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Autore: Katniss2507    23/01/2015    1 recensioni
La donna fissò la figlia stranita, ma non la interruppe. Certo però che era strano. Ok , Ronald magari non era un campione di tatto, ma per i figli era senza dubbio un padre splendido e comprensivo. Anzi, se c’era da confidarsi si rivolgevano sempre a lui, e non a lei, considerata la bacchettona di casa. Non c’era nessun motivo fondato per cui sua figlia agisse come James Bond in incognito.
A meno che…
- Mamma, tu come hai capito di essere innamorata di papà? -
Oh si, a Ron sarebbe venuto un colpo.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley, Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Torno con una nuova storia su (toh, casualità xD) di Harry Potter. Forse sembrerà un tantino bizzarra, ma è stato divertentissimo scriverla. Spero possa piacere e, perché no, far sorridere anche voi.
Mi raccomando, recensite xD Fa sempre piacere conoscere il parere altrui :)
Bacioni
Fra 






Chi conosceva Hermione Granger, poteva affermare con  discreta sicurezza che una delle qualità che la donna  possedeva in abbondanza, oltre ad una buona dose di cervello, fosse senza dubbio la piena padronanza delle proprie emozioni .Sempre . In ogni situazione.
Facendo due conti, la suddetta conosceva quei due sciagurati di Harry Potter e Ronald Weasley, che ancora si spacciavano per gente normale ,dal suo primo anno ad Hogwarts, e poteva vantarsi, con un certo orgoglio,di aver superato i quarant’anni senza aver mai avuto bisogno dell’analista, nonostante il bambino sopravvissuto fosse una calamita di sventure e il suo attuale marito un individuo completamente privo di tatto.  
Era stata al fianco dei suoi due scapestrati migliori amici praticamente sin da quando era una bambina, inseguendoli- e salvando loro la pelle- in più di una missione suicida e più volte di quanto i due avrebbero effettivamente ammesso.
Aveva contribuito alla sconfitta di Voldemort, complottato contro la Umbridge, sopportato le angherie di Malfoy e company,tutto questo senza mai fare una piega.
Era stata una ragazza di ferro, su questo non c’erano dubbi.
Non aveva ucciso Lavanda Brown quando, al sesto anno, aveva praticamente tentato di violentare Ron un giorno si e l’altro pure; anche se, effettivamente,qualche incantesimo non verbale se l’era fatto sfuggire.
Non aveva perso le staffe quando Ronald si era dimenticato del loro primo anniversario di nozze  e rincasato da lavoro,dopo averlo aspettato per ore, se ne era uscito con uno spiazzante ‘’che cosa si festeggia, tesoro? ’’.
Si era sorbita, senza lamentele, ore e ore di piagnistei quando Ginny, trovando una macchia di rossetto su una delle camicie di Harry, si era convinta che il marito la tradisse.                                                                           Il povero Harry aveva trascorso una settimana intera a dormire su uno dei logori divani di Grimmuald Place, prima che Ginny scoprisse, complice un imbarazzatissimo James Jr, che la camicia, in effetti, era stata indossata dal figlio a una delle tante festicciole a cui aveva partecipato.
I colleghi, al ministero, non avrebbero mai e poi mai pensato che la paziente ex studentessa secchiona, la paladina di tutte le lady di granito, l’adorabile donna tutta d’un pezzo che la mattina attraversava il corridoio tutta sorrisi e carinerie, avrebbe mai potuto perdere le staffe e scatenare un cataclisma. E così la pensavano anche i suoi familiari, i suoi amici e, naturalmente, lei stessa.
Eppure Hermione fu costretta ad ammettere in seguito che quando la sera di un freddo 24 ottobre si ritrovò in salotto la sua perfetta primogenita, con in viso un’espressione colpevole e completamente ricoperta di fuliggine, uscì un tantinello fuori dai gangheri. Rose dal canto suo, stentava a credere che quella donna in preda all’isteria, con le guance in fiamme e i capelli sfuggiti all’elegante chignon che solitamente portava, potesse essere davvero Hermione Granger. Per un folle momento arrivò a pensare che la madre avrebbe sfoderato la bacchetta e le avrebbe lanciato contro ogni tipo di fattura possibile e immaginabile. Magari una di quelle fatture Orcovolanti di cui Albus, chissà perché, parlava sempre con reverenziale timore.
- Hai idea di cosa farà la professoressa Mc Granitt quando scoprirà,perché lo scoprirà, che hai lasciato la scuola senza il suo permesso?-  sbraitò Hermione allarmando Grattastinchi che,impaurito si rifugiò sotto il divano - Rose, non hai pensato alle conseguenze? Potresti essere espulsa! E con te quei due incoscienti di Al e Lily, perché lo so che dietro tutto questo c’è anche il loro zampino. Ma come ti è venuto in mente? Oh…aspetta che lo sappia tua padre…già, tuo padre… sono certa che nemmeno si sprecherebbe a replicare alcunché , perché lui alla tua età faceva di peggio…-
La ragazzina era sconvolta, e fissava la madre boccheggiando, cercando contemporaneamente di dire una parola, fare un semplice gesto che potesse placare l’ira della madre.
Hermione era furibonda,un’improvvisata del genere poteva aspettarsela da Hugo, che trasgrediva le regole scolastiche un giorno si e l’altro pure. Ma  non poteva credere che la sua bambina, la sua amata figlioletta tanto graziosa e intelligente, avesse infranto come minimo una dozzina di regole per fare una cosa del genere. Lei che era anche un prefetto!
- Mamma, ti prego, calmati -  biascicò Rose incerta -…stai terrorizzando a morte Grattastinchi! -
La donna, che aveva iniziato a girare furiosamente intorno al divano, si fermò solo dopo aver rischiato un paio di volte di calpestare la testa del decrepito gattone rosso, che fuggì in soggiorno soffiando come un pazzo. Mettendo a frutto gli insegnamenti zen appresi durante un corso di ioga a cui aveva partecipato assieme a Ginny, effettuò alcuni esercizi di respirazione. Ancora furente, ma alla ricerca di un rinnovato autocontrollo, si voltò a fissare la figlia.
Rose era una ragazzetta alta e pallida, con in testa un intricato ammasso di capelli rosso acceso che non stavano mai al loro posto. Somigliava moltissimo a Ron, tranne per gli occhi scuri e il talento innato per lo studio, che decisamente non aveva ereditato dal padre. In quel momento si stava torcendo le mani con nervosismo, lanciando occhiate colpevoli alla madre. Aveva le orecchie completamente in fiamme.
Hermione, nonostante fosse tutt’altro che bendisposta a sorvolare la questione, trovò  quell’immagine talmente tenera, e patetica, da sentir defluire via la rabbia con la stessa velocità con cui era precedentemente montata.
Soffocando un lamento esasperato, andò ad abbraccia la figlia, conducendola in seguito verso il divano con una leggera pressione sulla spalla della ragazza. Mentre si sedeva, a Rose sembrò di udire un flebile ‘’ non finisce qui ’’, ma la madre se ne stava seduta composta dinnanzi a lei, di nuovo apparentemente tranquilla, e pensò- si augurò- di esserselo solo immaginato.
Stava iniziando a nevicare, e i vetri della finestre si coprirono di un tenue strato di brina. Il camino acceso scoppiettava allegramente, proiettando bagliori rosati sui volti delle due.
- Parlerò io con la preside, nel caso dovesse accorgersi della tua assenza -  sospirò la donna sistemandosi una ciocca di capelli sfuggita allo chignon.
Rose lanciò alla madre un’occhiata in tralice, diventando, se possibile, ancor più rossa ed evitando accuratamente di guardarla a lungo negli occhi. Continuava a tormentarsi le mani con nervosismo, battendo nervosamente un piede sul lucido pavimento del salotto. E adesso che era li? Cosa avrebbe fatto? Che le avrebbe detto?
Hermione guardava la figlia con attenzione, cercando di cogliere un qualsiasi segnale rivelatore dei pensieri di Rose. Certo che, riflettendoci, era proprio strano. Rose non era il tipo di persona da fare improvvisate del gerenere. Forse… forse  era accaduto qualcosa di grave…
- Ha fatto saltare l’aula di pozioni? -
 
- Come scusa? - chiese Rose, strabuzzando gli occhi
- Tuo fratello. Ha fatto saltare l’aula di pozioni di nuovo,vero? – inorridì Hermione , balzando in piedi e ricominciando a marciare freneticamente attorno al divano - oppure ne ha combinata un’altra delle sue… l’hanno espulso,vero? E ha mandato te per avvertirci che verrà rispedito a casa con tanto di urla di giubilo da parte dei professori, è così? E’ COSI’? - la donna si coprì la faccia con esasperazione - a tua nonna Molly verrà un colpo -
Una risatina nervosa  costrinse la donna a fermarsi, e a guardare la figlia con aria interrogativa.
- Hugo sta bene…o meglio, è un po’ idiota, come sempre, ma non ha fatto niente, te lo assicuro -
- E’ successo qualcosa a James, allora? Oppure ad Albus…-
- Mamma…mamma no. Sono io che…-
- TU SEI STATA ESPULSA? - sbraitò Hermione incredula facendo tremare le mure di casa. Da un momento all’altro sarebbero sicuramente arrivati i vicini a controllare che non ci fosse un omicidio in corso.
- MAMMA,NO MISERIACCIA - strillò Rose, esasperata - non sono stata espulsa. Nessuno è stato espulso. Sono venuta qui perché…io…ecco…avevo bisogno di parlarti. Ed ora siediti, per favore -
L’orologio a pendolo battè le dieci. Ronald era in ritardo. Forse era rimasto in ufficio a farsi una partitina a poker con Harry e la sua cricca. Hermione, tranquillizzata dalle parole della figlia, che le aveva assicurato che nessuno fosse morto, o peggio, espulso, si accomodò di nuovo sul divano facendo apparire due tazze di the al limone. Grattastinchi sporse appena la testolina dentro al salotto, e constatato che ormai non ci fosse più alcun pericolo, si azzardò a strusciare dentro e ad acciambellarsi sulle gambe di Rose. La ragazza accarezzò distrattamente il pelo fulvo del gatto, sorseggiando contemporaneamente il suo the con aria assente.
Hermione si schiarì la voce, richiamando la sua attenzione.
Era arrivato il momento.
- Allora tesoro…vuoi…vuoi che aspettiamo tuo padre? -
- No, no… -  si affrettò a replicare Rose con uno sguardo di puro terrore - speravo di non trovarlo qui, è per questo che sono venuta di persona. Non ti ho scritto una lettera perché altrimenti l’avrebbe letta anche lui...- e probabilmente ti saresti ritrovata vedova subito dopo.
La donna fissò la figlia stranita, ma non la interruppe. Certo però che era strano. Ok , Ronald magari non era un campione di tatto, ma per i figli era senza dubbio un padre splendido e comprensivo. Anzi, se c’era da confidarsi si rivolgevano sempre a lui, e non a lei, considerata la bacchettona di casa. Non c’era nessun  motivo fondato per cui sua figlia agisse come James Bond in incognito.
A meno che…
- Mamma, tu come hai capito di essere innamorata di papà? -
Oh si, a Ron sarebbe venuto un colpo. Hermione soffocò un piccolo sorriso nella sua tazza da te, lanciando alla figlia un’occhiata in tralice. Rose reggeva il suo sguardo apparentemente tranquilla, ma il lieve rossore che le imporporava nuovamente le guance lasciava trasparire le sue reali emozioni. Era nervosa…e imbarazzata. Per il momento decise di girarci intorno.
- Voi adolescenti non cercate sempre di tenervi lontani dai trascorsi sentimentali di noi vecchi bacucchi? - replicò divertita. Rose non rispose, rimanendo silenziosamente in attesa.
- Vedi, in realtà io e tuo padre non facevamo altro che litigare - iniziò Hermione nostalgica, ricordando il ragazzino rosso e lentigginoso che era stato Ron Weasley - eravamo come cane e gatto, e totalmente diversi….quasi incompatibili. Tuo padre era uno scavezzacollo svogliato e senza alcun rispetto per le regole della scuola…io invece una secchiona colossale, questo lo sai bene - disse, facendo sorridere Rose.
- Nessuno avrebbe scommesso su di noi, mi ricordo che Calì Patil continuava a dirmi che un giorno o l’altro sarei finita con lo zio Harry. Nessuno pensava che avrei potuto innamorarmi di papà, e ad essere sincera non lo pensavo nemmeno io. Poi al quarto anno è cambiato tutto -  
- Tutto? -
- Si, ogni cosa- si animò Hermione arrossendo un po’ anche lei - In occasione del Ballo del Ceppo, Viktor Krum…-
- Il tizio della foto che papà usa per giocare a freccette? -
- Proprio lu…aspetta un attimo. Tuo padre usa una foto di Viktor per giocare a freccette? -
Rose si limitò ad alzare semplicemente le spalle, invitando la madre a continuare
- Quando torna mi sentirà…beh, ad ogni modo, Viktor mi invitò al ballo, e tuo padre se la prese a. In realtà era geloso marcio, perché non aveva avuto il coraggio di invitarmi lui, ma questo l’ho capito solo in un secondo momento. Comunque, abbiamo litigato pesantemente. Lui mi ha accusato di fraternizzare con il nemico;io l’ho mandato al diavolo e mi sono rifugiata nella mia stanza a piangere senza nemmeno sapere perché. Credo sia stato quello il momento in cui ho capito che qualcosa tra me e Ron era cambiato - sospirò Hermione, quasi rivivendo quei momenti da cui sembrava esser passato un secolo - e poi, da un giorno all’altro, mi sono sorpresa a guardarlo con occhi diversi. Non era più il ragazzino un po’ strafottente con cui mi divertivo a litigare. Era cresciuto,diverso…il suo sguardo era diverso, e mi faceva battere il cuore come una bimbetta cretina’’ rise nervosamente ‘’cavolo, è imbarazzante parlare di queste cose, tesoro…ti prego non raccontare niente a tuo pad..-
- O,merda!- biascicò Rose, con gli occhi azzurri spalancati grandi come due piattini da the - merda, no. Merdissima!-
Hermione s’interruppe guardando shockata sua figlia. Rose non era il tipo di ragazza da uscirsene con scurrilità del genere.
- Emh…tesoro, stai be..? -
- Mamma, tu non capisci, sono nella merda - disse la ragazza balzando in piedi e cominciando a fare avanti e indietro dal divano alla libreria di cedro come una povera matta - ho fatto un dannato casino –
 La madre la guardava sconvolta, chiedendosi che male avesse fatto per ritrovarsi alle dieci di sera confinata in salotto con una diciassettenne in piena crisi sentimentale. Oh, si. Si trattava proprio di questo, ormai non aveva più dubbi.
Si alzò anche lei e la raggiunse, mettendo fine alla marcia isterica di sua figlia con un abbraccio materno.
- Rose, lo so che essere innamorati non è tutto rose e fiori,soprattutto se si tratta della prima volta, ma è una cosa normale, non mi sembra il caso di farne una tale questione di stato - disse, accarezzandole il viso con dolcezza - fa parte del crescere. Avanti…lui chi è? Lo  conosco? -
- È un guaio…una catastrofe... papà mi diserederà-
- Oh,insomma,ma che ti prende? Tuo padre è un po’ geloso, ma non è ,mica Cerbero. Poi tranquilla- aggiunse Hermione,facendole l’occhiolino - io li so mantenere i segreti -
- E’ un idiota -
- Chi, tuo padre? -
- No, ma che dici, io intendo…ecco… -
- Il ragazzo di cui sei inna.. -
- Non. Dire. Quella. Parola - biascicò Rose, agitata - tu non capisci la gravità della situazione, mamma io non posso essere innamorata di LUI, non posso e non voglio…mi rifiuto -
- Santo cielo, Rosie - si spazientì Hermione alzando gli occhi  esasperata - chi sarà mai? Un teppista, uno sbruffone,uno che cambia ragazze come i calzini? -
- Peggio - si arrese la ragazzina con tono amareggiato - è Malfoy -
Nella stanza calò un silenzio pesante e imbarazzato. Hermione sgranò gli occhi tanto da farseli uscire quasi fuori dalle orbite, mentre Rose ancora stentava a credere a quello che aveva appena ammesso a voce alta. Si era tenuta dentro questo segreto per mesi e non aveva confidato nemmeno a Dominique, che oltre ad essere sua cugina era anche la sua migliore amica, volendolo negare fino alla fine anche a se stessa.
- Quando dici Malfoy, tu intendi quel Malfoy? Scorpius Malfoy? Il migliore amico di tuo cugino? Quello che praticamente da sette anni a questa parte definisci sempre come – parole tue –  babbuino arrogante e saccente, senza un briciolo di tatto e tronfio da fare schifo  ? -
- Proprio lui - ammise la ragazza con il morale sotto le scarpe.
- Lo sapevo già - sogghignò Hermione facendo spalancare a Rose la bocca come una povera idiota.
Un tonfo improvviso fece trasalire le due, che si volsero di scatto verso l’ingresso del salotto, da dove era arrivato il rumore. Sulla soglia, o meglio steso a terra, in stato di semicoscienza , c’era Ronald Weasley, pallido come un cencio e con un’espressione di puro sgomento stampata sul viso.
- Ron…Ron…tesoro…. Stai bene? Oh, per le mutande di Merlino…- gridò Hermione precipitandosi a soccorrere il marito, più morto che vivo. Quello le rispose in un rantolo confuso, tipo animale agonizzante.
- Dimmi che la mia adorata bambina non ha appena ammesso di essersi presa una cotta per il figlio del furetto…ti prego, dimmelo!-
Hermione alternò lo sguardo tra il marito in preda ad un serio tracollo nervoso, e sua figlia, nascosta in un angolino accanto al camino. Oh, ne avrebbe viste delle belle, su questo non c’era proprio dubbio.
  
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