Fandom: Teen Wolf
Pairing: Sterek
Prompt: Derek non ha nemmeno trenta anni, è divorziato, appena tornato da mesi
di missione come volontario per le Nazioni Unite con una brutta cicatrice alla
spalla a ricordarglielo e non sa cosa fare della sua vita. Poi incontra Stiles,
il cassiere del piccolo supermercato vicino casa sua.
Parole: 558
Titolo: I can do this
Note: Non so se è esattamente quello che volevi, mi sono fatta prendere
dall’introspettività e dai feelings perché GOD. Quindi non so cosa sia venuto
fuori. (sappi solo che sarebbe materiale per un mini long, minimo)
Andare al supermercato è un’agonia.
Derek preferirebbe spararsi ad un piede – e detto da lui vuol dire qualcosa -
invece di incontrare quel ragazzino, ma è inevitabile. Gli serve il cibo, ma
soprattutto gli serve la birra, e non è che può permettersi di andare al
ristorante con quella specie di pensione che si ritrova.
La cicatrice gli prude mentre entra nel piccolo discount del quartiere,
e grattarla è ormai un’abitudine che ha preso senza rendersene conto.
“Buongiorno, raggio di sole!”
Un piede. Sì, decisamente era meglio un proiettile incastrato in un piede.
“Anche oggi il solito cipiglio, eh? Ah, vedo che il reparto cibi in scatola è
ancora un must. E birre, naturalmente. Ed io che speravo oggi mi avresti
sorpreso con un nuovo acquisto. Che ne so, un’insalata. Qualcosa di verde e
salutare, comunque.”
Derek appoggia il contenuto del suo cesto sul nastro con un tonfo e uno sguardo
omicida.
“Nessuno ti ha dato il permesso di darmi del tu.”
Il ragazzino sorride tra i miliardi di nei che gli ricoprono il viso. “Ma se
non lo facessi, non avresti niente per cui sgridarmi.”
Non lo degna nemmeno di una risposta e comincia a riporre la sua spesa dentro
il sacchetto.
È solo quando la sta rimettendo a posto nelle credenze di casa sua – casa di
zio Peter, ma comunque – che si accorge di un bigliettino con una grafia
disordinata.
E un numero di telefono.
“A cosa stai sorridendo?”
“Mmh?” Derek se lo infila in tasca velocemente, senza voltarsi. “Niente. È solo
la spesa.”
Peter lo fissa con sospetto. Come se non fosse abbastanza non avere una casa
tutta sua, un posto di lavoro o progetti per il futuro. Derek deve anche
sorbirsi la presenza invadente di quel lunatico che è impazzito durante la
guerra e se sembra appena uscito da un manicomio militare, beh, è perché è
così.
“Lo sai, vero, che c’è un altro discount a due isolati di distanza? Dovresti
finirla di far finta che non ti piaccia andare in questo qua in particolare.
Così, giusto per dire.”
Derek gli risponde con un grugnito.
L’ultima spesa gli basta per una settimana, quindi non ha scuse per andare nel
piccolo supermercato per almeno qualche giorno. O sarebbe troppo ovvio.
Troppo ovvio perché in effetti spararsi al piede era meglio che vedere qualcuno
sorridergli per la prima volta da anni, e non avere nessunissimo coraggio di
fare niente al riguardo.
Derek è stato in guerra, ha visto persone morire, eppure non c’è niente al
mondo che allievi quella sensazione allo stomaco di non sapere assolutamente
affrontare nulla che sia relativo alla vita di tutti i giorni. Partner o
presunti tale compresi.
Non pensa di essere in grado di dare niente, e questa è l’agonia di quel
supermercato. Il divorzio e l’ultimo lavoro lo hanno fottuto in tutti i sensi
possibili e inimmaginabili.
Ma un numero di telefono… beh, un numero di telefono è tutto. È impersonale. È
distaccato. E dalla distanza può valutare cosa dire e non essere sempre sulla
dannata difensiva ogni volta che apre bocca. Per non parlare quanto sia
dannatamente facile la fuga, in caso.
Passano appena due giorni prima che Derek prenda il coraggio a due mani.
“Ciao.” È tutto quello che scrive.
Il messaggio di risposta gli arriva neanche un minuto dopo.
“Buongiorno, raggio di sole!”
E Derek, di nuovo senza saperlo, sorride.