Film > Dragon trainer
Segui la storia  |       
Autore: Mad_Dragon    30/01/2015    1 recensioni
La storia di un Cavaliere di Berk e del suo drago tra battaglie, giuramenti, amori e la vera conoscenza di sé e dei suoi compagni di squadra, fino alla scoperta di un terribile segreto e ciò che ne conseguirà.
Aggiornamenti irregolari, spiegazioni all'interno del capitolo XXV
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dagur 'Lo Squilibrato', Hiccup Horrendous Haddock III, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'A dragon and a Trainer's path'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo XXII
- Pallida come la neve -

Hiccup sedeva sulla grande sedia ricoperta di pelle regalatagli dal padre appena qualche mese prima. Guardava con fare annoiato il fuoco che crepitava nel camino. Nonostante i Giochi del Disgelo avessero annunciato con la solita solennità l'arrivo della primavera, le notti erano ancora fredde come quelle invernali. Molti pensieri affollavano la mente del ragazzo: aveva ricevuto alcuni rapporti riguardanti le scorribande degli Esiliati, le quali erano diventate sempre più frequenti. Ad aggravare la situazione c'era anche lo strano braccialetto che Karl aveva portato sull'isola un paio di mesi prima. Gothi, durante la loro ultima chiacchierata, aveva taciuto sul vero significato di quel monile e questo lo aveva fatto infuriare.
Si alzò dalla sedia per andare a ravvivare il fuoco, poi prese un libro e ne sfogliò le pagine: era la sua personale versione del Libro dei Draghi, scritta completamente da lui. Osservò per alcuni momenti i disegni delle varie specie: alcuni erano molto belli, altri invece erano caratterizzati da un tratto piuttosto tremante. Hiccup non viaggiava per le isole dell'arcipelago da molto tempo, tant'è che si era completamente dimenticato del progetto di realizzare una completa raffigurazione delle razze che abitavano nelle isole all'estremo nord.
Hiccup sospirò e prese un piccolo pezzo di carboncino e scrisse su una delle pagine che l'avrebbe fatto appena tutto quello che stava succedendo fosse finito.
"Ma quando finirà tutto questo?" si chiese mentalmente.
Scacciò con un gesto della mano quei pensieri dalla sua testa e continuò a sfogliare le pagine del libro. Ci vollero diversi minuti prima che riuscisse ad arrivare alla pagina che voleva: quella dedicata all'uovo misterioso che aveva trovato tantissimo tempo prima. Ogni giorno pensava a quell'uovo e a Fen, l'uomo cui aveva affidato l'uovo e che gli aveva estorto una cifra immane per quel compito. Di colpo gli tornò in mente l'ultima lettera dell'uomo, nella quale alludeva a certe leggende che aveva scoperto durante la sua permanenza su un'isola. Hiccup decise che avrebbe indagato personalmente su quella faccenda appena ne avrebbe avuto il tempo.
Fu allora che qualcuno bussò alla porta. Hiccup si affrettò a rimettere a posto il libro e si sedette sulla sedia, invitando mentre la persona che aveva bussato ad entrare. La porta si aprì e Karl e Arcadia entrarono nella stanza. Un'ombra segnava il loro viso e Hiccup, preoccupato, chiese: "Ragazzi, tutto bene?"
Arcadia si ritrasse a quelle parole, ma Karl intervenne prontamente per far coraggio alla sua compagna di corso, stringendone la mano e avvicinandosi a lei.
Hiccup, per un momento, rivide in quei gesti gli stessi atteggiamenti che assumevano lui e Astrid anni prima, quando ancora non sapevano come affrontare una minaccia e cercavano la forza per farlo l'uno nell'altra. Questo, più che rassicurare il Dominatore dei Draghi, lo fece preoccupare. Mille domande affollarono chiassose la mente del ragazzo, premendo per uscire.
Karl si avvicinò e sussurrò qualcosa all'orecchio di Arcadia, qualcosa che Hiccup non riuscì a capire. I due si girarono e dissero all'unisono: "Dobbiamo parlare"
I pensieri di Hiccup si acquietarono e il ragazzo invitò i suoi due allievi ad accomodarsi su una delle sedie sparse per la stanza.
Arcadia prese la parola:"Hiccup, per tutto questo tempo ho mantenuto un segreto. Un segreto che forse non sarebbe dovuto rimanere tale"
Le sopracciglia di Hiccup si aggrottarono e il ragazzo si sporse verso Arcadia. "Che genere di segreto?" chiese.
"Di quelli che possono uccidere" rispose Arcadia.

***

Floki sorseggiava con tranquillità la sua bevanda preferita e camminava spensierato per i giardini in fiore di Uppsala. Quel posto era davvero meraviglioso durante la primavera e l'estate. Si addentrò nel giardino in cerca di un posto tranquillo dove poter entrare in sintonia con la Natura durante la sua meditazione. Si diresse dunque verso il suo posto preferito solo per trovarlo già occupato dalla piccola figura di Gothi.
"Ehi, quello è il mio posto!" si lamentò Floki mentre si lisciava la punta della lunga barba.
"Non vedo nessuno cartello con su scritto il tuo nome" replicò piccata Gothi.
"Perdiana, dovresti cercare di rilassarti un attimo" replicò con un finto tono offeso Floki.
Quelle conversazioni erano la cosa che più gli era mancata di Gothi. Durante la sua assenza, Floki aveva imparato a farne a meno, ma da quando la donna era tornata aveva iniziato a stuzzicarla più volte al giorno fino al punto in cui la donna, particolarmente infastidita, lo minacciò di tremende rappresaglie se non l'avesse finita. Da quel momento in poi, Floki si era limitato.
Gothi si alzò facendo leva sul suo fidato bastone e si avvicinò a Floki. "Devo parlarti. Ti va una passeggiata?" disse.
Floki accettò con piacere e i due si incamminarono per un piccolo sentiero costeggiato da una schiera quasi infinita di aiuole multicolore. passarono diversi minuti prima che Gothi si decidesse a parlare:"Ho avuto un'altra visione"
"Oh." questa fu l'unica affermazione di Floki. Sapeva che le visioni di Gothi si rivelavano quasi sempre esatte e, altrettanto spesso, erano portatrici di brutte notizie.
"L'oscurità sta avanzando" disse la donna."Non abbiamo più molto tempo e ci mancano ancora tre Sigilli"
"Abbiamo già individuato la posizione di altri due Sigilli. Inoltre, ho mandato a Stoick una mappa. I ragazzi ce la faranno a recuperarli, non preoccuparti" disse Floki.
"Lo sai che per fermare il rituale ci vuole anche il potere di un Lingudorata, e non abbiamo più notizia di quei draghi da secoli" replicò Gothi.
"Lo so, ma sto provvedendo anche a questo" disse Floki, il quale poi aggiunse:"Ho contattato Willow e le ho detto di tornare qui per parlarle. Ho intenzione di darle il manoscritto di Freja"
"Sei sicuro che sia pronta? Sua madre è quasi impazzita quando ha usato quello scritto"
"È l'unico modo che abbiamo per trovare il Tempio!" disse Floki. Poi si voltò e disse:"Ho cresciuto Willow come se fosse mia figlia, non pensi che preferirei sacrificare la mia stessa vita piuttosto che farle correre un pericolo del genere!"
I segni sulla pelle di Floki brillarono di una luce viola cupo. Gothi però non si fece intimidire e replicò a tono:"Ho già perso la mia migliore amica per colpa di quel dannato manoscritto e prego ogni giorno affinché Freja se lo riprenda!"
Floki si calmò alla vista delle lacrime che sgorgavano copiose dagli occhi di Gothi. Si avvicinò alla sua amica e l'abbracciò, lasciando che le sue lacrime gli bagnassero i vestiti. In quel momento giurò a sé stesso che non avrebbe lasciato che a Willow succedesse niente di male e che avrebbe dato la sua stessa vita se fosse servito a proteggerla.

***

"Mi stai dicendo che tuo padre passava informazioni ai nostri nemici e che non mi dovrei infuriare?!"
La voce di Hiccup non fu mai tanto carica di rabbia come in quel momento. Arcadia strinse i braccioli della poltrona su cui si era seduta e riprese a parlare:"Hiccup, per favore, fammi proseguire..."
"Ti rendi conto della gravità della situazione?" La interruppe Hiccup, che poi aggiunse:"Potresti finire in prigione per questo e tuo padre potrebbe essere giustiziato"
"Hiccup, per favore, non precipitiamo le cose. Lascia che Arcadia ti spieghi la situazione e poi potrai giudicare" disse Karl, intromettendosi nella conversazione.
"Karl, posso capire che la situazione ti stia particolarmente a cuore, ma non posso fare altro che portare il padre di Arcadia e le prove contro di lui a mio padre" replicò Hiccup con fare preoccupato.
"Hic, in realtà, non ci sono prove" disse Karl.
Hiccup assunse un'espressione diversa dalla precedente. La situazione era ancor più complicata di quello che aveva immaginato. Doveva trovare una soluzione che non prevedesse la possibilità che Arcadia testimoniasse contro suo padre. Questo avrebbe distrutto la sua famiglia e non Hiccup non voleva che questo accadesse. Arcadia nel frattempo era scoppiata a piangere silenziosamente e Karl le si era avvicinato per cercare di consolarla.
"Potrebbe esserci un'altra possibilità" disse Hiccup.
Gli occhi di Arcadia si agganciarono a quelli di Hiccup, implorandolo di spiegarsi meglio.
"Possiamo intercettare il mezzo con cui invia i suoi rapporti e poi possiamo incriminarlo senza che tu venga coinvolta in prima persona, Arcadia. Però dobbiamo sapere quando invia questi rapporti..." spiegò Hiccup mentre tamburellava con le dita sul tavolo.
"Ne invierà uno domani" disse Arcadia.
"Ottimo," disse Hiccup. "questo mi da il tempo per preparare una squadra e un piano"
"Hiccup, grazie" disse Karl.
"Non ringraziarmi" disse Hiccup. "Adesso tornate a casa, stasera ci sarà una riunione e vi voglio attenti" Aggiunse poi il ragazzo, invitando i suoi due allievi ad uscire.
I due se ne andarono subito, lasciando Hiccup con la sola compagnia del crepitio del fuoco.

***

Karl camminava silenzioso per le strade illuminate dalla Luna. L'incontro con Hiccup era andato molto bene e questo rendeva il ragazzo particolarmente sollevato. Arcadia d'ora in avanti avrebbe potuto sentirsi più sollevata e questo avrebbe giovato ad entrambi. Ora l'unico neo che rimaneva sulla sua felicità era Heather. La ragazza era scomparsa qualche ora dopo che Karl era partito con la sua squadra alla volta di Upsala borbottando qualcosa riguardante degli impegni ancora da completare.
Karl dovette ammettere che quella ragazza aveva sostenuto con una forza incredibile tutto quello che le era successo e senza mai perdere la speranza. Invidiava quella forza d'animo che la contraddistingueva e che la faceva andare avanti. inoltre, si era rivelata anche una preziosa fonte di informazioni riguardanti i Sigilli. Tutte le informazioni che era riuscita a procurarsi provenivano dagli archivi degli Esiliati. Anche i Sigilli si erano conquistati un posto fisso nei pensieri di Karl: il ragazzo, infatti, si sentiva attratto da quel bracciale che aveva riportato a Berk, ma al contempo sapeva che il suo potere era troppo grande per un solo uomo. Ricordava ancora le parole pronunciate dallo Spirito Rosso. Il bracciale lo aveva scelto per il suo coraggio, anzi per la sua stupidità. Affrontare Bjorn a viso aperto era stato un errore madornale e Karl poteva considerarsi fortunato visto che era sopravvissuto sia a quello scontro sia al collasso del tempio.
Senza accorgesene, Karl arrivò proprio davanti alla Sala Grande, dalla quale provenivano i suoni di almeno una dozzina di voci. Il moro entrò e la prima cosa che vide fu un'enorme mappa dell'arcipelago distesa per tutta la lunghezza del tavolo e Hiccup che segnava diversi punti.
"Cosa mi sono perso?" chiese Karl a Caleb.
"Niente di speciale, solo i prossimi turni dei soldati e le nuove rotte sicure" rispose quello con un tono decisamente annoiato.
"Ora, se siamo tutti presenti,  vorrei passare al secondo punto della riunione" disse Hiccup e poi si rivolse alle due squadre di Cavalieri. Gli altri guerrieri si fecero da parte, permettendo ai ragazzi di sedersi intorno al tavolo.
"Bene, allora iniziamo" disse Hiccup sospirando. "Karl, tu e la tua squadra vi dirigerete a nord-ovest, sull'Isola di Ymir, dove è stato localizzato il secondo tempio. Tutti meno te, Caleb. Tu accompagnerai Willow alla sua isola natale in modo tale che possa recuperare un manoscritto che ci serve." disse Hiccup rivolgendosi alla seconda generazione.
Poi posò lo sguardo su Astrid, Gambedipesce e Moccicoso e poi disse:"Voi tre mi accompagnerete in un luogo di cui vi rivelerò la posizione in privato. Poi... Qualcos'altro da dire?"
Sulla sala calò il silenzio e nessuno, Wilde incluso, osò proferire parola. Stoick decise quindi di sciogliere la seduta augurando a tutti i presenti una buona nottata. Karl uscì dalla stanza e si affiancò ad Arcadia chiedendole nel mentre se avesse voglia di andare a fare una passeggiata con lui. La ragazza accettò e i due si allontanarono in direzione della scogliera mano nella mano, con la Luna che sorrideva loro ironica.

***

Boadicea guardava il riflesso del suo volto sull'acqua. Diversi lividi blu le appesantivano gli occhi e una smorfia di disgusto si fece largo sul volto della donna. Passò la mano sul suo fianco nudo e toccò la cicatrice lasciata dalla freccia scagliatale da quella ragazzina. La ferita era rimasta aperta per un paio di ore e quasi si infettò, complice anche la mancanza di forze dovuta alla battaglia.
Aveva odiato quella ragazzina con tutto il suo cuore quel giorno, e continuava a farlo anche adesso. Così sicura di sé, così spavalda. E così temeraria: non aveva esitato un minuto ad attaccarla nonostante fosse armata di arco e frecce e di una inutile accetta da taglialegna. Si voltò e per un attimo vide il volto di quella ragazzina sorriderle beffarda. La sua mano si allungò in direzione del suo coltello e, con un movimento rapido, affondo la lama nella faccia di Arcadia solo per scoprire che era tutta un'illusione. Un brutto scherzo tiratole dai suoi nervi.
 Il coltello andò a conficcarsi nella parete di legno della capanna, producendo un sibilo abbastanza rumoroso da svegliare Bjorn. Il ragazzo si alzò facendo leva sulle sue braccia e guardò Boadicea. La Luna faceva risplendere di una luce meravigliosa il suo corpo. Bjorn ne rimase completamente affascinato.
"Boadicea..." disse il biondo mentre si avvicinava alla donna.
"Shh... Non è successo niente" rispose la guerriera mentre si rivestiva. "Ora devo andarmene, ma prometto che tornerò presto" aggiunse poi.
"Ti prego, rimani qui ancora un po'" la implorò il ragazzo.
Boadicea lo anticipò con un gesto del braccio e lo fece risedere. "Non posso, ho una riunione tra poche ore e devo essere pronta" disse a mo' di scusa prima di uscire dalla camera.
Boadicea uscì dalla casa e camminò velocemente per le strade del villaggio. Un po' le dispiaceva usare quel ragazzino, ma Zasur era stato chiarissimo su quel punto: Bjorn aveva bisogno di qualcuno a cui aggrapparsi per mantenere sotto controllo i suoi poteri. Quello che non sapeva è che due occhi la fissavano dal fondo della strada. Due occhi pronti a far di tutto pur di sventare i piani di quella guerriera.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
+ Angolino dello scrittore in erba +
Buongiorno a tutti, come state?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e preparatevi per il prossimo, ne vedremo delle belle. Non vi anticipo nulla giusto per non rovinarvi la sorpresa. Beh, questo è il secondo capitolo in un mese, non so che dire, l'ispirazione era bella abbondante. Intanto, questa storia ha già compiuto un anno e si avvia alla conclusione... Mi sto rattristando. Un saluto \0-0/
Rovo
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Dragon trainer / Vai alla pagina dell'autore: Mad_Dragon