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Autore: Defiance    31/01/2015    5 recensioni
Fanfiction ambientata otto anni dopo la fine di Play Hard e senza aver letto la quale, risulterebbe alquanto priva di senso.
Le cose, per i nostri protagonisti, sono decisamente cambiate dopo il liceo; si sono tutti allontanati, hanno intrapreso strade diverse, molti di loro hanno smarrito la retta via... finchè Nick Fury non ha deciso di riaprire il progetto Avengers e di riunire i migliori alunni che abbia mai avuto, nella speranza che lo aiutino a sconfiggere l'HYDRA e i suoi alleati.
Riusciranno i nostri eroi a salvare la terra dai terribili piani dell'associazione nazista? Dovranno contare solo su loro stessi, o ci sarà qualcun altro su cui poter fare affidamento?
[Mini-crossover Arrow/Flash, comprensibile anche senza aver visto le serie. Possibili riferimenti ad Agents Of S.H.I.E.L.D.. Programmazione americana, Spoiler Alert]
[Non si tratta più di un AU. Per scoprire come i protagonisti siano diventati gli eroi che conosciamo... beh, dovrete leggere].
Genere: Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
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This
Is
War






1
Budapest





Clint Barton non era mai stato un credente.
Eppure c’era qualcosa, in tutta quella storia, che lo tormentava e suscitava in lui il dubbio che talvolta il destino, qualsiasi forma esso possa assumere, riserbasse alle persone le più infami sorprese.
Come quando, due anni prima, Nicholas Fury era piombato nel borgo più malfamato di Londra, affermando che fosse giunto, per lui, il momento di riprendere in mano la sua vita e di ricominciare a seguire la retta via.
Barton ne era rimasto spiazzato, perché tra tutte le persone da cui si aspettava di essere salvato, il suo vecchio coach del liceo era esattamente l’ultima persona della lista; peccato solo che Fury non era più solo un semplice coach, o forse non lo era mai stato: era una spia.
Anzi, lui era la spia, a capo di un’organizzazione segreta denominata S.H.I.E.L.D., la quale lo aveva tenuto d’occhio per tutti i precedenti sette anni della sua vita, prendendo accuratamente appunti riguardo il suo operato per conto della malavita londinese.
Clint Barton si era macchiato di crimini atroci, dal furto all’omicidio, ma Nick Fury gli aveva offerto una scappatoia all’ergastolo, se non proprio alla pena di morte: gli aveva proposto di mettere le sue doti naturali a disposizione dello S.H.I.E.L.D. e chissà, magari un giorno il suo registro sarebbe potuto tornare bianco.
Così, Clint era diventato l’agente Barton, comunemente noto come Occhio di Falco, - un soprannome che si portava dietro fin dalle scuole medie, a dir la verità -, e aveva avuto la sua occasione per redimersi.
Aveva già pensato più volte, in precedenza, di uscire da quel girone infernale, ma non si era rivelato esattamente un gioco da ragazzi, non quando le poche persone vive a cui teneva venivano minacciate di morte e, dopo i suoi genitori, non aveva di certo intenzione di perdere qualcun altro, nonostante avesse allontanato da sé ogni singola persona gli avesse mai donato un po’ di affetto.
Così, per anni aveva interpretato il famoso dottor Jekyll dei libri, rivelandosi un feroce delinquente di notte e un buon samaritano che tentava di aiutare coloro che aveva ferito di giorno; quasi come se, in quel modo, avesse potuto attutire il senso di colpa, il motivo che probabilmente aveva spinto Fury a dargli una seconda occasione.
Erano piuttosto ovvie le ragioni per cui, in quel momento, quella missione gli sembrava un tiro mancino, uno strano scherzo del destino che trovava decisamente di cattivo gusto.
Lo S.H.I.E.L.D., infatti, gli aveva delegato il compito di uccidere la più spietata arma nelle mani della mafia russa: una donna che si faceva chiamare Vedova Nera.
Ed era una coincidenza piuttosto inquietante, dato che quello era il sopranome della sua sorellastra, Natasha Romanoff, ma non potevano affatto essere la stessa persona.
Barton ne era più che certo.
~~~

Muoversi per le strade di Budapest quando la città era ai ferri corti era un’impresa alquanto ardua.
Il rumore delle bombe che esplodevano rimbombava nell’aria, così come quello degli spari, le urla della gente che disperata cercava di mettersi in salvo.
Occhio di Falco poteva avvertire la puzza di glicine e di bruciato impregnata sui suoi abiti tanto vividamente quanto riusciva a distinguere ogni singolo granello di polvere che gli si era appiccicato addosso.
Spostandosi di tetto in tetto, poteva chiaramente identificare ogni individuo presente nella battaglia, ma nessuno di loro gli sembrava adatto al nome della donna che aveva il compito di far fuori.
“Cerchi qualcuno in particolare?” domandò una voce che lo colse alle spalle, tanto gelida quanto conosciuta.
L’uomo si voltò lentamente, sgomentato da quell’orribile rivelazione, incrociando uno sguardo così familiare eppure, allo stesso tempo, completamente sconosciuto.
“Natasha” asserì sgranando gli occhi e sentendosi immediatamente molto debole.
No, non era un semplice presentimento; la Vedova Nera che aveva l’incarico di uccidere era proprio sua sorella e, la cosa peggiore, era che non dava alcun segno di riconoscerlo.
“Come conosci il mio vero nome?” indagò la donna, un revolver puntato dritto al petto dell’agente.
Occhio di Falco boccheggiava interdetto, osservando la persona con la quale aveva vissuto per anni come se in realtà ci fosse qualcun altro dinnanzi a lui; aveva ancora i suoi lunghi e mossi capelli rossi, il suo fisico perfetto e lo sguardo… no, quello era decisamente più letale. 
“Ti ho fatto una domanda” lo incalzò lei, caricando l’arma per svegliare l’uomo e, visto che quello non si decideva a parlare, fece partire il primo colpo, che Barton evitò con nonchalance. 
Una frazione di secondo dopo, i due stavano lottando in un cruento corpo a corpo; Natasha era agile, rapida nei movimenti e nell’attacco, picchiava più duro di quanto ricordasse dai suoi allenamenti di karate e il suo volto non lasciava trapelare alcuna emozione.
Sembrava quasi non provasse nulla, come se combattere fosse l’unico motivo per cui si trovava sulla terra, come se fosse un’arma e non un essere umano.
“Natasha” ripetè, mentre le dita della donna si stringevano saldamente attorno alla sua gola.
“Natasha. Sono Clint” biascicò, incapace di reagire sia perché non voleva farle del male, sia perché si sentiva sfinito da tutta quella situazione.
“Clint Barton. Tu mi conosci” aggiunse, sperando che almeno il suo nome le dicesse qualcosa.
Fortunatamente per lui, aveva colto nel segno, perché la Vedova Nera, corrugò la fronte, allentando la presa sul suo collo.
“Clint Barton?” ripetè lei, apatica.
L’accenno di qualche reminescenza che si faceva strada nella sua mente l’aveva costretta ad abbassare la guardia, ma Occhio di Falco non poteva rischiare, così in un attimo fu alle sue spalle e, con una forte gomitata alla tempia, la mise ko.
Natasha svenne tra le sue braccia e l’agente si affrettò a sorreggerla, poi attivò l’auricolare nelle sue orecchie, richiamando l’attenzione di Fury che immediatamente inviò un jet nella posizione indicatagli dall’uomo.
Fu in quel momento che Clint capì il significato di quella missione: non era una missione omicida, era una missione di salvataggio.
“Si torna a casa, Nat” sussurrò, prendendola tra le braccia e salendo sul jet dello S.H.I.E.L.D.
Forse anche lei avrebbe deciso di passare dalla parte giusta, una volta compreso e superato qualsiasi cosa le fosse successo. 





Angolo Dell'Autrice
Salve a tutti!
So che avevo promesso di pubblicare il capitolo praticamente una settimana fa,
ma ero indecisa su alcuni punti e necessitavo di schiarirmi le idee a riguardo (oltre al
fatto che sono praticamente stata 'rapita' da un tizio che si aggira per Starling City con
cappuccio verde e frecce). 
La decisione di inserirvi Flash ed Arrow è stata presa nel cercare una trama adatta a questa storia,
un nemico che necessiti di un qualche aiuto in più; ricordiamo che non sono comunque gli Avengers dei film,
ma quelli formatisi nel corso della mia precedente fanfiction. 
Ma ora sono tornata con il sequel di Play Hard e spero tanto che questo primo capitolo vi
piaccia. Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate, significherebbe tanto per me!
A presto,

Bell :)
  
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