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Autore: Ash Visconti    12/02/2015    1 recensioni
I Primarchi sono i figli genetici dell'Imperatore dell'Umanità, semi-dei agli occhi dei comuni mortali e capostipiti delle più note Legioni di Space Marine.
Questa fic narra i tempi e le modalità in cui si riunirono al loro sovrano e padre.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Vulkan sketch
Il prossimo Primarca riunitosi all’Imperatore fu Vulkan.
Costui, quando venne separato dal padre genetico, finì su Nocturne, un pianeta vulcanico abitato da stoici uomini di carnagione scura regrediti al medioevo. Il bimbo fu trovato da un maniscalco chiamato N’bel, che, riconoscendo in lui il loro salvatore, secondo una profezia del Culto Prometeo, religione delle genti di Nocturne, lo chiamò Vulkan.

Come tutti i Primarchi, Vulkan crebbe ad una velocità straordinaria, raggiungendo la maturità fisica e psicologica (ed un’imponenza maggiore di ogni altro uomo della città) all’età di tre anni. Era anche molto intelligente, ed in grado di migliorare notevolmente le già considerevoli abilità metallurgiche dei fabbri di Nocturne. Fisicamente era calvo ed addirittura più scuro di pelle delle genti di Nocturne.
Quando Vulkan aveva “quattro” anni, la sua città venne attaccata dai feroci alieni noti come Eldar Oscuri. La popolazione della città si nascose, come era solita fare quando i decadenti alieni arrivavano per uccidere, saccheggiare e catturare degli sventurati schiavi, ma Vulkan rifiutò di farlo. Armato solo di una coppia di martelli da fabbro, incitò la sua gente alla lotta e li guidò all’assalto, uccidendo da solo cento Eldar. Gli alieni si diedero alla fuga e non tornarono più su quel pianeta. Quando l’eco della sua vittoria li raggiunse, i capi delle sette città principali vennero a rendergli omaggio, giurando di combattere in eterno i loro nemici piuttosto che sottomettersi ancora a loro.

Felici per la loro vittoria, i cittadini indissero grandi festeggiamenti, in cui si tennero prove di abilità e resistenza. Durante le cerimonie di apertura, comparve uno straniero. La sua pelle era pallida, in confronto alla carnagione scura delle genti di Nocturne, ed anche i suoi abiti denotavano il suo essere forestiero. Mentre tutti si domandavano chi fosse e da dove venisse, costui proclamò che sarebbe stato migliore di chiunque in qualsiasi competizione, causando le risa di scherno di molti che immaginavano un suo confronto con il superuomo Vulkan. Il Primarca accettò la sfida, e lo straniero propose che lo sconfitto giurasse eterna fedeltà ed obbedienza al vincitore.
Per otto giorni, lo straniero fronteggiò Vulkan in parecchi eventi, con né uno né l’altro in grado di prevalere nemmeno di poco. Per esempio, in una gara di sollevamento pesi entrambi sollevarono un’incudine sopra la testa e la tennero in quella posizione, senza cedimento alcuno, per mezza giornata; e la gara fu dichiarata pari.
Finalmente, arrivò l’ultima prova: l’uccisione di una salamandra. Queste bestie tipiche di Nocturne, erano una sorta di draghi sputafuoco senza ali e pesanti anche parecchie tonnellate. I contendenti ebbero un giorno e mezzo per forgiarsi un’arma e andare a caccia della più grande salamandra che potessero trovare.
Vulkan lavorò tutto il giorno alle forge, senza un attimo di respiro. Quando il giorno volgeva ormai al termine, i contendenti erano pronti; Vulkan con un martello enorme, lo sconosciuto con una spada tagliente. Entrambi scalarono la vetta del Monte Deathfire, un grande vulcano che si diceva fosse dimora delle più grandi salamandre del pianeta.
Vulkan trovò per primo la sua preda, e gli fracassò la testa con un solo colpo di martello. Mentre trasportava la carcassa, il vulcano eruttò. Vulkan fu quasi sbalzato in un precipizio, ma riuscì ad afferrarsi all’orlo con una mano, tenendo testardamente con l’altra la sua preda.
Vulkan resistette molte ore, ma la sua stretta iniziava a vacillare, indebolita da otto giorni di sfide continue. Fu allora che lo straniero riapparve, trasportando una salamandra più grande della sua. Vedendo in che condizioni era il suo sfidante, lo straniero gettò all’istante la carcassa della bestia nel fiume di lava, usandola come un ponte per attraversarlo e salvare Vulkan.
Al loro ritorno, Vulkan fu dichiarato vincitore, ma egli, chiesto il silenzio della folla, si inginocchiò davanti allo straniero, dichiarando che un uomo che valutava la vita altrui più importante del proprio orgoglio era degno dei suoi servigi. Lo straniero sorrise e rivelandosi l’Imperatore dell’Umanità, stabilì che Nocturne divenisse il mondo natale della XVIII Legione, e che Vulkan ne era il Primarca e governatore del pianeta.

Fu così che Vulkan si unì con orgoglio a suo padre, prendendo il comando della sua Legione, che si chiamò Salamandre, in riferimento alle bestie di Nocturne ed alla leggendaria sfida tra il Primarca e l’Imperatore. Il Primarca scendeva in battaglia nella sua imponente armatura potenziata e brandendo Portatore dell’Alba, il suo martello da guerra e Cuore della Fornace, un’arma da fuoco simile alla Pistola al Plasma donatagli da Ferrus Manus. Lui ed i suoi Space Marine si guadagnarono la fama di guerrieri duri, fisicamente forti e saldi nei loro propositi. Adeirorno inoltre al Culto Prometeo, la religione di Nocturne che invitava alla fiducia in sé stessi ed al sacrificio per il prossimo, e solo con la meditazione e l'isolazionismo una persona può acquisire una vera comprensione di sé stessa. Fuco, fucina e Martello sono simboli ricorrenti nel Culto, e per questo le Salamandre fanno largo uso di lanciafiamme e martelli da guerra.
 
   
 
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