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Autore: PoisonLover    09/02/2015    1 recensioni
[Lucky Luke/Cocco Bill]
[Lucky Luke/Cocco Bill]“Chi sei tu?”
Dopo eterni minuti d'attesa, delle mani gli cinsero le spalle, e il sangue gli si gelò nelle vene.
“....Io. Sono. Te.”
Storia ispirata al capolavoro di R. L. Stevenson, "Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde", ma che ha come protagonisti Lucky Luke e Cocco Bill.
Genere: Avventura, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Luke si svegliò di scatto, sudato e ansimante, come se qualcuno l'avesse spinto a forza via dal sonno.

Asciugandosi la fronte si guardò attorno, notando la mancanza di Bill nel letto.

Ricordò il litigio e si sentì in colpa.

“Poverino, avrà dormito sul divano o addirittura nella stalla...”

Scese seminudo le scale, con addosso solo un paio di mutande e una camicia azzurra vecchia di anni appartenuta a Bill, che usava come pigiama.

Andando a tentoni nel salotto buio, sussurrava il nome del suo compagno.

“Bill...Bill ci sei?...Ti prego, parlami...non tenermi il muso,voglio far pace...”

Riuscì finalmente a trovare una candela e un cerino, ma quando l'accese non vide nessuno.

Senza perdersi d'animo, decise di dare un'occhiata nella stalla, ed anche lì, non solo non trovò Cocco, ma nemmeno Trottalemme; ora stava cominciando a preoccuparsi sul serio: possibile che si fosse arrabbiato tanto da addirittura cercare un alloggio in città? Magari assieme a...qualcun altro.

Si lasciò scivolare sconsolato lungo la parete in legno della stalla, fino a sedersi sulla paglia; Jolly si avvicinò e cominciò a strofinare il suo muso contro la testa di Luke, in un gesto di affetto.

“Oh,Jolly...Temo di averla fatta grossa davvero...non mi sarei dovuto arrabbiare così.”

Prese ad accarezzare la criniera del cavallo lentamente, quasi fosse in trance.

Aspettò.

Dopo circa un'oretta, sentì un rumore di zoccoli che veniva verso la capanna, e si rimise in piedi. Notando quanto gli fu difficile alzarsi senza barcollare e sentirsi debole, non fu poi una grande idea attendere Bill in una stalla con addosso quasi nulla. Per quanto là dentro facesse caldo, l'aria fresca e umida della notte avevano beccato in pieno il suo corpo mentre usciva dalla casa ed entrava nella stalla, facendogli tornare la febbre.

Bill era sceso da Trottalemme non appena vide Luke in piedi, tremante come una foglia, che tentava inutilmente di coprirsi con la sua vecchia camicia piena di buchi mal ricuciti.

“Ma che ci fai qui fuori?? Ti beccherai un malanno!”

“Aspettavo te.”

“E non potevi farlo dentro casa?”

“Credevo che fossi andato a dormire nella stalla, ma...non c'eri. Ero preoccupato, a momenti saltavo su Jolly e venivo a cercarti. Ma dov'eri??”

Lo sguardo misto a rabbia e febbre di Luke non ebbe granché effetto su Bill, che sospirò.

“Volevo vedere se riuscivo a trovare qualche indizio o magari beccare il bastardo in flagrante. Ma non ho avuto fortuna.”

“E sei rimasto in città tutta la notte? Da solo?”

“Beh, ovvio, con chi dovev...” Bill si rese conto del senso della domanda, e guardò Luke con un sorrisetto.

“Bene,bene....e poi sarei io quello geloso,eh?”

“Non sono geloso.”

“Ma sicuro!” Lo tirò a sé e cominciò a coprirlo di baci.

“Ti ho detto che -ehi,smettila- che io – no,dai...” L'espressione seria di Lucky svanì in un attimo e cominciò a ridacchiare quando Bill prese a baciarlo sul collo, le guance e la bocca.

Con un ultimo, lungo bacio sulle labbra, Bill diede un pizzicotto alla guancia di Luke, scuotendolo lievemente.

“Il mio gelosone. Avanti, meglio tornare a letto, hop!”

Lo prese in braccio stile sposa, e lo riportò dentro.

Trottalemme rientrò nella stalla e con i denti richiuse le porte. I loro padroni erano stati abbastanza furbi da attaccare delle corde alle maniglie, in modo che se si fossero dimenticati di chiudere la stalla, i loro cavalli avrebbero potuto farlo da soli.

Jolly sollevò un sopracciglio inquisitore.

Trottalemme sospirò con le narici. “Guarda,lasciamo perdere...”


Dopo aver messo a letto Lucky, Cocco si spogliò velocemente, mettendosi a letto assieme al suo amore. Gli posò una mano senza guanto sulla fronte, e annuì compiaciuto nel sentire che per ora la temperatura era normale.

“Bene, forse ti salverai dalla febbre, se adesso te ne stai buono buono qui al caldo, hm?”
Luke arrossì un poco, e nascose il volto nel petto di Bill.
Quest'ultimo lo strinse a sé e lo baciò sui capelli. Non credette necessario parlargli del locale, nè di Absynthe.

“Buona notte. O quel che ne resta.”

 


Nemmeno tre giorni dopo, il sangue riprese a scorrere tra le strade di Hutter Town.

Lo sceriffo richiamò i due cowboys prima che la scena venisse ripulita e il cadavere seppellito.
“Grace era una giovane ragazza costretta a prostituirsi per vivere. Non aveva famiglia, e nessuno sapeva il suo cognome. Un testimone l'ha vista per l'ultima volta ieri notte, prima dell'una, che tentava di adescare qualche cliente. Oggi è stata ritrovata così da un abitante del quartiere.”

Lo sceriffo sollevò il velo scuro che nascondeva il corpo, e la scena che si presentò ai due fu orribile: la mandibola della donna era stata completamente separata dalla mascella, le cavità oculari vuote, il petto colpito più e più volte da forse un'ascia o un coltellaccio affilato. Il cuore e i polmoni si vedevano appena per via di tutto il sangue seccatosi sul petto.


Luke divenne completamente pallido e Bill si mise da parte per vomitare; nessuno dei due fino a quel momento aveva mai assistito ad uno spettacolo del genere.

Lawrence, ovvero lo sceriffo, riadagiò il pesante tessuto nero e si fece il segno della croce, prima che il medico e i suoi assistenti la portassero via seguiti dal becchino.

“Mai...mai nella vita ho assistito a qualcosa del genere...mai nessuno dovrebbe assistervi.”

Cocco si riprese dopo qualche minuto, fece un respiro profondo e si voltò verso Lucky, ancora bianco come un cencio. Non aveva parlato, non aveva reagito.

Non andava bene.

Lo tirò via dal pezzo di strada ancora macchiato di sangue e si avvicinò a Lawrence.

“Senta sceriffo: il mio collega è venuto qui su ordini del medico di Cactus Gulch per le sue condizioni di salute. Poteva anche avvertire PRIMA che ci facesse vedere quel cadavere!” Aveva sussurrato tra i denti con rabbia.

L'uomo si trovò sorpreso della reazione di Bill, e un poco scosso rispose:

“Mi dispiace, non ne ero al corrente...spero non sia nulla di grave.”

Cocco diede un'occhiata al suo partner completamente immobile, lo sguardo perso chissà dove.

“Non importa. Ma temo che dovrò proseguire le indagini da solo, d'ora in poi.”

“Ma...è davvero necessario?”

“Sì. Lo è. Lucky Luke ha bisogno di riposo, o non potrà essere granché d'aiuto.”

Una scusa qualunque, nonostante sembrasse egoistica, andava bene pur di allontanarlo da tutto questo.

Lo sceriffo sembrò rifletterci un istante, prima di annuire.

“D'accordo. Allora da ora in poi riferirò solo a lei ogni tipo di informazione.”

Bill annuì a sua volta. Era fatta. Adesso la parte più difficile era dirlo a Luke.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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