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Autore: Katniss Weasley Prior    25/01/2015    8 recensioni
Favij conoscerà una nuova amica a cui si affezionerà e,per caso dopo aver rilasciato una maledizione essi dovranno affrontare le proprie paure per ritrovarsi fra di loro e fuggire da quel mondo.
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Favij
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7
Pov Elisa

Le lezioni sono finite e invece di seguire l’esempio degli altri io e Lorenzo siamo costretti ad andare ad allenarci. E’ vero che avevo sempre amato lo sport ma in quel periodo ero diventata di una pigrizia inimmaginabile, prendo la borsa contenente i vestiti e scendo le scale facendomi largo tra la folla di ragazzi che mi intralcia il passaggio
- Ehi, attenta a dove vai ragazzina! – mi volto verso un ragazzo abbastanza tozzo e faccio una smorfia guardandolo.
- Sta zitto – sussurro fra i denti. Non volevo di certo passare per la ragazzina che non si sa difendere e, l’avevo presa un po’ come una sfida. Ho sempre avuto questo vizio, non sono mai riuscita a chiudere la bocca. Il che delle volte mi cacciava in dei guai.
- Torna a mettere la tua faccia sui libri – si avvicina a me con aria superiore e mi metto in punta di piedi essendo molto più bassa
- Metto la mia faccia sui libri per non vedere la tua – una risatina si solleva accanto a me e chino il capo godendomi quella piccola vittoria. Mi guarda sprezzante e se ne va tirandomi una spallata facendomi cadere a terra. Scuoto il capo alzando gli occhi al cielo quando Daniele si avvicina a me allungandomi la mano per aiutarmi. Gliel’afferro e mi rialzo
- Grazie Dan – sorrido caricandomi di nuovo lo zaino in spalla e spazzolandomi i vestiti
- Dan? Bel soprannome – ride e mi fa cenno di seguirlo – vieni, anche io mi sono qualificato per gli studenteschi perciò mi tocca allenarmi – sospira afferrandomi la mano e trascinandomi in palestra. Ci separiamo agli spogliatoi ed entro richiudendomi la porta alle spalle con un sonoro tonfo. Mi volto verso le altre ragazze e mi siedo su una panca cominciando a cambiarmi.
- Ma quella è la tizia che ha rubato il ragazzo a Diletta? – sussurra una vocina stridula. Alzo lo sguardo inarcando un sopracciglio mentre un po’ di rabbia mi monta dentro. Allaccio le scarpe e mi alzo facendomi una coda veloce
- La tizia ha un nome…idiota – concludo uscendo e saltellando allegramente verso la pista. Odio essere sparlata alle spalle. Diciamo che in questi giorni mi gira un po’ male…un po’ tanto. Comincio a riscaldarmi sotto lo sguardo perplesso delle ragazze di poco fa. Mi volto imprecando, certo che lo fanno proprio apposta.


Pov Lorenzo

Il fatto che Elisa abbia preferito venire con Daniele che con me non mi ha dato per niente fastidio. No, ma figurati. Il professore non può guardarci tutti quindi ha deciso che mentre osserva altri provare, noi dovremo stare seduti in attesa del nostro turno. Ci accomodiamo accanto alla pista su un piccolo prato pieno di alberi che ci permettono di avere un riparo dal sole. Mi poggio con la schiena al tronco e sfilo il cellulare dalla tasca, non c’è campo. Mi acciglio e muovo la mano alla ricerca di una tacca. Mi saranno finiti i GB forse. Mi porto le ginocchia al petto sbadigliando e poggio la testa sopra di esse osservando gli altri allenarsi.
- Lorenzo…- una voce profonda e rauca mi trapana le orecchie e mi volto spaventato. Apparentemente non c’è nessuno, penso che questa storia del ‘paranormale’ mi stia dando troppo alla testa. Ora è il turno di Elisa, osservo chi deve correre contro di lei. Giulia. Quella ragazza è veloce, in quattro anni di campionati studenteschi è sempre arrivata prima.
- Raga quant’è gnocca Giulia – esclama Andrea accanto a me, mi do una manata in faccia mugugnando di disapprovazione
- Lorenzo preferisce Elisa – sghignazza Filippo, gli tiro una gomitata nello stomaco sbuffando
- Siete noiosi – comincio osservando le ragazze – siamo solo amici, non ci può essere dell’amicizia tra ragazzo e ragazza? Ma per favore -
- Amicizia? – i due scoppiano in una fragorosa risata e decido di ignorarli. Alzo lo sguardo al cielo che si sta facendo improvvisamente più scuro, speriamo non venga a piovere. Elisa arriva seconda con un minuscolo distacco da Giulia e dei ragazzi le urlano cose poco carine
- Ehi puttanella, ora piangerai perché sei arrivata seconda?! – grida una voce, tra tutti gli studenti stento a riconoscere la persona, sto per ribattere ma Elisa mi precede
- Ti sputo in faccia, coglione – esclama a gran voce. Rido tra me e me, così decido di alzarmi e affiancarla
- non lo faresti mai…è venuto il tuo ragazzo ad aiutarti? – mi sto cominciando ad innervosire. L’espressione di Elisa si contorce in una smorfia di disgusto
- Ma vattela a pija n’der culo! – urla in perfetto dialetto romano. Scoppio a ridere e si volta con i pugni stretti
- Ridicola! Sei solo una bimba! Ah e comunque tua madre ha dimanticato le mutande a casa mia – si gira e senza esitae gli sputa in faccia
- La prossima volta ti strappo quelle labbra di merda e te le appiccico sugli occhi così vedi quello che devi dire. -
Il ragazzo si asciuga la faccia e la afferra per la spalla voltandola verso di se
- Ti rompo quelle gambine di merda, non esiterò perché sei una ragazza – dei ragazzi si radunano intorno a noi perplessi e decido di mettermi in mezzo
- Ehi cosetto datti una calmata – intervengo beccandomi un’occhiataccia fulminante
- Taci Ostuni, non ti ha interpellato nessuno – Elisa gli lancia un’occhiata assassina e gli pesta il piede per poi afferrarlo per il braccio e farlo cadere sull’erba e faccia in avanti
- Se chiami ancora mia madre puttana quello che si romperà le gambine sarai tu – conclude pulendosi le mani sui pantaloncini e rialzandosi incazzata nera.
Le afferro la mano e la allontano prima che possa fare altro. Scruto l’espressione sul suo viso e noto che ha gli occhi lucidi, non ne capisco il motivo ma mi chino alla sua altezza e cerco il suo sguardo
- Cos’hai? – domando allontanandomi dagli altri e sedendomi su un muretto
- Mia madre…le hanno trovato un tumore al cervello…- sussurra osservandosi le scarpe. Sgrano gli occhi incredulo e d’istinto la abbraccio. Sto per dirle qualcosa quando il suo cellulare squilla e dopo aver risposto sbianca cominciando a correre lontano.

Narr. Esterno

Elisa corse per molto tempo prima di raggiungere la sua casa. Sua madre l’aveva chiamata e con voce supplichevole l’aveva pregata di non rientrare, ovviamente non l’aveva ascoltata, e dopo aver sentito un terribile urlo aveva abbandonato gli allenamenti. Tirò fuori le chiavi tremando e aprì la porta di legno battuto con cautela. La sua casa era totalmente in subbuglio, i mobili distrutti e il pavimento rigato, come se qualcuno vi ci fosse aggrappato con le unghie. Deglutì a fatica mentre un brivido le percorreva la schiena, schiuse la porta del salotto e un’odore di cadavere le raggiunse le narici, un conato di vomito la scosse e dopo aver preso aria, entrò. Una risata le giunse fino alla orecchie mentre una figura incappucciata stava china su un cadavere tumefatto. Inizialmente le fu difficile riconoscere chi fosse ma, appena realizzò, sgranò gli occhi incredulà ed urlò in preda al terrore.
- Cosa diamine hai fatto a mia madre?! – gridò a squarciagola osservando il pavimento ricoperto di organi.
- L’ho sventrata…mi pare ovvio – un ringhio provenne dalla gola di quell’essere che sparì nel suo lungo mantello nero. Elisa cominciò a tremare e cadde sotto il peso delle sue ginocchia
- M-mamma…- un singhiozzo le uscì involontario e affondò la testa nelle mani stringendosi i capelli in preda ad un dolore insopportabile.
Lorenzo entrò in casa poco dopo e la raggiunse, quando vide il cadavere chiuse gli occhi voltandosi verso Elisa ed inginocchiandosi davanti a lei.
- Eli…- sussurrò con un filo di voce – mi dispiace…- lei gridò nuovamente piangendo più forte
- Chi cazzo è stato?! Perché lo ha fatto?! – riuscì a dire solo questo prima di scoppiare nuovamente in lacrime. Lorenzo vedendola piangere provò nuovamente una fitta al petto, così l’abbracciò facendole affondare la testa nel suo petto. Non capiva perché stessero succedendo tutte quelle cose ma si sentiva che erano alquanto lontani dalla soluzione. Lei alzò lo sguardo verso la madre che, scomparve come se non fosse mai esistita e con lei tutto il sangue presente in quella stanza.
- Lore…non pensavo di dirlo mai in vita mia ma…-  Elisa esitò osservando il punto in cui poco fa era scomparso l’uomo – ho paura. – concluse con un impercettibile sussurro.

La mattina dopo sembrava tutto uguale, tranne per il fatto che Elisa era da sola in casa. Uscì di casa stanca come al suo solito rimpiangendo di non essere rimasta a letto. Il giorno precedente l’aveva traumatizzata e adesso si guardava intorno terrorizzata, più che per la sua incolumità aveva paura che morissero le poche persone a cui era affezionata. Salì sull’autobus e trovò posto per un colpo di fortuna, si sedette infilandosi le cuffiette nelle orecchie e cominciando ad osservare le persone presenti sull’autobus mentre partiva ‘Sing’ di Ed Sheeran.
- Mi scusi signorina…- domandò un’uomo toccandole la spalla, lei si sfilò una cuffietta osservandolo, le pareva famigliare il suo volto – come sta sua madre? – l’uomo ghignò ed Elisa scalò di un posto incredula
- Sei stato tu…- sbattè le palpebre e il signore cambiò faccia.
- Come? – domandò confuso. Lei scosse il capo rimettendosi la cuffietta e osservando davanti a se. Era sicura di star impazzendo.
Scese tre fermate dopo e si diresse al bar ordinando un caffè. Ne aveva assolutamente bisogno. Lo bevve in un sorso e pagò afferrando lo zaino dirigendosi verso scuola, attese sul marciapide che scattasse il verde ma non vedendo nessuno decise di attraversare ugualmente. Guardava per terra persa nei suoi pensieri quando il rumore di un clacson la fece voltare incredula, quella macchina sembrò apparsa dal nulla. Si impietrì e chiuse gli occhi tremando. Stava diventando poco reattiva e le sue gambe sembrano attaccate alla strada. Riaprì gli occhi sconvolta quando vide il viso di Daniele ad un centimetro dal suo, era sdraiato sopra di lei lontano dalla strada. Lei emise un sospiro di sollievo ma, appena si accorse della situazione, arrossì violentemente. Lo scansò ringraziandolo imbarazzata ma appena fece per andarsene lui la bloccò baciandola di slancio, davanti a tutti. Elisa ricambiò senza essere certa se fosse giusto o meno, ma infondo nessuno le avrebbe detto niente. Si staccò sorridendo e lui fece lo stesso.
- Ora devo andare…- sussurrò tesa
- No, resta con me – Daniele si mise davanti coprendole la vista di Lorenzo, in modo che non avesse potuto vederlo
- Ehm…okay -
Abbiate paura… una voce tremolante giunse fino alle orecchie di Lorenzo ed Elisa inconsapevoli del loro destino.

Spazio Autrice:
Salve a tutti! Okay forse non è proprio il modo di ripresentarmi dopo cinque mesi di inattività e per questo mi scuso. Ho scritto questo capitolo dopo essermi ritagliata un po’ di tempo fra i miei innumerevoli impegni *srotola una lista di impegni lunga tanto quanto il tamigi*. Bhè che dire, in questo capitolo a Elisa giravano le palle (tratto da una storia vera) così ho deciso di farla azzittire uccidendole la madre. Amo far soffrire i miei personaggi. Daniele…bhè..sempre n’mezzo ar cazzo. Ma anche Lorenzo deve soffrire quindi mi inventerò qualcos’altro di ancora più sadico per il prossimo capitolo. Spero che questo lo troviate almeno decente, io lo trovo perfetto!
Vocina interiore di Elisa: Fa cagare.
Grazie per il sostegno.

SPOILER
Vi dico soltanto che nel prossimo capitolo entreranno nel mondo maledetto (c:) e a quel punto Lorenzo si dovrà separare da Elisa, ad entrambe saranno offerte torture gratuite *badabumtss*

Alla prossima, Kat
   
 
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