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Autore: Malia_    03/12/2008    13 recensioni
Noia.. come ogni lunedì mi ritrovai a braccia conserte sul banco dell’aula di spagnolo. E come ogni giorno, ogni lentissimo giorno, mi sentii trasportare da quei sentimenti di disgusto verso il mondo circostante. Monotonia..Le mie mattinate? Cadenzate da ritmi “normali”, immobili, o forse il termine adatto poteva essere, sì.. “privi di senso”.. la scuola era probabilmente il luogo della mia eterna sopportazione perenne.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Oh mamma.. ci credete che siamo arrivati al terzo capitolo pieno?? Io no.. questa fic come ripeterò all'infinito non è facile. Ho una paura.. infondo seguo Twilight non è che mi posso discostare troppo, do' soltanto una mia impronta alla faccenda (mhh.. però Malia aggiungerà delle cose). Spero di non deludere perchè ci tengo veramente troppo a questa fic e sono veramente troppo felice che 21 persone l'abbiano aggiunta ai preferiti e che soprattutto nei commenti voi mi incoraggiate a continuare e ad impegnarmi. E spero continuerete a farlo.. lo spero veramente. Mi piace troppo dedicarmi a questa storia lo ammetto.. e più di tutto qui i pareri contano, se vi piace vuol dire che è un successo. Perciò io ringrazio tanto chi ha commentato, ma proprio tanto. Malia
P.S. Spero di discostarmi un po' dall' Edward originale.. non è uguale daiiiii. Cioè.. è diverso. ( ok Malia non sa che dire)



Irritazione.

Entrai con passo sicuro e svelto in segreteria.. il sorriso stampato sulle labbra, lo sguardo seducente.
- Posso signora Cope?-.
La donna  si girò e mi guardò a bocca aperta.
Edward Cullen..
Sulle prime non mi rispose e io mi irritai terribilmente. Avevo fretta, fretta di spostare quella maledettissima ora, non volevo perdere inutile tempo con lei.
- Volevo.. ecco.. volevo chiederle un favore..-.
Ancora sorrisi.. maliziosamente.. e mi appoggiai al bancone che si trovava di fronte a lei, scivolandole vicino, sicuro di averla in pugno. Mi rilassai giocando d’astuzia..
No, non fare di questi pensieri. È giovane.. ma mio dio.. ma quanto è bello.
Spostai una mano lentamente verso di lei e reclinai la testa guardandola come se fosse stata l’unica donna sulla faccia della terra e il suo cervello andò in tilt.. il cuore aveva cessato di batterle normalmente saltellando impazzito.
- Dimmi, ragazzo, cosa posso fare per te..-.
A parte saltarti addosso se me lo chiedi.. no no.. troppo giovane, troppo giovane..smettila.
- Mhhh..-. mi avvicinai ancora, arrivando a sfiorarla e il suo corpo si irrigidì scosso – vorrei scambiare l’ora di biologia se le è possibile..-.
Peccato avrei potuto darti molto altro..
- Ah beh.. ecco Edward. Sai che non ci è possibile fare cambi di orario a metà anno scolastico..-.
“ Sposta quell’ora altrimenti non rispondo più di me..”.
Sorrisi ancora mellifluo, strappandole un piccolo gemito.
- Ma vede io ho molti problemi e..-.
Povero piccolo.. vieni ti consolo io..ma che stai pensando?Scema..
- Capisco.. ma non so proprio come poterti aiutare. Il professore non ti piace, forse non è di tuo gradimento il modo in cui insegna..?-
La voce della donna era instabile, malferma e io provai un forte disgusto.. se solo avessi avuto gli occhi dorati a quest’ora sarebbe boccheggiante sul bancone a guaire come un cagnolino ubbidiente.
- Va bene qualsiasi altra ora, sono disposto a tutto..-.
Non mi rimaneva che esagerare se volevo ottenere qualcosa di concreto dalla Cope, il mio tono si fece insinuante.
Oh io qualcosa l’avrei da farti fare..ogni notte.. Edward Cullen..
- Beh.. potrei.. ma..ma..-. mi guardava estasiata e io feci un sorriso birichino portandomi una mano tra i capelli e facendo finta di sistemarli.
“ Datti una mossa, sto perdendo la pazienza..”.
Potrei solo se accettassi di venire a letto con me..
“Neanche vivo..”. Pensai sentendo crescere l’angoscia. Stava mettendo a dura prova la mia resistenza..
Percepii la porta sbattere dietro di me. Qualcuno era entrato.. poco male avere degli spettatori, non mi curai affatto dei suoi pensieri o di chi potesse essere.. io avevo uno scopo ben preciso e non mi sarei lasciato distrarre.
- Qualsiasi ora non importa di che materia..la prego, lo faccia per me..-. Supplicai facendole sentire meglio il mio profumo.
Ma come diavolo fa ad avere un odore così arrapante un ragazzino di diciassette anni..?
Non c’eravamo proprio.. avevo decisamente esagerato. E lei continuava imperterrita a resistere.. non avevo dosato con la giusta calma e la giusta lucidità l’attrazione che lei provava nei miei confronti.
Sentii ancora la porta aprirsi e un’ondata di freddo arrivarmi alle spalle. E con il gelo anche un’altra fragranza decisamente più gustosa.
“ Cazzo”.
Lei.. il suo odore.. il suo profumo.. la sua pelle.. di nuovo.
Non mi voltai, ma mi irrigidii immediatamente sentendo la gola in fiamme e il corpo tendersi verso quell’esserino indifeso che si era appiattito al muro per non farsi vedere e non dare fastidio. La saliva cominciò ad inondarmi la bocca e di nuovo il veleno si impastò tra i miei denti, rendendo il mio tentativo di cambiare quell’ora inutile..
Mi girai improvvisamente, arrabbiato.. e puntai i miei occhi dritti nei suoi.. per questo non avevo avvertito nessun pensiero, perché Bella Swan era entrata in segreteria. Annusai ancora l’aria..
“ Mio dio.. ciao bocconcino”.
Avrei dovuto smettere di respirare, ma invece continuai imperterrito ad annaspare senza smettere di fissarla e di desiderarla. La vidi impallidire e dentro di me sorrisi felice.. la piccola bambi aveva paura di me. Mi aggrappai al bancone e feci forza su tutto il mio autocontrollo per girarmi ancora verso la Cope e parlarle.. ansimai disperato.
- Non fa niente..Mi rendo conto che è impossibile. Molte grazie lo stesso-. Mantenni un tono leggero, accelerato e mossi le mie gambe velocemente verso l’uscita.
Non la guardai, non dovevo guardarla.. se volevo salvarle la vita. E così feci.. mi sbattei la porta della segreteria alle spalle con impeto.
E lì.. da solo come un idiota provai ancora quell’intensa sensazione di sconfitta che mi irritò terribilmente. Perché.. perché non potevo percepire i suoi pensieri e perché non riuscivo a resistere al suo sangue? Chi era Bella Swan? Quel piccolo essere umano privo di significato alcuno che cercava in ogni modo di mettermi in difficoltà.. chi era lei per potermi fare questo? La odiavo.. la odiavo con tutto me stesso, con ogni fibra del mio essere.
Mi diressi ancora verso la macchina e aprii lo sportello con rabbia accasciandomi sul sedile. Avevo lasciato la radio accesa.. neanche la musica avrebbe potuto essermi d’aiuto in quel momento.
Ero solo..solo..
Per un attimo i suoi occhi nocciola tornarono a tormentarmi ma io li rigettai via disgustato.
“No..”.
Odio, rancore, rabbia profonda.. ecco cosa Bella riusciva ad ispirarmi.
 “Sei infallibile Edward.. puoi sentire le voci di tutti, ma chi può sentire la tua?”.
Ringhiai sbattendo la testa e le mani sul volante.. non mi piacevano quei pensieri. Non mi piaceva sentirmi così vulnerabile, così debole.
Non volevo dirlo a nessuno. Non l’avrei detto a nessuno, immaginai i volti delusi di Carlisle ed Esme e non lo sopportai. Stavo per uccidere una ragazza indifesa solo perché volevo il suo sangue.
Guardai il vuoto sconvolto.
Improvvisamente lo sportello si aprì facendomi sobbalzare.
- Eih.. Ed.. già in macchina? E che è successo?-.
Emmett si sedette a fianco a me, guardandomi interrogativo.
Perché hai fatto sega?
Non avevo proprio alcuna voglia di rispondergli, ci mancava solo il terzo grado quella mattina e poi la mia giornata sarebbe stata un completo schifo.
Rosalie, Jasper e Alice salirono dietro e fortunatamente si risparmiarono le domande.
Non andartene..
I pensieri di Alice mi colpirono come uno schiaffo. Sapeva..sapeva tutto. Anche di lei.
So che è difficile, ma non farlo..
- E cosa dovrei fare allora?-. Sbottai arrabbiato e cominciai la mia corsa folle verso casa.
Tutti mi guardarono come se fossi impazzito e io tornai a guardare la strada.
Affronta le tue paure..
- Cazzate..-. Ringhiai. Non poteva nemmeno immaginare quanto Bella mi attirasse, quanto la desiderassi. Soltanto pensare di poter respirare la sua stessa aria mi faceva aumentare la salivazione, dovevo stare attento ad evitare accuratamente qualsiasi fantasia su di lei per non avere la tentazione di andarla a cercare a casa per ucciderla. Proprio come un cacciatore che anela alla sua preda.
Rosalie si mise in mezzo acida – Qualcuno ci vuole spiegare?-.
Si può sapere che diavolo ti succede Edward? Pensò preoccupata.
I fratelli al completo avevano gli occhi puntati su di me. “Evviva..”.
- Non può resistere al sangue della nuova..-. Alice svelò finalmente il mistero e nell’abitacolo calò il silenzio. Le loro menti si svuotarono dallo stupore.
- Grazie..-. Mormorai rabbioso ingranando la quinta e sfrecciando tra le macchine.
E che problema c’è se ne fai fuori una su un milione? Ti fai troppi problemi..
Roteai gli occhi verso l’alto. Non avevo parole per esprimere Emmett. E figuriamoci.. non si era mai fatto troppi problemi a fare qualche strappo alla regola. Non me ne preoccupai..
- Vuole andarsene..-. Alice stava cercando forse di farmi perdere la pazienza? Ci era riuscita..
Mi dispiace Edward.. continuò provocando in me solo uno sbuffo scocciato.
Tutti protestarono, ma nessuno di loro riuscii a capire. Nessuno poteva realmente capirmi..
Di nuovo gli occhi nocciola di Bella affollarono la mia mente escludendo tutte le altre.. quelle pupille nocciola terrorizzate, piene di timore e vergogna.. ma anche di sorpresa. Non le avrei fatto del male.. non mi sarei mai perdonato. Era fragile quella ragazzina, troppo fragile.. e sfortunata. Incontrare un vampiro nella propria vita era un conto, ma scontrarsi con un’attrazione così potente significava avere destinata la morte, Bella Swan doveva ringraziare il mio immenso autocontrollo. Ripensai al suo sguardo interessato in mensa.. chissà cosa l’aveva spinta a guardarmi così apertamente. Non mi era sembrato il tipo da mettersi a lanciare occhiatine a sconosciuti..chissà.. non riuscire a leggerla mi frustrava. Cercai un modo per afferrarla, ma senza riuscirci. Considerando l’effetto che facevo a tutte le ragazze della scuola i suoi sguardi non dovevano stupirmi così tanto, eppure in lei non c’era stata malizia, mi aveva osservato con semplice e umana curiosità. Cosa aveva visto in me? Qualsiasi cosa avesse potuto vedere, ero certo che ora si era ampiamente ricreduta.
Pensi a lei?
Un’occhiata gelida allo specchietto centrale per fulminare mia sorella Alice mi diede l’opportunità di smetterla con quelle stupide congetture.
“ Bella Swan..”. Per un attimo la sua immagine mi balenò nella testa.
Fermai la macchina tirando pesantemente il freno a mano e scesi di corsa seguito dagli altri. Dovevo andarmene.. ma dove sarai andato? E sarei mai tornato? L’importante però era andare via di lì.
Tornerai..
Alice mi afferrò per un braccio e mi abbracciò inaspettatamente.
Ti voglio bene..sta attento. Tu sei il migliore di noi ricordalo.
Non le risposi..mi diressi verso la cucina dove sapevo avrei trovato mio padre e mia madre, o almeno, coloro che consideravo come tali ormai da un secolo. Sarebbe stato difficile confidare a Carlisle quella cosa.. ma ormai.. era diventata di dominio pubblico. Sospirai affranto. Ora riuscivo a capire Jasper e la continua ansia che provava nel dover resistere al sangue umano. Io ero terrorizzato.. non volevo di nuovo trasformarmi in un mostro. Entrai trovandoli immersi in una conversazione.
Carlisle mi sorrise.
- Devo parlarti..-. Dissi solamente.
Sul suo volto si disegnò un’espressione preoccupata e i suoi pensieri mi colpirono chiari.
Cosa è successo Edward? Sembri sconvolto..
- Me ne vado..-.
Alle mie parole Esme si alzò venendomi incontro, altrettanto apprensiva. Dovevo averli impensieriti con le mie parole, mia madre infatti non riusciva a capire.. era totalmente confusa.
Edward.. come puoi dire questo..
- Oggi a scuola stavo per uccidere una nuova studentessa..-. La interruppi.
Entrambi trattennero il respiro stupefatti. Sì, da non crederci.. che proprio io, secondo a Carlisle in autocontrollo, con due lauree in medicina, avessi sentito il bisogno di uccidere e fare mio un essere umano. Ironia della sorte.. prima o poi tocca a tutti e adesso anche ad Edward Cullen, ebbene sì.
- Spiegati..-. Mio padre fu paziente come al solito, non arrivava mai a conclusioni troppo affrettate, era il suo carattere e aspettò con ansia le mie spiegazioni.
- Bella Swan, la figlia di Charlie Swan, l’ispettore di polizia.. quando si è seduta vicino a me.. sono esploso. Ci è mancato poco.. beh.. ho deciso di andarmene-. Tagliai corto. Non volevo scendere nei particolari… volevo solo andare via, lontano. Avevo fretta.
Mi avrebbero fermato? Non lo sapevo. Esme mi osservò addolorata e si aggrappò al braccio di Carlisle che non battè ciglio.
Non ti fermerò.. non l’hai uccisa. Ti sei comportato bene..sono orgoglioso di te Edward e se pensi di non farcela.. va..
- Io mi fido di te..-. Aggiunse ad alta voce mio padre.
Dovevo aspettarmelo da lui, per questo lo ammiravo e lo consideravo una guida. Lo ringraziai con un sorriso che ricambiò onestamente. Mi mise una mano sulla spalla e mi accompagnò verso il salone.
- Tornerai vero?-. Esme ci seguì con questa domanda a fior di labbra alla quale rispose immediatamente Alice.
- Tornerà.. lo sa.. è forte-.
Mia madre allora sembrò tranquillizzarsi e mi abbracciò di slancio.
Ti voglio tanto bene..sei mio figlio, credo in te.
Mi sarebbero mancati tanto.. ma dovevo assolutamente riflettere, su me stesso e sulla mia confusione. Non ero così forte come credevano se quel giorno c’era mancato veramente poco che uccidessi qualcuno. Non ci pensai due volte.. senza guardarmi indietro presi le chiavi della mia macchina e uscii di casa verso una meta sconosciuta.
Qualsiasi luogo sarebbe andato bene, purchè lontano da lei.. Bella.

   
 
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