno.
Spero che questo capitolo di nulla, se non battibecchi tra Glenn e Daryl, via sia, non so come, piaciuto. Giuro che tornerò a breve con qualcosa di più avvincente.
A presto!

  
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