Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
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Autore: Jade Tisdale    12/02/2015    1 recensioni
E' già passato un anno dalla nascita di Seira e la vita sulla terra trascorre tranquilla per le principesse sirene. Un giorno però, la Regina dei Mari chiede il loro aiuto per affrontare una nuova minaccia, una forza molto più potente di Gaito e di Mikeru. Per sconfiggere il nemico, le principesse avranno bisogno dell'aiuto di un nuovo, misterioso personaggio, di cui non si sa ancora nulla. Riusciranno le sirene a cavarsela anche questa volta?
Dal 7° capitolo:
Mi stavo lentamente abbandonando quando, ad un tratto, una voce mi fece tornare in me.
«Seira, non puoi arrenderti così. Io lo so che puoi farcela.»
Aprii lentamente gli occhi e mi ritrovai in un luogo che, tutt'intorno, era bianco.
«S-Sara... Io non...»
«Tu puoi riuscirci. Puoi rialzarti e fargli vedere cosa sei in grado di fare.» Mia sorella sorrise. «Io credo in te, Seira. Non dimenticarlo mai.»
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sara, Seira, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nöelle

 

«I libri sulle piante tropicali sono tutti su questo scaffale.» spiegai, indicandoli. «Sono in ordine alfabetico.»
Rina alzò un sopracciglio. «Avete solo questi cinque titoli?»
Annuii. «Sì. In questi giorni sono venuti a comprane altri parecchi studenti e i rifornimenti li facciamo di venerdì.»
La principessa dalla perla verde sospirò. «Sapevo che avrei dovuto chiedere meno ore di lavoro a Nikora. Come al solito mi riduco all'ultimo minuto per fare le ricerche. Sembro Hanon!»
Feci una piccola risata. «Non puoi prendere spunto da quelle che hanno fatto Hanon e Lucia?»
«Solitamente Hanon copia tutto da me, mentre Lucia copierà da Kaito la mattina della consegna. Ormai quelle due sono irrecuperabili.» Sospirò nuovamente, estraendo un libro dalla copertina rossa dallo scaffale. «Prenderò solo questo.»
All'improvviso, Rina perse l'equilibrio. Scattai in avanti per sorreggerla e la presi tra le mie braccia giusto in tempo, prima che cadesse.
«Che succede?» domandai, preoccupata.
La mia amica si passò una mano sulla fronte. «Nulla, sono solo un po' stanca...»
«Per quanto tu possa essere stanca, non è normale svenire all'improvviso!» esclamai. «Forza, vado a dire al mio capo che ti accompagno dal medico...»
«No, stai tranquilla.» disse la verde, rimettendosi in piedi. «E' stato solo un momento. Sto già meglio!»
Socchiusi leggermente gli occhi, dispiaciuta. «Sei sicura di stare bene?»
«Certamente!» esclamò lei.
Abbozzai un sorriso. «Il libro portalo a casa, te lo pago io. Mi prometti che non appena arriverai all'hotel mi chiamerai per dirmi che stai bene?»
Rina alzò il pollice all'insù, uscendo poi dal negozio.

 

Coco

 

Era da poco terminata l'ora di pranzo e finalmente, i clienti dell'hotel erano tornati nelle loro camere o erano usciti all'aperto. In quei giorni c'era molto affollamento.
Dopo aver pulito la sala da pranzo assieme alle altre, Nikora ci permise di andare a riposare. Io decisi di trascorrere un po' di tempo a prendere il sole, visto che quella era una giornata molto calda. Dopo pochi minuti, un leggero venticello mi accarezzò il viso, rendendo più piacevole la mia permanenza su quella sdraio.
«Ciao Coco!»
Mi tolsi lentamente gli occhiali. «Ehilà, Seira! Torni adesso da scuola?»
La principessa annuì, abbozzando un sorriso, che ricambiai all'istante. Ci fissammo per un paio di minuti, fino a quando la principessa dell'Oceano Indiano parlò.
«Coco... posso farti una domanda?»
«Certamente.»
Sospirò. «Sara ti manca molto?»
Al sentir quel nome, inspiegabilmente, mi irrigidii. Quanti anni erano passati dall'ultima volta che avevo visto la mia migliore amica? Due? Tre? Ormai avevo perso il conto. Mi ritornò alla mente quella sera, un po' di tempo prima di Natale, quando mi parve di vedere Sara. Non lo raccontai a nessuno perché credevo che si fosse trattato di una semplice allucinazione.
Deglutii. «Si.»
Improvvisamente, sentii l'aria mancarmi. I miei occhi cominciarono ad inumidirsi sempre più e mi si formò un nodo alla gola.
Seira mi mise una mano sul braccio. «E' per questo che di recente ti abbiamo vista giù di morale, non è vero?»
E lì, dopo quella frase, scoppiai. Calde lacrime bagnarono le mie guance, alternando qualche singhiozzo. La principessa dell'Oceano Indiano fece un'espressione del tipo "lo prendo come un si" e mi abbracciò. Credo di non aver mai pianto per così tanto tempo in tutta la mia vita. Erano mesi che desideravo sfogarmi con qualcuno, ma non ne avevo mai trovato la forza. Però, il presupposto che qualcuno avesse capito la causa del mio malessere, mi aveva resa vulnerabile.
«Coco, so che non te lo dovrei dire, ma un uccellino mi ha chiesto di aiutarti a tornare a sorridere e credo che rivelarti questo mio piccolo segreto sia l'unico modo per metterti un po' di allegria.» La ragazzina dai capelli arancioni sorrise, iniziando ad accarezzarmi dolcemente i capelli. «Vedi, negli ultimi mesi ho visto diverse volte Sara. All'inizio si presentava di tanto in tanto, ma ultimamente, ci siamo viste parecchie volte. Abbiamo parlato molto ed è quasi come se lei non fosse mai morta. Te lo sto raccontando perché voglio che tu non perda le speranze: un giorno, magari, Sara potrebbe mostrarsi anche davanti ai tuoi occhi. In effetti, mi chiedo perché non lo abbia ancora fatto, ma comunque...»
La bloccai. «In realtà, lo ha fatto.»
Seira alzò un sopracciglio. «Davvero?»
Annuii. «E' accaduto lo scorso autunno. Stavo andando a dormire e dopo un po' si è formata una luce arancione nella mia stanza. Ho avuto tempo di vedere Sara sorridere, ma non sono riuscita a parlare. Credevo che si fosse trattata di un'illusione e ho cercato di dimenticare quell'episodio...»
«In realtà, invece di dimenticarlo, avresti dovuto esserne fiera! Non è bello che Sara sia venuta a trovarti? Magari aveva intuito che ti mancava!» esclamò, facendomi l'occhiolino.
Arrosii lievemente. «Magari hai ragione tu...»

 

Rina

 

Durante il tragitto di ritorno a casa, il mio malessere aumentò. Sentivo la testa scoppiare e restavo in piedi a fatica. In quei giorni, Masahiro aveva avuto la febbre ed era stranamente guarito in pochissimi giorni: ipotizzai che, di sicuro, ciò era accaduto perché me l'aveva passata.
Ad un certo punto, le forze mi abbandonarono quasi completamente. Feci cadere il libro a terra, dopodiché, caddi sulle ginocchia.
«Però, se sei malata, non ci sarà più molto divertimento nel catturarti. Non ha importanza, vorrà dire che giocherò con le tue amiche quando verranno a cercarti!»
Feci in tempo solo ad alzare lo sguardo ed incrociare gli occhi di Megumi: un secondo dopo, mi trovavo dentro ad una sfera bianca, che emanava su di me un'energia molto potente. Non provai nemmeno a romperla: sapevo che sarebbe stato tutto inutile.
La sfera seguiva Megumi, sicuramente a causa di un incantesimo, ma riuscì a portarmi semplicemente dentro il mare perché, dopo non molto, una canzone riuscì a rompere in mille pezzi la sfera.
«Nöelle!» esclamai, nuotando verso la mia amica, che mi abbracciò.
«Rina... meno male, sono arrivata in tempo...» sussurrò, stringendomi a sé. «Sapevo che non stavi per niente bene, così ho chiesto una mezz'ora di pausa per poterti osservare a distanza. Avevo paura che potessi svenire da un momento all'altro!»
Abbozzai un sorriso. «Adesso mi trasformo e ti do una mano...»
«Non se ne parla proprio! Tu stai male, perciò adesso mettiti in salvo! Sono certa che Seira arriverà a momenti!»
«Mi avete chiamata?» chiese una voce.
La principessa dalla perla arancione e quella dalla perla gialla si posizionarono davanti a noi, guardando Megumi minacciosamente.
La ragazza dai capelli rosa si irrigidì, dopodiché, si lasciò andare ad un sospiro. «Non è andata come pensavo...»
Dopo aver sussurrato quelle poche parole, se ne andò, lasciandoci perplesse.

 

Yuma

 

Quando scesi dall'aereo, il sole stava già tramontando; nel giro di pochi minuti, il taxi mi portò a destinazione.
Rimasi ferma sul marciapiede per qualche secondo, godendo il lieve venticello che mi accarezzava il viso. Poi però, arrivo il momento di suonare il campanello.
Una ragazzina dai capelli azzurri lunghi fino alle spalle e due graziosi occhi nocciola venne ad aprirmi la porta. Sul suo volto andò a formarsi un'espressione stupita e sembrò quasi che stesse per scoppiare a piangere.
«Yuma...»sussurrò, portandosi una mano davanti alla bocca.
Sorrisi. «Ciao, Naomi.»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Piccola nota che non c'entra nulla con la storia: ho pensato di creare una pagina Facebook in cui scriverò se ho qualcosa da dire sugli aggiornamenti delle mie storie (e non solo), perciò, se vi può interessare, potrete vederla cliccando qui :)

   
 
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