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Autore: VanessaStew    01/02/2015    2 recensioni
Questa storia narra di due studenti universitari all'apparenza molto diversi, ma che in realtà condividono la medesima passione: la lettura. Ci vorrà un po' prima che si fidino l'uno dell'altro a causa dell'apparente diversità ma, una volta compreso il loro stesso modo di essere, scopriranno nell'altro un mondo che cercavano da sempre.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Non avevo mai pensato ad una vita diversa da quella che avevo vissuto fino ai miei preziosi vent'anni. Da sempre coltivavo un'esistenza che definirei tranquilla, caratterizzata da libri, tè e sana musica. Una vita un po'...monotona, forse; ma una vita che tutto sommato mi bastava.
Ovviamente mi è sempre capitato prima di addormentarmi di immaginare che mi accadessero cose particolari, emozionanti, impreviste...un po' come a Bridget Jones. Penso capiti un po' a tutti, suvvia; a meno che tu non sia una fortunatissima persona che ha praticamente avuto tutto dalla vita e che quindi non ha assolutamente bisogno di sognare. In quel caso potrei anche pensare di non biasimarti per aver perso la facoltà di sognare; o ancora, a meno che tu non sia tanto superficiale o tanto sicuro di te da ritenere che sogno ed immaginazione siano qualità superflue per la tua persona. Ma, come diceva il buon vecchio Einstein: "L'immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l'immaginazione abbraccia il mondo".
Vi racconterò una storia; una storia che non avrei mai immaginato potesse avere come protagonista Katie Carter.
Sì, Katie Carter sono io.
 
Frequentavo l'università, secondo anno. Avevo appena vent'anni ed ero tanto determinata a laurearmi e a costruirmi una carriera. Non avevo ancora in mente un piano preciso al riguardo, ma sapevo che comunque, una volta terminati gli studi, avrei fatto di tutto pur di rendere fruttuosa la mia laurea. Lo dovevo ai miei e lo dovevo a me stessa e ai miei sforzi.
Ciò che adoravo dell'università era lo studio della letteratura d'ogni genere: da Wilde alla Austen, dalle Brontë a Poe. Mi affascinavano quei racconti d'altri tempi, le loro visioni del mondo, la loro vita totalmente incentrata su emozioni, sentimenti, suscettibilità, riflessione.
< Che stai leggendo? > mi chiese Hope mentre, sedute nel giardino del college, facevamo una lieve pausa dalle lezioni.
< Frankenstein, tu? >
< Patterson! >
Il bello dell'avere un'amica e compagna di stanza come Hope stava nella possibilità di aver incontrato una persona simile a me sotto un sacco di punti di vista. Partendo dal presupposto che entrambe adoravamo la lettura, avevamo anche un modo di pensare singolare che spesso non rifletteva le idee del mondo esterno. Se le ragazze della nostra età ritenevano fosse bello riempire la propria vita con un ragazzo anche al costo di accontentarsi del corteggiamento del primo che capitava, io e Hope da sempre pensavamo fosse lecito rifiutare anche 100 ragazzi se si sentiva di rischiare solo di accontentarsi di questi ultimi. In realtà, tutto stava nell'essere capaci di stare bene anche soli e di essere soprattutto felici della propria saggezza al riguardo. Senza rendercene conto, siamo circondati da gente che non riesce a stare sola...cosa relativamete grave, se pensiamo che possiamo essere certi di poterci fidare di un solo tipo di persona nel corso dei propri vissuti: se stessi.

Ci raggiunsero Monique e Paige, anche loro studentesse al college.
C'erano tanti studenti nel cortile quel giorno. Chi chiacchierava, chi leggeva, chi studiava, chi mangiava, chi ascoltava la musica...c'era tanto da osservare insomma. In particolar modo, c'era un punto del giardino che attirava sempre l'attenzione di tutti. Parlo di un punto in cui si riunivano sempre i più popolari del college, un gruppo definito i "The wolves". Era gente che ritenevo poco interessante, gente che seppur universitaria, risultava poco riflessiva e sempre dedita ad argomenti superflui. Quel giorno notai particolamente la loro presenza.
Mentre leggevo il mio libro, piombò su di esso una pallina di carta. La presi tra le mani e la esaminai attentamente, per poi aprirla. Notai con piacere che non ci fosse scritto nulla, ma quando sollevai il capo notai anche i visi divertiti  dei The wolves mentre mi osservavano con il loro regalino tra le mani. Inarcai le sopracciglia e ricambiai i loro sguardi con aria di sufficienza.
< Ma quanto sono idioti? Mi sembra incredibile che stiano studiando per la laurea > affermò la rossa Paige.
In compagnia del mio fidato libro, mi diressi verso il cestino dei rifiuti in loro prossimità e gettai il foglio di carta che mi avevano lanciato, facendo ben notare quanto il loro comportament infantile mi fosse del tutto indifferente. Nel contempo, il mio sguardo cadde su James.
James faceva parte dei The wolves, ma se ne stava sempre per i fatti suoi, contemplando l'I-phone. Ciò che faceva era ridere delle stupidaggini dei suoi amici e lanciare qualche battutina di disprezzo qua e là quando era visibilmente in vena di fare lo stronzo. Ma, a dirla tutta, c'era qualcosa di diverso in quel ragazzo. All'epoca non sapevo identificare tale diversità con connotazione negativa o positiva, ma sicuramente...diversa.
Notai che, mentre mi accingevo a gettare la carta, mi guardava le mani e inclinava la testa come per ispezionare qualcosa. Poi rammentai di avere tra le mani il libro e affermai con tono sarcastico < E' Frankenstein, se ti interessa. >
I suoi occhi azzurri mi guardarono con espressione di chi è colto alla sprovvista.


Salve a tutti :) è da una vita che non scrivo e credo di avere un milione di storie da dover aggiornare. Il problema principale lo creava quel vecchio catorcio che avevo ancora il coraggio di definire computer! Forse adesso, con un computer nuovo di zecca, riuscirò a coltivare la passione per la scrittura, seppur debba migliorare molti aspetti di essa.
In ogni caso io mi chiamo Vanessa, ho vent'anni  e studio psicologia all'università. Il protagonista maschile di questa storia (che credo abbiate sicuramente individuato) è ispirato ad un ragazzo incontrato un giorno durante un viaggio. Spero che questa sottospecie di primo capitolo vi abbia colpito in qualche modo :) cercherò di plasmare la figura di Katie in modo tale che in un modo o nell'altro possa rappresntare ognuno di noi, è più o meno questo il mio intento...detto questo, mi piacerebbe leggere vostri commenti o anche critiche al riguardo :) ne farei tesoro in egual misura.
Un bacione e al prossimo capitolo :* 
  
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