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Autore: Marss    31/01/2015    2 recensioni
Sono Martina.
Sono bassa, magra, ho lunghi capelli biondi e grandi occhi verdi che sono costretta a nascondere con degli occhiali da vista. Ho 18 anni, ma me ne sento 15. Sono timida, indecisa, pigra, allegra e vivace.
Sono il classico topo da biblioteca, amo leggere, scrivere e passare le serate sul divano con la coperta. Amo anche la musica, però. Amo andare a ballare, uscire con i miei amici, divertirmi. Vivo in un piccolo paesino in provincia di Milano e i miei amici sono l'esatto opposto di me. Loro sono i miei compagni di avventure, sono tutti maschi e con loro ho un rapporto migliore che con qualsiasi altra ragazza. Sono quelli con cui andrò in vacanza, quest'estate. Sì, una settimana in un campeggio a Riccione. Partiamo in sei e speriamo di tornare tutti interi! Ne vedremo delle belle, ne sono convinta.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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CAPITOLO DUE






















Un raggio di sole filtrò timidamente dalla finestra semiaperta. Aprii gli occhi lentamente, guardandomi attorno leggermente spaesata. Mi stropicciai gli occhi e sbadigliai, allargando le braccia per stiracchiarmi, ma colpii Stefano che dormiva beato accanto a me. 
-Ei, attenta!- disse ridendo, mettendosi a sedere 
-Susa...- sussurrai, osservandolo. Vedere i suoi addominali perfetti di prima mattina era sicuramente un buon modo per svegliarsi. Sorrisi fra me, poi mi liberai delle lenzuola e mi alzai. Gli altri ovviamente dormivano ancora, così decisi di preparare le cose per la colazione in veranda prima di svegliarli.
-Forza pigroni! La spiaggia ci attende!- urlai, rimanendo sulla soglia della loro camera
-Marti, sono le 9. Perché cazzo ci stai svegliando?- mi rispose Davide, allungando un braccio per controllare l'ora sul cellulare. 
-Perché siamo al mare! Ed è appena passato un gruppo di ragazze molto carine, qui davanti, sicuramente dirette in spiaggia
A quelle parole si alzarono tutti di scatto, correndo verso le finestre per cercare le ragazze. 
-Ei ma non c'è nessuno!- esclamò contrariato Andrea
-Certo che no, era un trucco per farvi alzare! La colazione è sul tavolo...-dissi, dirigendomi verso il bagno e ignorando gli insulti dei miei amici. 

Dopo la colazione preparammo le cose e raggiungemmo a piedi la spiaggia, sistemandoci sui lettini. 
-Bagno?- domandò subito Simone
-Certo. Chi arriva ultimo paga da bere!- urlò Federico. I ragazzi si lanciarono tutti verso il bagnasciuga, travolgendo i poveri passanti. Scossi la testa ridendo, seguendoli lentamente e scusandomi con una coppia di anziani che si lamentava per la sabbia sollevata dal gruppo. Il mare di Riccione non era certo il migliore che avessi mai visto, ma per quella settimana andava più che bene. I ragazzi già sguazzavano in acqua quando arrivai sul bagnasciuga. Provai la temperatura con un piede, ma mi ritrassi immediatamente: era gelida!
-Forza Marti, si sta da Dio qui!- mi urlò Andrea, immerso fino alle spalle
-No raga è troppo fredda!- mi lamentai
I ragazzi risero e cominciarono a corrermi incontro, schizzandomi addosso litri d'acqua. Ne uscii completamente fradicia.
-Ora sei bagnata, non hai più scuse!
-Siete degli scemi!- dissi ridendo. Decisi di farmi coraggio e seguire il loro esempio, buttandomi in mare in un colpo solo. Rabbrividii quando l'acqua mi lambì il collo, ma non mi lamentai ulteriormente. Con poche bracciate raggiunsi gli altri, che si stavano arrampicando gli uni sulle spalle degli altri, per poi lottare fra loro. Ridevano e si divertivano come bambini piccoli, e la cosa mi fece sorridere teneramente. Mi tornarono in mente numerose scene della nostra infanzia, quando giocavamo a rincorrerci nel cortile della scuola. Ci conoscevamo da così tanto tempo... avrei potuto descrivere ad occhi chiusi ogni minimo particolare di quei ragazzi, conoscevo ogni lato del loro carattere, pregi e difetti. Il fatto che fossi praticamente l'unica ragazza della compagnia non mi turbava, per me era molto più facile andare d'accordo con loro piuttosto che con altre ragazze. Insieme avevamo attraversato ogni fase, eravamo cresciuti insieme, avevamo frequentato la stessa classe per anni, dall'asilo nido alle medie. Certo, alle superiori avevamo dovuto separarci, ma la nostra amicizia non si era fermata. 
Assorta nei miei pensieri, non mi accorsi che Stefano e Simone mi stavano tendendo un agguato. Non feci in tempo ad aprire bocca per protestare che mi ritrovai sulle spalle di Stefano.
-Ma che cavolo fai!- gli urlai, aggrappandomi alla sua testa
-Ti faccio fare i tuffi!- rispose lui ridendo
-Dai, vediamo quanto lontano arriva!- esclamò Simone -Al tre la lanci! Uno... due... tre!
Venni catapultata in acqua, poco distante dai due idioti. Risi e un po' d'acqua salata mi entrò in gola, facendomi tossire
-Quanto siete scemi!
-Beh, non è andata molto lontano... lo rifacciamo?- chiede Simone
-Non ci pensare nemmeno! Vado a prendere il sole, almeno li sarò al sicuro!
Detto questo mi allontanai a grandi passi, salutandoli con la mano e tornando verso la riva. Recuperai l'asciugamano e mi stesi al sole, infilando le cuffie nelle orecchie e facendo partire la riproduzione casuale del mio cellulare. 

Dovevo essermi addormentata, perché non avevo sentito i ragazzi risalire e sistemarsi sui lettini accanto a me. Ma soprattutto non mi ero accorta di Giacomo, che se ne stava seduto sulla sabbia a fissarmi. Mi alzai di scatto, togliendomi le cuffie e guardandolo confusa.
Aveva un'espressione buffa stampata in volto, si vedeva che si stava trattenendo per non ridere.
-Che ci fai qui?- gli chiesi, guardandomi attorno. I miei amici si stavano allontanando con gli amici di Giacomo, così lui si sedette sulla sdraio accanto alla mia. 
-Siamo venuti per proporvi di mangiare insieme, ma stavi dormendo e non volevo svegliarti...
-Oh..- cercai di ricompormi, ma la sua espressione divertita non scomparve -perché ridi? Ho qualcosa in faccia?
-E' che... ti è rimasto il segno delle cuffie sulla guancia!- a quel punto cominciò a ridere sul serio, senza più trattenersi.
Afferrai il cellulare per controllare ed eccolo li, il segno del filo delle cuffiette ben marcato sulla guancia sinistra! Mi coprii istintivamente la parte con una mano, arrossendo
-Non coprirti, tanto ormai ti ho vista!-disse lui, continuando a ridacchiare.
-Gli altri sono andati a mangiare?-chiesi, per cambiare argomento
-Si, probabilmente saranno al bar della spiaggia. Avranno sicuramente adocchiato qualche tipa carina, staranno sbavando!
-E tu?
-Io cosa?
-Come mai non sei a sbavare con loro?- chiesi, a metà tra il titubante e il divertito
-Perché io ho già adocchiato una tipa carina- rispose tranquillamente, senza smettere di guardarmi negli occhi. Arrossii violentemente e abbassai lo sguardo, sorridendo tra me. Il silenzio che calò tra noi si fece imbarazzante, ma Giacomo ruppe la tensione
-Dai, raggiungiamoli. Ho una fame da lupi!

I ragazzi erano seduti tutti attorno ad un grande tavolo e, come volevasi dimostrare, stavano chiacchierando con un gruppo di ragazze sedute proprio li accanto. 
-Ei, guarda chi si vede!- esclamò Andrea, vedendoci arrivare
-Marti, perché sei tutta rossa? Che avete combinato di la?- chiese ironicamente Davide, scatenando una risata generale e battutine di circostanza. Giacomo rise insieme agli altri, mentre io non smisi un secondo di mordicchiarmi il labbro, visibilmente a disagio e con il viso in fiamme. 
-Dai smettila cretino!- risposi al mio amico, dandogli un buffetto sul braccio e accomodandomi accanto a lui.
Ordinammo dei panini e continuammo a ridere tra noi, i ragazzi smisero di fare domande su me e Giacomo e io li ringraziai mentalmente per questo. 
-Ragazzi, stasera che fate?- chiese ad un certo punto Lorenzo, uno degli amici di Giacomo
-Non abbiamo ancora deciso, ma pensavamo di andare a ballare! 
-Vi ricordo che domani sera siamo al Cocoricò...- disse Davide per l'ennesima volta
-Sì Davide, abbiamo capito, non c'è bisogno che lo ripeti ogni ora!- lo derisi
-Che ne dite della discoteca "Altromondo" a Rimini?- propose Federico
-Un mio amico ci è stato l'anno scorso, mi ha detto che è fighissimo come posto!- esclamò Lorenzo
-Perfetto allora, problema risolto! Poi ci mettiamo d'accordo sull'orario e su come raggiungerla!

Passammo il pomeriggio in compagnia dei nostri nuovi amici. Erano tutti molto simpatici, andavamo d'accordo, e caratterialmente erano simili ai miei amici, quindi fu facile trovare argomenti di conversazione ed interessi comuni. 
Quando decisero di andare a prendere qualcosa di fresco da bere, Giacomo mi trattenne per un braccio
-Andiamo a fare un giro, ti va?- mi propose.
Annuii e feci cenno agli altri che li avrei raggiunti dopo. Come risposta, ricevetti un osceno gesto con la lingua da parte di Andrea e Davide, che fortunatamente Giacomo non vide. Scossi la testa, ormai rassegnata alla loro stupidaggine, e seguii il ragazzo verso il bagnasciuga. Camminammo molto, i piedi immersi nella fresca acqua marina, chiacchierando del più e del meno. Mi raccontò della sua vita a Torino, di quanto era legato ai suoi amici, dell'iscrizione all'università e della sua recente rottura con una ex un po' troppo gelosa. Lo ascoltai in silenzio, rapita dalla facilità con cui si aprì con me. 
Quando arrivò il mio turno gli parlai brevemente dell'università a cui mi ero appena iscritta e dei miei amici. 
-Li conosci da molto, quindi...- disse
-Dall'asilo nido. Siamo cresciuti insieme, letteralmente! Loro sono tutto, la mia ancora, quando sono triste sanno sempre come farmi tornare il sorriso. 
-Fa strano vedere una ragazza da sola in mezzo a tutti questi maschi
-Lo so, me lo dicono in tanti. Ma sono speciali, ho un rapporto talmente bello con loro che non li cambierei mai. Poi ovvio, ho anche delle amiche e una migliore amica, ma questi ragazzi sono un discorso a parte. 
-E' bello il vostro rapporto, siete affiatati. Ti fanno un sacco di battute e a volte ti prendono in giro, ma si vede che ti vogliono molto bene.
-Già, ormai ci ho fatto l'abitudine, è uno stuzzicarsi continuo! Ma tra fratelli ci si comporta così.
-Quindi li consideri così? Come fratelli? Non hai mai pensato a loro in maniera diversa?
-Mi è difficile pensare a qualcuno di loro nel senso che intendi tu. Ma sì, non posso negarti che, un paio di volte, mi è capitato.
-Stefano ti guarda, spesso. Quando siamo insieme o parliamo io e te, lui ci fissa, si irrigidisce, come se gli desse fastidio. 
Mi bloccai, guardandolo a bocca aperta. Ma cosa stava blaterando?
-Ma chi, quello Stefano? Figurati, ha talmente tante ragazze ai suoi piedi!
Non era possibile, sicuramente aveva frainteso i suoi sguardi. Insomma, Stefano geloso di me? Impossibile.
-Giuro! Prima mi ha fulminato, pensavo volesse tagliarmi la gola
Risi per quella affermazione -Che esagerato! Te lo sarai immaginato sicuramente, conosco Stefano da tanto e so di per certo che non prova nulla per me! 
Giacomo, a quelle parole, sembrò rilassarsi. Decidemmo di tornare indietro, ci eravamo allontanati parecchio e il sole stava cominciando a calare. 
-Finalment...- cominciò a dire Davide quando tornammo ai nostri ombrelloni, ma il mio sguardo inviperito gli fece cambiare idea. 
Raccogliemmo le nostre cose e rientrammo al campeggio, accordandoci per la serata imminente.
Una volta dentro il bungalow, si scatenò l'inferno! Decidere chi doveva essere il primo a fare la doccia fu un'impresa ardua, ma alla fine riuscii a vincere e mi avviai tronfia verso il bagno. Dopo le docce e la cena, arrivò il fatidico momento del "e stasera, cosa mi metto?". Come la volta precedente, mi piazzai davanti all'armadio con le braccia conserte, sbuffando mentre facevo scorrere lo sguardo sui capi che mi ero portata. Vestito e tacchi non erano indicati per la serata, la discoteca era molto più "easy", o almeno così l'avevano definita i ragazzi. Alla fine optai per degli shorts e un top bianco, leggermente aderente e senza spalline. Avevo appena infilato i vestiti quando Stefano entrò in camera. Restò fermo un istante sulla soglia, guardandomi in modo ambiguo
-Tutto ok?- gli chiesi, leggermente a disagio 
-Stai bene vestita così.- disse semplicemente, dedicandomi un'ultima occhiata per poi dirigersi velocemente verso la sua parte d'armadio. Prese una T-shirt nera e dei jeans lunghi fino al ginocchio, e cominciò a spogliarsi. L'avevo seguito con lo sguardo, ma quando cominciò a sfilarsi la maglietta mi girai. Lo sentii ridacchiare, così sbirciai con la coda dell'occhio, sperando di non essere beccata. Era rimasto in boxer e la vista, giuro, era spettacolare. I suoi addominali erano davvero perfetti, si vedeva che, soprattutto nell'ultimo periodo, si era dedicato molto alla palestra. Inevitabilmente il mio sguardo scivolò un po' più in basso, ma la risata di Federico nella stanza accanto mi fece sobbalzare. Stefano, che sicuramente si era accorto di tutto, riprese a ridacchiare soddisfatto. Avvampai, così afferrai la borsa dei trucchi e corsi in bagno, tenendo lo sguardo basso per la vergogna. 

Una decina di minuti più tardi uscimmo e ci dirigemmo verso l'ingresso del camping, luogo di ritrovo con gli altri. Una delle comodità di quel campeggio era che potevamo lasciare le chiavi del bungalow alla reception e recuperarle al rientro, evitando così di perderle chissà dove. Giacomo e gli altri erano già arrivati, così li salutammo e ci avviammo verso la fermata dell'autobus che ci avrebbe portati a Rimini. 
-Sei molto carina stasera- mi disse Giacomo in un orecchio. -a dire la verità lo sei sempre, ma stasera in modo particolare. 
Come al solito arrossii violentemente, distolsi lo sguardo e lo piantai per terra, sorridendo però come un'ebete. I complimenti mi mettevano sempre un po' a disagio, ero sicuramente lusingata, ma la mia indole timida in quei casi veniva inevitabilmente a galla, facendomi arrossire in maniera spropositata. 
L'autobus era pieno di ragazzi, c'era un gran trambusto e fu difficile perfino entrare e timbrare il biglietto. Contammo le fermate e provammo a guadagnarci un po' di spazio vicino alle porte, ma restammo comunque schiacciati come sardine. Mi ritrovai in piedi tra Stefano e Giacomo e, neanche a dirlo, la situazione si fece davvero imbarazzante. Giacomo spostò la mano sul mio fianco e mi avvicinò a se, facendomi appoggiare la schiena sul suo ampio petto e sfiorandomi i capelli con il mento. Tenevo lo sguardo basso, ma potevo chiaramente vedere l'espressione contrariata di Stefano, che fissava il ragazzo dietro di me in modo strano. Non si era mai comportato così, perché cominciava proprio ora? Che Giacomo avesse ragione? Ma no, sicuramente era tutto un mio film mentale, mi ero lasciata impressionare dalle sue parole e ora vedevo cose impossibili. Cercai di rimanere il più rigida e composta possibile, nonostante apprezzassi quel lieve contatto con il suo petto.
Dopo qualche minuto scendemmo dall'autobus insieme ad una marea di ragazzi, ma riuscimmo miracolosamente a non perderci di vista e ci incamminammo verso la discoteca. 
Il locale era enorme, la scritta "Altromondo Studios" capeggiava sopra le porte d'ingresso. Ci mettemmo in fila per acquistare i biglietti e parecchio tempo dopo riuscimmo ad entrare. Il posto straripava di gente che ballava al ritmo della musica assordante, ragazzi e ragazze già ubriachi si accasciavano contro i muri, sorretti da amici messi forse peggio di loro. 
-Vediamo di non perderci, ok?- urlò Simone, mentre ci dirigevamo verso il bar. Nessuno di noi aveva controllato che tipo di serata ci sarebbe stata, ma una cosa la sapevamo: open bar compreso nel prezzo d'ingresso!
-Cominciamo alla grande questa serata!- esclamò Davide quando tutti riuscimmo a prendere da bere
-Un brindisi! Che questa sia una delle vacanze più devastanti mai fatte fino ad ora!- disse Matteo, amico di Giacomo, alzando il bicchiere. Ridemmo tutti e seguimmo il suo gesto, poi cominciammo a guardarci intorno. La musica elettronica che metteva il dj rimbombava dappertutto, vibrava perfino il pavimento. Riuscimmo a restare tutti insieme per la prima ora, dopo aver bevuto un paio di drink decidemmo di andare in pista a ballare. Certo, "ballare" era una parola grossa, visto che, data l'enorme quantità di gente, si riusciva a malapena a muovere leggermente le gambe ed il busto. Ma la cosa aveva poca importanza, la musica mi piaceva e l'alcool bevuto cominciava lentamente a fare effetto. Inizialmente impacciata, cominciai a lasciarmi andare, agitanto le braccia e saltando al ritmo della musica, seguita a ruota dagli altri. Giacomo rimase accanto a me per tutto il tempo, ogni tanto percepivo il suo sguardo su di me, ma la cosa non mi dava per niente fastidio. I miei amici cominciarono ad abbandonarci uno alla volta, si allontanavano per andare al bar o per correre dietro a qualche bella ragazza. Alla fine rimanemmo solo io, Giacomo, Stefano e Lorenzo. Ballavamo vicini, sorridendoci l'un l'altro, euforici. Giacomo si avvicinò sempre di più a me, facendo aderire la mia schiena al suo torace, tenendomi saldamente per i fianchi. Ballai contro di lui, senza staccare il mio corpo dal suo, sorridendo maliziosa. Non mi ero mai comportata così e la cosa un po' mi spaventava. Ma quando sentii che i miei movimenti scatenavano una certa reazione nel ragazzo, persi un po' di incertezza e mi feci più audace. Lanciai una fugace occhiata a Stefano e notai che aveva smesso di ballare. Lo sguardo che mi rivolse era indecifrabile, non riuscii a capire che emozione stesse provando. Avevo comunque la mente confusa, quindi decisi di non badarci molto. La musica continuava e Giacomo non mi lasciò andare nemmeno un secondo, ogni tanto si chinava per sfiorarmi il collo con le labbra o per sussurrarmi qualcosa nell'orecchio. 
Alla fine anche Stefano e Lorenzo si allontanarono, lasciandoci soli, ma nessuno di noi due se ne accorse, troppo presi a ballare e scambiarci effusioni. Giacomo continuava ad accarezzarmi il collo e i fianchi, ma non provò mai a baciarmi. 
Continuammo a ballare insieme per un po', poi controllai l'ora sul cellulare. Erano già le 4 e non me ne ero nemmeno accorta, il tempo era decisamente volato! Cominciai a guardarmi in giro, alla ricerca dei miei amici, e Giacomo fece lo stesso. Individuò Simone e Federico insieme a Lorenzo e Samuele vicino al bar, così mi prese per mano e mi portò da loro
-Chi si rivede!- esclamò Federico, squadrandomi da capo a piedi con un sorrisetto malizioso
Lorenzo e Giacomo si scambiarono un'occhiata veloce, ma vidi quest'ultimo scuotere negativamente la testa. Che si stavano dicendo?
-Raga per che ora pensavate di andare?- chiesi ai miei amici
-Direi che tra una mezzoretta possiamo anche uscire, così siamo sicuri di riuscire a prendere l'ultimo autobus!- rispose Simone
-Gli altri dove sono?
-Andre e Dave sono con due tipe vicino all'ingresso, Ste era con noi fino ad un attimo fa, credo sia andato in bagno. 
Anche Giacomo si informò sul resto della sua compagnia, poi decidemmo di rimanere insieme agli altri per evitare di perderci ancora di vista. Continuò a tenermi la mano per tutto il tempo, ogni tanto mi accarezzava leggermente il braccio o mi attirava più vicina a sè. 
Si staccò da me solo quando decidemmo di cercare gli altri, trenta minuti più tardi. Stefano ci aveva raggiunti al bar e insieme avevamo recuperato Andrea e Davide, intenti a flirtare con due ragazze e tutti gli altri amici di Giacomo, impegnati allo stesso modo. Uscimmo e ci dirigemmo alla fermata dell'autobus, ma per fortuna non dovemmo aspettare troppo. Il mezzo, questa volta, non era stra colmo e riuscimmo anche a sederci, continuando a parlare e commentare la serata. 
-Allora, quante ve ne siete fatte voi due?- chiesi ad Andrea e Davide, ridendo
-Due gnocche da paura, non potete capire!- risposero in coro, cominciando a snocciolare i dettagli fisici delle due ragazze con cui erano stati, raccontado anche cose che avrei volentieri evitato di sentire. Alzai gli occhi al cielo mentre sentivo i commenti degli altri sulle "tette da sballo" che aveva una ragazza, ma non potei fare a meno di ridere. 
Una volta scesi ci incamminammo verso il campeggio e recuperammo le chiavi alla reception, dirigendoci poi verso i nostri bungalow. I ragazzi erano ancora decisamente allegri per via della quantità di alcool ingerita, camminavano storti, reggendosi l'uno all'altro e urlando come matti. Stefano si avvicinò a me e appoggiò la testa sulla mia spalla, continuando a camminare e a cantare insieme agli altri. Vidi Giacomo girarsi verso di noi e irrigidirsi, le braccia tese lungo i fianchi. Provai a sorridergli in segno di scuse, ma non si rilassò.
-Bene, mi sa che ci salutiamo qui- dissi ad un certo punto, fermandomi. Gli altri erano arrivati, mentre noi dovevamo girare a sinistra. -Ci vediamo domani in spiaggia?- chiesi, guardando Giacomo
-Certo- rispose lui, la mascella ancora leggermente contratta
-Ok allora... buona notte!- gli sorrisi un'ultima volta, poi salutai e afferrai per la maglietta Andrea, che stava proseguendo a camminare nella direzione sbagliata. 
Stefano rimase appoggiato a me fino a quando non aprii la porta del bungalow e non entrai in camera. I ragazzi si buttarono subito a letto, senza nemmeno togliersi i vestiti. Ne approfittai per farmi una rapida doccia e schiarirmi un po' le idee riguardo a Giacomo e Stefano. 
Giacomo mi piaceva molto, era dolce e terribilmente carino, mi lusingava il fatto che pensasse a me e che mi riempisse di attenzioni e complimenti. E mi piaceva anche che si mostrasse geloso dei miei amici, lo sguardo infuocato che aveva lanciato a Stefano ne era la prova. 
Stefano. Che gli prendeva? Non aveva mai mostrato il minimo interesse nei miei confronti, ma mi sembrava che stesse cominciando a comportarsi in modo strano. Magari ero solo paranoica io, anzi probabile. Era già fin troppo bello che un ragazzo come Giacomo ci stesse provando con me, figuriamoci se ci si metteva pure Stefano!
Mi asciugai e poi mi infilai sotto il lenzuolo, voltandomi ad orsservare il ragazzo che già russava accanto a me. Il suo volto era leggermente illuminato dalla luna e l'espressione serena lo faceva sembrare più giovane e carino. 
Sorrisi tra me e poi mi addormentai, sfinita.
  
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