Sono quello che ama l’odore
dei libri ingialliti.
Sono quello che ama i grandi scaffali
tarlati.
Sono quello che ama l’odore
di chiuso e la luce tiepida che
s’insinua tra le vetrate.
Sono quello che ama le scale infinite
e i libri impilati.
Sono quello che ama sedersi in cima e
restare immobile a
leggere.
Sono quello che, se ben ricordo, si
chiuse in soffitta con
quel grande librone e non né uscì che per
mangiare.
Sono quello che ama il parquet
circolare e gli sbuffi di
polvere che fanno storcere il naso.
Sono quello che sfogliando una pagina
si è innamorato.
Sono quello che finendo una storia si
è disperato.
Sono quello che morirà
sepolto dai libri.
Sono quello che leggerà
ancora i suoi libri d’infanzia,
guardando le figure e sorridendo dolcemente.
Sono quello che ama il cartaceo, che
adora il profumo della
carta stampata e dei libri non ancora sfogliati.
Sono quello che tiene al suo libro
quanto la propria vita.
Sono quello che non lascia mai a
nessuno metterci le mani
sopra e soffre, nel vederlo sfogliato da altri.
Sono quello che ha conosciuto il
mondo, che ha affrontato
gli amori più travolgenti, che ha vinto le guerre
più cruente, ha scalato le
vette più alte ed ha esplorato la giungla più
fitta.
Sono quello che se prende in mano un
buon libro non smette
di leggerlo, finché non è arrivato alla fine o ha
trovato le risposte che
cerca.
Sono quello che non si stanca mai di
rileggere i libri più
belli.
Sono quello per cui, una volta aperto
un libro, il mondo
cessa di esistere.
Sono quello che conserva i libri nel
cuore.
Sono quello che li porta sempre in
giro con sé.
Sono quello che ama il fascino antico
e le piume intonse
d’inchiostro.
Sono quello che ascolta il richiamo
dei libri più veri.
Sono quello legato per sempre al
passato e ai ricordi.
Sono quello che ama le carte nautiche
sbiadite.
Sono quello che traccia una rotta.
Sono quello che dal libro
è rapito.
Sono quello che è stato
maledetto.
Sono quello che non
riuscirà mai a liberarsi dal piacere di
leggere.
Sono quello che ama le copertine e la
trama ben scritta.
Sono quello che non importa dove,
basta avere un libro.
Sono quello che ha letto libri in
lingua straniera pur di
conoscere la fine di una storia.
Sono quello che si sente perso,
spaesato, quando arriva la fine.
Sono quello a cui i libri hanno
insegnato.
Sono quello che dai libri
è stato guidato.
Sono quello che dai libri
è stato accompagnato.
Io sono il figlio dei libri.
Sulla scia
del nonsense, ecco una piccola shot praticamente autobiografica.
Abbiamo due pov
narrativi(?): una parla di uno studio antico, sette-ottocentesco, con
gli
scaffali alti di legno scuro, i libri impolverati e qualche cartina del
mondo
alle pareti, l’altra parla dell’amore per la
lettura e per i libri. Parla degli
irriducibili che continueranno a tenere i libri cartacei, nonostante le
versioni digitali. E non perché non ne veda
l’utilità, anzi! (Come ho scritto
‘morirò sepolto dai libri’ xD). Inoltre
per quanto mi sia incentrato sul libro,
vorrei che la intendeste anche come fanfiction (ce ne sono in giro che
non
hanno nulla da invidiare) e manga o fumetti. L’amore per la
lettura, per le
belle storie.
Ognuna di
queste affermazioni è vera e non credo di poter trovare
qualcun altro che possa
dire lo stesso. Credo di essere davvero ai confini più
estremi.
Il parallelo
tra le cose antiche e i libri mi è venuto naturale; anzi,
credo che la gente
che più rilegga i libri sia quella più attaccata
al passato.
P.s. La sesta
frase è un riferimento xD Chissà se ci arrivate..!