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Autore: CalimeNilie    15/02/2015    1 recensioni
Sarà poi vero che Sam si è offerto di accompagnare Frodo nel suo viaggio di sua spontanea volontà? E che Frodo è il padrone misericordioso e gentile descritto dal Maestro Tolkien? Probabilmente no. Non sarà solo un equivoco la partenza del povero Sam, schiavizzato a vita da un padrone crudele e tiranno?
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frodo, Sam, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La morte del principino

Ripartirono pochi giorni dopo, con grande sollievo di Gimli. La dama di Lorien volle comunque dar loro dei doni di congedo.
Per prima cosa si avvicinò a Merry e Pipino e diede loro delle piccole spille, facendo un lungo sermone su di esse. Poi, senza che nessuno se ne accorgesse, tirò fuori dei piccoli sacchettini di pelle e sussurrò loro: “Per la diffusione dell'erba pipa oltre l'Ultima Casa Accogliente!”
Merry era tutto allegro, Pipino invece era così disattento che cercando di indossare la spilla s'era infilzato un dito. Se dama Galadriel fosse stata meno presa dai suoi buoni propositi per la diffusione dell'erba, certo avrebbe visto nella sua mente che Pipino Tuc era agitato per il semplice fatto che la sera prima aveva scovato un'intero armadio pieno di sacchettini simili a quelli che erano stati loro donati e, con la scusa di trovare un nuovo mondo oltre l'armadio, si era chiuso dentro il mobile. Cinque ore più tardi, il cugino aveva aperto l'anta e Pipino era saltato fuori di lì urlando: “Ho preso il tè con il fauno Tumnus!”
Merry e Sam s'erano a loro volta chiusi dentro, ma, non trovando nulla di simile, avevano preferito tacere la questione con i reali di Lorien.
La dama passò dunque a Sam: “Quello stupido di mio marito voleva regalarti una botte di vino. Ma io ho pensato che tu fossi già troppo grasso. Per cui ti regalerò dei semi di fagiolo: i fagioli non fanno ingrassare!” E gli diede una scatoletta di legno. “Inoltre, ecco qui del lembas: se lo mangia Frodo, questo gli darà forza e coraggio. Se lo mangi tu, muori avvelenato. Te l'ho detto: in un mesetto diverrai più magro di un elfo!”
Molto riconoscente, Sam prese il lembas. Inutile dire che alla prima occasione gettò tutto in un lago.
A Legolas la zietta regalò dello shampoo elfico. Quel regalo, tuttavia, offese il principino di Bosco Atro, che era convintissimo di avere dei capelli già bellissimi.
Galadriel passò dunque a Gimli, rivolgendogli un sorriso di compatimento: “Mio povero piccolo amico, non c'è in tutta Lorien un regalo adatto a un nano.” Sorrise malvagia. “Quindi non ti regalerò nulla.” Dopo aver lanciato uno straziato “YAWP”, Gimli, per dispetto, strappò tre capelli a dama Galadriel, la quale gli avvelenò la sua porzione di lembas, facendogli venire la dissenteria per tutto il viaggio.
La Dama Bianca di Lorien elargì regali anche a Boromir – che si lamentò tutto il tempo in cui dovette aspettare – e ad Aragorn – che pianse tutto il tempo perché Arwen lo tradiva con un hobbit.
Quando giunse a Frodo gli consegnò una bisaccia piena di cibo: “Per quando sarai nella casa... non vorrei mai che quel ciccione si pappasse tutto il tuo cibo.”
“Comunque sta' tranquillo che...” provò Celeborn.
“Sta' tranquillo che avrai il nostro voto per l'estrazione finale!” lo rassicurò Galadriel, interrompendo il marito. “Non vorremmo mai che vincesse Sam!”
Sam Gamgee si iniziava seriamente a chiedere se uscire dalla compagnia a quel punto del viaggio fingendosi morto fosse disdicevole.

Proseguirono per due giorni lungo il fiume Anduin, fino alle cascate del Rauros.
Strano ma vero, se la cavarono solo con l'estinzione di tre specie di pesci tipiche dell'Anduin per colpa di Merry e Pipino, che avevano iniziato a spacciare con i pesci.
Avevano inizialmente offerto al sommo re dei pesci una canna e il re, tanto contento degli effetti che aveva avuto sulla sua reale mente, aveva fatto del fiume Anduin una Amsterdam acquatica. I pesci, però, sebbene non fossero abituati al fumo, si erano fatti prendere dalla nuova moda e in poche ore avevano portato l'erba fino alla foce dell'Anduin. Dopo il primo giorno di navigazione, la compagnia fu costretta a farsi strada tra i pesci a pancia all'aria dagli occhi a crocetta.
Ma torniamo alla compagnia, che dopo essersi lasciata dietro uno stuolo di pesci rossi morti stava proseguendo verso il Rauros. Fu a questo punto che Frodo vide un essere che lo fissava inquieto da un ceppo sull'acqua, biascicando: “Pescibus interfectis, Frodus dominus, ferens nostri thesssaurum, in Raurus it...”
Frodo credette di trovarsi davanti a un classicista vero e, preoccupato di poter fare una brutta figura, lo disse ad Aragorn, il quale gli assicurò che non ci sarebbero state creature del genere, una volta che lui sarebbe stato re.
“Ehi, qui il re di Gondor sarò io!” disse Boromir, che l'aveva sentito. Ne uscì una rissa colossale, così che tutti caddero in acqua e si trascinarono sulla terra ferma, continuando a menarsi e a ingiuriarsi contro. Nella confusione, Boromir prese l'anello a Frodo e se la svignò. Purtroppo la loro confusione aveva svegliato degli orchetti che dormivano lì vicino, spingendoli ad attaccarli, al grido di “Erba pipa! Erba pipa!”
Frodo si mise all'inseguimento di Boromir e, dopo essersi ripreso l'anello, tornò sulla sua nave e cominciò a remare via, lungo il fiume Anduin.
Merry e Pipino, come avevano visto Frodo correre dietro a Boromir, avevano iniziato a seguirli, perché convinti che l'uomo avesse preso all'hobbit dell'erba pipa. Si sa, Merry e Pipino stavano sempre dalla parte dei giusti e delle vittime.
Così, furono gli unici a vedere Boromir, in una pozza di sangue, il capo reclino, il respiro affannoso.
“Oddio, è morto?” chiese Pipino.
“Ma perché l'hanno fatto?” domandò Merry.
“Non era lui ad avere l'erba...”
Mentre si tormentavano davanti alla salma del compagno estinto, sopraggiunsero degli orchetti, che li intrappolarono e li portarono via: “Ora voi darete al nostro signore ciò che lui vuole!”
“Noooooo l'erba!” urlarono i due, mentre venivano trascinati via.
Sulla scena del crimine, intanto, giunsero Gimli, Legolas e Aragorn, che prepararono un funerale per il povero defunto. Lo misero in una barca con la sua spada al fianco e il suo corno rotto tra le mani. Dalla riva, loro lo salutarono. Ma in cuor loro, altri erano i pensieri che li agitavano.
“Meglio così” pensò Legolas. “Almeno non dovremo sentire per tutto il viaggio quella puzza di umano.”
“Meglio così” pensò Aragorn. “Almeno avrò il trono libero.”
“Meglio così” pensò Gimli. “ Almeno avrò più birra per me.”
Fino a quel momento due erano i rapiti, tre i finti dispiaciuti, due i morti, due quelli che viaggiavano sul fiume.
Due? Eh già, Frodo non s'era accorto che sulla barca era rimasto Sam, profondamente addormentato. I Valar soli sanno che cosa gli impedì di affogarlo nel sonno. Forse lo fermò l'amicizia o la coscienza. Chissà. Anche se qualcuno giura di aver sentito Sam raccontare che a salvarlo, in quell'occasione, fu il fatto che Frodo sapeva che non avrebbe avuto qualcun altro che gli lavasse i calzini nel viaggio.
Qualche chilometro dietro di loro, una barca con all'interno un uomo morto filava sulle acque. Boromir si mise a sedere e si pulì dal ketchup, sbuffando: “Finalmente me ne sono andato da questa compagnia di pazzi!”

 

 


Noi abbiamo qualche problema siamo persone orribili. Sarà più di un mese che non pubblichiamo e, sì, anche se nelle ultime settimane siamo state un bel po' impegnate non è che non ne avessimo il tempo... Naaah! E sì che noi odiamo gli aggiornamenti in ritardo.
Ad ogni buon modo, con questo capitolo siamo giunti alla fine di “La compagnia dell'anello” che abbiamo amichevolmente soprannominato “La compagnia del fardello” dove il fardello è Frodo. Come vi sembra il capitolo (dai che vi siamo mancate, siiii)? Fateci sapere cosa ne pensate. Ci scusiamo ancora per l'infinito ritardo. A prestissimo (sì, certo!)
Chiara e Nina :)

   
 
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