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Autore: Neens O Brien    29/01/2015    1 recensioni
I'm back con il seguito di "Will we ever have our happy ending?". Vi ricordo che non seguo il telefilm, questa è semplicemente la continuazione della mia storia precedente, di cui vi lascio il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2511902
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mandy Milkovich, Mickey Milkovich, Phillip 'Lip' Gallagher
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-MICKEY-

Non voleva alzare lo sguardo su Ian, non se la sentiva, perché sapeva benissimo che cos’avrebbe visto. Delusione. Aveva promesso a se stesso che avrebbe fatto in modo da non deludere mai più l’altro ragazzo, l’aveva giurato quel giorno all’ospedale, mentre lo pregava di tornare da lui. E ora Ian era lì, erano insieme, ed ecco che qualcosa si metteva in mezzo.

Avrebbe dato qualsiasi cosa per poter essere ottimista, per poter alzare lo sguardo e dirgli che l’unica cosa che contava erano loro, bastava che fossero insieme. Ma era davvero così? Se Mickey non pronunciava quelle parole era perchè, oltre il fatto che non era ancora completamente a suo agio nell’esprimere i suoi sentimenti, dubitava che fossero vere. Se Terry avesse scoperto la loro relazione, nella migliore delle ipotesi avrebbe ucciso suo figlio e mandato in terapia intensiva l’altro ragazzo, nella peggiore l’avrebbe mandato in una qualche scuola a 375231 Km di distanza, e avrebbe comunque mandato Ian in terapia intensiva.

Probabilmente per lui la cosa peggiore sarebbe stata non potere più vedere il rosso, non poter vedere il suo sorriso, non potergli passare le dita tra i capelli, non poter sentire il profumo della sua pelle. L’idea che quel ragazzo fosse diventato tutto quello che voleva lo spaventava da morire, ma nello stesso momento lo faceva sentire finalmente come se avesse trovato il suo posto. L’unico problema di quando hai solo una cosa da perdere è che se te la portano via non ti rimane nulla.

Non voleva tornare al periodo in cui era pieno di rabbia per tutto e tutti, era cambiato e gli piaceva quello che era diventato. Non avrebbe mai abbandonato del tutto il vecchio Mickey, era pur sempre scolpito nel suo carattere, ma non sarebbe tornato indietro del tutto. Ferire Ian era una cosa che avrebbe fatto il vecchio Mickey, ma quello nuovo avrebbe almeno dovuto provare a trovare una soluzione, lo doveva al ragazzo che gli aveva cambiato la vita.
Sollevò finalmente lo sguardo sul rosso, che sembrava incantato, con le braccia che gli pendevano inerti lungo i fianchi. Si morse leggermente il labbro, come faceva inconsapevolmente ogni volta che era nervoso, lui nemmeno se n’era accorto, era stato Ian a farglielo notare. Sapere che il ragazzo lo conosceva meglio di quanto lui conoscesse se stesso, gli faceva piacere, e se si metteva a pensarci, un sorriso gli si apriva sulle labbra. Decisamente non poteva buttare tutto quello che avevano solo per paura che le cose sarebbero potute andare male.

-Ian, capisco come ti senti, ma questa situazione è davvero un casino.

Il rosso distolse lo sguardo, girando leggermente la testa. Mickey gli portò una mano sulla guancia per fare in modo che lo guardasse di nuovo.

-Senti, mio padre potrebbe benissimo ucciderci entrambi, se lo scoprisse. E’ un fottuto pazzo, e io non posso permettere che il ragazzo…

Prese un respiro prima di continuare, non era a suo agio con quelle cose, ma ormai era in ballo.

-Non posso permettere che il ragazzo che amo venga massacrato di botte per colpa mia.

Ian parve rilassarsi, un lieve sorriso si aprì sulle sue labbra, e Mickey capì che a volte valeva la pena comportarsi da femminuccia. Il rosso inclinò la testa, per appoggiarsi meglio alla mano dell’altro, poi scosse la testa.

-Mickey non mi importa un cazzo di queste cose. Se tuo padre mi vuole picchiare, che venga!

Con uno sbuffo, Mickey tolse la sua mano dalla guancia del ragazzo e se la passò tra i capelli.

-Non dire stronzate, non sopravviveresti contro di lui, nemmeno per dieci minuti. Però ascoltami bene
.
Quando fu sicuro di avere la completa attenzione di Ian, continuò a parlare.

-Se sono cambiato è stato solo grazie a te, e non voglio buttare al vento quello che abbiamo solo per paura.

-Non avevo nessuna intenzione di farlo.

Guardò il rosso con uno sguardo interrogativo.

-Mickey, ora che so che cosa provi per me, non esiste che ti lasci andare. Possiamo affrontare tutto, insieme.

Mickey sorrise, perché era esattamente quello che aveva pensato lui poco prima. E detto da Ian sembrava tutto ancora più reale di quanto non fosse nella sua mente. Il rosso si avvicinò a lui, e appoggiò la fronte alla sua, guardandolo intensamente negli occhi, come se volesse entrargli dentro, e non fisicamente come al solito.

-Promettimi che, qualunque cosa farà tuo padre, noi resteremo uniti.

La vicinanza del ragazzo rendeva difficile a Mickey anche solo pensare, e si odiava per quello. Davvero bastava così poco per fare abbassare le sue difese? Però, pensandoci bene, era una cosa che sapeva fare solamente Ian Gallagher, nessuno l’aveva mai fatto sentire nemmeno lontanamente in quel modo. Quando il rosso parlò, Mickey sentì il suo respiro sulle labbra, e faticò a mantenere la concentrazione.

-Te lo prometto.

Non gli sembrava di poter rispondere in un altro modo, Ian conosceva esattamente cosa fare per farlo cedere, ma anche se fosse stato ad una distanza ragionevole, Mickey credeva davvero in quelle parole. Avrebbe mantenuto quella promessa, non importa cosa si sarebbe messo in mezzo, non avrebbe deluso Ian.

Le loro labbra si stavano praticamente toccando, e Mickey stava per fare un passo in avanti, quando la campanella attaccata alla porta segnalò l’entrata di un cliente. C’era un tale silenzio, che quel semplice rumore fece sobbalzare i due ragazzi.

-Cazzo.

Mickey sbuffò, alzando gli occhi al cielo e si scostò leggermente da Ian.

-Ian?

La voce veniva dal bancone, ma Mickey avrebbe riconosciuto ovunque il tono della sorella. Diede una piccola spinta a Ian, che fece un cenno di assenso ed andò verso di lei, mentre Mickey attese alcuni secondi prima di uscire da dietro lo scaffale, afferrando un paio di scatolette e fingendo di stare sistemando. Guardò sua sorella come se non avesse idea che fosse lì.

-Che cazzo ci fai qui?

Lo sguardo di Mandy si spostò da Ian a Mickey, come se fosse confusa.

-E’ impossibile stare a casa, papà ha iniziato subito a bere e non riuscivo più a sopportare le sue urla. E siccome Ian è l’unica persona che tollero in questo momento, senza offesa Mick, mi sembrava il posto migliore in cui andare.

La ragazza aveva uno sguardo sospettoso, e questo non piaceva per niente a Mickey, Mandy non era per niente stupida, e poteva benissimo aver intuito qualcosa.

-Ti vuole parlare, comunque. Si continuava a lamentare del fatto che eri venuto a fare questo lavoro da pezzente invece di raccontargli cosa c’era di nuovo nel vicinato. Ma non c’è nulla di nuovo…giusto?

Il modo in cui, dicendo quelle parole, la ragazza continuava a spostare lo sguardo da Ian a Mickey, non era per nulla rassicurante, ma sicuramente il fratello non sarebbe stato il primo ad affrontare l’argomento.
   
 
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