Non che non ci avessi provato ma non è successo niente.
Ma se invece di un mostro ti ritrovi davanti una donna fragile, ferita e terrorizzata dal fatto che tuo figlio potrebbe morire, qualche dubbio ti viene.
Armando è stato in ospedale tre giorni in totale per via del trauma cranico e poi è stato mandato a casa. Da quel momento è stato insopportabile. Betty lo ama altroché! Era davvero intollerabile soprattutto i primi giorni perché aveva vari dolori.
È stato proprio in quest’occasione che io e Marcela abbiamo iniziato a frequentarci più assiduamente. Suo figlio Julian non aveva la meningite ma una strana infezione batterica che hanno curato e poi anche il bambino è stato dimesso.
Abbiamo cominciato a uscire solo per scambiare quattro chiacchiere, ed è stato così che ho scoperto una donna disillusa e fredda, almeno all’apparenza. Che non si fida più di nessuno.
Quando siamo entrati più in confidenza, mi ha raccontato che Antonio, il padre di Julian, con il quale aveva una relazione da tempo, l’ha tradita. Anche lui. A quel punto ha preferito tornare a Bogotà perché questa è la sua città.
Ho
capito da
solo che lei è una persona fissata con il controllo, con
l’avere tutto sotto
controllo e non se lei sia così di natura, o se sia diventata
così. Ogni
volta che dobbiamo uscire e Julian rimane
con la baby - sitter, lei la chiama cinque, sei volte in un pomeriggio.
In lei, c’è
qualcosa che m’intriga. Forse il fatto che sia una persona
profondamente sola.
Che non ha permesso a nessuno di entrare nella sua vita davvero. Mi ha
raccontato che per tanto tempo ha voluto incolpare Armando e quello
che lui
le aveva fatto, per giustificare la sua sfiducia, ma poi, col tempo ha
realizzato,
tornando indietro, che Armando non è mai stato davvero
innamorato di lei. Anche
molto prima di Betty. Se lo fosse stato, come lo era di Betty, non
avrebbe mai
potuto tradirla a destra e a manca come invece faceva. Senza farsi
problemi. E
inoltre se lei non si fosse fissata con l’idea che doveva
sposarlo per forza,
si sarebbe resa conto che lui non era mai stato suo, lei non aveva mai
potuto
contare su di lui e allora piuttosto che ammettere che lui non la
amava, si era
trasformata davvero in un controllore terribile.
Le ho
chiesto allora cosa le aveva dato la forza di lasciarlo andare
… da Betty. Lei
mi ha risposto che lei lo amava. Era lui a non amarla. E questo era
sufficiente
perché facesse qualcosa per farlo essere felice.
“Ma scusa”
le ho detto “così non pensi di esserti condannata
all’infelicità?”
“No” mi ha
detto. “Come avrei potuto essere sposata con una persona che
non mi amava, che
stava con me e pensava ad un’altra? L’ ho fatto e
non è stato bello per niente.
In conclusione Alberto, non possiamo costringere le persone ad amarci.
E
l’amore vero è così raro!”
“E quindi
non ti da più fastidio vederli assieme?”
“Quando li
vedo assieme, vorrei che Betty non fosse mai apparsa nella mia
vita!”mi ha
detto.
“Ma…”
“Alberto!”
mi ha interrotto “Io non amo Armando. Non più.
Davvero. È solo che quando li
vedo assieme, penso che lui non sarebbe stato se stesso con me,
perché non mi
amava davvero. Avrebbe recitato una parte. Sarebbe stato infelice. E
quando
penso a lei, vorrei letteralmente pugnalarla, perché mi
dimostra che il loro è
un amore vero, un amore che io non ho mai avuto da Armando o da qualcun
altro!!”
“Quindi mi
stai dicendo che la invidi? Che temi che nessuno sia in grado di amare
te come
Armando ama lei? Ma non è colpa di Betty!”
“Si, lo so!
Prima io, pensavo che potevo accontentarmi del mio rapporto con lui.
Che fosse
abbastanza soddisfacente. Quando lui mi ha detto che si era innamorato
di Betty
avrei voluto ucciderlo. Lei era proprio brutta! Ma quello che mi faceva
più
male era il fatto che lui non aveva mai fatto nulla per me. Nessuna
pazzia.
Niente di niente. Quando Betty è arrivata ho capito
immediatamente che me
l’avrebbe portato via! Ora quando li vedo assieme, felici, so
che io non
troverò mai nessuno a cui appartenere come loro si
appartengono e penso che
siano così felici perché sono loro. Stanno
bene insieme. È un dato di fatto.
Probabilmente con altre persone non sarebbero mai come sono, non
sarebbero
felici! Ed è difficile ammettere che io vorrei un
po’ del loro immenso amore
anche per me!”
“Sai che
trovare la persona giusta è la cosa più difficile
che esista!” le ho detto. “Ma
non puoi escludere che questo succeda anche a te. Ok. Non è
Armando Mendoza,
non è Antonio, ma non puoi perdere la speranza che sia
là fuori!”
“Alberto!Sei
davvero carino a dire così… ma io non ci credo
più. Per adesso il mio amore è
Julian!”
Dopo questa
discussione che è avvenuta all’incirca a due
settimane da quando abbiamo preso
a frequentarci, ho iniziato a pensare che anche io avrei dovuto
provarci! Ok,
sono sempre stato convinto che Camila fosse la persona giusta per me,
ma a
quanto pare non lo era affatto. Camila è una traditrice,
come Armando. Mio
cognato, almeno, non ci ha messo diciotto anni a capire che lei non era
la
donna giusta per lui! Mia moglie invece, prima ha passato la vita con
me salvo
poi pentirsene. Comunque, se ripenso alla sera in cui lei mi ha visto
con
Marcela, non so se ridere o piangere. L’ho spiazzata, ma
sapevo che lei avrebbe
fatto finta di niente. Quella sera, volevo farle del male. Quella sera
io e
Marcela siamo finiti a letto assieme. Io volevo tradire Camila con
tutte le mie
forze. Ma Marcela se n’è accorta e si è
tirata indietro.
“Non ti
offendere” mi ha detto “Non voglio essere la tua
vendetta. Ho recuperato
abbastanza dignità da capire che se un uomo non è
davvero interessato a me,
allora non è l’uomo per me.”
“Ma io sono
davvero interessato a te” ho ribattuto.
“Si, sarai
un ottimo amico. Ma finché Camila Mendoza sarà
nella tua testa e nel tuo cuore, nessuna
donna potrà interessarti per davvero.”
Sono stato
fortunato che Marcela abbia capito come mi sentivo. Forse nessuno
meglio di lei
avrebbe potuto farlo, perché anche lei è stata
tradita da quello che pensava
sarebbe stato l’uomo della sua vita.
***
Dopo
lo scandalo che ha coinvolto Armando.
Sono
nel mio
ufficio di Le Noir. Sto
controllando
alcuni documenti quando qualcuno entra nel mio ufficio. Alzo lo sguardo.
“Camila,
cosa ci fai qui?”
“Hai visto
cosa è successo a mio fratello?”
“Certo, so
leggere anche io” le rispondo piuttosto freddamente.
Dalla sera
in cui lei ha provato a sedurmi, un mese fa, non le ho parlato quasi
per
niente. A volte vorrei svegliarmi a cinque mesi fa e considerare che
nulla di
tutto questo sia successo.
“Tu che cosa
c’entri?” mi chiede.
“Io?” le
rispondo. “Che devo c’entrarci? Nulla. Ho solo
fatto un affare con Armando.
Niente di più.”
“Quindi non
lavori per la New Tech?”
“Camila,
cosa vuoi? Perché sei venuta? Sai benissimo che non lavoro
per la New Tech. Ho
solo fatto un investimento molto proficuo con loro.”
“Sono
preoccupata per mio fratello e per Betty!” mi dice.
“E perché?
Pensi che per il solo fatto che ci sia una foto sul giornale di lui che
bacia
un’altra, lei pensando che sia vero, decida di
tradirlo?”
“Alberto!…”
mi dice con un tono di contraddizione.
“Alberto
che?”
“Una volta
ne avremmo parlato civilmente e mi avresti detto cosa ne pensavi!!
” mi dice.
“Una volta
eravamo una famiglia. Una volta pensavo che tu mi amassi
così come io ti amavo.
Adesso penso che dovremmo lasciare che se la sbrighino tra di loro.
Perché loro
si, si amano, non come noi. Non permetteranno che questo stupido
episodio
inventato possa distruggere il loro matrimonio!”
“Cosa
significa che una volta credevi che io ti amassi come tu mi amavi? Non
mi ami
più?”
“Camila, sei
proprio una bambina!” le dico.
La guardo.
Non so perché ma ripenso alle parole di Marcela, quando
diceva che
probabilmente se lei avesse sposato Armando lui non sarebbe mai stato
in grado
di essere se stesso con lei. Ma con Betty si. Mi domando se vale lo
stesso per
noi. Se sia stato io a farle credere di non amarla e a non permetterle
di
essere se stessa. O se il suo sia stato proprio un colpo di testa.
Non riesco
ad avercela ancora con lei. Certo non penso che dimenticherò
mai la scena di
lei e Mario Calderon. Ma l’idea che, a parte la telefonata
con Abi, possa
essere stato io a spingerla tra le braccia di Mario, non mi fa dormire
la
notte.
“Che c’è?”
mi chiede.
“Sto
cercando di capire, perché sei qui? Cosa vuoi?” le
chiedo.
“E va bene…”
ammette lei. “Volevo vederti ok? Mi costa stare senza di te e
Dodo! Voglio
risolvere. Voglio che proviamo a salvare la nostra famiglia! Voglio che
smetti
di frequentare Marcela Valencia. Tu sei mio marito! Dobbiamo stare
assieme!”
La guardo di
nuovo. Io la amo. È inutile dire il contrario. Non
può essere che così, ma non
sono pronto a fare pace con lei. Perché lei non mi ama
più. E non se ne rende
conto.
“Camila” le
dico “Voglio, voglio, voglio. Non conta solo quello che vuoi
tu! Conta anche
quello che voglio io. Anche ammesso che io sia disposto a passare sopra
alla
storia del tradimento, molto difficile ma potrei provarci, IO VOGLIO
una moglie
che mi ami veramente. Non una donna che sta con me per
abitudine!”
“Ma io ti
amo!” mi dice.
“Non è vero
Camila! Tu non mi ami, non lo sai se mi ami. Probabilmente non mi hai
mai
amato!”
“Non ti
permetto di dire una cosa del genere!” mi ribatte accalorata.
“Se non ti avessi
amato davvero, non avrei mai potuto lasciare tutto per andare in
Svizzera con
te!”
“E torniamo
sempre a questo punto vero? Tu che lasci tutto per me!” le
dico. “Sono stanco
di sentirlo ripetere. Quando ho accettato che tornassimo qui, sapevo
che
sarebbe successo qualcosa! In Svizzera eravamo io e te contro tutti.
Qui, tu
invece, la prima cosa che hai fatto è stata pensare che
avessi un’altra!”
“Cosa vuoi
dire?”
“Mi domando
se il problema tra di noi non sia che quando la bufera è
passata, adesso che
potremmo, anzi dovremmo essere felici perché i tuoi genitori
non ci avversano
più, il nostro supposto amore non abbia dimostrato di essere
nient’altro che
una ostinata resistenza all’opposizione. Una mera
dimostrazione che noi avevamo
ragione e i tuoi genitori torto a dire che non eravamo fatti per stare
assieme!
Camila, tu mi hai mai amato veramente? Hai mai sentito per me quella
sensazione
che ti toglie il fiato in gola quando entro in una stanza? Hai mai
pensato che
senza di me non avresti potuto vivere? Hai mai voluto eliminare una
donna
perché mi stava guardando insistentemente? No! Io
si.”
“Io… vorrei
eliminare Marcela Valencia perché ha una storia con
te!” mi dice lei
ribattendomi.
“Tu” la
accuso io “vuoi eliminare Marcela solo perché vuoi
vincere. Vuoi che le cose
vadano come vuoi tu! Sai bene che io ti ho sempre assecondato. Ti ho
sempre
detto che eri la mia fonte di energia vitale. Che il tuo entusiasmo mi
trascinava, che mi faceva credere di poter riuscire in tutto. Ma adesso
io non
sono più quella persona. So dirti di NO. È la mia
risposta è no. Io so che tu
non mi ami e quindi no!”
“Ma come fai
a dire che io non ti ami? Chi sei per poterlo dire?” mi dice.
“Ma cosa
dici Camila? Ti rendi conto delle tue parole? Questo mi dimostra quanto
io sia
una rivalsa e basta!”
“Alberto,
non è vero. Non sei una rivalsa. Io voglio stare con te. Non
voglio nessun’altro
uomo. Mi dispiace di averti tradito e di averlo capito tardi. Ma
è così!”
“Non è
vero!” le urlo. “Smettila. Tu ora mi vuoi solo
perché hai deciso che mi volevi
vent’anni fa e ora vuoi rimediare all’errore che
hai fatto, distruggendo
l’immagine della famiglia felice! Complimenti Camila! Sei
diventata come tua
madre!”
“Come mia
madre? Cosa c’entra mia madre???” mi chiede
confusa.
“Vuoi
salvare le apparenze! Come lei! Vent’anni fa tua madre,
perché io ero povero,
ci ha spediti in Svizzera dalla vergogna! E adesso tu mi hai tradito,
ma vuoi
salvare le apparenze, vuoi fare come se niente fosse! Senza tenere
conto dei
miei sentimenti!”
“Non è vero
che io non voglio tenere conto dei tuoi sentimenti. Non mi importa
nulla delle
apparenze. Voglio stare con te. Non voglio che la nostra famiglia si
distrugga.
Non voglio che il nostro matrimonio si distrugga!”
“Camila….
L’hai distrutto tu! Come fai a non rendertene
conto?”
“Lo so. Ma
lo possiamo ancora aggiustare!” mi dice e dicendo
così viene a sedersi accanto a
me.
“No.”
“Alberto…”
mi dice “da quando dici così spesso no?”
chiede.
“Vai via
Camila!” le chiedo. “Per favore vai via! Voglio
stare solo. Non voglio
vederti.”
“Hai paura
di me?”mi domanda.
“Si. Ho
paura che alla fine ti asseconderò e non avremo imparato
nulla da questa crisi.
Cosa che non voglio fare perché qualcosa è
cambiato tra di noi e non so se
potremo aggiustarlo. Non sono pronto a fare finta di niente.”
La vedo
alzarsi e dirigersi verso la porta.
“Alberto” mi
chiama. Mi giro verso di lei. “Dovresti sapere che io ottengo
sempre quello che
voglio. E io voglio te. Non finisce così tra di noi, lo sai
vero?” mi dice e va
via.
La odio, la
odio! Penso tra di me. La odio perché la amo. Se non la
amassi non potrei
odiarla.
***
Due
giorni dopo
Sono
nello
studio di Betty. Ieri lei ha comprato un’intera pagina di
giornale per
dimostrare ad Armando che lo ama. Oggi le devo presentare un mio amico
che sarà
il nuovo chef della caffetteria. Vogliono trasformarla in un ristorante
interno
all’Ecomoda e faranno questa sperimentazione iniziale. Pare
che l’idea sia di
Camila, perché è stanca di andare a pranzo fuori!
“A che ora
arriva il tuo amico Alberto?” mi chiede lei.
“A minuti
dovrebbe essere qui!” le dico.
“Come sta
Dodo?” mi chiede cambiando argomento. “Non lo
vediamo più spesso come prima! Da
quando siete andati via da casa nostra. Come va tra di voi?”
“Ci sono
alti e bassi! Lui mi ha detto che non è felice che siamo io
e Camila i suoi
genitori. Avrebbe preferito che lo foste tu e Armando!”
“Ti ha detto
così?” mi chiede.
“Si.
Letteralmente. Dice che noi non siamo mai stati una famiglia normale,
ma una
famiglia di pazzi perché una vera madre non si sarebbe fatta
scoprire dal
figlio, non avrebbe tradito il marito e il marito non si sarebbe fatto
tradire!”
“Alberto,
non prendertela. Lui vede le cose in maniera semplicistica. Ha quindici
anni,
troppo pochi per capire che le relazioni umane sono molto complicate! E
cosa
pensa della storia dello scandalo?”
“Dice che
sicuramente non sarà vero, perché voi due vi
amate veramente e poi ha detto
‘mia madre che si fa scoprire così facilmente, se
fosse vero che lo zio
tradisce Betty, lo va a fare davanti ad un fotografo? Non ha imparato
niente
dagli errori di sua sorella?’”
“Non posso
crederci! E’ ancora così ferito da Camila
allora!” mi chiede.
“Si. Lo è. E
non vuole parlarle.”
“E tu… come
stai tu? Continui a frequentarti con Marcela Valencia?”
“Betty…
posso rivelarti una cosa che però non devi dire a
nessuno!?”
“Alberto…
non voglio essere messa in mezzo. Non mi piace. Camila è mia
cognata. È
scorretto da parte tua comportarti così!” mi dice.
“Lo so! Ma
io ho bisogno di un amico e chi può esserlo se non tu? In
fondo noi siamo gli
infiltrati nella famiglia Mendoza. I due soggetti che hanno rovinato il
quadro
di famiglia perfetta tra i Mendoza e i Valencia …”
le dico.
“Va bene
Alberto. Ti ascolto ma solo perché anche tu fai parte della
mia famiglia!”
“Tra me e
Marcela Valencia, non c’è nessuna relazione
sentimentale!” le confesso.
“Che cosa??
E allora perché tutti credono che sia
così?” mi domanda.
“Non è vero
Betty” le dico mentre mi dirigo verso una delle finestre
interne del suo
ufficio. “Non tutti pensano che sia
così. Solo Camila pensa che sia così. E io glielo
lascio credere, così sa cosa
significa sapere che la persona che avevi scelto come compagna di vita
sta con
un’altra!”
“Alberto….”
mi dice “questo comportamento non è affatto da
te.”
La vedo che
si siede sul divano del suo ufficio. “Ma so bene
perché lo fai. Lo capisco. L’ho
fatto anch’io tanti anni fa.”
“Camila è
venuta da me e mi
ha detto che lei vuole
di nuovo la nostra famiglia felice e che devo perdonarla per quello che
ha
fatto. Ma mai, nemmeno una volta mi ha detto che mi ama. Allora io, in
un
momento di rabbia le ho detto che
come
sua madre! Tutta presa a salvare le apparenze.”
“Non posso
credere che tu lo abbia fatto!”
“Si Betty.
Gliel’ho detto. Non potevo fare altrimenti. Lei non mi ama
più, non so se mi
abbia mai amato. L’amore è un’altra
cosa. Io non credo che possiamo tornare
insieme solo perché così la famiglia Mendoza
salva la faccia. Non mi fido di
lei, né dei suoi sentimenti.”
“Capisco le
tue ragioni… Camila è molto confusa. Stare con i
Mendoza non è affatto facile
amico mio. Cosa pensi che per me sia stato semplice comprare quella
pagina di
giornale?!”
“Mi stai
dicendo che lo hai fatto anche tu per salvare la faccia??”
“No! L’ho
fatto perché io amo mio marito e mi fido di lui. E volevo
che lo sapessero
tutti, e soprattutto lui. Se c’è una cosa che ho
imparato in questi due anni
difficilissimi per me, è che una cosa è stare
assieme, una cosa è essere
insieme. Io e Armando siamo sposati da quasi quattordici anni ma mai
prima d’ora
avevo realizzato che mio marito non merita le mie riserve. Fidarmi
totalmente
di lui mi è costato, ma decidere di lasciarmi andare e di
essere vulnerabile di
nuovo, anche a lui, è stata l’unica soluzione che
ho trovato per essere felice.
Negli ultimi tempi io e lui siamo stati davvero uniti, come non mai.
Quindi mi
sembra assurdo che io non creda alla sua versione dei fatti. E capisco
che tu desideri lo
stesso per te e Camila, anche se
ti ha tradito.”
“E’ proprio
questo il punto Betty” le dico. “Da quando lei mi
ha tradito, ho iniziato a
dubitare del nostro amore. Io non ho mai avuto l’impressione
che lei abbia messo
la sua vita nelle mie mani. Nemmeno quando siamo andati via diciotto
anni fa.
Lei sapeva cosa voleva e cosa fare per ottenerlo. Il motivo ero io, ma
spesso
mi domando se non fossi un semplice motivo di contrasto e rivincita con
i suoi
genitori!”
“Lo so.
Armando e Camila sono molto simili. Competitivi fino
all’inverosimile. Questa cosa
mi stava costando il matrimonio. Però, in tutta
sincerità non penso affatto che
Camila non ti amasse sinceramente quando ha deciso di andare in
Svizzera
piuttosto che lasciarti!” mi dice.
“Non so
Betty. Sono molto confuso.”
“Guardate
chi ho trovato qui fuori?” ci dice lei. “Betty, ti
presento lo chef Corrado
Traversi, giunto direttamente da Roma!”
Fatte le
presentazioni del caso, Betty e Camila gli spiegano quale sia il loro
nuovo
progetto.
“E tu?” mi
chiede Corrado. “Non c’entri niente con questo
nuovo progetto?”
“No. È una
cosa di cui si occupa mia m…. Camila cioè. Lei e
Betty vorrebbero aprire un
piccolo ristorante interno per i dipendenti e
l’amministrazione. Ma se non
dovesse andare bene, non preoccuparti, perché ho comprato
dei ristoranti e c’è
sempre un posto per te!”
“Alberto” mi
dice Camila con voce persuasiva “non credi che sia un
po’ troppo presto per provare
a portarci via Corrado? Non ha neanche firmato il contratto e
già gli parli di
fallimento?”
“Ha ragione
Camila!” mi dice Betty. “Non puoi farci questo.
Prima ce lo suggerisci e poi ce
lo porti via?”
“No, per
carità! Sono lieto di esservi stato di aiuto!”
dico io. Mi rivolgo verso
Corrado. Non lo vedo da tempo, ma siamo rimasti in ottimi rapporti.
È stato
felice di tornare in Colombia perché ha subito una tragedia
familiare molto
grave. Sua moglie era colombiana ed è morta tre anni fa in
un incidente
stradale a Roma. Lui ha lavorato come un pazzo per poter traslare la
sua salma
qui in Colombia come voleva la famiglia di lei e adesso ha deciso di
vivere qui
con il loro figlio Paco di sette anni. Sono felice di aiutarlo.
È davvero una
brava persona e merita di ricostruirsi una vita.
Bussano alla
porta di nuovo. In questo posto sembra impossibile riunirsi senza
interruzioni
continue. Entra Armando. Cosa ci fa qui?
“Scusatemi!
Non pensavo che foste in riunione. Forse avrei dovuto telefonare
prima!” ci
dice.
“Non dire
sciocchezze” gli dice Betty. “Sei sempre un
azionista di questa azienda! Ti
presento Corrado Traversi di Roma. Lo chef che da ora in poi si
occuperà di
trasformare la caffetteria in un piccolo ristorante.”
“Molto
piacere. Armando Mendoza” gli dice lui stringendogli la mano.
“Penso
allora che per questa impresa l’unica
altra persona che possa aiutarvi sia Marcela Valencia no? Lei
è la migliore
professionista nel campo dell’arredamento d’interni
no?”.
Alle sue
parole, Camila diventa viola in volto. Io e Betty ci scambiamo uno
sguardo da
cospiratori che non sfugge alla mia ex moglie, a mia moglie…
a Camila cioè.
Quella di Armando è davvero una pessima idea.