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Autore: Betty    07/02/2005    12 recensioni
Un incontro casuale tra l’affascinante Benjamin Price e Nicole, ragazza timida e ahimè con qualche chilo di troppo. Non hanno niente in comune, ma il destino li ha già fatti incontrare e chissà che non possa farli innamorare…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 11

CAPITOLO 11

Benji suonò diverse volte il campanello ma non ottenne risposta, dove diavolo era Nicole? Abbassò la maniglia della porta e vide che non era chiusa a chiave, entrò piano, strano in tutti quei mesi che erano usciti insieme non era mai entrato a casa sua.

La porta d’entrata dava direttamente sul salotto, il buio rivestiva l’intera stanza ma quando gli occhi si furono abituati vide l’albero di Natale per terra, alcune palline erano rotte, accanto i personaggi del presepe, qualcuno li aveva scaraventati a terra.

Si avvicinò e vide Nicole accoccolata sul divano, una coperta la copriva malamente, si abbassò e le accarezzò il volto.

"Nicole" la chiamò dolcemente l’uomo. La ragazza aprì lentamente gli occhi, ci mise un attimo a mettere a fuoco il viso di Benji.

"Come stai?" chiese Benji.

"Non lo so" rispose con un filo di voce la ragazza.

"Ti preparo la colazione?"

"Non ho fame" Nicole si alzò dal divano, indossava ancora i vestiti del giorno prima.

"Devi mangiare qualcosa" insistette Benji.

"Ti ho detto che non ho fame!" disse secca Nicole, Benji rimase un attimo basito, Nicole vedendo la sua espressione si sentì in colpa "Scusa non volevo risponderti male"

"Non ti preoccupare" le disse Benji.

"Vado a farmi una doccia"

"Io ti preparo qualcosa per fare colazione."

"Non disturbarti, tanto non ci sarà niente da mangiare" disse Nicole poi andò in bagno.

Benji cominciò a frugare in cucina ed effettivamente non c’era niente per fare colazione, nessuna brioche, ne biscotti, nemmeno il latte. Il frigo sembrava il deserto del Sahara, si osservò in giro, era una casa semplice come tante ma mancava quel tono personale che contraddistingue ogni abitazione, non c’erano foto, ne quadri appesi, curioso andò a vedere le stanze, sentiva l’acqua della doccia scorrere veloce, sperava che Nicole si sarebbe rilassata.

C’erano due porte nel corridoio, la prima era la camera dei genitori di Nicole, asettica come il resto della casa, mentre la camera della ragazza, era un’esplosione di colori, vari puzzle erano appesi alle pareti dipinte di rosa, il piumone blu e azzurro, vari peluche sparsi per tutta la stanza.

"Ti piace? Questo è il mio angolo di paradiso." La voce di Nicole gli giunse dietro le spalle.

"Non volevo curiosare.."

"Non c’è problema, tanto c’è poco da vedere." La ragazza entrò si stava asciugando i capelli con una salvietta, si avvicinò allo specchio della camera e prese una spazzola, iniziò a pettinarsi cercando di districare i nodi che le si erano formati.

"Non è meglio se gli dai un’asciugata?" chiese Benji.

"Devo prima pettinarli altrimenti questi nodi non se ne andranno più." Disse la ragazza mentre cercava di districarsi, iniziò a innervosirsi, la spazzola tirava i capelli annodati, sembrava che volesse strapparli, sempre più forte.

"Nicole, fai piano, te li stai strappando tutti" disse Benji, Nicole continuò come se non sentisse niente, l’uomo allora le si avvicinò e le prese la spazzola dalle mani mentre calde lacrime sgorgavano dagli occhi di Nicole.

"Ti prego non piangere, non piangere" le disse Benji, cercò di abbracciarla ma lei si divincolò.

"Come posso non piangere, i miei sono morti, ho la macchina da pagare, il mutuo, non ho nemmeno i soldi per pagare il funerale!" urlò la ragazza dando voce alle sue ansie.

"Ti aiuto io" le disse Benji.

"Non voglio il tuo aiuto!" voglio il tuo amore aggiunse mentalmente la ragazza.

Benji non sapeva come comportarsi, l’orgoglio della ragazza contrastava con il suo bisogno di aiuto, non poteva immaginare che lei voleva la stessa cosa che anche lui desiderava.

"Mi ridarai i soldi, sarà solo un prestito."

"Come farò? Il mio stipendio non è astronomico."

"Troveremo un soluzione" disse Benji.

"Perché mi stai dietro, porto solo problemi" disse Nicole dopo qualche istante.

"Non dire cazzate, sono in questi momenti che ci si aiuta." Disse Benji, allungò una mano per accarezzarle il volto, le asciugò una lacrima che ancora correva lungo lo zigomo. Dio quanto avrebbe voluto baciarla, il suono del campanello li distrasse.

Nicole staccò i suoi occhi da quelli di Benji e andò ad aprire, si ritrovò davanti Lisa e Ian.

"Ciao" disse Lisa.

Nicole che fino a quel momento non avrebbe voluto vederla si buttò tra le braccia dell’amica, non pianse, aveva pianto troppo, ma si sentì meglio.

"Lo so che mi avevi detto di non venire, ma non potevo stare a casa senza fare niente." Disse Lisa.

"Grazie" riuscì a dire Nicole, Ian le accarezzò la testa, poi entrò, non fu sorpreso di trovare Benji i due si diedero la mano, non c’era bisogno di parole.

"Oggi ho intenzione di non staccarmi un attimo da te, quindi sei avvisata e non cercare di mandarmi a casa perché non ti fa bene rimanere sola. Adesso apriamo un po’, tra poco la tua casa sarà un via vai di persone."

Lisa in pochi minuti aveva spalancato tutte le ante e aveva iniziato a raccogliere la statuine sparse per terra.

"Lisa, l’ho provocato io questo disastro. Metto a posto io." disse Nicole.

"No, tu adesso ti siedi e fai colazione, abbiamo portato qualche brioche e delle bustine di te"

Ian mostrò un pacchetto che aveva tra le mani "Abbiamo solo brioche alla marmellata e lisce, Lisa ha detto che sono quelle che ti piacciono."

"Andiamo a fare il te" disse Benji e portò Ian in cucina con lui.

Nicole incapace di non fare niente, aiutò Lisa a rimettere a posto, come aveva previsto l’amica, circa un’ora dopo iniziò la processione degli amici, di alcuni parenti, arrivò anche sua nonna.

"Potevi chiamarmi sarei venuta a prenderti io." Disse Nicole gentilmente, sua nonna l’aveva sempre trattata con sufficienza, preferendo i suoi cugini a lei.

"Sciocchezze, se non ci fosse stato tuo cugino Michael a quest’ora sarei ancora lì ad aspettarti!" rispose la donna seccata.

Nicole sentì il solito senso di inadeguatezza che provava ogni volta che si trovava di fronte a Winnifred Rikter, sua nonna paterna.

Con lei c’erano suo cugino Michael e poco dopo arrivarono i suoi zii con l’altro figlio Simon, si stabilirono tutti lì senza chiedere il permesso, avevano deciso che sarebbero rimasti lì a dormire, Nicole non disse niente, non aveva proprio voglia di litigare. Se ne sarebbero andati appena finito il funerale, almeno sperava.

Quando arrivarono altre persone, la vecchia Winni assunse l’aria da tragedia, tutti intorno a lei per consolarla, poverina aveva perso un figlio, per lei che aveva perso entrambi i genitori non c’erano parole di conforto. Dalla parte di sua madre non c’erano dei parenti ancora in vita i suoi nonni materni erano morti parecchi anni prima, c’era qualche amica di Mary-Jane che non gradì per niente le sceneggiate di Winni.

Nicole appena ebbe un minuto libero portò la nonna in un'altra stanza, aveva bisogno di aiuto per pagare il funerale, non poteva chiedere soldi a Benji.

"Nonna, posso parlarti?" chiese titubante la ragazza.

"Dimmi" disse seccata la vecchia.

"Ho dei problemi finanziari, non riesco a pagare il funerale, o almeno posso pagarne solo una piccola parte…"

"Cosa pretendi che paghi io? Sono solo una povera pensionata!" protestò Winni.

"Magari lo zio può darmi una mano.."

"Non provare neanche a chiedere dei soldi a tuo zio, non può certo spenderli per te. Sei uguale a tua madre, sempre a chiedere soldi e colpa sua se adesso il mio Duncan è morto!"

"Ma cosa stai dicendo?" chiese Nicole sconvolta.

"Solo la verità, tua madre era solo un’opportunista, che si è fatta mettere incinta per farsi sposare, ha portato tuo padre alla morte."

Nicole sentì la rabbia esploderle dentro "Come osi parlare così? È colpa di papà se hanno avuto l’incidente, era ubriaco, erano anni che era alcolizzato e nessuno di voi a fatto niente per aiutarci!" urlò Nicole.

"Non ti permettere di alzare la voce con me" disse la donna.

"Fuori, fuori di qui. Andatevene da casa mia, subito!" urlò Nicole, indicando la porta.

"Cosa succede?" la voce di suo zio Ryan interruppe quella discussione.

"Tua nipote ha bisogno dei soldi per pagare il funerale" disse Winni.

"Non ho nemmeno i soldi per arrivare a fine mese! Figurati se posso darli a te" disse l’uomo.

"E’ quello che le ho detto io. Siamo venuti qui per starti vicino e tu ci chiedi soldi e ci vuoi buttare fuori di casa. Sei proprio una screanzata!" disse ancora Winni.

"Peccato che i soldi per le puttane le hai!" disse Nicole, era stanca di stare zitta era stanca di sopportare.

"Cosa stai dicendo? Sei solo una stronzetta che si diverte a dire bugie." le disse Ryan.

"Sarà, ma questa non è casa vostra, adesso è mia, quindi o ve ne andate con le buone o vi sbatto fuori con le cattive. Se domani vorrete venire al funerale bene, ma se dovete venire per parlare male di mia madre, tornatevene a casa vostra!"

"Se le cose stanno così, scordati di avere dei parenti!" disse Winnifred.

"Non li ho mai avuti!" le rispose Nicole a tono, poi li osservò uscire dalla stanza e li seguì mentre radunavano la famiglia e lasciavano la casa.

All’improvviso si sentì spossata, si sedette sul divano e si prese il volto tra le mani, raccolse le ultime forze che aveva poi alzò il volto verso i suoi amici che la osservavano preoccupati.

"Che diavolo è successo?" chiese Lisa.

"Ho chiesto una mano a loro per pagare il funerale, diciamo che sono più poveri di me a quanto dicono"

"Che bastardi, sono arrivati con auto da almeno 40 mila euro" disse Ian.

"Benji detesto chiedertelo ma ho bisogno di un prestito." Disse Nicole vergognandosi.

"Nicole non c’è problema." Disse Benji.

"Te li ridarò, ho già pensato di vendere la casa, per me è troppo grande. Estinguerò il mutuo, ti ridarò i soldi e con quello che mi rimane comprerò un monolocale per me." Disse la ragazza.

"Non è il momento di pensare a queste cose" le disse Benji sedendosi accanto a lei.

"Ma io ci devo pensare, altrimenti impazzisco!" ammise Nicole.

"Ti aiuterò a sistemare queste cose e cercheremo un bel appartamento, magari un po’ più verso il centro." Disse Benji.

"Ma ci penseremo tra qualche giorno." Aggiunse Lisa.

Nicole annuì, dopotutto i suoi amici erano la sua famiglia.

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Il giorno dopo il funerale fu accompagnato da un cielo grigio, con qualche goccia di pioggia che incerta cadde sulle bare marroni, Nicole non versò nemmeno una lacrima, al suo fianco c’era Benji che le teneva la mano, seguivano Lisa e Ian. C’erano anche sua nonna, gli zii e i suoi cugini, non si parlarono ci furono solo occhiate omicide da parte di Ryan verso la nipote, dopotutto quello che aveva detto era vero, Duncan più di una volta gli aveva retto il gioco, quando andava con qualche prostituta. Quello stupido di suo fratello doveva essersi lasciato sfuggire qualcosa quando era in preda ai fumi dell’alcool.

Nicole buttò due rose sopra le tombe e poi osservò gli uomini che gettavano il terreno sopra di esse, la stretta di Benji si fece più stretta, voleva farle capire che lui c’era, salutò qualche amico o collega del padre e della madre ma non erano tanti, così si ritrovò presto fuori dal cimitero.

"Nicole" la voce dolce di Kate la fece voltare.

"Kate, grazie per essere venuta."

"Non volevo disturbarti prima." Disse la donna, poi aprì le braccia e Nicole vi si rifugiò. "Lo so che non sono tua madre e che non potrò mai sostituirla, ma di qualsiasi cosa avessi bisogno io ci sarò sempre."

"Grazie." Rispose Nicole.

Poco distante da loro Winnifred e Ryan osservavano la scena con disgusto "Chi è quella donna?" chiese l’anziana donna.

"Non ne ho la minima idee ma è vestita con abiti firmati e molto costosi" disse Sharon, la moglie di Ryan.

"L’uomo che era con Nicole mi sembra una persona che conosco." Disse Ryan, osservando Benji che si aggregava alla madre e a Nicole.

"Non capisco come abbia fatto quel piccolo mostro a trovare un fidanzato del genere, così bello e sembra anche facoltoso" la voce piena di invidia di Sharon non sfuggì a nessuno.

"Papà sono sicuro che quell’uomo è Benji Price, l’ex portiere dell’Amburgo." Disse Michael che si era appena unito ai parenti ed aveva ascoltato le ultime battute della loro discussione.

"Cazzo, perché non me ne sono accorto prima? Quel tipo è ricco all’inverosimile." Disse Ryan.

"Pensi che potremmo sfruttare la storia." Disse Sharon.

"Sono sicuro che ci sono un paio di giornali che sarebbero interessanti ad una storia del genere" aggiunse Simon.

"Simon tu l’hai sempre con te quella dannata macchina fotografica, vero?"

"Certo papà ed ho scattato anche numerose foto, sai un tipo come Price non passa inosservato, mi sembrava di conoscerlo e non volevo sprecare un’occasione."

"Bravo, sei proprio mio figlio!" disse Ryan orgoglioso, già immaginava quanti soldi avrebbe guadagnato.

 

 

  
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