Fanfic su artisti musicali > Selena Gomez
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Autore: Gomizzle    15/02/2015    5 recensioni
Due normalissimi ragazzi,Justin Bieber e Selena Gomez si ritrovano ad affrontare l'ultimo anno di superiori.
Quest'ultimo sarà pieno di emozioni,amore,amicizia,felicità,tristezza,debolezze e problemi adolescenziali.
Come si comporteranno i ragazzi in questa situazione?!
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Selena Gomez, Un po' tutti
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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HEI,ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO,BUONA LETTURA.

JUSTIN'S POV
 
Era, finalmente, Sabato. Mi svegliai e la stanza era illuminata da un chiaro raggio di sole, aprii gli occhi e mi girai verso l'orologio. Erano le 10:00, decisi così di rimanere ancora un po' nel letto.
Nel mentre mi guardai un po' intorno, puntai lo sguardo sulla parete principale, era bianca e piena di cover plastificate di cd, tra cui: American Idiot e Demolicious dei Green Day, Bad Blood dei Bastille, altre di Rihanna, Nicki Minaj, Usher, Justin Timberlake, Lana del ray e poi tutte le cover dei cd dei miei idoli, ovvero Chris Brawn e Drake.
Dopo aver scrutato ogni singola cover spostai la mia attenzione dalla parte sinistra della parete dove c'era la finestra coperta dalla tenda, dalla quale trapassava la luce del sole. Sotto di essa c'era il termosifone e in più la scrivania, piena di scartoffie varie, cd, quaderni, libri, caricabatterie vari e ovviamente il mio pc.
Girai, poi, gli occhi verso l'armadio sulla quale, da piccolo, avevo attaccato qualche adesivo di giocatori di basket e di hockey. Dopo aver vagato un pò, con gli occhi, per la mia stanza presi il telefono, volevo dare il buongiorno a Selena, ma quando aprii i messaggi ne trovai uno suo.
Lo lessi con molta attenzione e un sorriso, automaticamente, mi spuntò in viso. Sentivo che le farfalle cominciavano a svolazzare nel mio stomaco, la testa cominciò a girarmi leggermente e, come facevo di solito quando ero nervoso,mi mordicchiai il labbro inferiore. Ero felicissimo, Selena voleva rivedermi, le piaceva l'idea di conoscerci fino a fondo e ciò non era da lei, o meglio, permetteva solo a Kylie di vedere il suo 'lato nascosto', ciò mi rendeva davvero pieno di gioia.
Non aspettai un attimo di più per rispondergli, ma cercai comunque di mantenere la foga e le scrissi semplicemente: 
-"Giorno Gomez, ho appena letto il messaggio e bhè...che dire?! Sono pienamente d'accordo con te su tutto ciò che hai detto e poi è stato un piacere accompagnarti a scuola.
Ah...tranquilla, non ti chiamerò più Seleneur, promesso! Adesso devo andare, buona giornata Sel."-
Dopo averle risposto ero un pò in ansia, mi alzai dal letto e mi diressi in cucina, mia madre era uscita e io dovevo prepararmi per andare da mio padre. I miei si separarono quando avevo 10 mesi, circa, ma fortunatamente hanno mantenuto un ottimo rapporto d'amicizia, lui, in oltre, si risposò con un'altra donna, molto bella devo dire, e insieme hanno avuto due splenditi bambini, Jazmin e Jaxon. Feci colazione, andai in bagno e mi sistemai, dopo di che presi le chiavi della macchina e mi avviai verso casa di papà. Accesi la radio e in quel momento trasmettevano Look at me now di Chris Brawn. Adoravo quella canzone!
Alzai il volume e mi persi fra le note di quest'ultima, per di più, mentre guidavo, osservavo ogni singolo dettaglio del paesaggio, come al solito. Era una giornata di sole perciò ogni tipo di colore risaltava ed era luminescente, gli alberi ormai stavano mutando in colori più tenui e scuri e in fine, notai il cielo, era d'un celestino limpido tanto da sembrare trasparente.
A interrompere il mio  viaggio fra il paesaggio fu una chiamata di Ryan:
**
''Hei Justin, oggi hai da fare?'' disse;
"Si, oggi sono da mio padre. Perchè? Che avevi intenzione di fare?" risposi un po' incuriosito;
"No, niente. Kylie mi aveva chiesto di uscire, non mi andava di stare solo con lei e Selena" disse quasi sbuffando;
"Selena?! C'è anche Selena?" dissi entusiasta, quando Ryan pronunciò quel nome il mio cuore cominciò a battere all'impazzata, volevo uscire con Selena, volevo vederla;
"Si c'è anche Selena. Perchè? Come mai così tanto interesse? Ti piace eh?" stava cominciando a fare troppe domande, ma d'altro canto lui era il mio migliore amico, così decisi di dirgli almeno una parte del mio 'piccolo segreto';
"Basta fare domande, sai che le odio. Comunque..." dissi cercando fra la mia testa le parole adatte, nel frattempo lui aggiunse "Sai che puoi dirmi tutto" con grandissima serietà;
"Ehm...okay. Allora...sono un pò di giorni che ci vediamo, solo noi due. Stiamo legando molto ultimamente, io per lei sono solo un amico..." mi fermai per poi riprendere "ma...ma lei per me non è solo una semplice amica...insomma..." mi fermai, di nuovo cercando di capire che termini usare per rendere bene l'idea, e poi ripresi "...lei per me è molto di più, cioè, sta diventando molto di più. Sento di cominciar a provare qualcosa nei suoi confronti. Lei mi fa sorridere, amo vederla felice e per di più amo renderla felice." dissi sottolineando, con il tono della voce,  'renderla felice'.
Ryan fece una fragorosa risata, pensavo mi stesse prendendo in giro, invece mi disse  "E bene si.Bieber, il ragazzo di ghiaccio comincia a provare dei sentimenti per la ragazza, altrettanto, di ghiaccio.";
"Ryan...non siamo fatti di ghiaccio." dissi con un tono quasi scocciato, nel frattempo mi parcheggiai proprio di fronte il vialetto di casa di mio padre, Jeremy;
"Ma dai su, lo faccio per scherzare." rispose tranquillamente.
Continuammo a parlare fino a quando arrivai davanti la porta, dopo di che gli dissi che gli avrei fatto sapere se il pomeriggio potevo andare o no.
Suonai il campanello e mi venne ad aprire papà che con un caloroso abbraccio mi accolse in casa. Appena entrai notai che sopra il camino c'era una grande cornice con dentro un centinaio di foto, tra le tante ce ne erano alcune mie.
"Da quanto quella cornice è lì?" dissi aggrottando la fronte indicando, girandomi verso mio padre, la cornice;
"Circa una settimana." disse alzando la testa per poi continuare ad apparecchiare la tavola.
Non avevo ancora salutato i miei fratellini così mi diressi in camera loro e cominciai a stuzzicare un pò il piccolo Jaxon. Era bellissimo, biondissimo con gli occhi color caramello, come i miei.
"Hei Jaxon. Mi dai le tue caramelle?" dissi togliendogli il pacchetto dalle mani;
"No. Le caramelle sono mie. Non le do a nessuno. Ne a mamma, ne a papà, ne a te e ne a Jazmin. Sono solo mie." rispose ripredendosele con forza;
"Che caratterino" aggiunsi prendendolo in braccio facendogli un po' di solletico.
Dopo aver stuzzicato il biondino andai dalla mia piccola principessina Jazzy, aveva i capelli raccolti in due codini e indossava un vestitino rosa confetto che la faceva ancora più coccolosa. La salutai con un bacetto e dopo la chiamata di mio padre, per il pranzo, scendemmo tutti e tre.
Come al solito, mio padre e la sua compagna, mi chiesero dei miei primi giorni di scuola e lì ebbi, come al solito, qualche flashback riguardante il sorriso di Selena e la sua risata. Le cose che amavo di più di lei.
Rimasi lì a raccontare di me, dei miei amici e di lei per un'oretta buona e fra un boccone e l'altro finimmo, anche, di pranzare. Ci spostammo, poi, sul divano che si trovava proprio dietro il tavolo e davanti il camino. Si stava benissimo, adoravo il freddo, ma quel calduccio anche non mi dispiaceva. Giocavo con i miei fratelli e parlavo con mio padre contemporaneamente. Ero contentissimo e me lo si poteva leggere benissimo negli occhi.
 
SELENA'S POV
 
Come ogni Sabato mi alzai all'ora di pranzo, la prima cosa che feci fu, ovviamente, mangiare.
In tavola c'era solo un piatto con un po' di pasta, un bicchiere, la onnipresente coca-cola, una forchetta, un fazzoletto e un bigliettino di mia mamma con su scritto:
-'Oggi sarò fuori per tutto il giorno con Brian. Se hai bisogno non esitare a scrivermi e se devi uscire ti ho lasciato dei soldi sotto la biscottiera. Baci, mamma.'-
Dopo aver letto il messaggio mi scaraventai sulla pasta, ero affamatissima. Accartocciai, poi, il bigliettino e con un agile lancio lo buttai nel cestino, dall'altra parte del tavolo, appoggiato alla parete dove c'erano i quadri di famiglia. Mentre mangiavo li osservai uno ad uno, c'erano delle  foto di quando ero piccola, molti ricordi attraversarono la mia mente, in quel momento.
Puntai, poi, lo sguardo su un quadretto con una cornice a specchio, davvero molto bella. In esso c'era una foto mia e di mio padre che mi fece tornare in mente il mio sesto compleanno, l'ultimo passato con tutta la famiglia al completo. La nostalgia cominciò a salire, posai la forchetta e riempii il bicchiere d'acqua. Avevo bisogno di bere perchè mi si formò un nodo in gola e facevo fatica anche a mangiare. Troppi ricordi e troppe emozioni tutte insieme.
Dopo di che spostai l'attenzione verso il braccialetto che, il giorno prima, mio padre mi aveva regalato. Continuavo a ripetermi fra me e me quanto fosse bello, continuavo ad osservarlo nei minimi dettagli, in più avevo costantemente qualche flashback di quel lontano sesto compleanno.
L'atmosfera era bellissima, tutti che ridevano e scherzavano...ora non era più così, ora era tutto diverso, ora, la famiglia, non era più una vera e propria famiglia. Questo miscuglio di ricordi e pensieri mi turbavano molto, avevo bisogno di rilassarmi. Andai in cucina e posai il piatto sporco nel lavandino, insieme alla forchetta e al bicchiere, rimisi la bottiglia d'acqua nel grande frigorifero bianco ricoperto di adesivi e calamite e poi me ne tornai in camera.
Come ho detto avevo bisogno di rilassarmi e quale posto migliore del bagno?
Aprii l'acqua tiepida per riempire la vasca, spensi la luce in modo da far illuminare la stanza dai leggeri raggi di sole che trapassavano dalla finestra, socchiusa. Presi la mia piccola cassa, la collegai al telefono e misi subito un po' di musica soft, nel mentre mi spogliai e mi immersi nel mondo del relax, o almeno così lo chiamavo io.
Presi il telefono e lessi le ultime notizie, fra i miei messaggi però ce n'era uno di Justin.
Mi agitai leggermente prima di aprirlo, le mani mi tremavano anche, ma dopo aver letto cosa aveva risposto sorrisi e tornai, nuovamente, a rilassarmi.
Quando mi trovavo nella vasca, i miei pensieri, insieme ai miei ricordi, era come se si spegnessero. La mia mente era libera e il più delle volte mi addormentavo, infatti dopo neanche cinque minuti crollai.
Restai a bagno per un'oretta, poi mi chiamò Kylie.
"Selena!" disse euforica;
"Kylie" dissi mettendo il vivavoce mentre uscivo dalla vasca;
"Allora alle quattro ti passo a prendere" continuò sempre euforica;
"Ehm...dove si va?" chiesi avvolgendomi in un morbido asciugamano ocra che riprendeva le pareti del bagno beige;
"Andiamo al parco, ci andiamo a fare una passeggiata." rispose;
"Oh bene. Andiamo solo noi due?" chiesi cominciando a pettinare i capelli;
"Ehm..." rispose come se volesse nascondermi qualcosa e io cominciai ad insospettirmi.
Dopo una pausa continuò "..no, non siamo sole. Ho sentito Ryan poco fa e..." fece una pausa e poi riprese "...ci sono anche lui e Justin.".
Justin. Ci sarebbe stato anche Justin. Il cuore cominciò a battere fortissimo e le mie gambe a tremare. Avevo il respiro un po' affannato così mi sciacquai il viso, era assurdo come Justin mi rendeva ansiosa, non mi era mai capitato prima d'ora, con nessuno e neanche quando, tempo fa, avevo una cotta per lui. Questo fu la conferma del fatto che i sentimenti nei suoi confronti stavano crescendo sempre di più, a livello sproporzionato.
"Okay. Va benissimo." dissi dopo essermi calmata, diciamo.
Salutai Kylie e mi diressi in camera, mi distesi sul letto e, ancora con l'asciugamano, fissai il soffitto. Per scaricare l'ansia cominciai a fissare il lampadario e cominciai ad osservarlo nei minimi particolari, era piccolo, ma faceva tanta luce perchè c'erano tre lampadine messe a triangolo, esse erano collegate fra loro da dei tubi bordò che riprendevano le scritte che avevo sul muro, dal lampadario, infatti, passai ad osservare quest'ultime. Erano citazioni di scrittori famosi, che io adoravo da morire, oppure frasi di canzoni dei Green Day o di Ed Sheeran.
Mentre ero presa ad osservare le scritte un brivido di freddo mi attraversò la schiena, così mi cominciai a vestire per l'uscita. Scelsi i vestiti con cura e devo dire che restai molto soddisfatta del risultato.
Misi la maglia dei Nirvana, con dei pantaloncini a vita alta coperti dalla maglietta, le calze a rete, le parigine nere e le creepers, anch'esse nere. Amavo quell'outfit ed ero molto entusiasta per l'uscita.
Anche se ormai, a mal in cuore, mi ero convinta che io e Justin dovevamo rimanere solo amici ero felicissima di vederlo, le farfalle che avevo nello stomaco era impossibile fermarle e d'altro canto anche il mio cuore non smetteva di battere in maniera sovrumana.
Tra una cosa e l'altra le ore passarono velocemente e con Kylie ci dirigemmo al bar vicino l'accademia.
Durante il tragitto, ovviamente, ascoltammo un pò di musica, ma le raccontai anche di Justin.
"Sai Kylie, io penso che Justin sia un grande amico, mi trovo benissimo con lui,mi fa stare bene.Quando sto con lui mi dimentico del mondo esterno, per me ci siamo solo noi due." le dissi giocherellando con la cinta dell'auto;
"Bhè sono cose bellissime queste, perchè sembri triste?" disse con tono materno;
"Kylie...io e lui...dobbiamo rimanere solo amici. Lui non prova nulla per me. Non voglio rovinare l'amicizia e il rapporto che si sta creando fra noi. Voglio distrarmi e pensare ad altro..." risposi spostando lo sguardo fuori dal finestrino.
Kylie mi mise una mano sulla gamba e aggiunse "E' un'ottima idea quella di rimanere amici, ma tu non potrai soffocare i tuoi sentimenti per sempre. Però se vuoi fare così io ti appoggio, come lo farò sempre, sappilo." disse, io risposi semplicemente guardandola negli occhi e sorridendo.
Aveva ragione, non avrei mai sopportato il fatto di negare i miei sentimenti. Non ce l'avrei mai fatta, ma dovevo essere ottimista e nella mia testa continuavo a ripetermi che dovevamo essere solo amici e che questo non avrebbe portato gravi problemi.
"Allora, visto che ti vuoi distrarre da Justin posso parlarti di un mio amico?" mi chiese con il suo bellissimo sorrisetto;
"Va bene " dissi scoppiando in una fragorosa risata;
"Allora...Si chiama Anton, ha 22 anni ed è tedesco, ma vive in America da quando è piccolo. Anche lui è un'artista, è un ottimo dj e il suo nome d'arte è Zedd. Non è molto alto, ha i capelli marroni come gli occhi e ha un po' di affascinante barbetta. E' molto carino nei modi ed è dolce. Ti piacerà sicuramente, magari non ti farà provare lo forti emozioni che ti fa provare Justin, ma fidati è un'ottima distrazione." disse facendomi l'occhiolino e io scoppiai a ridere.
Descritto così non mi incuriosiva molto, ma volevo provare a conoscerlo, magari sarebbe scoppiata la scintilla, io mi sarei dimenticata di Justin e saremmo rimasti solo grandi amici e...no ok, stavo cominciando a dare i numeri così cercai di tenere a bada la mia fantasia, che già in precedenza mi aveva causato qualche problemino.
Arrivammo al bar e seduti ad aspettarci c'erano Justin e Ryan. Quando lo vidi sentii che passo passo diventavo sempre più rossa. Ero agitatissima e quando mi sedetti, di fronte a lui, mi tremavano leggermente le mani. Per fortuna, il più delle volte, riuscivo a mascherare i miei sentimenti e, infatti, dopo esserci salutati riuscii a rendere l'idea d'essere serena e tranquilla.
"Uhm...Justin, scusami per prima se non ho risposto al tuo messaggio." gli dissi sorridendo;
"Tranquilla Gomez" rispose con un occhiolino.
Cavolo mi aveva fatto l'occhiolino, dentro di me cominciarono a scoppiare i fuochi d'artificio, ma non dovevo lasciarmi andare, dovevo rimanere serena e tranquilla.
Eravamo seduti sotto un gazebo, sulle asticelle che sorreggevano il tendone c'erano delle roselline rosse che si trovavano anche sui vari tavolini.
Parlammo del più e del meno per qualche oretta, ridevamo, scherzavamo e ogni volta che Justin mi rivolgeva la parola o sorrideva una scarica elettrica attraversava il mio corpo.
Dopo essere stati al bar, ci alzammo e andammo al parco a fare una passeggiata. Mentre camminavamo Ryan e Kylie si allontanarono per prendere le sigarette. Bene...rimanemmo solo io e Justin.
"Che mi dici, Gomez?" mi chiese dirigendosi verso la panchina passandosi una mano fra i capelli;
"Niente di che..." risposi seguendolo;
"E quel braccialetto?" continuò guardandomi sorridendo;
"Ah, questo me lo ha regalato mio padre, me lo ha mandato ieri pomeriggio. E' un porta fortuna." risposi abbassando leggermente lo sguardo per distoglierlo dal suo che mi toglieva letteralmente il fiato;
"E' bellissimo." disse passando un dito lungo il contorno della 'S';
"Si, davvero molto bello. Adoro le cose così semplici." dissi sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mantenendo sempre lo sguardo basso;
"Anche io le trovo affascinanti. Non amo le cose troppo sfarzose." wow...ci somigliavamo come due gocce d'acqua. Avevamo gli stessi gusti e la pensavamo allo stesso modo su molte cose.
Kylie e Ryan però ci interruppero. Mentre i due fumavano io cercavo di continuare la conversazione con Justin, ma appena mi decidevo ad aprire bocca c'era qualcun'altro che mi precedeva. Alla fine me ne feci una ragione e mi rassegnai anche se un po' mi scocciava.
Dopo un'altra oretta di chiacchiere a Ryan venne la bella idea di fare una cena, programmata per il giorno dopo.
Aveva già organizzato tutto e, grazie alle amicizie di suo padre, prenotò anche il ristorante, aveva fatto tutto lui in meno di cinque minuti. Luke, Michael, Shay, Kendall e Taylor erano già stati avvisati. Era tutto pronto. Rimasi a bocca aperta, ma in fin dei conti era una delle doti, che ammiravo, di Ryan: era sempre super organizzato e appena gli si chiedeva qualcosa lui la faceva. 
Si erano fatte le sette e decidemmo di tornare a casa.
"A domani." disse Kylie ai ragazzi;
"A domani Jenner" risposero in coro.
Adoravo quando la chiamavano per cognome, non so perchè, ma mi piaceva...
Quando mi avvicinai per salutare Justin, lui mi mise un braccio intorno alla vita e mi abbracciò. Rimasi senza fiato, stavo per svenire e la mia testa cominciò a girare. Stavo perdendo i sensi.Inizialmente mi strinsi a lui, ma piano piano allentavo la presa. Avevo la testa poggiata alla sua spalla e potevo sentire il suo odore, anzi il suo profumo. Era delizioso, non saprei descriverlo, ma era qualcosa di davvero buono. Ero talmente su di giri che sarei potuta cadere a terra da un momento all'altro. Il respiro si fece affannoso e le mie gambe sembravano mollicce. Stavo per svenire, ma mi sembrava di stare in paradiso.
Quando sciolse l'abbraccio mi diede un bacio sulla guancia e con la sua voce profonda mi salutò. Il cuore batteva fortissimo e un milione di farfalle spiccarono il volo nel mio stomaco ed ero bordò in viso. Ok...avevo appena rischiato di 'morire' fra le braccia del ragazzo che...amo.
Quando arrivai a casa mi distesi sul letto a fissare, nuovamente, il soffitto.Poi spostai la mia attenzione sul braccialetto e tracciai la 'S' come aveva fatto Justin nel parco, ripensai all'abbraccio e di conseguenza sentii un brivido lungo la schiena. Avevo la testa piena di pensieri, alcuni mi rendevano felice e altri, come al solito, mi turbavano. Tutti riguardavano,poi,la solita persona: Justin.
 
HELLO!
Allora,volevo solo dirvi che vi adoro,grazie per le critiche e grazie per i complimenti,continuate a recensire perchè mi aiutate un sacco.
Sono qui con un nuovo capitolo che spero vi sia piaciuto eheh
Vi regalo anche una gif Jelena così vi faccio morire.....
 

COMUNQUE grazie ancora davvero.
P.S-la storia inizialmente può sembrare già sentita,ma fidatevi non è così.Andando avanti,di capitolo in capitolo,capirete e tante sorpresone(non solo riguardanti i Jelena) vi aspetteranno.Non vi spoilero nulla,ma fidatevi di me,per favore. c: 
Detto questo vi amo,alla prossima.BYE!!


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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