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Autore: Lois Lane 89    10/02/2015    1 recensioni
Suo padre è appena stato eletto presidente degli Stati Uniti. Riuscirà Audrey a mantenere la sua vita così come è stata fino al momento dell'elezione? Per una persona che tiene tanto alla sua privacy non sarà una cosa facile
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente, scese a fare colazione e poi uscì per andare a scuola: si stava incamminando verso il cancello quando si trovò Tom davanti.

“Dove pensi di andare?” domandò Tom.

“A scuola. E tu non ti muovi da qui.” rispose Audrey.

“Il presidente è stato chiaro. Fuori devo essere con te.” disse Tom.

“D'accordo. Mi accompagni e mi vieni a prendere. Se ti vedo in giro per la scuola finisci male. Quella è zona minata per te.” rispose Audrey.

“Infatti non entrerò. Ma sarò sempre con te grazie a questi.” disse Tom porgendo alla ragazza una scatolina.

“Che cosa sarebbero?” domandò Audrey.

“Una mini telecamera e un auricolare. Così potrò vedere che cosa stai facendo. E non pensare di gettarli via. Trasmettono un segnale di localizzazione. Saprò sempre dove sei.” rispose Tom.

Audrey stava per tirargli uno schiaffo in faccia, ma si trattenne; invece lo seguì in macchina, e partirono.

Tom parcheggiò in un posto isolato, e aiutò Audrey a sistemare la telecamera e l'auricolare.

“Ecco fatto. Buona giornata.” disse Tom.

Audrey scese dalla macchina senza nemmeno salutarlo.

La lezione di algebra sembrò infinita per Audrey; durante l'intervallo andò al suo armadietto per riporre i libri e prenderne altri.

In quel momento, un ragazzo le andò addosso e la fece cadere per terra; si accorse che era il capitano della squadra di football, Ryan Renald.

“Mi dispiace tanto, non ti avevo visto.” disse Ryan.

“Tranquillo, non mi sono fatta niente. La prossima volta però guarda dove metti i piedi.” rispose Audrey.

Prima che lui potesse parlare, la sua ragazza e capo delle cheer-lader, Tanya Jensen, si mise in mezzo.

“Che stai facendo con il mio ragazzo?” domandò Tanya.

“Assolutamente nulla. È lui che mi è venuto addosso. È tutto tuo.” rispose Audrey.

Così dicendo, Audrey si alzò, chiuse il suo armadietto e si allontanò.

Durante la pausa pranzo si sedette ad un tavolo nel cortile, e poco dopo Tom si sedette davanti a lei.

“Che ci fai qui? Vattene.” disse Audrey.

“Non sono entrato. Quel ragazzo ti ha fatto male prima?” domandò Tom.

“No, mi ha solo urtato. Sto bene.” rispose Audrey.

“Sembra che ti piaccia.” disse Tom.

“Assolutamente no. Lui è il capitano della squadra di football e il quater-back, e sta con il capo delle cheer-lader. Io non interesso a nessun ragazzo.” rispose Audrey.

“Bè, con il caratterino che hai no di sicuro. Se ti addolcissi un po', forse ne troveresti uno.” disse Tom.

La campanella suonò.

“Non ho voglia di tornare in classe.” disse Audrey.

“Non ti permetto di marinare la scuola. Entra. Ci vediamo dopo.” rispose Tom.

Audrey entrò a scuola, mentre Tom tornò in macchina.

“Ehi Audrey. Chi era quel ragazzo con cui parlavi prima? Era uno schianto.” disse Tanya.

“Solo un amico. E poi non sono affari che ti riguardino, mi sembra che tu abbia già un ragazzo.” rispose Audrey.

Dopo di che, Audrey andò in classe.

Le lezioni ripresero, e durante quella di spagnolo, vennero distribuiti i volantini del ballo scolastico che si sarebbe svolto due settimane dopo.

Le lezioni finirono, e Audrey raggiunse Tom in macchina.

“E io sarei solo un amico?” domandò Tom.

“E' la prima cosa che mi è venuta in mente. Non potevo certo dirgli che sono la figlia del presidente e che tu sei il mio body-guard.” rispose Audrey.

Tom sorrise e tirò fuori il volantino del ballo dal libro che la ragazza aveva in mano.

“Ti servirà un vestito nuovo.” disse Tom.

“No. Gli inviti spettano ai ragazzi. Non mi inviterà nessuno; così risparmio i soldi. Ora andiamo. Metti in moto.” rispose Audrey riprendendosi il volantino.

Tom mise in moto e la riportò alla casa bianca.

Dopo cena, Audrey si rifugiò nella sua stanza; aveva appoggiato la telecamera e l'auricolare sulla sua scrivania e si mise a fare i compiti di algebra, anche se non ci capiva nulla.

Suo padre bussò alla porta, e quando entrò vide il volantino del ballo.

“Se vuoi comprare un vestito nuovo per il ballo vai. Dovrai essere stupenda.” disse il padre.

“Gli inviti spettano ai ragazzi. Non mi inveterà nessuno. Starò a casa.” rispose Audrey.

“Forse, ma non lo farai per il tuo compleanno. Compirai 16 anni. E devi avere una festa come si deve.” disse il padre.

“Non ho intenzione di fare feste in grande stile. Non mi interessa.” rispose Audrey.

“Potrai fare quello che vuoi. Basta che prima me ne parli.” disse il padre.

“Ci penserò su e ti farò sapere.” rispose Audrey.

Padre e figlia si abbracciarono, poi lui la lasciò studiare tranquilla.

Poco dopo, arrivò Tom.

“Ho sentito che presto farai 16 anni. Hai già in mente qualcosa?” domandò Tom sedendosi in fondo al letto.

“No, anche perchè non farò nessuna festa. E ora vattene. Devo fare algebra e non ci capisco nulla.” rispose Audrey.

“Ti aiuto io. Me la cavavo bene con i numeri.” disse Tom.

Infatti, grazie alle spiegazioni di Tom, Audrey riuscì a risolvere gli esercizi.

“Dovresti essere tu il mio insegnante a scuola. Con lui non ci capisco niente. Grazie.” disse Audrey.

“Figurati. E se vuoi ti aiuto anche a organizzare la tua festa.” rispose Tom.

“No. Tanto non verrebbe nessuno. Non ho molti amici.” disse Audrey.

“Tu pensaci intanto.” rispose Tom.

“Ora vattene. O devi controllarmi anche mentre dormo?” domandò Audrey.

“No. Buona notte.” rispose Tom.

Quando Tom fu uscito, Audrey chiuse la porta, indossò il pigiama e andò a dormire.

TO BE CONTINUED...

   
 
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