'Sapete cos'è l'amore? Quello vero? Avete mai amato fino a condannare voi stessi per l'eternità? Io l'ho fatto. E se dovessi morire e rivivere altre dieci, cento, mille volte lo rifarei.'
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Quell'espressione di puro disgusto mi fece venire la nausea, non potevo sopportare che ci guardasse a quel modo. Thomas, al mio fianco, rimase pietrificato tutto il tempo...Quando la madre corse via, sentii le sue barriere rompersi e lui crollare, iniziando a tremare senza sosta e a piangere.
Lo presi tra le mie braccia, come la volta prima, e ci avvolsi nel piumone, cercando di rassicurarlo, mentre tra le lacrime diceva frasi sconnesse.
Solo un'ora dopo si calmò e si addormentò di colpo, sopraffatto da tutte quelle emozioni. Io andai in cucina a preparare del latte caldo, da fargli bere appena sveglio. Spensi sotto al fuoco e lo versai in due tazze.
Poi ritornai da lui. In caso si fosse svegliato all'improvviso, preferivo essergli accanto.
Una volta in camera, mi sedetti su una delle poltrone, osservandolo dormire, con un'espressione più soave di quella che aveva avuto fino a poco prima. Questo mi fece sorridere e decisi di raggiungerlo sotto le coperte. Lo abbracciai da dietro e chiusi gli occhi.
Quando mi svegliai, molte ore dopo, trovai il letto vuoto. Mi spaventai ed iniziai a cercarlo per casa.
Lo trovai in sala, davanti alla televisione, avvolto in una coperta mentre beveva il latte che gli avevo preparato e fissava con sguardo assente lo schermo, sul quale scorrevano immagini della sua infanzia.
Mi sedetti poco lontano da lui e per un pò restammo zitti.
Fu lui a rompere il silenzio.
-Ricordo
tutto come se fosse successo ieri. Era un periodo no, niente andava bene e non
sapevo più da che parte girasse il mondo e da quale io..Avevo invitato a casa il
mio amico, col quale già da tempo avevamo di portare avanti quella specie
di relazione, se così si poteva chiamare scopare ogni volta che ne sentavamo
il bisogno...Così, come altre volte, ci trovammo avvinghiati sul divano.
Presi dalla foga, dopo esserci alzati, ci infilammo nella prima stanza
che incontrammo. La voglia era troppa e il cervello non era attaccato alla
spina. Ebbene, mentre lo stavamo facendo, mia madre entrò in camera e ci vide.
Noi eravamo in preda al panico, lei a una crisi isterica. Ordinò a lui di
andarsene e di non farsi più vedere. Io fui portato in camera mia: mi schiaffeggiò
con quanta forza aveva, mi insultò, mi disse che non ero suo figlio, che non
potevo esserlo perchè suo figlio non avrebbe mai fatto una cosa simile, che le
facevo schifo e che non voleva più vedermi. Mi costrinse a fare le valigie e nel
mentre chiamò una mia parente dicendole che sarei andato a vivere da lei visto
il mio orribile andamento a scuola. E così venni sballottato qua e là ogni
qualvolta le sembrava, dai racconti dei vari parenti, potessi rifare
quelle
E vi fu di nuovo un silenzio assordante, mentre lui riprendeva a bere e io cercavo di assimilare tutto quello che mi aveva appena raccontato. Non riuscivo a crederci. Non avrei mai pensato che una persona, una madre per giunta, potesse arrivare a tanto con il proprio figlio.
Mi spostai quel tanto che bastava per essergli vicino e lasciai che si appoggiasse alla mia spalla.
Se qualcuno ci avesse visti da fuori avrebbe pensato a due statue senza anima.
Nel frattempo il mio cervello lavorava e lavorava, potevo sentire le rotelle fare un rumore assurdo, cercando di trovare una soluzione a tutto quello.
Decisi che avrei dovuto parlare il prima possibile con sua madre. Non sapevo cosa le avrei detto, non sapevo cosa avrebbe detto lei, non sapevo neanche se avrebbe accettato di vedermi.
Sapevo solo che l'importante, in quel momento, era stare vicino a Thomas ed evitare che la storia si ripetesse.
E mi venne in mente una frase letta tempo prima: "Mi hanno detto che l'amore rende ciechi, che ti fa vedere la persona che ami perfetta, anche se questa è piena di difetti. Mi hanno detto che l'amore è dolore, è soffrire e star male. Se però dopo tutto questo posso vedere un tuo sorriso e scaldarmi il cuore, sono disposta a diventare cieca e morire di dolore."
Mi resi conto solo in quel momento che mi ritraeva alla perfezione: amavo Thomas sopra ogni altra cosa, che fosse egocentrico, possessivo e geloso non me ne importava.
Ma soprattutto, mi accorsi di quanto sarei stato disposto per lui. Solo in quel preciso istante realizzai che lo amavo a tal punto da morire per lui..
E forse l'ho anche fatto...
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'Forse non mi crederai, forse penserai che ti stia prendendo in giro, ma le mie scelte sono state dettate dal mio amore per te. Forse può sembrarti strano, ma è così. Non sei l'unico ad aver provato dolore, il mio cuore si ruppe in mille pezzi e così è rimasto. C'è solo una persona in grado di unirlo e farlo battere, ma ormai è troppo tardi, lo so. So questo, ma so anche che non sono altro che un codardo a scriverlo qui e non avertelo mai detto a voce..Ma tu ne sei a conoscenza. Tu sai tutto di me...'
*§*§*§*
No, non
è un'allucinazione, sono proprio io con un nuovo capitolo. Forse un pò corto, ma
non riuscivo a scrivere altro.
Capitolo difficile, che mi è uscito senza
bisogno di tante sofferenze..Forse perchè le sofferenze sono scritte in questa
pagina. Capitolo difficile perchè ero indecisa, perchè non sapevo se era giusto
scriverlo. Ho provato a cambiarlo, ma alla fine tornavo sempre lì. Così ha
voluto io, non posso oppormi..Spero solo di non urtare nessuno..Se così è,
provvedo a cancellarlo subito.
Colonna sonora: questo è difficilissimo,
perchè non c'è una sola canzone. Potete scegliere con quale ascoltarlo:
- Mia
Martini > Gli Uomini Non Cambiano
- Scorpions > Still Loving
You
- Dolcenera > Com'è Straordinaria La Vita
- Beth Nielson
Chapman > Say Goodnight, Not Goodbye
Ok, direi che è tutto. Buona giornata
a tutti xD
Ah no! Ecco cosa dimenticavo! La frase iniziale, quella di Law,
non è tutta farina del mio sacco...Dall'inizio al punto ( . ) l'ho trovata in
giro. Non so di chi sia. Spero che nessuno si offenda se la uso.
Bye
Bye
*§*§*§*
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