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Autore: Tota22    11/02/2015    2 recensioni
Una villetta nella zona residenziale di un'anonima cittadina americana diventa teatro dello scontro tra due ragazze. Prima sfidante: Cherry una sedicenne punk, egocentrica e affetta da ribellione adolescenziale cronica. Seconda sfidante: Lynn, un'altra sedicenne, snob e con una sindrome ossessiva compulsiva per ordine, pulizia e organizzazione. I pazzi eventi di un weekend di fine agosto saranno inspiegabilmente innescati da delle merendine, dei dolcetti allegri e un dessert.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La saga delle merendine

Capitolo 4

Sparizioni, Kung Fu e carta igienica.


A casa Bell tutti sapevano quanto Charlotte fosse dipendente dal caffè. Era un fatto universalmente riconosciuto.
Al mattino la ragazza dai capelli rosa era solita trascinarsi dalla sua stanza alla cucina, con una camminata che faceva invidia alle comparse di The walking dead. Il suo corpo si costringeva, mosso da una forza sconosciuta, ad afferrare una tazza e il bricco contenente quella brodaglia bruna, mentre il suo cervello era ancora staccato o bloccato in un dormiveglia fumoso.
Solo dopo un paio di tazze colme d'elisir alla caffeina, Cherry si arrischiava ad aprire gli occhi e rispondere con monosillabi alle domande di sua madre e ai saluti di suo padre, che usciva per andare a lavoro. Dopo tre tazze era perfettamente operativa e cominciava a insultare attivamente i suoi fastidiosi fratellini e se si sentiva ispirata anche sua cugina (solo nel caso le venisse in mente qualche insulto originale, altrimenti la ignorava).

Dunque quando Cherry si svegliò quel sabato mattina (anche se sarebbe stato più corretto dire quel sabato pomeriggio, poiché erano quasi le tre ), con un mal di testa da dopo sbornia e la schiena a pezzi, era solo naturale che appena in piedi le sue gambe la guidassero verso la macchinetta del caffè, come sotto un sortilegio.
Per sua enorme fortuna la macchinetta era piena e il caffè ancora caldo. Un gemito soddisfatto uscì dalle sue labbra sbavate di rossetto dopo che il liquido bollente le era sceso giù per la gola. Certo che aveva un sapore strano, ma forse era solo il retrogusto di birra della sera prima. Finita la prima tazza se ne versò subito un'altra e si mosse, ancora in fase zombie, alla ricerca dei suoi fidati Moschettieri.

La casa era ancora piuttosto tranquilla e silenziosa, di strano c'era qualche sconosciuto addormentato qua e là e solo una montagna di spazzatura sparsa in ogni dove senza nessun danno grave (visibile, almeno).
Oh sì andava tutto a gonfie vele!
Le sembrava di aver scorto la cresta di Rachelle appoggiata alla spalla di una figura imponente e immobile che poteva essere Dom, quando uno strano rumore provenne dai bassifondi del suo intestino.
Un dolore lancinante le fece portare una mano all'addome mentre un'altro sonoro ruggito scappava dalle sue viscere. Le sembrava di avere un orso scatenato nella pancia.
Che strano, non aveva mangiato quasi nulla la sera prima. L'unica cosa che aveva ingerito era stato alcol a fiumi e di solito le faceva venire mal di testa e non mal di pancia.
Cherry si trascinò dolorante verso il bagno dei suoi, alla ricerca di una qualche medicina che attenuasse il dolore al suo intestino impazzito. Aperta la porta si trovò davanti un bagno immacolato, perfettamente in ordine e profumato. Fu a quel punto che Cherry iniziò ad avere dei sospetti.
Con lentezza inaudita causata dai crampi inumani, raggiunse il mobiletto dei medicinali sopra il lavandino e lo aprì.
Vuoto. Completamente. Quelle mensoline solitamente  straripanti di tutte le droghe consentite dallo stato, chiamate banalmente medicinali, delle quali sua madre faceva incetta per essere pronta ad ogni evenienza ( considerando la sua esperienza con i gemelli  tra incidenti e malattie di ogni tipo, dall'influenza alla varicella, nessuno poteva biasimarla) erano più vuote del deserto del Gogi.
Cherry fissò incredula il mobiletto, per poi notare qualcosa sull'ultimo ripiano. Allungandosi con grande sforzo sulle punte afferrò una boccetta di Mexlax (che non ricordava assolutamente a cosa servisse, di sicuro qualcosa per i gemelli), ma i suoi sospetti divennero realtà quando vide un post-it giallo attaccato a mo di etichetta sulla confezione.
Le bastò dare un'occhiata alla perfetta e ordinata grafia per capire chi fosse il mittente del messaggio. Cherry iniziò a leggere frenetica:

Cara Charlotte,
Se stai leggendo questo biglietto vuol dire che hai assaggiato il caffè che ti ho amorevolmente preparato stamattina. Spero ti sia piaciuto, contiene un ingrediente speciale...

A quel punto il suo intestino cedette. Cherry non ricordò come fosse riuscita a raggiungere il water prima di svuotare dolorosamente il contenuto delle sue viscere. Sconvolta, seduta sulla tazza mentre emetteva un concerto di suoni sgradevoli,  riprese a leggere il foglietto che le era rimasto appiccicato alle dita.

...ingrediente speciale (che ti ho allegato al messaggio).
Buona giornata,
dal tuo Coniglio preferito.
P.s.: Ooops credo che sia finita la carta igienica, che peccato vero?

Qualche secondo dopo, i rimanenti ospiti addormentati di casa Bell furono svegliati da un grido disumano proveniente dal bagno.
- LYNETTEEEEEEE IO TI UCCIDOOOO-.
***
 
Dom si stiracchiò mentre apriva gli occhi. Che dormita! Era proprio il momento di una bella colazione. Purtroppo per il gigante buono l'unica cosa commestibile rimasta in cucina era il caffè, che però aveva un odore proprio strano quindi decise di non rischiare.  Se non c'era niente da mangiare forse era meglio tornare a dormire. Stava per salire le scale quando qualcosa in soggiorno lo fece bloccare con un piede sospeso sul primo gradino. O meglio, la mancanza di qualcosa.
Gli strumenti erano spariti. La consolle, gli amplificatori, chitarre, tastiera e addirittura l'intera batteria si erano volatilizzati.
- Ma che....-
 Dom imprecò sonoramente. Come diavolo era potuto succedere?
Il gigante si precipitò a svegliare Rachelle e Tobias, dato che Cherry non si trovava da nessuna parte, che dopo essersi resi conto della situazione, non meno sconvolti di Dom, cominciarono a discutere animatamente.
- Ma chi diavolo è stato? Portarsi dietro un'intera batteria non è mica da poco!- Constatò Rachelle pensierosa.
-Devono aver agito mentre dormivamo, eravamo talmente fuori da non sentire nemmeno le cannonate- disse Dom sconsolato.
Tobias, che era rimasto ammutolito fino a quel momento, intento a scrutare ogni angolo del salotto, si chinò improvvisamente per raccogliere qualcosa sul tappeto persiano che fino a qualche ora prima aveva ospitato i loro strumenti. Era uno zippo, con un'incisione sopra. Per la precisione lo stemma della confraternita beta chi kappa, quella di suo fratello.
- Quel mentecatto!- esclamò rabbioso Tobias.
-Lo sapevo che c'era lo zampino di Robb, avevo detto a Cherry di non invitarlo. Ero sicuro che si sarebbe portato dietro i suoi compari. Scommetto quello che volete che sono stati loro. Li ho visti ieri sera, erano in cinque o sei. In così tanti non deve essere stato difficile caricare tutto su un paio di macchine e filarsela-.
- Maledizione!- imprecò nuovamente Dom.
-Avevo tutti i miei mix salvati su quella consolle! Mesi e mesi di lavoro per comprarmi quel gioiellino, era come una figlia... la mia bambina!- E il gigante buono proruppe inaspettatamente in singhiozzi.
Rachelle raggiunse a fatica la sua spalla, abbracciandolo e dandogli pacche confortanti sulla schiena.
- Non piangere Dom, non tutto è perduto. Ho istallato un dispositivo GPS sulla mia tastiera. Basta collegarsi un attimo dal mio cellulare e sarà possibile localizzarla. Se troviamo la mia bambina sta sicuro che recupereremo anche la tua consolle-
-Grazie Rachelle, sei un genio!- esclamò Dom intrappolando la ragazza in un abbraccio spezza costole.
Il momento di tenerezza fu interrotto dalle urla (minacce di morte) di Cherry dal bagno al piano di sopra.
Rachelle smanettò per cinque minuti buoni al cellulare per poi riuscire nell'impresa di tracciare la sua amata tastiera. Era dall'altra parte della città, ma il segnale GPS sembrava fisso quindi avevano buone possibilità di recuperarla senza imbarcarsi in un inseguimento degno di CSI.

Dopo aver parlato della situazione con una Cherry (sempre in bagno poiché la ragazza non riusciva ad allontanarsene per più di due minuti) dalla faccia più rosa dei suoi capelli e lo sguardo iniettato di sangue,  Rachelle ebbe il permesso di utilizzare la vecchia Ford della madre della strega rosa per andare a recuperare il bottino rubato.
- Sì usatela pure, non so quanta benzina ci sia ma dovrebbe bastare! Inoltre se vedi quella pazza di Lynn, dille di prepararsi a una morte atroce e lentissima, ah e se passate dal supermercato potete comprare della carta igienica? Quella squilibrata ha eliminato tutte le riserve da tutti i bagni della casa!-
-Certo non preoccuparti-  rispose Rachelle scappando dal bagno terrorizzata dalla voce mostruosa di Cherry (oltre che dall'odore poco carino).
I tre Moschettieri erano pronti per la missione, che però tardava ad iniziare perché non trovavano le chiavi di quella carretta da nessuna parte. Dopo mezz'ora di ricerche invano, Tobias disse, esibendo un ghigno divertito:
- Penso di sapere chi ha preso le chiavi-.
***
 
Lynn era in uno stato di grazia. Rinchiusa nella sua stanza nel sottotetto godeva della sua dolce vendetta. L'urlo di Cherry l'aveva avvisata che il suo piano aveva funzionato alla perfezione e una risata malvagia era scaturita dalle sue labbra. Forse aveva un po' esagerato con le dosi, ma Cherry avrebbe imparato a sue spese le conseguenze di comportarsi come una fogna umana (letteralmente),  sparando tutte quelle cattiverie gratuite.
Stava leggendo un bel libro, spaparanzata  per terra sul piumone di Cherry che ormai considerava suo, quando sentì bussare alla sua porta. Non si stupì affatto di ritrovarsi davanti i tre Moschettieri al completo.
- Come mai questa visita per nulla gradita?- li apostrofò con un falsissimo sorriso.
- Ci servono le chiavi della macchina, sappiamo che le hai tu- Le disse sbrigativo Tobias.
Il ghigno di Lynn si allargò ancora di più, aveva il coltello dalla parte del manico tanto valeva fare un po' la spaccona.
 - Beh complimenti per la deduzione Sherlock, le chiavi le ho io. Purtroppo però mi spiace deluderti perché: punto uno assolutamente no, non ho intenzioni di darvele. Punto due a che vi servono?-
Tobias trattenne Rachelle e Dom dal saltarle addosso, perquisirla e strapparle le chiavi da dovunque le avesse nascoste, e disse alla ragazza:
-Per favore Lynn, siamo nei guai-
Dopo che Lynn accordò di ascoltare almeno cosa volessero, Dom l'aggiornò brevemente sulla questione del furto.
La ragazza rimase sconcertata.
- Ma come è possibile? Fino alle sette del mattino gli strumenti erano ancora lì in salotto, io li ho visti!. Poi sono salita qui su e non ho sentito nulla di strano provenire da basso...-
- Hanno agito in fretta, ma ora è fondamentale la velocità. Dobbiamo riuscire a recuperarli prima che li spostino di nuovo. Conoscendo gli amici di mio fratello,  hanno intenzione di rivenderli per farci su dei soldi e a quel punto gli strumenti saranno belli che persi. L'unico modo per riaverli sarà comprarli al doppio del loro prezzo- incalzò Tobias che non voleva perdere un altro minuto.  Alla fine Lynn cedette.
-Va bene, ma vengo con voi e guido io!-
Tre facce incredule la fissarono per molti secondi.  Rachelle non era per nulla d'accordo.
-Scusa principessa, senza offesa, ma non sembri molto il tipo che sa gestire queste situazioni. Saresti d'intralcio-
Lynn incrociò le braccia e rispose infastidita:
- Pensala come vuoi... ma le chiavi le ho io e decido io. Non ho intenzione di lasciarvi la macchina di mia zia, considerando come avete conciato la casa, come minimo la fareste esplodere. Inoltre vi ci accompagno ad una condizione: devi cancellare il video che mi hai fatto ieri-
Rachelle sbuffò,( cosa non avrebbe fatto per la sua amata tastiera) prese il cellulare e cancellò, sotto gli occhi gongolanti di Lynn ,la registrazione incriminata.
- Contenta?-
 Dom ridacchiò nell'osservare il viso contratto di Rachelle, nessuno fino a quel momento era riuscito a tenerle testa ed uscire illeso da uno scontro verbale con l'Hacker.
-  Perfetto.. e  poi ...potrei tornarvi molto utile...- continuò Lynn rivolgendosi a Tobias.
 -Dato che i ladri sono amici di tuo fratello e sono stati qui alla festa, di sicuro vi conoscono o almeno sanno riconoscere le vostre facce. Invece , dal momento che ieri non mi sono presentata al vostro baccanale per cause di forza maggiore,  non mi hanno mai vista... potrei essere utile come diversivo-
Quest'ultima affermazione convinse i Moschettieri che si precipitarono in garage seguiti da Lynn. Una volta in macchina partirono alla ricerca degli strumenti perduti, ma solo dopo aver allacciato le cinture di sicurezza (Lynn li aveva minacciati di non mettere in moto se non l'avessero fatto).
***
 
I Moschettieri e la Principessa scrutavano, da dietro una siepe rinsecchita, una casupola in mezzo al nulla nella zona più periferica della città.
-Un posto più isolato di così non potevano sceglierlo- notò Lynn con voce scocciata.
Avevano raggiunto quel luogo dimenticato da dio ormai da mezzora. Tobias aveva sentito suo fratello al telefono e dopo averlo insultato si era fatto confessare il misfatto. Erano stati veramente i suoi confratelli a prelevare gli strumenti, mentre tutti dormivano , e depositarli a casa di uno del gruppo. La sera stessa di sabato li avrebbero spostati  in un'altra cittadina per rivenderli. Grazie al cellulare di Rachelle e al GPS, gli inseguitori appurarono che gli strumenti erano nel furgoncino bianco parcheggiato nelle sterpaglie in prossimità della casetta. Dalle loro osservazioni a distanza,  nella catapecchia c'erano solo due dei cinque malfattori.
Conoscendo tutti i particolari avevano approntato un piano d'azione.
Lynn avrebbe bussato alla porta dei ladruncoli, fingendo di avere forato e avrebbe condotto i due ragazzi lontano dalla casa per un tempo sufficiente a Dom e Rachelle di entrare, trovare le chiavi del furgone e guidarlo fino a un posto sicuro. Tobias avrebbe aspettato Lynn nella macchina di zia Gwen e la ragazza, dopo aver liquidato i due con una scusa, avrebbe raggiunto con Tobias il punto di incontro con gli altri due Moschettieri. Dopo aver caricato gli strumenti sulla vecchia Ford sarebbero tornati a casa di Cherry, veloci come il vento.

-Ok- , disse Lynn prendendo coraggio, - Si entra in scena!-
Tobias esitò per poi chiederle per la cinquantesima volta:
- Sei sicura di voler andare da sola? Guarda che quei due non scherzano...- Lynn sbuffò esasperata.
- E' l'unico modo possibile e lo sapete benissimo- rispose la ragazza sciogliendosi i capelli e scompigliandoli un po'.
- ...e inoltre se vedessero un ragazzo non credo che sarebbero così contenti di seguirci, si insospettirebbero... - continuò arrotolandosi la maglietta e annodandola in alto per lasciare scoperta la pancia piatta e tonica. Infine tirò fuori dalla tasca dei pantaloncini un rossetto che aveva trovato in macchina di zia Gwen (dal colore carico doveva essere di Cherry) e ne applicò una buona passata sulle labbra. I tre ragazzi la fissarono un po' straniti e ridacchiando sotto i baffi, sembrava proprio un'altra persona.
- Ehi che c'è che non va? - Chiese lei con una faccia da furbetta.
- Non vi piace la mia interpretazione di Lily: una povera ragazza sperduta e vagamente promiscua, in cerca di bei maschioni che l'aiutino a sostituire uno pneumatico forato?-
Rachelle e Dom annuirono tra le risa mentre Tobias continuava a fissarla con occhi da pesce lesso. Infine Dom la rassicurò:
- Sei perfetta, l'unica cosa... prova a parlare in modo meno principesco e un po' più terra terra-
- Vai tra zio, per chi mi hai presa? Aspetto il vostro messaggio di via libera, a dopo!- rispose Lynn facendogli l'occhiolino e uscendo da dietro la siepe diretta verso l'ingresso della catapecchia.
-Speriamo funzioni- sussurrarono all'unisono i tre Moschettieri mentre ciascuno assumeva la propria postazione d'attacco.
***
 
Lynn camminava nel nulla, sempre più in panico. Quanto ci stavano mettendo per trovare un mazzo di chiavi e svignarsela? Continuava a guardare il cellulare in attesa del messaggio di Rachelle che le avrebbe permesso di disfarsi dei due bestioni che l'accompagnavano ormai da venti minuti, in una passeggiata per nulla piacevole. Tom e Jeff (o era Tim e John, Lynn non ricordava) , dopo averla squadrata da capo a piedi e sostenuto una conversazione spicciola senza mai guardarla negli occhi ma piuttosto impegnati a fissarle il seno, avevano accettato di buon grado di aiutarla a cambiare la gomma della sua macchina, che a detta della ragazza si era fermata a qualche centinaio di metri da lì. Ma l'auto (inesistente) non era in vista e i due ragazzi cominciavano a spazientirsi.
-Ehi bellezza- l'apostrofò Tom afferrandola malamente per il braccio -dove hai detto che ti si è fermata la macchina?-
Lynn si morse il labbro e dipinse sul volto un'espressione innocente, mentre si liberava gentilmente dalla presa.
-Oh non lo so! Non la vedo più credo di essermi persa! Sai non conosco tanto bene questa zona può darsi che si trovi da quella parte- esclamò puntando una direzione a caso e riprendendo a camminare.
-Senti ragazzina- Cominciò Jeff piazzandosi minaccioso davanti a Lynn. Le prese il mento tra indice e pollice,stringendo forte fino a farle male, e le alzò la testa per guardarla dritta negli occhi con un'espressione feroce.
-Io non so se ci sei o ci fai, ma se ci stai prendendo per il cul...-
Un rumore interruppe il discorso di Jeff e i due bestioni si girarono di scatto trovandosi di fronte un Tobias molto irritato. Aveva i pugni serrati e un espressione poco rassicurante.
- Toglile le mani di dosso, subito- il tono del ragazzo era molto pacato ma allo stesso tempo pregno di rabbia.
 Lynn imprecò mentalmente mentre pensava: - Che cavolo pensa di fare quell'idiota! Così salta la copertura!-
I due mascalzoni si girarono per fronteggiare il nuovo arrivato.
- Oh guarda chi abbiamo qui, il fratellino di Robb!- esclamò divertito Tom. - Come mai da queste parti, hai per caso perso qualcosa? Scommetto che questo fiorellino è roba tua- Continuò con voce malvagia Tom cingendo le spalle di Lynn con un braccio nerboruto.
- Ci avrei scommesso che era una di voi, anche se per un po' di tempo devo ammettere che mi aveva fregato- la stretta intorno alle spalle di Lynn si fece più salda e la ragazza si irrigidì.
-Ho detto toglile le mani di dosso- ripeté Tobias, gli occhi ridotti a fessure e il fiato corto.
Jeff si avvicinò a Tobias stuzzicandolo con un colpetto sulla spalla: - Che incosciente che sei a mandare una ragazza a fare il lavoro sporco per te, immagino che gli altri tuoi amici saranno a casa mia a cercare gli strumenti non è vero?- La mascella di Tobias si contrasse spasmodicamente.
La  brutta risata di Tom sferzò l'aria soffocante: - credo che troveranno una bella sorpresa quando entreranno in casa... mi immagino già le loro facce. Intanto però... Jeff che ne dici se ci divertiamo un po' con Lily o come diavolo si chiama. Non preoccuparti ti permettiamo di guardare mentre..- lo provocò tracciando una linea sottile con il dito sulla clavicola di Lynn facendo scendere la mano pericolosamente verso il basso.
A quel gesto Tobias si gettò addosso a Jeff che era più vicino tentando di colpirlo in viso con un pugno. Ma l'omaccione, che si aspettava la sua reazione,  si scansò sferrando un calcio all'addome al suo assalitore, colpendolo di striscio.

Appena Tobias si mosse, Lynn prese il braccio di Tom, che era ancora attorno alle sue spalle, e lo piegò con tutte le forze formando un angolo che un braccio sano non avrebbe mai potuto raggiungere. L'energumeno, che invece non si aspettava una mossa così da quello scricciolo,  strillò di dolore e reagì imbufalendosi e caricando Lynn. Quest'ultima, sfruttando il peso dell'avversario, con una mossa rapida e fluida, si piegò facendo passare il corpo del bestione sopra la schiena atterrandolo dolorosamente a pancia in sù. Senza dargli il tempo di reagire lo colpì ferocemente allo sterno e al ginocchio. Il malcapitato si contorse dal dolore imprecando e urlando. A quel punto Lynn andò in soccorso di Tobias che le stava prendendo di santa ragione da un Jeff indiavolato. La ragazza lo colpì alle spalle facendolo piegare verso di lei e lo stese in tre mosse centrandolo nei punti più dolorosi ( naso, alluce e inguine). Tobias , ancora a terra e mal ridotto, la fissò ad occhi sbarrati come se avesse appena avvistato un alieno.
Spolverandosi le mani sui pantaloncini, Lynn rivolse un'occhiata implacabile a Tobias.
-Cosa caspita ti è saltato in mente! Dovevi aspettarmi in macchina, hai fatto quasi saltare tutto il piano!-
Il ragazzo continuava a fissarla, facendo fatica a mettere a fuoco il viso corrucciato di lei, a causa di un occhio gonfio e del sangue proveniente da un taglio sulla fronte che gli oscurava la vista. Si tastò le gambe doloranti tentando di spiegare.
-Ti ho seguita, non mi piaceva come ti guardavano e poi quello ti ha messo le mani addosso e non ci ho visto più..-
Lynn smise di guardarlo male. - Era preoccupato per me?- si chiese tra sé, pensierosa. Sospirò e gli offrì una mano per rialzarsi.
- Sei ancora intero? Ce la fai a camminare?- gli domandò con voce più dolce e preoccupata.
-Credo di sì.. niente di rotto- Lynn passò un braccio di Tobias sopra le spalle facendo appoggiare parte del suo peso sul proprio fianco e lo guidò verso la Ford di zia Gwen. Un silenzio imbarazzante scese tra i due finché Lynn decise di spezzarlo.
- Grazie per essere intervenuto in mio aiuto, anche se non ce n'era bisogno..-
Tobias  sorrise (e non era uno dei suoi soliti ghigni derisori, ma un sorriso vero).
-Ho notato! Eri una furia scatenata, da dove sono uscite quelle mosse da Bruce Lee? Li hai asfaltati!-
- Sette anni di arti marziali mio caro- lo sbeffeggiò lei- e non hai mai visto la mia mossa speciale, il colpo del dragone..-
-Credo di non essere ancora pronto per vederla principessa...- mormorò lui ancora sconvolto.
- Non temere la uso solo in casi estremi- lo tranquillizzò lei facendogli l'occhiolino (Lynn si stupì di se stessa, da quando flirtava con i ragazzi? E soprattutto perché non aveva ancora fatto l'ennesima figuraccia davanti a Tobias?). Lo sguardo di Lynn incontrò quello del ragazzo perdendosi dentro quelle iridi scure. Per un attimo si bloccò,diventando tutta rossa.
- Comunque dobbiamo sbrigarci!- riuscì a dire lei, interrompendo quel contatto e guardando dritto di fronte a sé.
- Tra poco si riprenderanno e ci correranno dietro-
Tobias annuì e aumentò il passo per quello che le sue gambe riuscivano a sopportare.
***
 
Alle sei  di sera Cherry uscì finalmente dal bagno. Quello era stato di certo il pomeriggio più brutto della sua vita e si sentiva svuotata di tutti i suoi organi interni, come se il suo corpo si fosse trasformato in un involucro di pelle pieno solo di aria.
Tuttavia il tempo passato sulla tazza non era stato sprecato, poiché Cherry aveva immaginato almeno ventisette modi per uccidere sua cugina, tutti molto originali ed estremamente dolorosi. Il suo preferito era legarla ad una sedia e asportarle il cervello con una cannuccia, come facevano gli antichi egizi durante il processo di mummificazione.
Dopo essersi fatta una doccia e dato una forma umana ai capelli, Cherry aveva fatto un giro per la casa notando che anche qualche altro suo ospite era caduto vittima del caffè assassino di Lynn. C'erano file non indifferenti davanti alle porte dei tre bagni della casa e le facce della gente in coda sfumavano dal blu al viola.
-Oh cavolo la carta igienica!-
Cherry si rese conto che se non avesse trovato in fretta dei rotoli di cellulosa bianca, ben presto la gente avrebbe iniziato a pulirsi con le tende del bagno, dato che ormai le riviste di moda di sua madre erano finite da un pezzo. Non poteva andare al supermercato perché la macchina l'avevano i suoi amici (Per altro continuava a  domandarsi che fine avessero fatto e soprattutto dov'era quella pazza di Lynn?).
L'opzione rimanente era chiedere ai vicini.
Dopo aver bussato per dieci minuti alla signora Mills senza ottenere risposta, la strega dai capelli rosa decise che doveva tentare dai Burton. Non l'avrebbe mai fatto in circostanze normali ma era un'emergenza.  Stranamente i suoi vicini non erano ancora usciti per la loro passeggiata pomeridiana del sabato attorno al quartiere ( alle quattro e un quarto in punto per tornare poi a casa alle cinque giusto in tempo per il tè, erano così abitudinari che osservando ogni loro azione durante la giornata si poteva dedurre facilmente che ore fossero). Cherry sperò tanto che i Burton non avessero notato le condizioni pietose del suo giardino e i teenager con la cresta che scorrazzavano troppo vicini alla loro proprietà.
Deglutendo a secco suonò il campanello. Per trenta secondi nella testa di Cherry si formò il sospetto che i vicini potessero essere morti per overdose da muffin (motivo plausibile per il quale avevano rotto la loro routine) e già presa dal panico di chiedeva dove avrebbe potuto nascondere i loro ingombranti cadaveri.
Le sue paure furono spazzate via dal signor Burton che aprì la porta accogliendola con un sorriso tonto sotto i baffoni. Cherry squadrando il vicino da capo a piedi desiderò di essere lei quella morta.
Il signor Burton era completamente nudo.
O meglio era nudo a parte le mutande, che però erano nel posto sbagliato (cioè sulla sua testa a mo di cuffietta) e a giudicare dal colore e dal pizzo non erano nemmeno sue. Chi si sarebbe mai aspettato che la signora Burton indossasse delle mutande così osè.
Cherry si coprì gli occhi con le mani accecata dalla visione, mentre il suo vicino le chiedeva con voce allegra, per niente da lui.
- Ciao cara Charlotte, cosa ti porta alla soglia della mia umile dimora? Che fai lì impalata? Entra pure la signora Burton sta preparando i pancakes - Detto questo il nudo panzone tirò dentro casa una Cherry sconvolta e ancora con le mani sugli occhi.
- Cara abbiamo visite, c'è la nostra deliziosa giovane vicina!-
La signora Burton emerse nella cucina vestita solo dei suoi innumerevoli rotoli di ciccia e un grembiulino da casalinga disperata, Cherry desiderò di morire per la seconda volta nel giro di tre minuti. I suoi vicini non si erano affatto ripresi dal tea party del giorno prima oh no!
- Chi è Lynette? Ah no è Charlotte, vieni avanti cara... vuoi un po' di pancakes?- le si rivolse la vicina  con voce zuccherosa e allegra, troppo allegra, agitando il mestolo.
- No grazie signora.. mi chiedevo invece se potevo prendere in prestito un po' di carta igienica, sa l'abbiamo finita...- le rispose Cherry incerta cercando di non guardarla troppo dal collo in giù.
- Naturalmente naturalmente! Signor Burton vai a prendere la carta igienica di sopra mentre io faccio compagnia alla nostra ospite!-
- Agli ordini cara!- e il padrone di casa voltò le sue chiappe flaccide in direzione del bagno, solo dopo aver schioccato un bacio bavoso sulle labbra della moglie. Cherry rabbrividì.
A quel punto la signora Burton la prese per un braccio e si avvicinò al suo viso con aria da cospiratrice.
-Senti Charlotte, non è che tua cugina potrebbe preparaci qualche altro dolcetto come quelli di ieri? Sai non so se è stato quel cioccolato venezuelano di cui mi parlava ma...- mentre blaterava un'espressione furbetta si dipinse sul suo viso tondo-  ...quei muffins hanno fatto miracoli per mio marito...funziona meglio delle pilloline blu.. non so se mi spiego!- continuò la signora piazzando una gomitata nelle costole di una Cherry sconvolta ( No no no non voleva sapere assolutamente nulla della vita intima dei suoi inquietanti vicini).
-Non si preoccupi.. chiederò a Lynn se ha ancora un po' di quel cioccolato..- . Appena il signor Burton le mollò tra le braccia una confezione famiglia di rotoli di carta igienica triplo strato, Cherry guadagnò la porta in men che non si dica, lasciando i due vicini a sbaciucchiarsi in cucina.
Una volta che la porta bianca si chiuse dietro di lei, Cherry non sapeva se ridere fino a star male o piangere a dirotto. Scuotendo la testa raggiunse casa propria e cominciò a distribuire rotoli, a destra e a manca, a ragazzi e ragazze estremamente riconoscenti che giacevano per casa contorcendosi e tenendosi l'addome. Si sentiva un po' come una madre Teresa dai capelli rosa, che portava salvezza a poveri punk intossicati di Mexlax.

Poco dopo suonò il campanello. -Sono tornati finalmente!-. Ma aprendo la porta Cherry non si trovò davanti i suoi Moschettieri, ma un fattorino con in mano una scatola di cartone.
-Oh cavolo la torta di mamma!- Esclamò la ragazza battendosi la fronte con il palmo di una mano.
-Esatto- le rispose il fattorino- ma non è una torta al cavolo, non temere bambina!-
Cherry guardò malissimo l'uomo davanti a sé, senza accennare neanche un sorriso alla battuta pessima che aveva fatto.
Lui la fissò un po' deluso per poi allungarle la ricevuta.
- Sono 47 dollari e cinquanta!-
-Quantoo? Spero tanto che la torta sia fatta d'oro amico, siamo impazziti?- Gli urlò in faccia Cherry sconvolta.
-C'è una quota aggiuntiva per la consegna in giorni festivi, ragazzina-.
- Vabbè manco doveva portarla da Timbuctù! Aspetti un attimo che vado a prendere i soldi-
Il fattorino la guardò ridacchiando- Non ti preoccupare non scappo mica-.
Cherry roteò gli occhi all'indietro mentre andava a prendere il barattolo nella dispensa. Due dollari e cinquanta! Diamine aveva usato tutta la riserva per la spesa alcolica e si era scordata della torta! Beh almeno i centesimi ce li aveva giusti.
Cherry si stava spremendo le meningi in cerca di una soluzione. Alla fine ci arrivò. Conosceva troppo bene sua cugina per dedurre che tenesse una riserva segreta di contanti da qualche parte. Doveva solo capire dove. Si diresse in camera sua e perlustrò l'angolo che occupava la brandina, il comodino e il pezzo di armadio di proprietà temporanea di Lynn. Niente.
-Ma certo la sua tana nel sottotetto!- esclamò trionfante la strega. Per fortuna Lynn l'aveva lasciata aperta e dopo un po' Cherry notò un asse di legno del pavimento un po' sporgente sotto la finestra, lo sollevò frenetica.
-Bingo!- una bella scatola di legno intagliato era nascosta nell'intercapedine.
-Eccoli qua i verdoni!- Cherry sottrasse dalla scatola la cifra di cui aveva bisogno e un bonus per lei (come risarcimento fisico e morale per averla drogata di Mexlax), tornò giù e pagò il fattorino, che la salutò con un'altra battuta pietosa sui suoi capelli che lei ignorò.
Mentre appoggiava la scatola con la torta sul bancone della cucina, Cherry continuava a rimuginare su come vendicarsi di sua cugina.
- Tovato!- Esclamò infine mentre un sorriso malvagio si espandeva sul suo viso. Cherry chiamò a raccolta tutti i ragazzi che ancora giravano per casa e non intenti a svuotare il proprio apparato digerente in bagno.
Alle domande di quando la festa sarebbe ripresa e alle richieste di cibo, Cherry li tranquillizzò che tra poco avrebbero ripreso a fare baldoria, ma prima aveva bisogno del loro aiuto. Passando per la camera dei gemelli e recuperando tutti i pennarelli pastelli colori e vernici a disposizione, armò ciascun soldato punk con delle munizioni. Li guidò all'ultimo piano in soffitta nell'immacolata stanza di Lynn e guardò il suo esercito negli occhi come se volesse scrutare nelle loro anime.
- Al mio segnale... scatenate l'inferno!-.
Lynn avrebbe imparato cosa voleva dire sfidare la strega rosa.


 
 
Note dell'Autrice:
Ciao a tutti! La follia si è impossessata di me e mi ha indotta a scrivere quest'ultimo capitolo. Spero vi piaccia. Mi sto impegnando a cercare dei presta volto fotografici, come suggerito da Momoko, per dare una forma umana  e tangibile ai miei personaggi, ma ancora non ho trovato nulla che mi soddisfi a pieno.
Aspettatevi tanta azione e risate anche nel prossimo capitolo che tratterà dell'apice del festino apocalittico!
Grazie ancora a tutti coloro che hanno letto questa storia!
Au revoir.
Tota

 
  
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