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Autore: VioletP_    15/02/2015    2 recensioni
Trixie è una ragazza di undici anni che vive nei primi anni della seconda guerra mondiale. Rimasta orfana dei genitori, decide di scappare di casa e di vendicare la famiglia. Incontrerà un soldato che la porterà nella Cattedrale, luogo dove i bambini rimasti orfani vanno a vivere. In quel luogo scoprirà come sono morti i suoi genitori e quelli degli altri bambini.
Note: per la prima parte del prologo ho preso ispirazione da una creepypasta.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tootie, Trixie Tang, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12: Viaggio verso l’Ospedale.


La casa di Sanjai aveva un’aria leggermente tenebrosa da quando i legittimi proprietari l’avevano abbandonata.
Il gruppo aveva riposato una notte intera nelle stanze della casa e aveva recuperato le forze. Trixie si alzò verso le cinque perché non aveva molto sonno, si passò una mano tra i capelli e sbadigliò, poi sobbalzò:  qualcuno stava armeggiando con chissà cosa in cucina.
Scese con timore le scale e si avvicinò allo stipite della porta della cucina, lì vide Cassandra girata di spalle che stava facendo chissà cosa. La ragazza starnutì e la bionda si voltò.
<< ‘Giorno Trixie! >>
La mora sorrise e guardò il tavolo su cui era poggiato un cestino.
<< Oh, sto preparando delle provviste per il nostro viaggio fino all’ospedale. Comunque sia, ti trovo stanca, hai dormito? >> chiese con apprensione per poi infilare alcuni panini nel cestino. Trixie annuì.
<< Fortuna che in questa casa hanno lasciato del cibo, ed anche in buono stato! >> disse sorridendo. Trixie non rispose.
<< Ma hai perso la lingua durante il sonno? >> chiese Cassandra stufa del silenzio della ragazzina, alla quale scappò una risatina per via della battuta. Entrò nella cucina e si mise a sedere.
<< Chi sei? >> chiese infine. La bionda la guardò e prese una sedia.
<< Come tu ben saprai, Jorgen, Cosmo e sua madre erano volontari. –Trixie annuì-  Bene, io ero lì da parecchio tempo e mi innamorai perdutamente di Jorgen, non sapendo della relazione tra lui e Cosma. Decisi di dichiararmi, lui accettò e diventammo una coppia, ma durò poco: qualche giorno dopo Cosma venne a sapere tutto e mi venne a cercare, aveva una pistola in mano. Non dimenticherò mai quel giorno, dato che è stato anche il giorno della morte di nonno. >>
Trixie la interruppe.
<< Nonno? >>
<< Già. Don Crocker era mio nonno, ecco perché mi sono avvicinata di più al volontariato e al mondo della Chiesa. Comunque sia, Cosma mi minacciò di morte, poi sparò una pallottola che-fortunatamente- mi mancò. Nonno aveva visto la scena e aveva minacciato di farla arrestare. Cosma, Jorgen e Cosmo lo uccisero quella sera stessa. >> Trixie la interruppe di nuovo.
<< Cosmo? Lui aveva detto di aver solo assistito all’omicidio di Crocker. >> disse Trixie, stava capendo alcune cose, ma allo stesso le ronzavano in testa mille domande.
<< Be’, ha avuto un ruolo marginale, ma comunque è colpevole. Comunque sia, io ero lì. Scoprii che Jorgen e Cosma avevano amici nella mafia, e che avevano intenzione di attuare il piano che tu conoscerai. -La ragazzina annuì-. Bene, scoprii anche che erano sulle mie tracce, ovviamente la “mammina” li aveva aizzati contro di me, quindi decisi di inscenare una mia fuga, per poi rifugiarmi in uno dei molteplici passaggi segreti della cattedrale e spacciarmi per una suora. >>
<< Passaggi segreti? >>
<< Ovvio. La Cattedrale risale a parecchio tempo fa, cosa credi? Mio nonno ne conosceva alcuni, è un vero peccato che siano andati distrutti. Comunque sia, Jorgen non ha mai fatto male alle suore, non so il perché, quindi ero protetta. Nessuno, tranne voi ieri, mi ha mai vista senza l’abito da suora. >>
<< Non so cosa dire. >> disse Trixie.
<< Be’, dico che devi andare a svegliare gli altri perché si riparte. Uffa, se solo avessi una macchina! Sai, Wanda non può affaticarsi tanto. >>
Trixie si alzò dalla sedia e andò verso la porta della cucina.
<< Anzi no. Lasciali riposare ancora un po’, e già che ci sei vai anche tu a letto. Vi vengo a chiamare io. >> disse Cassandra uscendo dalla cucina per poi andare verso la porta principale. Si fermò e si voltò verso le scale, Trixie sorrise e andò in camera da letto, dormiva con Tootie.

<< Chissà dove è andata Cassandra. >> disse Wanda a Veronica, entrambe erano sedute su uno scalino davanti alla porta di casa.
<< Wanda, non dovresti rientrare in casa? Meno respiri quest’aria fumosa e meglio è. >> disse la bionda rialzandosi per poi aprire la porta. Wanda sorrise per l’apprensione che Veronica mostrava verso di lei e le tese una mano per aiutare a rialzarsi, Veronica la strinse e le due rientrarono in casa. Cosmo era steso sul divano, Trixie era seduta sulla poltrona accanto al divano e in braccio teneva Tootie, mentre Vicky stava sentendo la radio a tutto volume.
<< Cosmo, tutto ok? >> chiese l’adulta avvicinandosi al marito, che si mise a sedere per farle spazio.
<< Va un po’ meglio, a te? >>
<< Abbastanza bene, dai. >> si voltò verso Trixie, stava facendo delle treccine a Tootie. Wanda sorrise vedendo quanto bene le due si volevano.
<< Trixie, sai dove è andata Cassandra? >> chiese Wanda, guardandola.
<< In realtà no. E’ sparita dopo che ha detto che le serviva una…una…macchina. >> disse Trixie, iniziando a capire dove potesse essere andata la bionda.
In quel preciso momento  qualcuno suonò il clacson, il gruppetto si affacciò, una macchina era ferma lì davanti, Cassandra teneva la testa fuori dal finestrino.
<< Ragazze, prendete i cesti che ho messo sul tavolo e salite. >> disse a Veronica che si era affacciata alla finestra con Vicky. Le due si precipitarono in cucina e presero i due cesti, o meglio, Veronica prese i due cesti.
<< Scusate se non è molto, ma è la prima in buono stato che ho trovato. >> disse. La macchina non era molto grande e non c’entravano tutti.
Wanda si mise davanti, teneva i due cestini davanti ai piedi, Cosmo, Vicky, Veronica, Trixie e Tootie erano dietro. Per lasciare più spazio, Trixie mise in braccio Tootie, ma dietro si stava comunque molto stretti.
<< Dove hai imparato a guidare? >> chiese Wanda.
<< Sono tante le cose che nonno mi ha insegnato a fare. >> disse sottolineando la parola “nonno” e guardando Cosmo tramite lo specchietto della macchina. L’uomo abbassò lo sguardo e la ragazza fece partire la vettura.
<< Così impiegheremo meno tempo, ma dovremo fermarci comunque un’altra notte. >> annunciò Cassandra ai passeggeri.
<< Sai già dove andare? >> chiese Vicky, che era schiacciata tra Veronica e Cosmo.
<< Be’, in teoria no. Ma ci sarà qualche posto in cui dormire. Dai, pensiamo positivo. >>

Oramai si era fatto notte, l’unica cosa che risplendeva per strada erano le luci delle case, su una di queste c’era un’insegna.
<< Potremo fermarci qui. >> propose Veronica.
<< Mh, va bene. Dopotutto c’è scritto che pagando una modica somma possono soggiornare tutti. >> disse Cassandra indicando un cartello.
<< Abbiamo dei soldi? >> chiese Cosmo.
<< No. Tranquilli, ci penserò io a pagarci il soggiorno. >> disse la bionda, entrando nella casa.
Una donna che indossava un cappello li accolse, per un attimo il suo sguardo fu severo e sprezzante, poi sorrise. Cassandra spiegò la loro assenza di soldi, la donna sorrise.
<< Oh, tranquilla. Potrete restare qui anche gratuitamente. Sono sicura che a mio marito non darà fastidio. >>
La sua voce sembrava non naturale, come se la donna si sforzasse a fare quella voce, che a tratti ricordava una conoscenza del gruppo.
   
 
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