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Autore: Com Amely Mason    24/01/2015    0 recensioni
Una festa di Capodanno. Un mondo che appare inaspettato, non si sa se per allucinazioni alcoliche o per squarci temporali. Amici catapultati tra mostri e rovine incas, con un amore nascente che rischia di bruciare in una pira.
Ok, come intro non sembra valere molto, però mi sono impegnata e.e
Genere: Avventura, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dinnanzi a loro apparve una radura equatoriale che si estendeva tra le mangrovie. Fiamma si avvicinò perplessa: pesci dalle sfumature fangose guizzavano sotto la superficie e tra i grossi mazzi di alghe del fondale. Immerse una freccia sovrappensiero, e subito una quantità di pesciolini argentei vi si ammassarono intorno: quando la risollevò numerose morsicature percorrevano l’asta, dove un pesce la fissava penzolando. Fiamma lo rispedì in acqua con un calcio: - Ci sono dei piranha qui -. - E qui delle canoe -, replicò alcuni metri alla sua destra Anna. La bionda vi saltò sopra controllandole: ma non appena tutti si furono imbarcati, e Vanni e Diego fecero per prendere i remi, le rudimentali barche si mossero da sole.
Ben presto presero velocità: le prue ben modellate sfrecciavano rapide ed agili tra gli intrichi di radici appena sotto il pelo dell’acqua, mentre di tanto in tanto il trillo lontano di qualche uccello li raggiungeva da oltre le chiome degli aberi. 
Lo sguardo di Fiamma percorreva guardingo le ombre delle mangrovie, anche se di tanto in tanto non poteva fare a meno di soffermarsi su Anna: anche la castana faceva lo stesso, e quando i loro sguardi s’incontrarono tornarono frettolosamente a guardare la palude, silenziose.
D’ un tratto, la vegetazione si diradò e le canoe presero a galleggiare in quella che sembrava la foce di un fiume: l’odore salmastro dell’ oceano pervadeva l’aria, mentre un sole al tramonto incendiava la linea dell’orizzonte. 
Claudia si alzò per prima dal fondo della barca e scrutò attorno a loro: - Bene direi… che siamo in mezzo al nulla.-. Non fece in tempo a terminare la frase che un tonfo schiantò l’ultima delle canoe, catapultando Vanni, Silvia e Diego su quella delle ragazze. Fiamma scattò in piedi con l’arco teso puntato sotto il pelo dell’acqua, e Anna accanto a lei. - Credo sia il caso di spostarci -, osservò con sarcasmo la bionda, mentre Vanni e Diego cominciavano a pagaiare. Claudia si mise in piedi sulla prua della barca. - Guardate là! -, esclamò di colpo, facendo alzare i ragazzi con le pagaie caricate in spalla e pronte a colpire. Dinnanzi a loro lunghe macchie argentee viaggiavano sotto la superficie dell’acqua. D’un tratto emerse una testa nera, poi di seguito altre due, tre, quattro. Compirono un breve arco coi lunghi corpi serpentini fuori dall’acqua per poi reimmergersi e proseguire una rapida corsa verso una spiaggia di finissima sabbia bianca. I ragazzi seguivano ammutoliti quello spettacolo: i serpenti marini convergevano da tutte le direzioni verso la spiaggia, dove un immensa pira bruciava alta verso il cielo. Amon Rah riprese la parola per primo, austero: - Direi che dovremmo andare a vedere.-. Fiamma annuì, sfilando altre pagaie dal fianco della barca, mentre Claudia si rimetteva in osservazione sulla prua.

Non appena la barca incagliò dolcemente la prua nella sabbia, Anna saltò a terra, seguita da Fiamma. - Laggiù -, disse la castana, sgomenta. La bionda si voltò tendendo l’arco mentre con un braccio si assicurava di portarla dietro di sé. I serpenti marini uscivano dal mare come turbini per andare a schiantarsi alla base dalla pira che, invece di spegnersi, man mano si ingigantiva assumendo le sembianze di…
- Ma sembra un samurai! -, scoppiò a ridere Vanni mentre aiutava Silvia a scendere. La risata del ragazzo riecheggiò in modo innaturale nella foresta che si estendeva al limitare della spiaggia, amplificandosi sempre di più, fino a quando la pira a forma di samurai non si mossa proprio come una figura umana, voltandosi a scrutare con occhi di brace la spiaggia. Un rombo sconquassò la terra sotto i piedi dei ragazzi atterriti quando la figura si voltò anche col corpo, sfoderando quella che sembrava un immensa katana fiammeggiante. - Non penso sia contento di vederci -, commentò Diego prima di scattare in avanti, preceduto da Claudia che tentò di congelare le gambe del mostro infuocato. La katana si abbassò rapidamente, costringendo i ragazzi a dividersi e fondendo la sabbia in minuscole scaglie di vetro al loro posto. - Bel casino! - esclamò Fiamma mirando al viso del samurai. Ma le frecce colpivano e poco dopo uscivano dalla parte opposta, carbonizzate. Vanni si parò in mezzo alla spiaggia, a gambe divaricate, fissando serio la pira. Spostò gli occhiali sulla punta del naso e incrociò le braccia: - Non credi sia ora di andare a dormire?-. Un nuovo rombo scosse la terra, mentre il samurai ciondolando si allontanava da lui, menando la spada per costringerlo ad allontanarsi. 

Anna si concentrò, congiungendo le mani dinnanzi a sé: forse le radici della foresta arrivavano fin sotto alla spiaggia per ricavarne l’acqua, e magari potevano essere utilizzate... 
Claudia tentò un nuovo attacco di ghiaccio, ma di nuovo il samurai si liberò con qualche scrollone.
Il viso di Anna cambiò espressione e l’aria attorno a lei parve crepitare mentre quattro possenti radici sbucavano come serpenti sotto la sabbia avvolgendosi attorno alle gambe del samurai fiammeggiante. Il tatuaggio di Amon Rah sul viso di Diego si illumnò d’oro e un onda d’aria emanò da lui percuotendo il mostro quando incrociò le braccia sul petto. Uno, due, tre onde d’urto, mentre Claudia cercava di congelare sempre di più il gigante.
Anna, immobile, sentiva le fibre arboree scorrere le une dentro alla altre per ingrossare la trappola come sangue nelle vene: ora era le grosse radici che intrappolavano finalmente il mostro, ora quelle minuscole che le si stavano avvolgendo sui piedi per trarre più energia. Vanni addormentava una creatura marina dopo l’altra per impedire che il mostro ricevesse nuova energia, e probabilmente del suo intento e del proprio imminente fallimento si rese conto il samurai fiammeggiante, perché d’un tratto, proprio mentre sembrava stare per cedere le fiamme divamparono più alte, incendiando le radici che trattenevano senze però riuscire a distruggerlo. Fiamma sbiancò sentendo il grido di dolore di Anna alle sue spalle: sembrava la stessero bruciando viva. E sensorialmente doveva essere così, pensò la bionda fulmineamente scattando verso le radici che bruciavano consumandosi sotto le alte lingue delle fiamme. Estrasse senze pensare il coltello dalla cintura e si lanciò nel rogo, cominciando a divellere i fasci di fibre dalla sabbia. 
Claudia e Diego fecero in tempo solo a vederla saltare nelle fiamme, ma istantaneamente tentarono un attacco congiunto: l’onda d’urto congelata schiaffeggiò il samurai fiammeggiante facendolo arretrare, liberato dalla morsa delle radici che Fiamma stava staccando. Vanni posò una mano sulla spalla di Diego e Silvia su quella di Claudia: col potere degli dei che impersonavano, un immensa onda d’urto spintonò il mostro. 
Fiamma riemerse anismante da sotto il piede del samurai quando questo si spostò per cercare di riprendere l’equilibrio: i corti capelli erano anneriti dal fumo e le mani erano scorticate dal rapido lavoro. Alzò lo sguardo: l’onda combinata dei ragazzi stava funzionando, stava funzionando! Ma…
- Anna! Anna, lanciami!-, gridò la bionda prendendo la rincorsa verso la castana che, ancora in piedi, alzò un ditp verso di lei facendo emergere una liana grossa come il suo braccio.
Fiamma vi si lanciò contro e questa la catapultò in un arco perfetto sopra il mostro, proprio un istante dopo un’ennesima onda combinata: Fiamma prese il coltello con entrambe le mani e la lama scintillò nel sole morente mentre affondava nel busto del samurai infuocato.
L’enorme pira umanoide cadde pesantemente di schiena, dissolvendosi in cenere. 
  
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