Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
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Autore: Jade Tisdale    30/01/2015    3 recensioni
E' già passato un anno dalla nascita di Seira e la vita sulla terra trascorre tranquilla per le principesse sirene. Un giorno però, la Regina dei Mari chiede il loro aiuto per affrontare una nuova minaccia, una forza molto più potente di Gaito e di Mikeru. Per sconfiggere il nemico, le principesse avranno bisogno dell'aiuto di un nuovo, misterioso personaggio, di cui non si sa ancora nulla. Riusciranno le sirene a cavarsela anche questa volta?
Dal 7° capitolo:
Mi stavo lentamente abbandonando quando, ad un tratto, una voce mi fece tornare in me.
«Seira, non puoi arrenderti così. Io lo so che puoi farcela.»
Aprii lentamente gli occhi e mi ritrovai in un luogo che, tutt'intorno, era bianco.
«S-Sara... Io non...»
«Tu puoi riuscirci. Puoi rialzarti e fargli vedere cosa sei in grado di fare.» Mia sorella sorrise. «Io credo in te, Seira. Non dimenticarlo mai.»
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sara, Seira, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nöelle

 

«Grazie e arrivederci!» esclamai, dopo aver venduto l'ennesimo libro.
I clienti ricambiarono il saluto, dopodiché, lasciarono in fretta il negozio.
«Nöelle, prenditi pure qualche minuto di pausa, resto io in cassa.» disse il mio nuovo collega, con un sorriso.
«Ti ringrazio!»
Mi diressi verso l'ufficio del personale quando, ad un tratto, scorsi una figura famigliare seduta su una poltrona. Nello stesso istante, il ragazzo alzò lo sguardo e i suoi occhi incrociarono i miei.
«Ciao Nöelle!»
Salutai Hideo con un cenno della mano, dopodiché mi avvicinai a lui.
«Sbaglio o hai cambiato libro?» chiesi, sorridendo.
Il moro annuì. «No, non sbagli. Siccome domani è il mio compleanno, mio zio mi ha dato dei soldi per comprarmi dei libri e sto valutando quali sono i migliori.»
«Farai una festa con la tua famiglia?»
Hideo sospirò. «I miei genitori... sono morti un anno fa.» disse, con voce tremante.
«Oh, mi dispiace tanto...» sussurrai, consapevole di aver fatto una figuraccia.
Lui, però, scosse la testa. «Stai tranquilla!»
Abbozzai un sorriso. «Domani è domenica e la libreria è chiusa, per cui non ci potremo vedere...» dissi. «...perciò, mi sa proprio che dovrò venire a casa tua a farti gli auguri!»
Hideo sobbalzò. «M-Ma no, non ce n'è bisogno...»
«E invece si! So che tua sorella minore è nella stessa classe della mia amica Seira: mi farò accompagnare da lei.»
Il ragazzo arrossì. Dopo qualche secondo di silenzio, ricambiò il sorriso. «Grazie...»
«Non devi ringraziarmi: vengo molto volentieri!»

 

Naomi

 

«Ragazze, ben arrivate!» esclamai, sorridendo.
Seira mi abbracciò di slancio, mentre Nöelle mi salutò con la mano.
«Come stai Naomi?» chiese quest'ultima.
Da quando mi avevano rivelato che, presumibilmente, anche io ero una sirena come loro, avevo passato parecchio tempo al Pearl Piari e fra tutte le principesse sirene, Nöelle era indubbiamente la più sensibile. Mi chiedeva sempre come stavo e questo, a dirla tutta, mi faceva molto piacere.
«Molto bene, grazie.» risposi, conducendole nel salone.
Io e Ogai avevamo aiutato le cuoche a preparare tanti dolci, ma non avevamo addobbato la stanza come di abitudine.
Kumiko se ne stava seduta sul pouf davanti al camino, con una coperta sulle spalle.
«Kumiko, ti presento un'amica!» esclamai, attirando la sua attenzione. «Questa qui è Nöelle!»
Mia sorella sorrise. «Molto piacere...» sussurrò.
«Il piacere è tutto mio!» ricambiò la sirena.
«E di me invece ti ricordi, vero?» domandò allegramente Seira.
Kumiko scoppiò a ridere. «Certo che si!»
Mi avvicinai a lei e le misi la mano sulla fronte. La febbre le era andata via quel giorno, ma la sua malattia la rendeva comunque molto debole. Nonostante ciò, trattandosi del compleanno di Hideo, mi aveva pregata di poter uscire dalla sua stanza.
«Come mai tuo fratello non è ancora qui?» chiese ad un tratto Nöelle, mentre Seira si sedeva sul divano.
«Ecco... in realtà, lui non voleva festeggiare. Un anno fa, in questo giorno, sono morti i nostri genitori. Per Hideo, questo non è più il giorno del suo compleanno, ma un giorno di sofferenza e di tristi ricordi.» Sospirai. «Mi dispiace dirlo, ma credo che sarà dura farlo uscire dalla sua stanza. Comunque sia, voi vi siete scomodate per venire fin qui, perciò farò di tutto pur di farlo festeggiare con noi.»

 

Bussai alla porta della stanza di Hideo, ma non ricevendo alcuna risposta, decisi comunque di entrare. Mio fratello era coricato nel suo letto, con la testa rivolta verso il basso, sul cuscino.
«Nöelle e Seira sono arrivate.» dissi, abbozzando un sorriso.
«Lo so.» rispose lui, con un tono di voce molto basso. «Le ho sentite arrivare.»
«E allora perché non sei sceso di sotto?»
«Perché non mi va di festeggiare. Mandale via.»
«Ah si, è così che vuoi comportarti? Dopo essere venute fin qui per te, dopo che Kumiko è uscita dalla sua camera per festeggiare in tua compagnia, tu vuoi mandarle via per un capriccio? Io... io non ti riconosco più. Non somigli minimamente a mio fratello!»
Hideo si alzò di scatto e mise davanti a me. Aveva un'espressione parecchio arrabbiata e serrò i pugni dal nervoso.
«Io non sono tuo fratello.» soffiò con cattiveria. «Sono solo un ragazzo che è stato adottato e che ha visto morire davanti ai suoi occhi le persone che lo hanno cresciuto.»
«Non sei l'unico ad aver sofferto, lo sai. Tutti noi ci siamo stati male, semplicemente lo abbiamo dimostrato in modi differenti. Io, Kumiko, Yuma...»
«Non nominarla!» sbottò. «Yuma può andare all'inferno!»
Sbattei la mano sulla scrivania. «Può andare all'inferno? Davvero? Scusami, quando ci siamo trasferiti in America, chi è che ci ha insegnato l'inglese? Ricordi che mamma e papà non ce la facevano e Yuma è stata l'unica, l'unica che in poco tempo ci ha fatto imparare tantissime parole? Ricordi chi ci aiutava con i compiti, chi si prendeva cura di noi quando eravamo malati, chi ci portava a fare le passeggiate, quando mamma e papà erano impegnati col lavoro? Ogai ha fatto la sua parte, certo, ma senza l'aiuto di Yuma non saresti il primo della classe!»
«Kumiko si è ammalata subito dopo l'abbandono di Yuma. Credi davvero che sia una coincidenza?»
«Kumiko si è ammalata, ma di certo non per colpa sua. Non puoi mischiare i problemi famigliari con quelli fisici!»
Mio fratello si accasciò a terra. Mi guardò a lungo negli occhi, senza proferire parola. Poi, ad un tratto, scoppiò a piangere. Mi accovacciai vicino a lui e lo abbracciai.
«Hideo...» sussurrai, incredula di quello che avrei detto subito dopo. «Ti voglio bene.»
Dopo un primo momento di esitazione, Hideo si lasciò andare e ricambiò l'abbraccio, stringendomi forte.
«Ti voglio bene anch'io, sirenetta...»
Sussultai. «Sirenetta...?»
Hideo scoppiò a ridere. «Ma si, da bambina amavi nuotare e ti chiamavo sempre così!»
Tirai un sospiro di sollievo. «Non me lo ricordavo!»

 

Seira

 

Quando Hideo ci raggiunse, ci rivolse un enorme sorriso.
«Buon compleanno fratellone!» esclamò Kumiko, saltandogli letteralmente in braccio e facendolo così cadere a terra. Entrambi scoppiarono a ridere e Hideo diede un bacio a sua sorella.
«Buon compleanno!» continuammo poi io e Nöelle in coro, porgendogli un pacchetto.
«Ragazze, non dovevate farmi nessun regalo...» disse, arrossendo.
«Figurati, l'abbiamo fatto con piacere!» esclamai, facendogli un occhiolino.
Il moro lo scartò subito, trovandovi all'interno il libro che, da come mi aveva raccontato l'altra sirena, stava leggendo il giorno prima, ma che aveva dimenticato sul bancone della biblioteca.
«Hai detto che questo libro ti piaceva molto, così ho pensato di regalartelo.» spiegò la principessa dalla perla indaco.
«Vi ringrazio!» concluse, abbracciandoci.

 

Hideo

 

Quando Seira e Nöelle se ne andarono, si era già fatta tarda sera. Kumiko si addormentò quasi subito, mentre io e Naomi parlammo molto. Non appena se ne andò in camera sua, Ogai mi raggiunse e mi diede una busta contenente una lettera, che lessi tutto d'un fiato.

 

Ciao Hideo,
Finalmente ho trovato la forza di scriverti. Non so se leggerai questa lettera fino alla fine, magari la strapperai subito, ma voglio provarci.
Ormai è da parecchio che me ne sono andata e conoscendoti, sarai arrabbiatissimo con me. Inutile dire che mi dispiace, so che due semplici parole non potranno farti stare meglio.
Non so quando questa lettera ti arriverà, spero comunque prima del giorno del tuo compleanno. Ci tenevo a farti gli auguri, con tutto il mio cuore. Vorrei che, almeno in questo giorno, tu riesca a divertirti e a non essere triste. Sei un ragazzo fantastico e meriti il meglio dalla vita.
Ti voglio bene e te ne vorrò sempre.
Yuma

   
 
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