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Autore: Butterfly8    09/02/2015    5 recensioni
Questa storia è il seguito de "I quarant'anni di Betty". In questa storia avranno un ruolo più attivo tutti i protagonisti "secondari". Armando e Betty sono uniti più che mai e saranno i punti di riferimento per tutti gli altri. Buona lettura e aspetto i vostri commenti e recensioni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Alberto Tra me e Marcela Valencia non c’è niente.
Non che non ci avessi provato ma non è successo niente.
Quando l’ho conosciuta all’ospedale, ero convinto che fosse una specie di serpe, perché me l’hanno sempre descritta così. Una donna dura, che non aveva peli sulla lingua e che non si faceva problemi a dire quello che pensava.
Ma se invece di un mostro ti ritrovi davanti una donna fragile, ferita e terrorizzata dal fatto che tuo figlio potrebbe morire, qualche dubbio ti viene.

Armando è stato in ospedale tre giorni in totale per via del trauma cranico e poi è stato mandato a casa. Da quel momento è stato insopportabile. Betty lo ama altroché! Era davvero intollerabile soprattutto i primi giorni perché aveva vari dolori.

È stato proprio in quest’occasione che io e Marcela abbiamo iniziato a frequentarci più assiduamente. Suo figlio Julian non aveva la meningite ma una strana infezione batterica che hanno curato e poi anche il bambino è stato dimesso.

Abbiamo cominciato a uscire solo per scambiare quattro chiacchiere, ed è stato così che ho scoperto una donna disillusa e fredda, almeno all’apparenza. Che non si fida più di nessuno.

Quando siamo entrati più in confidenza, mi ha raccontato che Antonio, il padre di Julian, con il quale aveva una relazione da tempo, l’ha tradita. Anche lui. A quel punto ha preferito tornare a Bogotà perché questa è la sua città.

Ho capito da solo che lei è una persona fissata con il controllo, con l’avere tutto sotto controllo e non se lei sia così di natura, o se sia diventata così.  Ogni volta che dobbiamo uscire e Julian rimane con la baby - sitter, lei la chiama cinque, sei volte in un pomeriggio.
In lei, c’è qualcosa che m’intriga. Forse il fatto che sia una persona profondamente sola. Che non ha permesso a nessuno di entrare nella sua vita davvero. Mi ha raccontato che per tanto tempo ha voluto incolpare Armando e quello che lui le aveva fatto, per giustificare la sua sfiducia, ma poi, col tempo ha realizzato, tornando indietro, che Armando non è mai stato davvero innamorato di lei. Anche molto prima di Betty. Se lo fosse stato, come lo era di Betty, non avrebbe mai potuto tradirla a destra e a manca come invece faceva. Senza farsi problemi. E inoltre se lei non si fosse fissata con l’idea che doveva sposarlo per forza, si sarebbe resa conto che lui non era mai stato suo, lei non aveva mai potuto contare su di lui e allora piuttosto che ammettere che lui non la amava, si era trasformata davvero in un controllore terribile.
Le ho chiesto allora cosa le aveva dato la forza di lasciarlo andare … da Betty. Lei mi ha risposto che lei lo amava. Era lui a non amarla. E questo era sufficiente perché facesse qualcosa per farlo essere felice.
“Ma scusa” le ho detto “così non pensi di esserti condannata all’infelicità?”
“No” mi ha detto. “Come avrei potuto essere sposata con una persona che non mi amava, che stava con me e pensava ad un’altra? L’ ho fatto e non è stato bello per niente. In conclusione Alberto, non possiamo costringere le persone ad amarci. E l’amore vero è così raro!”
“E quindi non ti da più fastidio vederli assieme?”
“Quando li vedo assieme, vorrei che Betty non fosse mai apparsa nella mia vita!”mi ha detto.
“Ma…”
“Alberto!” mi ha interrotto “Io non amo Armando. Non più. Davvero. È solo che quando li vedo assieme, penso che lui non sarebbe stato se stesso con me, perché non mi amava davvero. Avrebbe recitato una parte. Sarebbe stato infelice. E quando penso a lei, vorrei letteralmente pugnalarla, perché mi dimostra che il loro è un amore vero, un amore che io non ho mai avuto da Armando o da qualcun altro!!”
“Quindi mi stai dicendo che la invidi? Che temi che nessuno sia in grado di amare te come Armando ama lei? Ma non è colpa di Betty!”
“Si, lo so! Prima io, pensavo che potevo accontentarmi del mio rapporto con lui. Che fosse abbastanza soddisfacente. Quando lui mi ha detto che si era innamorato di Betty avrei voluto ucciderlo. Lei era proprio brutta! Ma quello che mi faceva più male era il fatto che lui non aveva mai fatto nulla per me. Nessuna pazzia. Niente di niente. Quando Betty è arrivata ho capito immediatamente che me l’avrebbe portato via! Ora quando li vedo assieme, felici, so che io non troverò mai nessuno a cui appartenere come loro si appartengono e penso che siano così felici perché sono loro. Stanno bene insieme. È un dato di fatto. Probabilmente con altre persone non sarebbero mai come sono, non sarebbero felici! Ed è difficile ammettere che io vorrei un po’ del loro immenso amore anche per me!”
“Sai che trovare la persona giusta è la cosa più difficile che esista!” le ho detto. “Ma non puoi escludere che questo succeda anche a te. Ok. Non è Armando Mendoza, non è Antonio, ma non puoi perdere la speranza che sia là fuori!”
“Alberto!Sei davvero carino a dire così… ma io non ci credo più. Per adesso il mio amore è Julian!”

 
Dopo questa discussione che è avvenuta all’incirca a due settimane da quando abbiamo preso a frequentarci, ho iniziato a pensare che anche io avrei dovuto provarci! Ok, sono sempre stato convinto che Camila fosse la persona giusta per me, ma a quanto pare non lo era affatto. Camila è una traditrice, come Armando. Mio cognato, almeno, non ci ha messo diciotto anni a capire che lei non era la donna giusta per lui! Mia moglie invece, prima ha passato la vita con me salvo poi pentirsene. Comunque, se ripenso alla sera in cui lei mi ha visto con Marcela, non so se ridere o piangere. L’ho spiazzata, ma sapevo che lei avrebbe fatto finta di niente. Quella sera, volevo farle del male. Quella sera io e Marcela siamo finiti a letto assieme. Io volevo tradire Camila con tutte le mie forze. Ma Marcela se n’è accorta e si è tirata indietro.
“Non ti offendere” mi ha detto “Non voglio essere la tua vendetta. Ho recuperato abbastanza dignità da capire che se un uomo non è davvero interessato a me, allora non è l’uomo per me.”
“Ma io sono davvero interessato a te” ho ribattuto.
“Si, sarai un ottimo amico. Ma finché Camila Mendoza sarà nella tua testa e nel tuo cuore, nessuna donna potrà interessarti per davvero.”
Sono stato fortunato che Marcela abbia capito come mi sentivo. Forse nessuno meglio di lei avrebbe potuto farlo, perché anche lei è stata tradita da quello che pensava sarebbe stato l’uomo della sua vita.

 

***

 

Dopo lo scandalo che ha coinvolto Armando.
Sono nel mio ufficio di Le Noir.  Sto controllando alcuni documenti quando qualcuno entra nel mio ufficio. Alzo lo sguardo.
“Camila, cosa ci fai qui?”
“Hai visto cosa è successo a mio fratello?”
“Certo, so leggere anche io” le rispondo piuttosto freddamente.
Dalla sera in cui lei ha provato a sedurmi, un mese fa, non le ho parlato quasi per niente. A volte vorrei svegliarmi a cinque mesi fa e considerare che nulla di tutto questo sia successo.
“Tu che cosa c’entri?” mi chiede.
“Io?” le rispondo. “Che devo c’entrarci? Nulla. Ho solo fatto un affare con Armando. Niente di più.”
“Quindi non lavori per la New Tech?”
“Camila, cosa vuoi? Perché sei venuta? Sai benissimo che non lavoro per la New Tech. Ho solo fatto un investimento molto proficuo con loro.”
“Sono preoccupata per mio fratello e per Betty!” mi dice.
“E perché? Pensi che per il solo fatto che ci sia una foto sul giornale di lui che bacia un’altra, lei pensando che sia vero, decida di tradirlo?”
“Alberto!…” mi dice con un tono di contraddizione.
“Alberto che?”
“Una volta ne avremmo parlato civilmente e mi avresti detto cosa ne pensavi!! ” mi dice.
“Una volta eravamo una famiglia. Una volta pensavo che tu mi amassi così come io ti amavo. Adesso penso che dovremmo lasciare che se la sbrighino tra di loro. Perché loro si, si amano, non come noi. Non permetteranno che questo stupido episodio inventato possa distruggere il loro matrimonio!”
“Cosa significa che una volta credevi che io ti amassi come tu mi amavi? Non mi ami più?”
“Camila, sei proprio una bambina!” le dico.
La guardo. Non so perché ma ripenso alle parole di Marcela, quando diceva che probabilmente se lei avesse sposato Armando lui non sarebbe mai stato in grado di essere se stesso con lei. Ma con Betty si. Mi domando se vale lo stesso per noi. Se sia stato io a farle credere di non amarla e a non permetterle di essere se stessa. O se il suo sia stato proprio un colpo di testa.
Non riesco ad avercela ancora con lei. Certo non penso che dimenticherò mai la scena di lei e Mario Calderon. Ma l’idea che, a parte la telefonata con Abi, possa essere stato io a spingerla tra le braccia di Mario, non mi fa dormire la notte.
“Che c’è?” mi chiede.
“Sto cercando di capire, perché sei qui? Cosa vuoi?” le chiedo.
“E va bene…” ammette lei. “Volevo vederti ok? Mi costa stare senza di te e Dodo! Voglio risolvere. Voglio che proviamo a salvare la nostra famiglia! Voglio che smetti di frequentare Marcela Valencia. Tu sei mio marito! Dobbiamo stare assieme!”
La guardo di nuovo. Io la amo. È inutile dire il contrario. Non può essere che così, ma non sono pronto a fare pace con lei. Perché lei non mi ama più. E non se ne rende conto.
“Camila” le dico “Voglio, voglio, voglio. Non conta solo quello che vuoi tu! Conta anche quello che voglio io. Anche ammesso che io sia disposto a passare sopra alla storia del tradimento, molto difficile ma potrei provarci, IO VOGLIO una moglie che mi ami veramente. Non una donna che sta con me per abitudine!”
“Ma io ti amo!” mi dice.
“Non è vero Camila! Tu non mi ami, non lo sai se mi ami. Probabilmente non mi hai mai amato!”
“Non ti permetto di dire una cosa del genere!” mi ribatte accalorata. “Se non ti avessi amato davvero, non avrei mai potuto lasciare tutto per andare in Svizzera con te!”
“E torniamo sempre a questo punto vero? Tu che lasci tutto per me!” le dico. “Sono stanco di sentirlo ripetere. Quando ho accettato che tornassimo qui, sapevo che sarebbe successo qualcosa! In Svizzera eravamo io e te contro tutti. Qui, tu invece, la prima cosa che hai fatto è stata pensare che avessi un’altra!”
“Cosa vuoi dire?”
“Mi domando se il problema tra di noi non sia che quando la bufera è passata, adesso che potremmo, anzi dovremmo essere felici perché i tuoi genitori non ci avversano più, il nostro supposto amore non abbia dimostrato di essere nient’altro che una ostinata resistenza all’opposizione. Una mera dimostrazione che noi avevamo ragione e i tuoi genitori torto a dire che non eravamo fatti per stare assieme! Camila, tu mi hai mai amato veramente? Hai mai sentito per me quella sensazione che ti toglie il fiato in gola quando entro in una stanza? Hai mai pensato che senza di me non avresti potuto vivere? Hai mai voluto eliminare una donna perché mi stava guardando insistentemente? No! Io si.”
“Io… vorrei eliminare Marcela Valencia perché ha una storia con te!” mi dice lei ribattendomi.
“Tu” la accuso io “vuoi eliminare Marcela solo perché vuoi vincere. Vuoi che le cose vadano come vuoi tu! Sai bene che io ti ho sempre assecondato. Ti ho sempre detto che eri la mia fonte di energia vitale. Che il tuo entusiasmo mi trascinava, che mi faceva credere di poter riuscire in tutto. Ma adesso io non sono più quella persona. So dirti di NO. È la mia risposta è no. Io so che tu non mi ami e quindi no!”
“Ma come fai a dire che io non ti ami? Chi sei per poterlo dire?” mi dice.
“Ma cosa dici Camila? Ti rendi conto delle tue parole? Questo mi dimostra quanto io sia una rivalsa e basta!”
“Alberto, non è vero. Non sei una rivalsa. Io voglio stare con te. Non voglio nessun’altro uomo. Mi dispiace di averti tradito e di averlo capito tardi. Ma è così!”
“Non è vero!” le urlo. “Smettila. Tu ora mi vuoi solo perché hai deciso che mi volevi vent’anni fa e ora vuoi rimediare all’errore che hai fatto, distruggendo l’immagine della famiglia felice! Complimenti Camila! Sei diventata come tua madre!”
“Come mia madre? Cosa c’entra mia madre???” mi chiede confusa.
“Vuoi salvare le apparenze! Come lei! Vent’anni fa tua madre, perché io ero povero, ci ha spediti in Svizzera dalla vergogna! E adesso tu mi hai tradito, ma vuoi salvare le apparenze, vuoi fare come se niente fosse! Senza tenere conto dei miei sentimenti!”
“Non è vero che io non voglio tenere conto dei tuoi sentimenti. Non mi importa nulla delle apparenze. Voglio stare con te. Non voglio che la nostra famiglia si distrugga. Non voglio che il nostro matrimonio si distrugga!”
“Camila…. L’hai distrutto tu! Come fai a non rendertene conto?”
“Lo so. Ma lo possiamo ancora aggiustare!” mi dice e dicendo così viene a sedersi accanto a me.
“No.”
“Alberto…” mi dice “da quando dici così spesso no?” chiede.
“Vai via Camila!” le chiedo. “Per favore vai via! Voglio stare solo. Non voglio vederti.”
“Hai paura di me?”mi domanda.
“Si. Ho paura che alla fine ti asseconderò e non avremo imparato nulla da questa crisi. Cosa che non voglio fare perché qualcosa è cambiato tra di noi e non so se potremo aggiustarlo. Non sono pronto a fare finta di niente.”
La vedo alzarsi e dirigersi verso la porta.
“Alberto” mi chiama. Mi giro verso di lei. “Dovresti sapere che io ottengo sempre quello che voglio. E io voglio te. Non finisce così tra di noi, lo sai vero?” mi dice e va via.
La odio, la odio! Penso tra di me. La odio perché la amo. Se non la amassi non potrei odiarla.

 

***

Due giorni dopo
Sono nello studio di Betty. Ieri lei ha comprato un’intera pagina di giornale per dimostrare ad Armando che lo ama. Oggi le devo presentare un mio amico che sarà il nuovo chef della caffetteria. Vogliono trasformarla in un ristorante interno all’Ecomoda e faranno questa sperimentazione iniziale. Pare che l’idea sia di Camila, perché è stanca di andare a pranzo fuori!
“A che ora arriva il tuo amico Alberto?” mi chiede lei.
“A minuti dovrebbe essere qui!” le dico.
“Come sta Dodo?” mi chiede cambiando argomento. “Non lo vediamo più spesso come prima! Da quando siete andati via da casa nostra. Come va tra di voi?”
“Ci sono alti e bassi! Lui mi ha detto che non è felice che siamo io e Camila i suoi genitori. Avrebbe preferito che lo foste tu e Armando!”
“Ti ha detto così?” mi chiede.
“Si. Letteralmente. Dice che noi non siamo mai stati una famiglia normale, ma una famiglia di pazzi perché una vera madre non si sarebbe fatta scoprire dal figlio, non avrebbe tradito il marito e il marito non si sarebbe fatto tradire!”
“Alberto, non prendertela. Lui vede le cose in maniera semplicistica. Ha quindici anni, troppo pochi per capire che le relazioni umane sono molto complicate! E cosa pensa della storia dello scandalo?”
“Dice che sicuramente non sarà vero, perché voi due vi amate veramente e poi ha detto ‘mia madre che si fa scoprire così facilmente, se fosse vero che lo zio tradisce Betty, lo va a fare davanti ad un fotografo? Non ha imparato niente dagli errori di sua sorella?’”
“Non posso crederci! E’ ancora così ferito da Camila allora!” mi chiede.
“Si. Lo è. E non vuole parlarle.”
“E tu… come stai tu? Continui a frequentarti con Marcela Valencia?”
“Betty… posso rivelarti una cosa che però non devi dire a nessuno!?”
“Alberto… non voglio essere messa in mezzo. Non mi piace. Camila è mia cognata. È scorretto da parte tua comportarti così!” mi dice.
“Lo so! Ma io ho bisogno di un amico e chi può esserlo se non tu? In fondo noi siamo gli infiltrati nella famiglia Mendoza. I due soggetti che hanno rovinato il quadro di famiglia perfetta tra i Mendoza e i Valencia …” le dico.
“Va bene Alberto. Ti ascolto ma solo perché anche tu fai parte della mia famiglia!”
“Tra me e Marcela Valencia, non c’è nessuna relazione sentimentale!” le confesso.
“Che cosa?? E allora perché tutti credono che sia così?” mi domanda.
“Non è vero Betty” le dico mentre mi dirigo verso una delle finestre interne  del suo ufficio. “Non tutti pensano che sia così. Solo Camila pensa che sia così. E io glielo lascio credere, così sa cosa significa sapere che la persona che avevi scelto come compagna di vita sta con un’altra!”
“Alberto….” mi dice “questo comportamento non è affatto da te.”
La vedo che si siede sul divano del suo ufficio. “Ma so bene perché lo fai. Lo capisco. L’ho fatto anch’io tanti anni fa.”
“Camila è venuta da me e  mi ha detto che lei vuole di nuovo la nostra famiglia felice e che devo perdonarla per quello che ha fatto. Ma mai, nemmeno una volta mi ha detto che mi ama. Allora io, in un momento di rabbia le ho detto che  come sua madre! Tutta presa a salvare le apparenze.”
“Non posso credere che tu lo abbia fatto!”
“Si Betty. Gliel’ho detto. Non potevo fare altrimenti. Lei non mi ama più, non so se mi abbia mai amato. L’amore è un’altra cosa. Io non credo che possiamo tornare insieme solo perché così la famiglia Mendoza salva la faccia. Non mi fido di lei, né dei suoi sentimenti.”
“Capisco le tue ragioni… Camila è molto confusa. Stare con i Mendoza non è affatto facile amico mio. Cosa pensi che per me sia stato semplice comprare quella pagina di giornale?!”
“Mi stai dicendo che lo hai fatto anche tu per salvare la faccia??”
“No! L’ho fatto perché io amo mio marito e mi fido di lui. E volevo che lo sapessero tutti, e soprattutto lui. Se c’è una cosa che ho imparato in questi due anni difficilissimi per me, è che una cosa è stare assieme, una cosa è essere insieme. Io e Armando siamo sposati da quasi quattordici anni ma mai prima d’ora avevo realizzato che mio marito non merita le mie riserve. Fidarmi totalmente di lui mi è costato, ma decidere di lasciarmi andare e di essere vulnerabile di nuovo, anche a lui, è stata l’unica soluzione che ho trovato per essere felice. Negli ultimi tempi io e lui siamo stati davvero uniti, come non mai. Quindi mi sembra assurdo che io non creda alla sua versione dei fatti. E capisco che tu  desideri lo stesso per te e Camila, anche se ti ha tradito.”
“E’ proprio questo il punto Betty” le dico. “Da quando lei mi ha tradito, ho iniziato a dubitare del nostro amore. Io non ho mai avuto l’impressione che lei abbia messo la sua vita nelle mie mani. Nemmeno quando siamo andati via diciotto anni fa. Lei sapeva cosa voleva e cosa fare per ottenerlo. Il motivo ero io, ma spesso mi domando se non fossi un semplice motivo di contrasto e rivincita con i suoi genitori!”
“Lo so. Armando e Camila sono molto simili. Competitivi fino all’inverosimile. Questa cosa mi stava costando il matrimonio. Però, in tutta sincerità non penso affatto che Camila non ti amasse sinceramente quando ha deciso di andare in Svizzera piuttosto che lasciarti!” mi dice.
“Non so Betty. Sono molto confuso.”

Bussano alla porta che viene aperta subito dopo. Entrano Camila e il mio amico Corrado Traversi, che lei conosce perfettamente.
“Guardate chi ho trovato qui fuori?” ci dice lei. “Betty, ti presento lo chef Corrado Traversi, giunto direttamente da Roma!”
Fatte le presentazioni del caso, Betty e Camila gli spiegano quale sia il loro nuovo progetto.
“E tu?” mi chiede Corrado. “Non c’entri niente con questo nuovo progetto?”
“No. È una cosa di cui si occupa mia m…. Camila cioè. Lei e Betty vorrebbero aprire un piccolo ristorante interno per i dipendenti e l’amministrazione. Ma se non dovesse andare bene, non preoccuparti, perché ho comprato dei ristoranti e c’è sempre un posto per te!”
“Alberto” mi dice Camila con voce persuasiva “non credi che sia un po’ troppo presto per provare a portarci via Corrado? Non ha neanche firmato il contratto e già gli parli di fallimento?”
“Ha ragione Camila!” mi dice Betty. “Non puoi farci questo. Prima ce lo suggerisci e poi ce lo porti via?”
“No, per carità! Sono lieto di esservi stato di aiuto!” dico io. Mi rivolgo verso Corrado. Non lo vedo da tempo, ma siamo rimasti in ottimi rapporti. È stato felice di tornare in Colombia perché ha subito una tragedia familiare molto grave. Sua moglie era colombiana ed è morta tre anni fa in un incidente stradale a Roma. Lui ha lavorato come un pazzo per poter traslare la sua salma qui in Colombia come voleva la famiglia di lei e adesso ha deciso di vivere qui con il loro figlio Paco di sette anni. Sono felice di aiutarlo. È davvero una brava persona e merita di ricostruirsi una vita.

 
Bussano alla porta di nuovo. In questo posto sembra impossibile riunirsi senza interruzioni continue. Entra Armando. Cosa ci fa qui?
“Scusatemi! Non pensavo che foste in riunione. Forse avrei dovuto telefonare prima!” ci dice.
“Non dire sciocchezze” gli dice Betty. “Sei sempre un azionista di questa azienda! Ti presento Corrado Traversi di Roma. Lo chef che da ora in poi si occuperà di trasformare la caffetteria in un piccolo ristorante.”
“Molto piacere. Armando Mendoza” gli dice lui stringendogli la mano.  “Penso allora che per questa impresa l’unica altra persona che possa aiutarvi sia Marcela Valencia no? Lei è la migliore professionista nel campo dell’arredamento d’interni no?”.
Alle sue parole, Camila diventa viola in volto. Io e Betty ci scambiamo uno sguardo da cospiratori che non sfugge alla mia ex moglie, a mia moglie… a Camila cioè. Quella di Armando è davvero una pessima idea.  

   
 
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