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Autore: Jenny Ramone    09/02/2015    2 recensioni
Joan,Annie,Diana e Meg: quattro ragazze diverse, quattro storie, quattro amiche, una passione in comune:ognuna è innamorata di un componente dei Ramones.
Prima groupies, poi cover band dei loro idoli:li incontreranno e ne condivideranno l'amore,i successi,le gioie e i dolori.
Fino alla fine.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il fatidico sabato sera era arrivato: il chitarrista dei Ramones e Joan si sarebbero giocati il tutto per tutto per riappacificarsi.
“Joan, sei pronta? Forza che il viaggio è lungo e siamo in ritardo!”-Johnny brontolava spazientito sulla soglia di casa.
“Arrivo, arrivo! Quanta fretta! Si può sapere dove dobbiamo andare?”
“No, non si può sapere. Già non è nel mio stile fare il romantico, vedi di non farmi passare la voglia. E’ una sorpresa, te l’ho già detto!”.
I due salirono in auto e il chitarrista accelerò il più possibile, erano in ritardo apocalittico.
Joan guardava il paesaggio fuori dal finestrino:i grattacieli lasciavano pian piano il posto a palazzi squallidi e poi a complessi di appartamenti più carini. Non dovevano essere molto lontani da New York però era quasi un’ora che viaggiavano.
“Siamo arrivati”-proclamò John.
“Ma siamo…nel Connecticut?”
Johnny non rispose,scese dall’auto e aprì la portiera poi coprì gli occhi della ragazza con le sue mani e la aiutò a scendere a sua volta:”Daiii dove mi stai portando?”
“Ancora un attimo di pazienza, fidati di me”.
La ragazza sentiva un gran casino intorno a lei, gente che urlava e il rumore di chitarre scordate…come se qualcuno stesse accordando strumenti su un palco.
“Apri gli occhi Joan”-le sussurrò lui.
Non riusciva a crederci: si trovavano in un’enorme arena, ovunque erano appesi poster di Joan Jett, luci colorate si riflettevano sul palco e… su quel palco stava LEI, Joan Jett, il suo più grande idolo.
“E’ incredibile!-sussurrò con la voce tremante dall’emozione-“ Johnny io…non ho parole! E’ proprio lei! Oddio! Grazie amore, non hai idea di quanto io sia felice in questo momento”.
Lui la abbracciò:”Lo so. So quanto ci tenessi, so bene che Joan è il tuo modello. E’ molto amica con Dee Dee e Joey, io la conosco solo di vista perché quando viene a trovarci nei backstage sta sempre con loro però posso presentartela dopo. Le somigli pure un po’ con il chiodo, tutto quel trucco e quelle borchie sai?”
Il concerto era stato emozionante ma il bello doveva ancora venire; durante la seconda parte della serata Joan rischiò più volte l’infarto.
“Johnny Ramone! Che piacere vederti! Grazie per essere venuto.
E gli altri dove li hai lasciati?”-Joan Jett era corsa a salutare il chitarrista.
“Non ci sono. Ho accompagnato una tua fan”.
“Aspetta un attimo…ma io ti conosco! Sei la chitarrista di quella cover band dei Ramones! Si ho già sentito parlare di voi!”.
“Joan è veramente meraviglioso conoscerti. Sei fantastica, sei davvero una grande donna. Ho aspettato così tanto questo momento!”.
“Ti ringrazio. Se non sbaglio siamo omonime vero? Pure tu ti chiami Joan? Che coincidenza.
Purtroppo non vi ho ancora viste sul palco. Ma non mancherà occasione, sicuramente. Dove suonerete la prossima volta?”.
Joan Jett le stava parlando. La stava trattando come una sua pari. Wow, era incredibile tutto ciò.
“In Canada. La settimana prossima. Sarebbe un onore immenso se davvero venissi a sentirci, non ne siamo degne”.
“Hey ma figurati! Se avrò tempo farò sicuramente un salto ai vostri concerti, so che avete già incontrato i Sex Pistols e i Clash, Joe Strummer mi ha detto che gli siete piaciute e io mi fido.
Poi mi piace il fatto che delle ragazze abbiano trovato il coraggio di sfidare i Ramones-additò Johnny-fateglielo vedere a questi qua che noi donne siamo più forti di quanto pensino! Ah, aspetta prima di andare. Tieni, prendi il mio braccialetto, per dimostrarti tutta la mia ammirazione per quello che fate. Ci vediamo in prima possibile allora”.
Joan tornò a casa felice come non mai; oltre ad aver parlato con Joan Jett si era guadagnata uno dei suoi bracciali con le borchie, qualche foto e un autografo: non poteva desiderare di meglio.
“Allora, ti è piaciuta la sorpresa? Sono perdonato?”-le aveva chiesto il chitarrista dei Ramones.
“Certo che sei perdonato. Certo che sai proprio come conquistarmi eh?”.
***********

Twenty-twenty-twenty four hours to go I wanna be sedated
Nothing to do Nowhere to go I wanna be sedated


“Annie? Annie? Annieeeeee???????”-Lily strillava con tutta la voce che aveva e suonava il campanello dell’appartamento.
Magari non avesse avuto niente da fare! Decisamente il suo lavoro era iniziato male, schiavetta di quattro ragazze più grandi, cosa le era passato per la testa il giorno che era andata cercare Diana?
******
Le sembrava di essere sul palco a cantare o, almeno, lo era nei suoi sogni.
Strinse un cuscino…”Joey”-biascicò in stato semi-comatoso, convinta che il suo ragazzo fosse accanto a lei.
All’improvviso udì qualcosa di strano, sembrava una sveglia…o forse no…un citofono.
Un citofono?! Annie balzò sul letto, si infilò una vestaglia e andò ad aprire, ancora mezzo addormentata.
“Chi sei?”-chiese alla ragazzina che la osservava sulla porta.
“Annie, Cristo Santo! Sono Lily, mi hai chiamata tu, manco mi riconosci? Oggi ripartite per il tour! Forza, sbrigati che tra due ore parte il volo! Dai, fai le valigie che tra cinque minuti dobbiamo essere giù, le altre sono già arrivate!“.
Improvvisamente la più grande rientrò in sé.

Just get me to the airport and put me in a plane
Hurry hurry hurry before I go insane I can't control my fingers
I can't control my brain Oh no oh ho


“Oddio il tour! Me ne ero dimenticata! A dirla tutta non mi ricordo molto di ieri sera…scusa, non ho ancora connesso il cervello. Che ansia!”-spiegò mentre infilava in valigia abiti e accessori.
“Non mi stupisce, a giudicare dalle lattine di birra e bottiglie di alcool che ci sono in giro. Ma guarda, non voglio indagare”.
Afferrò i documenti, mise Freddie nel trasportino e uscì, seguita da Lily.
Perfetto, l’ascensore era guasto.
Avrebbero dovuto scendere piani e piani di scale a piedi e con le valigie.
Annie ne approfittò per fare un rapido prospetto della situazione e delle varie personalità delle sue amiche alla nuova arrivata.
“Tanto per cominciare siamo delle casiniste, c’è sempre qualcosa, è raro che siamo tutte nel posto giusto al momento giusto senza che succedano imprevisti.
Visto che sei qui perché ti ha voluto Diana, incomincerò da lei.
Come avrai notato è pazza, totalmente fuori di testa.
Tende a cacciarsi nei guai con estrema facilità e non distingue il bene dal male come le persone normali.
Quello che per un comune mortale è follia, per lei è normalità.
Adesso c’è pure Suzy quindi ti consiglio di prenderti cura di lei il più possibile e di controllare Diana perché non è capace a prendersi delle responsabilità.
In aggiunta beve, fuma e si droga alla grande anche se di nascosto perché ha promesso a Joan di smettere.
Se la aiutassi a smettere faresti a tutte noi un immenso favore.
E’ la più pericolosa.
Poi c’è Meg.
Batterista scatenata, ragazza triste e sentimentalmente sfortunata, con tendenze suicide.
Ha un passato difficile alle spalle ma è meglio se non le chiedi nulla, se si sentirà te lo racconterà lei.
E’ molto paziente, sa arrangiarsi più o meno a fare qualunque cosa ed è dolce in fondo. Ti potrà essere d’aiuto.
Tu devi solo sostenerla quando è depressa perché, come ti ho detto prima, a volte sta così male da volersi uccidere.
Ha tentato di buttarsi da un ponte a Parigi qualche mese fa e da quella volta la controlliamo molto.
Per il resto non crea disastri solitamente, è la più normale.
Mi auguro che non ti dia fastidio il fumo perché è una fumatrice accanita.
Joan.
Con lei devi stare attenta, ha un gran brutto carattere.
Potrei dire che è la nostra leader.
Meglio non farla incazzare e non contraddirla, soprattutto quando è nervosa.
Poche persone sanno come calmarla quando è incazzata quindi per ora se lei non ti parla, non rivolgerle la parola che già non è molto d’accordo con il fatto che tu sia qui.
Di sicuro è la più forte e decisa ma se hai bisogno prima di lasciarti andare nei casini ti aiuta, stai tranquilla.
Non è cattiva.
Se avessi dei problemi con lei, chiedi a me, sono una delle poche persone che sa come prenderla.
“E cosa mi dici di te? Sei perfetta?”-chiese Lily, incuriosita.
“Ma va, ti pare che se fossi stata perfetta sarei riuscita ad addormentarmi il giorno che dovevamo partire per il tour? Sono casinista, amo i soldi, so ingannare con molta facilità, mi metto spesso nei guai.
Non sopporto che si parli di mia madre e mia sorella, sono due persone odiose.
Dicono che sono viziata ma non è vero, sono semplicemente stata povera e so come ci si sente per cui adesso che posso permettermelo mi piace sfruttare al massimo ciò che guadagno.
Adoro compare vestiti e accessori come guanti, bracciali,collane…amo i miei capelli,cantare più di tutte le altre canzoni “Teenage Lobotomy” ma il perché non sono affari tuoi per ora, mi piace bere e godermi la vita.
Credo di averti detto tutto.
Solo un’ultima cosa su di me: tengo tanto solo a due persone al mondo ma ci tengo con tutta me stessa.
Uno è Joey Ramone,anche qui prima o poi capirai tutto, e l’altra è Joan, che è la mia migliore amica in assoluto.
Siamo legatissime e niente ci può dividere.
Sappi solo che se la fai soffrire, se le fai un torto, mi vendicherò ti farò passare l’Inferno.
Diciamo che quando mi arrabbio seriamente non sono la persona più amichevole del mondo.
Fine della predica. Adesso esci che siamo arrivate.
Sei ancora sicura di volere questo lavoro, piccina?”-sghignazzò la cantante, strafottente.
******
“Ma buongiorno dormigliona! Tesoro che hai fatto ieri notte, lo sai che ore sono? Grazie a Dio mentre eravate su i ragazzi sono arrivati ma sono dovuti tornare indietro perché Dee Dee si è dimenticato i documenti”-bene, Joan era di buon umore.
“Allora ragazzina, oggi ripartiamo. Dobbiamo dirti una cosa importante”-continuò.
“Dimmi Joan…”
“Noi viaggiamo con i Ramones. Trascorriamo quasi tutto il tour con loro siamo loro molto più legate di quanto i fans pensino. Ma quest’ultima parte te la racconteremo un’altra volta…tu non sei molto ben voluta da loro ok? Non devi parlargli se non sei interpellata, se devi dirgli qualcosa dillo a noi che lo riferiremo. E soprattutto NESSUNO deve sapere che noi e loro siamo così vicini.
“Deve apparire ai fan nostri e loro tutto molto naturale, come se ci incontarassimo solo ogni tanto, così per caso. Stai bene attenta Lily,non devi dirlo ad anima viva.
Altrimenti ti giochi il lavoro, te ne faremo pentire amaramente. Qualunque cosa tu veda farci con loro devi dimenticarla”-aggiunse Annie,assumendo un’espressione improvvisamente seria e professionale.
“Eccoli,sono arrivati. Adesso saliamo sul tour bus e ti metti in fondo, stando zitta e buona, ci siamo capiti? Anzi, inizia a lavorare. Prendi in braccio Suzy-ecco così-e cerca di farla addormentare. In questa borsa c’è tutto quello che può servirti. Più tardi vengo a vedere come te la cavi”.
“D’accordo Diana. Vieni da me piccina! Adesso la mamma è impegnata e starai con me ok?”-mormorò alla bimba.
“Si e poi devi renderti disponibile per qualunque cosa possiamo avere bisogno. E visto che siamo in quattro, è un lavoro da tirare sceme. Credi di farcela?”
“Ce la farò, Meg, stai tranquilla”.
I Ramones erano arrivati nel frattempo e osservavano la ragazzina, sospettosi.
“Le avete dato tutte le istruzioni su come ci si comporta?”-chiesero.
Erano partiti in direzione Canada.
Non avevano però considerato un piccolo problema all’aeroporto…
“Prima dell’imbarco devo controllare i documenti. Joan Moore-l’hostess osservò la chitarrista-può andare. Anne Helen Lewis…vada…
“Marguerite Tillie…lei è cittadina americana?”
“Si che sono americana. Vivo qui da anni! E lavoro quindi non può cacciarmi come clandestina!”-sbottò Meg, scandalizzata. Tredici anni che viveva negli U.S.A e ancora glielo chiedevano.
“Ok, si calmi, era solo per chiedere...”
Infine arrivò il turno della bassista.
L’hotess la squadrò da capo a piedi:”Diana Philips… questa bambina è sua figlia?-chiese indicando Suzy.
“Si è mia figlia, la inserisca con me nei documenti. Susan Colvin, qui c’è il certificato di nascita”.
“Va bene, adesso devo controllare i bagagli…”
Diana sentì un brivido freddo percorrerle la schiena. Non lo aveva detto alle altre ma si era portata della cocaina per lei e per Dee Dee poi aveva avuto la grande trovata di nasconderla al posto del borotalco per cambiare Suzy.
Adesso che ci pensava, la borsa ce l’aveva Lily! Se l’avessero perquisita sarebbe scoppiato un casino immane.
La ragazze aprirono le valigie e l’altra le controllò rapidamente, senza trovare nulla da ridire.
Infine aprì quella di Diana: non la ispirava per niente; era molto trasandata, indossava dei collant sfilacciati, vecchie all star,una gonna di jeans e una canottiera che un tempo doveva essere stata bianca, il tutto completato da un chiodo di pelle. I capelli,malamente legati con un elastico,erano lunghissimi e tinti di più colori, non si capiva nemmeno il loro colore originale, il viso era truccato in modo pesante, con molta matita nera sugli occhi e uno strato di rossetto, le unghie mangiucchiate e tinteggiate di smalto nero e sbiadito, al collo portava un ciondolo con una pietra rosa, aveva bracciali con borchie e orecchini vistosi.
Fosse stato per l’hostess non avrebbe nemmeno fatto salire un personaggio del genere sull’aereo.
Contrariamente ai suoi prospetti però, non trovò nulla di sospetto.
I ragazzi erano già a bordo, il volo stava per partire! Mancava solo una persona al check in…
“Aspettate un attimo… e questa ragazzina? Lily Turner… è minorenne! Mi dispiace ma non può salire sull’aereo se non c‘è nessuno che si prende la responsabilità per lei”.
“Cosa? Come sarebbe a dire?”
Annie si stava agitando: cosa avrebbero fatto? Non avevano nessuna prova del loro accordo, la madre di Lily gliel’aveva affidata a voce ma non aveva pensato a lasciargli un documento per testimoniarlo. In sintesi:erano seriamente nei guai.
Qualcuno doveva rimanere a terra a farsi mandare i documenti e sbrigare le pratiche per farsi affidare Lily.
A peggiorare la situazione fu il controllo del bagaglio. La povera Lily obbedì ingenuamente e permise all’hostess di aprire la borsa della bambina, senza sospettare minimamente di ciò che avrebbe trovato.
Diana non aveva potuto fare altro che osservare preoccupata la donna che controllava il barattolo e chiamava la polizia dell’aeroporto.
Le altre tre assistevano alla scena scandalizzate, nemmeno Joan, che aveva sempre l’insulto facile trovava parole per commentare l’ultima prodezza di Diana.
“Bene bene, cosa abbiamo qui?-chiese un agente-“a quanto pare traffico di stupefacenti e sfruttamento di minore” -aggiunse indicando Lily.
La bassista si sentì morire. Adesso aveva veramente toccato l’apice, erano accuse di alta gravità.
Le ragazze cercarono di difendersi o, almeno, di difendere Lily.
“Agente deve crederci, noi non ne sapevamo nulla. Questa ragazzina è la nostra assistente personale e si occupa della bambina, non poteva sapere cosa c’era nella borsa. Adesso ci facciamo portare i documenti ma la prego, la lasci partire”-la capacità di inganno di cui era dotata la cantante stava dando il meglio di sé.
“Si, mi prendo io la responsabilità per lei. Forza Lily, chiama tua madre almeno sistemiamo questa faccenda”-la esortò Joan.
Alla fine riuscirono ad avere i documenti e partirono con Lily e Suzy, visto che Diana era stata fermata e non sapevano ancora se l’avrebbero arrestata.
“Non vi preoccupate per me, me la caverò. Prenderò il prossimo aereo, tranquille”.

Just put me in a wheelchair, get me on a plane
Hurry hurry hurry, before I go insane
I can't control my fingers, I can't control my brain
Oh no oh oh oh oh

Arrivarono sull’aereo ancora sotto choc e stressatissime.
Solo il pensiero di avere il concerto il giorno dopo, con Diana che sono si sapeva se sarebbe arrivata o no le agitava.
”Pollastrelle, perché ci avete messo tanto?-chiese Marky con il suo solito fare scherzoso”guardate che Johnny non porta l’orologio ma io si e siete in ritardo di un quarto d’ora! Appena in tempo per prendere l’aereo!”.
“Dov’è Diana?”-aggiunse Joey.
“Le hanno trovato della droga e non l’hanno fatta partire!-Annie scoppiò a piangere in preda al terrore.
“Aveva cocaina nascosta tra la roba di Suzy e adesso l’hanno fermata, ci manca che l’arrestino”-spiegò Joan.
“C’è di peggio:Lily non aveva un documento che attestasse che è sotto la nostra responsabilità per cui hanno accusato Diana di traffico di stupefacenti con aggravante di sfruttamento di minore! Perfortuna siamo riuscite ad ottenere i documenti e adesso è sotto la responsabilità di Joan”-concluse Meg.
“Io non ho più parole per commentare. Ci rinuncio”.
“Brava Joan, no comment. Douglas, tu ne sapevi niente? Ci devi delle spiegazioni”-Johnny e Monte lo fulminarono con lo sguardo.
“Le ho chiesto io di portare la droga, per sballarci un po’. Lei non voleva ma ho insistito. E’ colpa mia. Scusate…”.
Il manager e il chitarrista si guardarono:ogni giorno ce n’era una nuova.
Anne lo fissò esterrefatta:”Ma sei idiota Dee Dee?”.
“Ci divertiremo lo stesso, te lo assicuro. Diana troverà un modo per raggiungervi ma al momento non è lei il mio maggiore problema”-concluse guardandola con occhi dolci e passandole un braccio intorno al collo, stando ben attento a non farsi notare da Joey…
ANGOLO AUTRICE: Ciao! Joan sembra aver gradito molto il regalo di Johnny ah ah xD.
Le ragazze sono ripartite ma Diana è sempre il solito disastro e Lily sta già impazzendo.
Devo dire di essere stata terribilmente in crisi per l’ultima parte…ma alla fine ho deciso.
Non trovate che Dee Dee si stia comportando in modo strano?
Indovinate come si intitolerà il prossimo capitolo?
A presto!
Jenny
PS: Ecco Dee Dee e Joan Jett!

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