Fumetti/Cartoni americani > Due fantagenitori
Segui la storia  |       
Autore: VioletP_    06/02/2015    1 recensioni
Trixie è una ragazza di undici anni che vive nei primi anni della seconda guerra mondiale. Rimasta orfana dei genitori, decide di scappare di casa e di vendicare la famiglia. Incontrerà un soldato che la porterà nella Cattedrale, luogo dove i bambini rimasti orfani vanno a vivere. In quel luogo scoprirà come sono morti i suoi genitori e quelli degli altri bambini.
Note: per la prima parte del prologo ho preso ispirazione da una creepypasta.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tootie, Trixie Tang, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 8: Rivelazioni Sconvolgenti

Vicky stava camminando per i corridoio della cattedrale mentre ascoltava la radio. Erano le 20:30, aveva ancora qualche minuto di libertà, poi sarebbe dovuta filare a letto.  Mentre camminava andò a sbattere contro qualcosa, anzi qualcuno. Francis, il nuovo arrivato, la stava guardando  con il suo sguardo arrabbiato, lo stesso che aveva Vicky.
<< Guarda dove metti i piedi. >> disse lui in modo acido. Vicky mise le mani sui fianchi e lo guardò con lo stesso sguardo adirato.
<< Si può sapere cosa ci fai qui? >>
<< Cercavo il bagno. >> disse alzando il braccio sinistro per far vedere che teneva in mano asciugamano, pigiama e spazzolino.
<< Scendi quelle scale là e la prima porta a destra è il bagno. >> disse indicando le scale con nonchalance.
<< Grazie. Ah, io sono Francis. >> disse tendendole la mano. Il suo tono era più dolce, così come il suo sguardo.
<< Io sono Vicky. >> disse la rossa, stringendo la grande mano del ragazzo, che sorrise e la salutò con la mano per poi avviarsi verso la strada indicatogli da Vicky.
La ragazza sorrise e si mise una mano davanti alla bocca, poi prese la radio che aveva poggiato sul davanzale di una finestra e tornò nella sua stanza.

Veronica stava facendo una treccia a Trixie mentre Tootie era distesa sul tappeto color rosa.
<< Comunque quel Francis mi sembra familiare. >> disse Veronica, prendendo un elastico color verde.
<< Davvero? >> disse la mora, guardando la porta della stanza.
<< Già. Se non sbaglio i suoi erano gioiellieri, o qualcosa di simile. Ricordo che la collana della mia comunione i miei l’hanno presa là. >> disse, continuando a fare la treccia all’amica.
<< Cos’è un gioielliere? >> chiese Tootie.
<< Colui che vende gioielli. >> disse Trixie.
La porta della stanza si aprì e Vicky entrò nella stanza con un sorriso stampato in faccia, la radio nella mano destra. Chiuse la porta a chiave e si gettò sul suo letto.
<< Perché hai chiuso a chiave? >> disse Tootie, guardandola.
<< Sapessi. Comunque, stasera andiamo ad indagare? >> disse Vicky inspiegabilmente contenta. E pensare che fino all’ora di cena  non voleva farlo.
<< Mh, in realtà avevo pensato di andare sola, dato che voi non volete. >> disse Trixie, spostando la sua treccia sulla spalla. Si voltò e ringraziò Veronica, che sorrise.
<< Be’, io ho cambiato idea. Poi loro non so. >> disse la rossa. Era come se avesse preso una specie di strana medicina che la rendeva più tranquilla e sicura di sé, non che prima non lo fosse.
<< Va bene. Voi venite? >> disse la mora, guardando Tootie e poi Veronica. LA più piccola annuì e Veronica accettò solo dopo che Vicky la tartassò più  e più volte.

Jorgen passò per il solito controllo, le ragazze erano sotto le coperte e tenevano gli occhi chiusi. Accanto a lui c’era Cosma, che donna odiosa. L’uomo chiuse la porta e fece girare la chiave, poi si allontanò. I suoi passi smisero di risuonare per il corridoio dopo un po’. Le quattro si alzarono dal letto, Vicky tirò fuori dal cuscino una torcia.
<< E questa dove l’hai presa? >> sussurrò Veronica all’amica.
<< L’ho rubata. >> rispose lei,  sussurrando.
Vicky girò la chiave nella serratura e si affacciò per controllare che né Jorgen né Cosma fossero nei paraggi, fortunatamente il campo era libero. Le quattro uscirono dalla stanza e tornarono nel corridoio visitato la notte precedente. Stavolta la porta era aperta e c’erano Jorgen, Cosma, Cosmo e Wanda. Stavano discutendo, ed anche ad alta voce. Fortunatamente nessuno aveva visto le ragazze, che per precauzione si chiusero nello stanzino della notte precedente. Vicky chiuse a chiave la porta-molto probabilmente aveva rubato la chiave- e poggiò la schiena contro il muro, poi sospirò di sollievo.
<< Quindi, che si fa? >> sussurrò Veronica, prendendo uno straccio per pulire i pavimenti per iniziare a rigirarlo.
<< Sto pensando. Teng, dammi una mano. Dopotutto sei stata tu ad avere questa strabiliante idea. >> disse Vicky.
<< Io non ho obbligato nessuna di voi. >> rispose la mora con sicurezza. Vicky si limitò a non rispondere. Dei passi le fecero tremare, Tootie si nascose sotto uno scaffale, beata lei che era piccola. Le altre erano spacciate. Se Jorgen-o chiunque era in giro lì fuori- le avesse viste sarebbero stati guai. Vicky le rassicurò mostrando la chiave dello stanzino.
<< Quindi pensi che uccidendo persone ricche e portando i loro figli qua, i loro soldi apparterranno automaticamente a noi? >> disse una voce femminile che le ragazze identificarono come quella di Cosma.
<< Be’, non proprio. Anche se sono minorenni, dobbiamo comunque eliminare i figli, altrimenti se nel testamento è scritto qualcosa potrebbero essere guai. >> disse una voce maschile che apparteneva a Jorgen.
<< Oh andiamo, avranno come massimo quarant’anni e già hanno fatto il testamento? E’ ridicolo. >> disse  Cosma, ridendo.
<< Be’, di questi tempi. Comunque sia, a breve sarà il compleanno di quello nuovo. Compirà diciotto anni e potrà gestire i beni dei suoi, ossia il negozio del padre e i vari gioielli. Quindi quando quello farà il compleanno gli faremo un regalo anche noi. >> disse Jorgen.
<< Se vuoi possiamo delegare questo compito a Cosmo. >> rispose la voce femminile.
<< Non mi fido di lui: quell’odiosissima Wanda lo sta facendo ragionare. Sta iniziando a ribellarsi. >> disse lui.
<< Se vuoi ci penso io a quell’odiosissima oca! Dirò a Cosmo di separarsi, gli ricorderò che comanda ancora la mamma. >> disse Cosma, poggiando la mano sul portone dello sgabuzzino.
<< Nah. Cosmo ti andrà contro. Wanda aspetta un bambino, figurati se la molla proprio ora. >> rispose Jorgen.
<< Oh Jorgen, hai fatto uccidere un sacco di genitori, stai facendo soffrire una marea di bambini e tra poco ucciderai un maggiorenne  e ti preoccupi del bambino che tiene in grembo quella? >> disse Cosma. Trixie si mise una mano davanti alla bocca per evitare di gridarle contro i primi insulti che le venivano in mente.
<< Anche io ho una mia sensibilità. Poi preferisco aspettare che il bambino nasca, magari poi uccidi Wanda. Così addestrerò il bambino che diventerà uno dei miei futuri uomini. >> le disse Jorgen-
<< Bah, convinto te. Comunque sia, a chi pensi di far uccidere Francis? Poi quando compirà gli anni? >> disse Cosma, poggiando la schiena sulla porta.
<< Ancora non so. Comunque dovrebbe fare diciotto anni dopodomani. Ho ancora tempo per pensare. >> disse. Poi i due smisero di parlare. Il portone scricchiolò, stava quasi per crollare, probabilmente i due erano poggiati con tutto il loro peso.

Fortunatamente la coppietta si allontanò e le ragazze riuscirono a rientrare in camera prima che Jorgen passasse per l’altro controllo. Non appena Vicky chiuse  a chiave la porta, Veronica scoppiò in un pianto isterico.
<< E’ colpa sua se sono qui. Ha ucciso i nostri genitori! >> disse, le lacrime le rigavano il volto. Sciolse i capelli e gettò la testa sul cuscino, poi iniziò ad urlare.  Trixie le poggiò una mano sulla spalla e le carezzò i capelli, ma anche lei stava piangendo. Non poteva credere di dormire nello stesso luogo dove viveva un assassino. L’assassino che aveva ucciso i suoi genitori. Aveva giurato vendetta, ma non sarebbe rimasta a lungo in quell’inferno chiamato “Cattedrale di Santa Blonda”. Sarebbe scappata e avrebbe vendicato  i suoi genitori in un altro posto. Nel frattempo anche Tootie e Vicky-sì, anche lei- stavano piangendo ed erano abbracciate. Vicky finalmente si stava comportando da sorella maggiore e cercava di calmare la sorella, ma era impossibile dato che la sua voce era debole e per la prima volta era insicura.

<< Io non resterò, me ne andrò da qui. Voi che fate? >> disse Trixie, i pianti cessarono. Vicky tirò su col naso.
<< Voglio aspettare. Hai sentito? Vogliono uccidere quello nuovo. E Wanda aspetta un bimbo. Dobbiamo portare Wanda via da qui dato che di Cosma non mi fido. Nemmeno di Jorgen, ma tra i due la vera stronza mi sembra Cosma.  Comunque sia, dobbiamo anche difendere Francis. >>
<< Come facciamo? Almeno avessimo le armi. >> disse la mora.
<< Tu hai una pistola. >> disse Veronica, la testa ancora affondata nel cuscino zuppo di lacrime.
Trixie aprì l’armadio e prese i vecchi pantaloni, tastò la tasca sinistra  e sentì qualcosa di duro e metallico, lo tirò fuori. Era la sua pistola.
<< Bingo. >> esclamò Vicky.
<< Dovrei avere anche le munizioni. >> disse la mora, rovistando meglio.
<< Eppure credevo di averla dimenticata giù in lavanderia. Cosma ci stava minacciando con una bacchetta di legno e l’ho lasciata a terra. >> continuò la mora, estraendo dalla tasca destra un bigliettino con una scatola di munizioni.  La rossa prese il bigliettino che era scritto con una calligrafia davvero elegante.
<< Cara Trixie, spero che tu legga questo bigliettino presto. E con presto intendo dire prima che Cosma lavi questi pantaloni. Ho raccolto io la pistola e le munizioni perché so che ti servono.  Mi raccomando, se li indossi poi non portarli a lavare, o quanto meno togli il biglietto dai pantaloni. Baci, Wanda. >> lesse la rossa, passando il biglietto a Trixie, che lo lesse un’altra volta.
<< Che donna gentile. >> disse Veronica tirando fuori la testa dal cuscino. Trixie si mise sul suo letto e mise la pistola e le munizioni sotto il cuscino.
<< Devo trovare un posto sicuro per queste. >> disse, mettendosi sotto le coperte.
<< Bah, di certo non tenerle qui che Cosma domani cambia le lenzuola e potrebbe trovarle. >> disse Vicky rimboccando le coperte alla sorellina, che già dormiva sonni profondi da parecchio tempo.
<< ‘Notte ragazze. >> disse Veronica, sbadigliando. Le due ricambiarono e si misero sotto le coperte, poi Vicky spense la luce e chiuse gli occhi. Appena in tempo per l’altro controllo che Jorgen avrebbe effettuato.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Due fantagenitori / Vai alla pagina dell'autore: VioletP_