Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Placebogirl_Black Stones    29/01/2015    5 recensioni
Un'isola che racchiude in sè l'essenza stessa delle spade, armi forgiate da grandi maestri del passato che aspettano solo di trovare un padrone che gli renda onore.
Fra queste, una spada maledetta, capace di sprigionare dalla propria lama il male più oscuro, rendendo chi la brandisce un assassino assetato di sangue.
Una leggenda che diviene realtà per l'ennesima volta nella storia dei grandi guerrieri.
Riuscirà il giovane spadaccino a non soccombere all'anima della spada, o sarà lui ad essere sottomesso?
C'è una sola cosa che potrebbe fermare la furia della lama maledetta: una ragazza dai capelli rossi...
** Fanfiction partecipante alla Settimana Zonami indetta dal Midori Mikan **
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

JUUCHI FUYU: LA LEGGENDA DELLA SPADA MALEDETTA




Image and video hosting by TinyPic



Era chiuso dentro la palestra da almeno un’ora, ma non aveva concluso granché.

Nonostante ci fosse andato con l’intenzione di sfogare la tensione accumulata, la sua testa continuava ad essere altrove.

Aveva fatto qualche sollevamento, ma i pensieri tornavano sempre e inevitabilmente a quella spada che aveva portato con sé.

L’aveva lasciata in un angolo, lontano dalle sue, perché temeva che la sua aura “cattiva” potesse influenzarle.

Aveva bisogno di alleate, non di nemiche.

Eppure, non faceva altro che girarsi e guardarla, concentrandosi per sentire nuovamente quella voce.

Ne era affascinato, in un certo senso.

La sua non era solo la curiosità di comprendere cosa volesse quella spada, ma una vera e propria ammirazione nei suoi confronti: spade che potevano dirsi posseditrici di una personalità così forte erano rare, tanto rare quanto pericolose.

Aveva già avuto a che fare con una di quelle che lui chiamava “ragazze difficili”, ovvero spade molto più complesse da manovrare di altre, ma la Juuchi Fuyu era diversa dalla Sandai Kitetsu.

Lo percepiva chiaramente, sentiva il suo nero potere.

Era una ragazzaccia capricciosa che lo stuzzicava, chiamandolo a sé e imponendogli la sua volontà.

Era questo particolare, più di tutto il resto, che lo faceva desistere dal darle retta.

La sua volontà era malvagia, emanava un’aura intrisa di sangue e devastazione.

Poteva una spada raccogliere in sé una simile forza?

Fino a quel momento aveva sempre creduto che fosse lo spadaccino stesso a dominare la propria arma, ma quella lama stava mettendo in discussione le sue convinzioni.

 

“Avanti, impugnami…”

 

Sgranò gli occhi, nel momento in cui quella voce risuonò nella sua testa.

Nonostante il suo tono fosse cupo e lugubre, la sensazione che ne riceveva era la stessa di un dolce invito, pronunciato dalle labbra di una dea eterea.

Come ipnotizzato da quella voce, si ritrovò ad abbandonare i bilancieri sul pavimento, alzandosi in piedi e dirigendosi lentamente nella sua direzione, senza staccare gli occhi dalla spada.

Lui, che per tutta la vita non aveva mai seguito nessuno, si ritrovava succube di un pezzo di metallo.

 

- Coraggio, avvicinati…- continuava a chiamarlo a sé.

 

Si fermò a pochi passi da lei, utilizzando quella parte ragionevole della sua testa che ancora desisteva dal farsi comandare a bacchetta.

Tenendo lo sguardo fisso su di lei, cercò di carpirne il suo lato più oscuro, al fine di comprendere cosa realmente volesse da lui.

Perché desiderava così tanto che la impugnasse?

Voleva forse dare prova del suo valore?

Oppure la leggenda che aveva raccontato Robin, sotto sotto, nascondeva un fondo di verità?

Poteva essere una spada maledetta fino a quel punto?

Erano troppe le domande che sorgevano una dopo l’altra nel suo cervello, e nessuna di loro sembrava avere una risposta soddisfacente.

C’era un solo modo per avere le spiegazioni che cercava, e sapeva bene quale fosse.

Prendendo un lungo respiro, fece quegli ultimi passi che ancora gli restavano prima di arrivare a lei, allungando un braccio e afferrando con la mano l’elsa.

Di nuovo quella scossa che aveva sentito poco prima nel salone invadergli il braccio si divulgò nelle vene, raggiungendo stavolta ogni anfratto del suo corpo, caricandolo di un’energia quasi impossibile da contenere.

Se fosse esistita una spada perfetta, quella di certo lo sarebbe stata.

Ma non vi era nulla di perfetto in quella forza sconosciuta, poiché ne aveva avvertito subito la natura maligna.

Una spada che porta male non è l’arma con cui uno spadaccino che si rispetti desidera combattere.

Eppure, sentiva l’irrefrenabile voglia di sferrare un fendente, di sfogare il suo bisogno di lotta dando prova della sua forza.

O meglio, era la spada che lo induceva a desiderarlo.

 

- Allora, che aspetti? Forza, usami!-

 

Con la mano che tremava, alzò il braccio davanti a sé, portando l’arma perpendicolare al suo corpo.

Ormai sembrava inutile cercare di opporsi, la sete di potere lo aveva stordito come una droga dall’effetto intenso e prolungato.

In fondo, che male c’era ad assecondarla?

Voleva solo essere usata…

Senza nemmeno avere il tempo di rendersene conto, sferzò un fendente preciso e netto, che partì come un fulmine creando una lunga crepa nel pavimento e nella parete.

Solo allora il suo desiderio iniziò a placarsi.

Aveva ottenuto quello che voleva.

Deglutì a vuoto, riacquistando coscienza di sé.

Sudava freddo, e gli occhi sembravano volergli uscire dalle orbite.

Non sapeva il perché, ma si sentiva come se avesse commesso il più atroce dei delitti.

Era scioccato, almeno quanto fosse deluso da se stesso.

Perché si era lasciato manovrare da una voce che esisteva solo nella sua testa?!

No, quella era solo una scusa…

Quella voce non era nella sua testa, ma nell’anima della spada.

Adesso ne aveva la certezza, come l’aveva sul fatto che quell’anima fosse sporca e malvagia.

Quel fendente gli era bastato per dare la risposta che cercava alle domande di poco prima.

Tutto gli appariva così semplice e lineare da sembrare quasi banale.

Aveva persino compreso che cosa fosse quell’energia che sentiva ogni volta che la impugnava, ma la risposta non gli era affatto piaciuta.

Morte.

Ciò che sentiva scorrergli nelle vene era desiderio di morte.

Non della sua, però, ma di quella di altre vite innocenti.

Quella spada era nata per seminare orrori e macchiarsi di peccati inconfessabili, proprio come diceva la leggenda.

Era malata, come colui che le aveva dato la vita.

Non poteva essere un’alleata, ma solo una nemica.

Doveva sbarazzarsene al più presto, prima che sulla nave succedessero eventi spiacevoli.

 

- Tutto qui? Usami ancora!- risuonò di nuovo quella voce, mentre l’energia che si era attenuata stava riprendendo poco a poco a pulsare.

 

Ancora cosciente di sé, stavolta fu più lesto e lasciò cadere quell’arma maledetta sul pavimento, mettendo fine a quell’incubo.

Finalmente sentiva di avere nuovamente il controllo di sé: la voce della spada era scomparsa.

Non l’avrebbe più toccata, questo era certo.

Si asciugò velocemente il sudore, diventato freddo per la tensione, e abbandonò la palestra senza nemmeno curarsi di rimettere la spada nel fodero.

 

 

…………….

 

 

- COME HAI POTUTO DISTRUGGERE LA MIA BELLA SUNNY?!- sbraitò Franky, sommerso dalle sue stesse lacrime.

- Ti ripeto che non l’ho affatto apposta, mi dispiace-

- LE TUE SONO SOLO SCUSE!!! STAI ATTENTO QUANDO MANEGGI QUEGLI AFFARI!!!- indicò rabbioso le tre spade che portava sempre legate al fianco.

- Ti sbagli, non ho rotto la palestra con queste- precisò.

- AVRAI USATO LA TUA ZUCCA VUOTA, ALLORA!!!- continuava a disperarsi il cyborg.

- Ѐ colpa di quella dannata spada che Nami ha voluto comprare a tutti i costi! Lo dicevo io che non era una buona idea…- borbottò, più a se stesso che all’amico.

- Dai Franky, non arrabbiarti! Non è colpa di Zoro se gli è scivolata una spada!- intervenne in sua difesa l’amico di gomma, che in quanto a distruggere la nave aveva ormai conseguito la laurea ad onorem.

- Perché è un idiota, ecco perché!- si aggregò  Sanji, che cercava solo un pretesto per dargli contro.

 

Suscitando l’incredulità di tutti, non rispose alla provocazione, ma si limitò a lanciare un’occhiataccia al cuoco.

Era stranamente docile quella sera, e lo dimostrava il fatto che aveva confessato il suo misfatto con la coda fra le gambe.

Nessuno di loro si era chiesto il perché, attribuendo quel comportamento a uno dei suoi sbalzi di umore, e a lui stava bene non dover dare spiegazioni.

D’altra parte, come poteva dire loro che la spada gli controllava la mente?

Lo avrebbero di certo preso per un pazzo!

Tuttavia, non aveva fatto i conti con colei che gli aveva regalato quell’arma, probabilmente senza sapere cosa nascondesse.

 

- E così quella sarebbe una “dannata spada che ho voluto comprare a tutti i costi?”- ripeté le sue parole senza celare un velo di stizza, sentendosi presa in causa.

- Sei tu quella che ha insistito, o sbaglio?- le fece notare.

- Mi pare che fino a poche ore fa, però, l’idea di andarla a provare non ti facesse schifo…- ribatté.

- Provarla non significa che la voglia anche tenere-

 

Nami abbassò lo sguardo, evidentemente ferita da quella dichiarazione.

Poteva comprenderla, in fondo gliela aveva regalata senza chiedere (stranamente) nulla in cambio, forse come richiesta di perdono per le cose poco carine che gli aveva detto quella mattina.

Che ci tenesse davvero così tanto a scusarsi?

Non era da lei, specie se l’argomento erano le sue spade, che non aveva mai sopportato.

Magari si era resa conto di quanto le sue continue offese lo ferissero…

Tutto sommato, Nami non era una strega cattiva come voleva far credere, ed era questo suo lato nascosto che lo aveva attratto a tal punto da farlo invaghire di lei.

 

- La venderai, allora?- mormorò, mentre il suo volto si rattristava sempre più - Mi detesti così tanto solo perché ho fatto uno stupido commento sulle tue spade?-

- Non era una stupido commento, perché per me sono importanti!- ribadì - E comunque non è per questo che la voglio dare via…- si fece serio.

- Allora perché?- chiese svogliatamente, percependo le sue parole come una bugia raccontata male.

- Perché quella spada è malvagia- confessò infine, sentendosi improvvisamente più libero.

 

Non sapeva perché lo aveva detto, sapeva solo che di lei poteva fidarsi.

O almeno sperava, perché se lo avesse di nuovo deriso sarebbe stato come prenderle ripetutamente da Occhi di Falco senza poter fare nulla.

La vide strabuzzare gli occhi, incredula alle parole che aveva appena sentito.

In effetti era una reazione plausibile, tanto quanto fosse assurda la sua dichiarazione.

 

- Malvagia?- ripeté - Che vuol dire “malvagia”?-

- Vedi, le spade hanno un’anima, anche se non tutti riescono a percepirla. Uno spadaccino che si rispetti deve saper cogliere l’anima di qualunque spada si trovi in mano, per poterla comprendere meglio. È un po’ come quando incontri una persona nuova e vuoi conoscerla per sapere se puoi fidarti di lei oppure no. Io percepisco un’anima malvagia quando impugno quella spada: per questo motivo non voglio tenerla. Un’arma cattiva non può essere una buona alleata e compagna- spiegò.

- Riesci davvero a sentire tutto questo?-

 

La sua espressione stupefatta gli fece capire quanto sinceramente fosse interessata all’argomento.

Era la prima volta che lo stava ad ascoltare quando parlava di spade.

 

- Ormai ci ho fatto l’abitudine. Inoltre ci sono spade con personalità molto più forti di altre, e si fanno riconoscere subito. Questa è una di quelle- rispose.

 

Il silenzio si interpose fra loro, lasciando ad entrambi il tempo di riflettere e assimilare quell’insolita conversazione.

Avere un dialogo del genere e su un tale argomento era un evento più unico che raro.

 

- Mi dispiace- disse infine la rossa - Non era mia intenzione regalarti una spada così pessima- sospirò.

- Lo so, non è colpa tua. Mi ero accorto da subito che qualcosa non andava, ma eri così convinta di comprarla e rivenderla che non ho voluto contraddirti. Se avessi saputo che era per me ti avrei detto queste cose prima…-

- Accetti lo stesso le mie scuse, anche se il regalo non è stato di tuo gradimento?- abbozzò un sorriso che celava insicurezza.

 

Se glielo chiedeva così, non avrebbe potuto dire di no.

Era arrivato il momento di passare sopra a ciò che era successo quella mattina, continuare a rimuginarci sopra ed evitarsi era sciocco e infantile.

Nami gli aveva dimostrato di aver capito i suoi errori, quindi anche lui poteva allentare la corda e smetterla di sentirsi offeso.

 

- Sì, ma non offendere più le mie spade, intesi?- l’avvertì.

- D’accordo!- annuì felice - Ti aiuterò a vendere la spada, se vorrai-

- Immagino dovremmo aspettare di sbarcare sulla prossima isola-

- Non ci vorranno molti giorni per arrivare, presto potrai liberarti di quella spada cattiva!- strinse le spalle.

- Allora affare fatto. Non appena arriveremo troveremo qualcuno disposto a comprarla-

 

Restò in silenzio a fissare il mare, sentendosi finalmente più sereno.

Presto si sarebbe liberato di quell’odore di morte che ancora gli bruciava le narici, in senso figurato ovviamente.

Era sicuro della sua decisione, e dopo quell’episodio nella palestra niente gli avrebbe fatto cambiare idea.

Allora perché dentro di sé sentiva una morsa che gli impediva di respirare?

Quella voce era ancora lì, sepolta sotto la ragione.

 

- Vieni, Zoro…Uccidi!-

 

 
ANGOLO DELL’AUTORE

Aggiornamento iperplurisecolare e capitolo pessimo…chiedo scusa, ho perso ispirazione per questa storia (così come per le altre). Mi escono di rado nuove shot ma le long sono parecchio in alto mare…Pessima scrittrice, lo so, è per questo che non lo faccio di professione! Spero che a qualcuno sia piaciuto almeno un po’ e ne approfitto per dedicare il capitolo a fanzoro, che mi ha dimostrato molto interesse per la storia chiedendomi addirittura il finale! Io gliel’ho rivelato, quindi mi raccomando fanzoro acqua in bocca! ;)
Baci a tutti
Place

 

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Placebogirl_Black Stones