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Autore: lola_fantasy    01/02/2015    7 recensioni
Sono passati quasi due anni dall'ultima battaglia contro Nidhoggr e gli ex draconiani trascorrono le loro giornate come dei ragazzi normali: studiano in scuole diverse ,guardano film, parlano, ridono, fanno passeggiate, vanno in giro, si divertono insieme... Ma la loro normalità non durerà ancora per molto tempo: infatti, due nuovi ragazzi sono al servizio di Nidhoggr, e di certo non porteranno belle sorprese. Sofia, Fabio, Lidja, Karl, Ewan e Chloe dovranno partire per nuove missioni in tutto il mondo, cercare nuovi oggetti, ma anche questa volta non saranno soli: figure molto importanti e a loro speciali andranno in loro soccorso. In questa nuova storia, ci saranno delle sorprese, sia belle che brutte, alcune dolorose e altre emozionanti, che cambieranno (di nuovo) totalmente la loro vita.
Dal capitolo 11 :
"-Credevo fossi io l’unica ragazza che avresti mai voluto prendere, ma mi sbagliavo; non ci solo io a questo mondo.
Con un scatto fulmineo, il ragazzo tirò a sé il pezzo di fune tra le sue mani, così Sofia, che teneva gran parte della restante liana, fu sbalzata contro il petto di Fabio. L'avvolse tra le sue braccia.
- L’unica persona che vorrò mai prendere per davvero sei tu"
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo quattro: “Una notte da brivido”

Dopo aver riferito al loro padrone il luogo esatto in cui si trovava il suo corpo non ancora integro, Sarika e Abaddon avevano preso il primo volo diretto a Roma e adesso camminavano lungo la via in salita che portava a Villa Mondragone.  Arrivati in cima, si ritrovarono su un piazzale e davanti a loro si trovava un grande portone di metallo. Essendo chiuso, Abaddon forzò la serratura e dopo pochi secondi, uno dei due battenti si aprì con un cigolio. Una ventata di aria gelida gli arrivò in pieno viso, ma non se ne curò più di tanto.
-Sbrigati a entrare, Sarika, non ho tempo da perdere!- grugnì, chiaramente spazientito. Sarika attraversò il portone e si ritrovò davanti un cortile abbastanza ampio, ai lati due cancelli di ferro e sopra di sé un tetto.  Il cortile era circondato da olmi spogli e in fondo a un viale di pietra, si trovava un’ampia veranda di vetro che costituiva l’ingresso della villa. Si incamminarono lungo il viale  e, arrivati alla veranda, la lancetta dei minuti dell’orologio al di sopra di essa scattò sull’una, un’ora dopo mezzanotte. Una campana rintoccò una volta soltanto con un suono lugubre e il vento cominciò ad alzarsi, sempre più forte. I rami degli alberi scricchiolavano e le foglie cadute da essi cominciarono a svolazzare in giro, come se fossero spiriti malvagi senza corpi in cerca di qualcosa: Sarika rabbrividì, ma si fece coraggio. I capelli le andarono sul viso, scompigliati, e si affrettò a raggiungere la veranda. Posò la mano sulla maniglia e l’abbassò: non si apriva. Provò e provò ancora, ma perse la pazienza e ci rinunciò.
-Stupida maniglia!- esclamò. Involontariamente, fece due passi, prese la rincorsa e si lanciò contro il vetro della veranda, frantumandolo in mille schegge. Sarika finì per terra, ma si rialzò poco dopo. Sulle gambe nude aveva diversi tagli, quasi tutti superficiali e il giubbotto di pelle era strappato in più punti, dandole un’aria minacciosa.
-Oh, ma dai! Dovrò comprarne un altro!- piagnucolò, poi si girò verso Abaddon, -Allora, ti vuoi muovere, idiota?-
Abaddon, ancora sorpreso per il suo scatto di ira, la raggiunse e inziò a camminare lungo un corridoio buio, freddo e con ampie finestre. Al di fuori di esse, vi era un lungo corridoio di siepi piuttosto alte e dietro di esse, vi era un porticato che le separava dal muro di pietra che circondava l’intera villa, proteggendola. La luna illuminava il tutto, dando un aspetto spettrale al giardino che vi era fuori. Arrivati alla fine del corridoio, si ritrovarono davanti a un’altra porta. Senza troppe cerimonie, Abaddon si avvicinò al catenaccio che la teneva chiusa e questo, al suo tocco, si aprì, lasciando libero il passaggio.
-Certo che potevi dirmelo che avevamo anche questo genere di potere, prima che io rompessi il vetro e mi strappassi il giubbino di pelle!- esclamò Sarika, infastidita.
-E perché avrei dovuto farlo? Non devo certo farti da insegnante: arrangiati! O sei troppo stupida per riuscirci?- le rispose Abaddon,  con uno sguardo trionfante.
Sarika prese un bel respiro e chiuse gli occhi, pronta a fare una cosa che all’inizio sembrava meravigliosa, ma che poi si trasformava in qualcosa di terribilmente crudele e letale: ne era molto orgogliosa e l’aveva scoperta due settimane prima, quando Nidhoggr l’aveva chiamata a sé e le aveva rivelato la sua vera natura.  Ma una presa fredda e forte al braccio la costrinse ad aprire gli occhi. Abaddon la guardava con odio.
-Non ci provare nemmeno,incantatrice, o sarò costretto anch’io a usare i miei poteri e dubito tu abbia molte speranze di vincere in un duello contro di me- sibilò lui, e man mano che diceva queste parole, il punto in cui lui toccava il braccio di Sarika si scaldava sempre di più.
-Scommettiamo?- rispose lei con un sorriso sfrontato. I suoi occhi divennero due fessure, si scrollò il braccio violentemente, indietreggiò di qualche metro e si mise in posizione di attacco. Ma prima che potesse scagliarsi contro di lui, una raffica di vento gelida li riportò entrambi alla realtà.
-Credo proprio che la mia vittoria dovrà aspettare- disse Sarika, e si diresse all’esterno, nel Giardino della Girandola, seguita da Abaddon. Erano entrambi pronti per riportare in vita Ofnir, una parte fondamentale per la riuscita del piano di Nidhoggr.
 
                                                           *** ***
 
Chloe ed Ewan raggiunsero il loro appartamento a Roma in mezz’ora, prendendo un taxi. Quando aprirono la porta, il soggiorno era tutto in soqquadro: il divano angolare di finta pelle bianca era pieno di vestiti stropicciati, il tavolino di vetro era rigato, la poltrona nera di tessuto era rovesciata a  terra e la carta da parati a righe bianche e beige era strappata in più punti. I gemelli si guardarono perplessi, chiedendosi cosa potesse aver causato tutto quel trambusto; poi, sentirono un urlo provenire dalla cucina. Si avvicinarono cautamente e quando sporsero la testa dalla porta, videro un’ombra provenire da dietro il bancone di marmo. Gillian era riversa a terra e si teneva la testa tra le mani, respirando affannosamente.
-Mamma! Mamma! Che ti succede?- le chiese Chloe avvicinandosi, preoccupata. Gillian non rispose, continuando ad ansimare.
-Ok. Chloe, preparale una camomilla. Io, intanto, cercherò di tranquillizzarla.- ordinò Ewan. Pochi minuti dopo, Gillian era seduta su uno degli sgabelli verdi della stanza e beveva la bevanda preparatale da Chloe.
-Mamma, puoi spiegarci cos’è successo?- le chiese Chloe.
 - St..stavo pul…pulendo il tavolino- balbettò Gillian,ancora tremante; poi deglutì e riprese: - quando mi è venuta una fitta fortissima alla testa. Ho iniziato a muovermi per tutta la stanza, cercando di porre fine al dolore, ma senza risultati. Mi sono apparse davanti delle strane immagini: scene di lotta tra draghi e viverne, sangue e urla dovunque … le stesse che ho avuto quando ero incinta di voi. Ma, a proposito, ora che mi ci fate pensare: che fine ha fatto Nidhoggr?-
Ewan e Chloe si girarono l’uno verso l’altro, scioccati. - Di che stai parlando?- chiesero all’unisono.
-Della missione che voi due, Sofia, Fabio, Karl e Lidja dovete fare per sconfiggere Nidhggr. - rispose lei, con un’espressione da “ ma è ovvio, no?” sul viso.
Chloe lanciò un gridolino e l’abbracciò con foga. -Ma allora ricordi tutto!! Capito,Ewan? Ricorda!-
-Ma che state blaterando? Certo che ricordo tutto. Ma, ditemi, che cosa è successo?- esclamò Gillian, con tono confuso. I due le raccontarono tutto quello che era accaduto, dall’ultimo scontro contro Nidhoggr fino alla ricomparsa dell’albero a casa di Sofia.
-Ma è successo davvero? E io, nel frattempo, ho dimenticato tutto? Vi ho lasciati da soli? – piagnucolò Gillian alla fine.
-Mamma, non ti devi preoccupare. L’importante è che tu ora sappia tutto- le rispose Ewan calmo. –Adesso dobbiamo tornare dagli altri e riferire tutto. Andiamo!- ordinò infine, prendendo le due sottobraccio e spingendole fuori dall’appartamento.
 
Sofia sentì bussare alla porta: andò ad aprire, ma poco prima che potesse scostare la porta anche solo di cinque centimetri, essa si spalancò ed Ewan spinse via Sofia, seguito da Chloe e sua madre.
-Ahia! Stai attento la prossima volta, o non sarò ancora così gentile!- esclamò Sofia.
-Scusa!- le urlò di rimando Ewan, dirigendosi con gli altri in biblioteca. Quando arrivarono, trovarono Fabio e Karl che parlavano fittamente tra loro. Li chiamarono e loro si girarono. Fabio si passò una mano tra i riccioli scuri, con sguardo assorto, mentre Karl invitava gli altri a sedersi di fronte a lui.
-Abbiamo un sacco di cose da raccontarvi- disse lui infine.
-Lo stesso vale per noi!- ribatté Ewan. Si sedettero tutti sui divani e si raccontarono a vicenda ciò che avevano scoperto.
-Ma è incredibile!- esclamò infine Chloe, appoggiandosi allo schienale del divano.
-Lo stesso vale per quello che è successo a voi!- disse Lidja sconcertata.
-Io continuo a non capire. Perché vi preoccupate tanto?- esordì Gillian, un po’ stordita. Sofia prese parola e le raccontò del sogno che aveva fatto quella notte.
-Ragazzi, per adesso possiamo soltanto fare delle supposizioni. Dobbiamo aspettare il prof, raccontargli tutto, sperare che si ricordi e chiedergli aiuto- sospirò Karl. Poco dopo, sentirono un rumore metallico provenire dal salone. Sofia andò a controllare e scorse il prof., intento a togliersi il cappotto grigio. Gli corse incontrò e lo abbracciò forte.
-Ciao Sofia! Mi sei mancata pure tu!- le disse lui, stringendola a sé. Poi la lasciò e la guardò dritta negli occhi. – Adesso, però, dimmi: che cosa ha fatto Nidhoggr? Lo avete sconfitto? Non ricordo più nulla dal momento in cui Nida mi ha rinchiuso nella botola con Thomas -.
Sofia gli prese la mano e lo portò in biblioteca. Quando vide gli altri ragazzi, li salutò e fece la stessa domanda che aveva fatto poco prima a Sofia. I ragazzi, uno per volta, gli raccontarono tutto quanto. Si intravedeva, negli occhi di tutti, una scintilla di speranza, all’idea che il prof. ricordasse tutto.
-Umh… quindi non ho ricordato nulla fino ad oggi pomeriggio, quando mi è venuto un gran mal di testa- dedusse il prof. –Per quanto riguarda il resto, non è niente di certo: dobbiamo aspettare di avere delle prove come conferma. Ora, se volete scusarmi, vado in camera: ho bisogno di ….- ma non fece in tempo a finire che qualcosa sbatté contro il vetro di una delle grandi finestre, frantumandolo.
-Ma che diavolo… . disse Fabio, ma qualcos’altro finì sul pavimento, fermandosi ai suoi piedi: un mattone rosso, con una cordicella legata attorno a esso. Sotto, vi era un foglio piegato su sé stesso, con su scritto: “Per Eltanin e gli altri draghi”. Fabio, allora, prese il biglietto, lo aprì e lo lesse mentalmente. Dopo, fece lo stesso ad alta voce, in modo che tutti lo sentissero, con tono sgomento
 
 
 
Angolo autrice: buonasera a tutti! Questo è il nuovo capitolo: finalmente riappaiono i nostri “viverniani”, che sono andati a Villa Mondragone per uno scopo ben preciso: far resuscitare Ofnir. Ce la faranno? Non vi dico nulla! Lo scoprirete nel prossimo capitolo. Inoltre, i nostri amati protagonisti hanno visto che Gillian e il prof. hanno ricordato: evviva! O forse dovrebbero preoccuparsi? E il biglietto? Chi lo avrà scritto? Dovrete avere pazienza e aspettare un’altra settimana.
Grazie alla cinque persone che hanno recensito la scorsa volta: i vostri consigli sono sempre utili! E grazie a chi lo farà in futuro. Bene, ora devo andare: ci sentiamo nelle recensioni o al prossimo capitolo. Recensite e un bacione! ;)
   
 
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