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Autore: Jiuliet    25/11/2008    2 recensioni
Quale giorno migliore del 31-10 per una nuova fic su Supernatural? Sam e Dean, arrivati nell'ennesimo motel e Jhonnie Coleman che li spia..Chi è? Cosa vuole da loro? Cosa c'entra col loro padre, John?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 CAPITOLO 3.

LA MATTINA DOPO

“Ti aiuteremo, ovviamente” dichiarò Sam, a nome di entrambi.
Johnnie prese il foglio che lui le stava restituendo e lo ripose nella propria borsa.
“Grazie”
Fu l’unica parola che riuscì a pronunciare, sottovoce.


Hanno accettato di aiutarmi - di aiutarci - Jools, ce l’abbiamo fatta!!!


Johnnie POV:
Nel preciso istante in cui ricevetti il “sì” de i fratelli Winchester avrei voluto mettermi a gridare, avere una persona a cui raccontare  la notizia…
Sentivo di poter condividere con qualcuno il peso che  fino ad allora avevo portato da sola.
Mi fidavo di quei due, contro ogni logica,semplicemente  sulla base di una sensazione, di un’affinità che avevo provato fin dall’inizio, nonostante la diffidenza di Dean che mi aveva anche puntato una pistola alla nuca!
Non so perché il mio istinto mi dicesse di far affidamento su Dean e Sam….  

Forse, se mi fossi soffermata prima a riflettere, se avessi saputo…le cose sarebbero andate diversamente….


“Io credo sia meglio dormirci su, poi domani puoi raccontarci la tua storia”  disse ancora Sam.


Sam POV:
Dopo avere letto quella  lettera sapevo con assoluta certezza che avremmo aiutato Jhonnie.
Dean non avrebbe mai permesso che non onorassimo una promessa fatta da papà, anche se erano passati più di vent’anni...
Mai e ora meno che mai!
Ma io ero preoccupato per lui…
Certo Dean si è preso cura di me da quando sono nato, ma questo non significa che io non mi preoccupi per lui!
Ed in quel momento mi sembrava  davvero stanco: aveva guidato per ore, per permettermi di dormire (le mie emicranie stavano diventando più frequenti e dolorose, e so che l’aveva notato), e non era un bel periodo, quello, per nessuno di noi: la morte di papà (di cui non avevamo mai parlato veramente, non fino i fondo…), l’incontro con Gordon, la storia di Ava….
Poi c’era Jo Harvelle….se non fosse stato per il posto e il momento sbagliato tra lei e Dean, forse, sarebbe potuto nascere qualcosa…Chissà…
Dean innamorato, varrebbe la pena di vederlo: questo è poco ma è sicuro!


“Pensi che avranno un’altra stanza libera?” chiese Johnnie
“Puoi dormire qui, se vuoi – propose, inaspettatamente Dean – il divano di questa specie di salotto diventa un letto…È meglio che rimanga con noi”
Johnnie lo guardò sorpresa; era chiaro che non si aspettava una proposta del genere (tanto meno da lui!), ma rispose:
“Ok, se la cosa non vi dà fastidio…”


Johnnie POV:
Non potevo andar via.
Certo ero consapevole che stavo per dividere, per tutta la notte, un limitatissimo spazio con due ragazzi che non avevo mai visto prima e, forse, un’altra al mio posto non avrebbe accettato con tanta leggerezza, ma sapevo che non ce l’avrei fatta a stare sola, non quella notte ….
E il mio istinto mi aveva già detto che potevo credere nei fratelli Winchester.
Jools mi aveva mandato da loro ed io mi fidavo ciecamente di lei, non avrebbe mai chiesto il loro aiuto se non fosse stata assolutamente certa che erano “quelli giusti”!
Avrei dormito sul loro divano e la mattina successiva saremmo partiti per tornare da Jools e risolvere la questione.


“Già, Dean ha ragione, è meglio che stia qui…non si scherza con il soprannaturale” aggiunse Sam.
“Io vado a letto. Sono stanco. Ci vediamo domani mattina, ok?” dichiarò Dean, prima di chiudere alle proprie spalle la porta della camera da letto.
“Anche noi dovremmo dormire. Domani sarà meglio alzarci presto…” affermò Sam, rivolgendo a Johnnie un piccolo sorriso che lei ricambiò immediatamente.
“Grazie. Buonanotte”


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Sam osservò, nella penombra della stanza, la sagoma di Dean.
Era sdraiato supino, con un braccio sulla fronte e l’altro sullo stomaco.
“A cosa pensi?” gli chiese sottovoce
Nessuna risposta.
“Andiamo, so che non stai dormendo. Cosa ti preoccupa?” insistette Sam.
“Nulla. E tu faresti bene a dormire, ci aspetta una lunga giornata” borbottò Dean.
Era fatto così, Dean: calmo e razionale. I propri pensieri, le emozioni e le sensazioni che provava non erano qualcosa che amava condividere.
Si era costruito una corazza, negli anni, e gli andava benissimo così.
“Andiamo non puoi tenerti sempre tutto dentro!” disse, ancora, Sam.
“Piantala con le tue fissazioni sentimentali, ti prego…sto provando a dormire, per cui se non ti va di fare altrettanto puoi sempre uscire di qui o chiudere la bocca una buona volta!” ribatté Dean.
“Ok , questo è troppo anche per te – pensò Sam, intuendo dall’insolita asprezza delle  parole del fratello che c’era, davvero qualcosa che non andava – ma se non vuoi dirmi cosa c’è sotto…bhè, fai pure…In un modo o nell’altro lo scoprirò comunque!”



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La mattina successiva Johnnie fu svegliata da un intenso profumo di caffè.
In un primo momento pensò si trattasse di un sogno, ma aprendo gli occhi vide che c’erano dei bicchieri sul tavolo ed una busta di carta e che Dean Winchester la fissava con un sorriso malizioso stampato sul viso.
“La Bella addormentata è tornata tra noi! – esclamò – Buongiorno!”
Jhonnie si rese immediatamente conto che la notte prima, complici la stanchezza e la confusione,  non aveva pensato di indossare il pigiama prima di andare a letto, per cui il suo corpo non era coperto che da una T-shirt e da un paio di slip.
Benedicendo la propria carnagione bruna che le impediva di arrossire e cercando di mascherare l’imbarazzo con un tono di voce il più calmo possibile gli chiese:
“Potresti voltarti un attimo, in modo che io possa andare in bagno?”
“Ma certo – rispose lui – andrò di là a svegliare Sam, così potrai spiegarci ogni cosa”

Jhonnie si avvolse nel lenzuolo, prima di alzarsi e, dopo aver preso dei vestiti dalla borsa, si diresse verso il bagno il più velocemente possibile.
Chiuse la porta e ci appoggiò contro la fronte.
“Stupida! Stupida! Stupida! – sibilò – Non sei al College e non ti sei addormentata a casa di un amico! Questa è una cosa seria!”
Era talmente occupata a prendersela con se stessa che sentì a malapena la voce di Dean che gridava “Non entrare in bagno!”
Ma sentì chiara e forte quella di Sam che rispondeva, dall’interno della doccia “Cosaaaa????”
Johnnie stava sudando freddo. Era disperatamente imbarazzata.
Ok – pensò -  a tutto c’è rimedio, anche a questa situazione terribile
“Sam… - disse – potresti evitare di uscire dalla doccia per qualche secondo?”
“Cosa? Johnnie? E tu che ci fai qui?” chiese lui
“Credevo che il bagno fosse libero…. - rispose lei – non potevi chiudere a chiave?”
“Scusa, è che di solito non ci sono ragazze in camera…non quando io e Dean siamo insieme…” cercò di spiegare Sam,  seppure in maniera confusa.
“Si, capisco. Ora esco, così non sarai costretto a passare la giornata nella doccia…” ribatté  Jhonnie.



Tornata in quello che, eufemisticamente, avevano definito salotto trovò Dean.
“Puoi ridere, se vuoi” gli disse, sedendosi di fronte a lui.
“Non tentarmi, ragazzina” rispose lui, sorridendo.
Jhonnie sospirò di sollievo: evidentemente non aveva intenzione di ridicolizzarla per quanto era successo.
“Ti va un caffè?” le chiese
“Prima vorrei fare una doccia…”
“Già, capisco….”
“Sai…di solito io non faccio queste cose…Cioè…non piombo nella vita della gente pretendendo che mi aiutino a risolvere i miei problemi…e…non vado in giro in questo stato, soprattutto!” disse Johnnie, ricambiando il sorriso del ragazzo.
Dean notò che, quando sorrideva, le si formavano due fossette, sulle guance.
Stava per dire qualcosa, ma Sam, arrivato in quel momento lo precedette
“Il bagno è libero, se vuoi…” dichiarò, rivolto a Johnnie, ma senza guardarla negli occhi.
“Grazie” rispose lei e si alzò immediatamente (Un lenzuolo non era decisamente il suo abbigliamento preferito!)

“Ehi fratellino! Quella ragazza voleva attentare alla tua virtù?” chiese Dean, ironicamente
“Piantala!”
“Ehi! Non prendertela con me! La prossima volta ricordati di chiudere la porta a chiave, se non vuoi essere disturbato…”
Sam scosse la testa, ma non rispose. Conviveva col sarcasmo e con gli scherzi, più o meno divertenti, di suo fratello da tutta la vita, ci aveva fatto l’abitudine, oramai!


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Johnnie uscì dal bagno completamente vestita e, almeno apparentemente, padrona dei propri nervi e della situazione.
Si sedette al tavolo insieme ai due fratelli e , dopo aver bevuto qualche sorso di caffè dall’unico bicchiere rimasto, cominciò a raccontare:

“Tutto è cominciato qualche settimana fa. Mia madre ha cominciato ad avere degli incubi, o almeno credevamo che lo fossero, dopo i quali non riusciva né a muoversi né a parlare, per un po’…
Non capitava ogni notte, solo di tanto in tanto, almeno all’inizio.
Ci ha raccontato che aveva visto un mostro che le premeva le mani, o qualsiasi cosa fossero, sul petto e la teneva immobilizzata.
Poi questi incubi o manifestazioni o qualsiasi cosa siano hanno cominciato a perseguitarla, impedendole di dormire…fino a che si è addormentata e non si è più svegliata.
I medici che la stanno curando parlano di coma, ma non sanno spiegare il motivo, non riescono a trovare una causa che l’abbia ridotta così….
Jools, mia nonna, sostiene che sia tutta colpa del mostro che la perseguitava nel sonno. È stata lei che mi ha mandato a cercarvi.”

“Tu che ne dici?” chiese Sam a suo fratello.
“Un demone del sonno, credo. Credo appartengano a culture europee pre-cristiane…Ma non ne ho mai affrontato uno - rispose lui – ma, in ogni caso, credo sia meglio andare a fargli una visitina personalmente, no?”
“Lo credo anch’io - convenne Sam, quindi si rivolse a Johnnie  - destinazione?”
“Newton- Iowa” rispose lei, con un lampo di soddisfazione negli occhi.
“Ok. Prepariamo le borse – dichiarò Dean – si parte tra mezz’ora”











  
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