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Autore: Damon Salvatore_Cit    15/02/2015    1 recensioni
[Justin Timberlake]
Questa storia tratta di una giovane ragazza che sogna di diventare la ballerina numero uno al mondo, e nel tentativo di esaudire questo suo sogno maturerà e crescerà anche grazie alle avventure e alle dure prove a cui la metterà davanti la vita. Come la perdita di persone care, l'amore vero, l'inganno, il tradimento, le difficoltà familiari e tanto altro.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 50 Cent, Altri, Justin Timberlake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 38

Sono trascorsi due giorni dalla sera dei People’s Choice Awards 2012.
Francis, quella notte l’aveva trascorsa a casa della sua ormai fidata e cara amica Katy Perry a Santa Barbara.
Più che dormire, però, le due trascorsero gran parte della notte a parlare tra loro, recuperando il tempo perduto in quelle settimane in cui non si erano né viste, né sentite.
La cantante, sarebbe ripartita in quei giorni, in volta delle ultime due date del suo tour mondiale, che si sarebbero svolte in Indonesia e nelle Filippine.
Fran, amava trascorrere il suo tempo con lei, riusciva sempre a metterla di buon umore, a farla star bene e felice, come se le permettesse di allontanarsi dal malessere che si portava dentro segretamente da ormai qualche anno.
[…]
Fran, in quei giorni, era presa da un’idea per un nuovo progetto coreografico, e ne parlò anche con la sua amica Chenille, esattamente due giorni dopo i PCA, nella sede della EmsAndFran di Los Angeles:
- Dove vuoi esibirti?
- Da nessuna parte… voglio caricarlo sul mio canale youtube.
- Ancora?
- Sì, è importante per me mantenere il rapporto con i fan su quel social network… e poi è quasi un mese che non postiamo un video di coreografie. Dobbiamo mantenere il profilo alto, Chenille.
Chenille ogni volta che si ritrovava ad affrontare discorsi simili con l’amica, notava in lei un animo sempre più professionale, volenteroso di crescere e di migliorarsi.
Oltretutto, Francis aveva l’abitudine di usare un atteggiamento e un tono così formale e serio quando illustrava le sue nuove idee, da far uscire il suo animo da soldato, con le sue movenze ed atteggiamenti, che erano ben impressi nella sua personalità, ormai da anni.
- Ok, va bene bella. Lo sai che quel che dici tu è legge.
Francis non trattenne un sorriso abbassando lo sguardo, e anche la tensione che si era inevitabilmente creata dopo quel suo atteggiarsi da soldato in caserma.
- Non voglio dettar leggi, Chenille… ma è da un bel po’ che ci penso su… e vorrei sapere cosa ne pensi.
- Allora spiegami.
Chenille si mise a sedere su una poltrona nell’ufficio di Fran al secondo piano della struttura, e guardandola aggiunse:
- Raccontami i dettagli di questa tua idea.
Fran imitò l’amica, e si sedette comodamente di fronte a lei, ed accavallando le gambe cominciò a parlare:
- Vorrei chiamare Victor e la sua troupe per girare questo video che caricheremo sul canale…
[…]
Victor Rayers era un amico fidato di Francis, che aveva conosciuto quasi tre anni fa tramite amici, e che lei riteneva un vero genio della tecnologia e della regia, nonostante il ragazzo fosse molto giovane (aveva appena 22 anni) e studiava ancora all’accademia d’arte di Los Angeles.
Victor, però, veniva ingaggiato da Francis per girare video delle sue coreografie, che poi avrebbe postato sul suo ormai famoso e frequentatissimo canale di youtube, e lui si armava unicamente della sua piccola telecamera e di due suoi amici che a loro volta si occupavano di aiutarlo, per poi montare tutto e lavorarlo al computer.
Insomma non erano dei professionisti, ma lavoravano con passione e dedizione, con risultati davvero spettacolari e che rispecchiavano esattamente le volontà di Francis, che a sua volta stava imparando dai ragazzi a maneggiare una videocamera, giusto per divertirsi un po’ ed imparare nuove cose.
[…]
Francis continuò ad illustrare il progetto a Chenille, che l’ascoltava interessata:
- Ho già in mente una coreografia, avremmo bisogno di almeno cinque ballerini di danza classica, e cinque di danza moderna…
- Dieci ballerini?
- Sì, ma balleranno in coppia, quindi tornerebbero ad esserne cinque. Dovranno fondersi tra di loro…
- Beh per quello ci penserai tu, quando dovrai spiegargli i passi…
Si lasciò sfuggire una risatina Chenille, alla quale Fran rispose con un’altrettanta, per poi dire:
- Ho già deciso di chi avrò bisogno per realizzarla, e forse anche le coppie ho ben chiare… Dunque…
Fran si mise seduta composta e cominciò a portare il conto sulle dita di una mano, dicendo:
- Angela che è brava nella moderna, potrebbe far coppia con Jeremy della classica, così come Sylvia e Peter, Susan che è una delle migliori della classica potrebbe ballare con Jey, tu potresti ballare con Steven, e io con Eddy… tra i due io sarei quella esperta in danza classica …e non ridere!
Chenille accigliò lo sguardo e disse:
- Non dovrei ridere per te che fai coppia con Eddy, o…?
Fran sorrise e disse:
- A me fa ancora strano ritenermi una ballerina di danza classica…
- Sei seria, bella? Sono anni che ormai balli la danza classica, e ne sai forse più di chi ha speso la sua vita nelle migliori scuole di danza del mondo.
- Esagerata…
- E’ stato Dio ad esagerare con te nel darti tutto questo talento… A proposito di talenti!
Fran sorrideva, ma poi fu incuriosita dalla sua ultima frase e disse:
- Cosa?
- Sabato sera tieniti libera, MamaSu …dice che preparerà quel tipo di pasta italiana di cui tu vai matta e che non riesco mai a ricordare il nome…
- Gli gnocchi???
Domandò con entusiasmo Fran, mentre le veniva l’acquolina in bocca:
- Esatto! Brava!
Esclamò Chenille col suo solito modo vistoso di gesticolare, poi aggiunse:
- Mi raccomando, se le dai buca ha detto che non ti rivolgerà la parola per almeno una settimana…
Fran ridacchiò ed alzandosi da quella poltroncina, le disse guardandola:
- Non ho intenzione di darle buca, tranquilla…
- Allora Sabato sei dei nostri???
Domandò con forse troppo entusiasmo Chenille, che quasi destò sospetti in Francis che rispose con un titubante cenno di capo sorridendole, ma Chenille riuscì a nasconderle la sorpresa che le stesse preparando, e con agilità finse di nulla ed esordì dicendo qualcosa che le era appena venuto in mente:
- A proposito, bella….
Francis smise di sorriderle e le chiese:
- Cosa?
- Non mi hai detto su quale canzone vorresti tirar su questa coreografia.
Chenille notò subito un cambio di atteggiamento in Fran, che chinò il capo pensierosa verso il basso, e dopo una pausa di qualche secondo, cominciò a parlarle con un lieve tono timido, mentre si portava una ciocca di capelli dietro l’orecchio:
- Ecco, vedi… li ho scoperti da poco, ma mi son piaciuti subito… fanno buona musica e oltretutto… sono anche molto simpatici di persona.
Fran fece una pausa, pensando, poi si strinse nelle spalle mentre la guardava:
- Beh… forse non proprio tutti e tre, ma quando te li presenterò, sono certa che ti piaceranno.
- Wooo! Wooo! Frena un attimo, bella! Starai mica parlando di quei ragazzi di cui mi parlasti prima di partire per l’esercito?
Francis sorrise timidamente ed abbassando lo sguardo, confessò:
- Mh, mh…
Acconsentì col capo e disse:
- Nei giorni in cui ero in servizio in caserma, li ascoltavo a ripetizione… avevo scaricato i loro tre album sul mio iPod e ho pensato ad una coreografia su un loro brano.
- Certo che ti ci sei fissata, bella!
- Ahahah… no, non mi ci son fissata, Chenille… semplicemente… credo che facciano buona musica.
Francis era ormai caduta nel vortice dei 30 Seconds to Mars e non se ne riusciva a rendere conto, ancora…
[…]
Fran maturava quell’idea, e durante tutta la giornata, pensò ad un modo per mettersi in contatto con quei ragazzi e chieder loro di collaborare a quel suo piccolo e veloce progetto.
- Non ho un loro numero di telefono, Chenille…
- E allora come farai a contattarli?
- Non lo so…
- Scusa se te lo dico, bella, ma secondo me ti crei problemi inutili. Fa questa coreografia senza chiedergli il permesso… non credo che riceverai una denuncia da parte loro per plagio, si tratta di un ballo.
Fran e Chenille stavano indossando i loro copri-abiti per andar via dalla EmsAndFran, e mentre scendevano le scale a velocità moderata, Fran le rispose:
- Non è solo questo, Chenille… vorrei chiedergli di partecipare…
- Di partecipare???
Domandò sbigottita la ragazza mente si fermò a guardarla, dopo aver sceso quella lunga scalinata che portava all’uscita della struttura.
- Sì, ho idee ben precise per questa coreografia, e credo che l’unico modo che ho per mettermi in contatto con loro sia quello di andargli sotto casa. Mi accompagneresti?
- Che cosa?
- Sì, mi accompagneresti? Non dista molto da quei casa loro…
- Va bene, bella… ci andiamo con la mia o con la tua auto?
- Con la tua, stamattina sono arrivata a piedi.
- A piedi sin da casa tua?
- Sì…
- Ma è lontanissima!
- Mi piace correre e fare riscaldamento mentre arrivo alla EmsAndFran…
- Wow… qualche mattina di queste mi unisco a te.
- Quando vuoi, bella!
Le fece l’occhiolino Fran, e le due ridacchiando tra loro si avviarono all’auto parcheggiata a pochi metri di distanza dall’entrata.
Chenille aveva un maggiolone cabrio color celestino, stupendo solo a vedersi e guidò sino ad arrivare all’indirizzo che le aveva dato Francis.
[…]
Fran e Chenille parcheggiarono quel gioiellino giusto a pochi passi dall’entrata a quella piccola villa dal tetto basso, circondata dal verde, e Francis si avvicinò al citofono per bussare.
Nessuno rispose, ma dopo qualche minuto d’attesa, qualcuno uscì fuori di casa e si avvicinò al cancello dicendo.
- Ehi!! Chi si rivede! E tu che ci fai qui?
Francis guardò con sguardo accigliato e confuso in direzione di questo ragazzo che aveva un’aria visibilmente assonnata.
Francis ancora dietro il cancello, fiancheggiata da Chenille esclamò con tono confuso:
- …Stavo per chiederti la stessa cosa…
La ragazza distolse lo sguardo da lui, lanciandosi un’occhiata rapida attorno e con sguardo ancor più accigliato, aggiunse:
- Credevo… credevo che qui ci vivessero…
- Tomo e Vicki?
- Esatto…
Finalmente il ragazzo aprì quel cancello e lasciò entrare le due ragazze:
- No… questa è casa di Jared… io ci vivo quando lavoriamo per registrare dei nuovi progetti discografici, questa casa ci fa anche da laboratorio di musica… Ma dai, che fate lì impalate, entrate.
Francis ascoltò con interesse le informazioni gratuite che le stava dando il ragazzo, poi con un sorriso gli disse:
- E’ bello rivederti, ti presento…
La ragazza fu inaspettata travolta da un abbraccio del ragazzo, che andò a salutarla calorosamente, neanche fossero stati amici di lunga data, poi lei tentò di sorridergli ancora, presa dall’improvviso imbarazzo che quel gesto avesse comportato, e guardando Chenille le disse:
- Chenille ti presento Shannon…
Al che guardò il ragazzo che indossava dei larghi pantaloni di tuta grigi, e una t-shirt bianca a maniche corte nonostante facesse molto freddo quel giorno:
- Shannon lei è Chenille… la mia più cara amica, nonché ballerina e socia della mia scuola di ballo di Los Angeles.
- Oh… piacere di conoscerti.
Esclamò con cordialità il ragazzo, mentre le tendeva una mano, e Chenille lo guardava con un lieve stranezza, ma poi gli strinse la mano e disse:
- Piacere mio, Shannon. Posso…farti una domanda?
Entrambi si stranirono a quelle parole della ragazza e si voltarono a guardarla curiosi, mentre Shannon le rispondeva:
- Senz’altro.
- Non hai … freddo?
A quel punto si udì la risata squillante del ragazzo che chiudendosi il cancello della villa alle spalle, faceva loro strada per raggiungere l’interno della casa:
- Non sono un tipo freddoloso… e poi ad esser sincero, mi avete beccato mentre dormivo.
I ragazzi entrarono in quella casa, e Chenille cominciò a guardarsi intorno curiosa, come se avesse dovuto dare un proprio giudizio alla fine di quel “mini-tour” dell’abitazione.
- Oh, ci dispiace! Ti abbiamo disturbato?
Esclamò a disagio Francis, mentre avanzava in quella casa.
- No, tranquille… stanotte abbiamo fatto le ore piccole a provare un nuovo demo con Jared e Tomo e quindi sono crollato attorno alle dieci di stamattina… e mi son risvegliato soltanto adesso. È stato un bene che siate venute, o mi sarei risvegliato direttamente domani.
Disse ridacchiando il giovane sotto gli occhi delle due ragazze che venivano lentamente contagiate da quel sorriso simpatico.
Lui poi le guardò curioso e disse:
- A proposito… come mai siete qui?
- Buongiorno…
Bisbigliò Chenille con un tono di voce quasi impercettibile, ma come al solito, Fran riuscì a sentirla. L’udito le si era affinato negli anni di servizio in esercito.
Le lanciò un’occhiataccia di traverso, poi si rivolse al ragazzo e cordialmente gli disse:
- In realtà volevo proporvi un piccolo progetto…
Shannon sembrava essere alle prese con qualche aggeggio della cucina, e a quell’esclamazione si voltò in direzione di Fran ed accigliò lo sguardo.
- Un progetto? Con la tua società?
Fran non trattenne un sorriso alla parola “società” e poi gli disse:
- Sì. Esatto.
- Uhm…noi abbiamo finito da poco il nostro tour mondiale… e oltretutto sia io che Tomo, che Jared non siamo dei gran ballerini… insomma io so anche cavarmela discretamente con la danza del ventre, ma…
Francis non riuscì a trattenersi dal ridere, e subito Shannon ne fu contagiato.
I due ridevano sotto lo sguardo di Chenille, che si era persa nell’osservare quell’abitazione e quello stile di vita del ragazzo, e aveva dato poca importanza a quello che si stessero dicendo, ma una volta visti ridere, tentò di sorridere anche lei nonostante li trovasse leggermente fuori di senno.
- Sei fuori strada, Shannon… vedi avevo pensato di…
- Aspetta, aspetta, aspetta!
Esclamò il ragazzo alzando un dito come per metterla in pausa, e si diresse a cercare il proprio cellulare, che fortunatamente aveva lasciato sul ripiano della stessa cucina, poi le disse:
- Chiamo Jared… È via con la nostra collaboratrice e degli amici, ma vedo se può raggiungerci così ne parliamo insieme… sai è lui che si occupa di queste cose.
Il ragazzo componeva il numero di telefono del fratello, mentre Chenille con sguardo accigliato, disse:
- Si occupa di coreografie?
Francis dovette trattenersi dal ridere, ma fortunatamente Shannon le rispose dicendole:
- Ahahah no… diciamo che lui è la testa ed io e Tomo siamo le braccia di questa band, meglio parlarne direttamente con lui…
Chenille acconsentì pensierosa, ma non sembrava essere entusiasta, anzi, appariva piuttosto sospettosa, come se qualcosa non la convincesse.
- Ehi Jar! Indovina chi c’è qui…?
Dall’altra parte del telefono, Jared sembrò aver risposto alla telefonata ed improvvisamente un moto nervoso si fece spazio nell’animo di Francis, che portandosi le mani nelle tasche posteriori dei suoi jeans, si dondolò sui talloni abbassando lo sguardo, destando curiosità e sospetto in Chenille che a sua volta si voltò a guardarla stranita:
- Bella, tutto ok…?
- Sì!
Si affrettò a risponderle Francis, senza riuscire a non destare sospetti, poi aggiunse:
- …sì, tutto ok, Chenille.
Fran distolse lo sguardo dall’amica, timorosa che potesse carpirne il disagio che stesse provando in quel momento, e con battiti di ciglia rapidi, tornò a guardare davanti a sé dicendole:
- Tu, piuttosto, la smetti di avere quell’aria sospettosa? Sembri un agente infiltrato dell’FBI…
Le due bisbigliavano tra loro, cercando di non farsi sentire dal ragazzo, che intanto si era allontanato di qualche passo da lì:
- Scusa, ma questo tizio è al quanto strano… ti sei accorta che è scalzo da quando è venuto ad aprirci il cancello?
Fran abbassò lo sguardo verso i piedi di Shannon, e da lontano notò che davvero non indossasse nulla ai piedi, al che Chenille aggiunse:
- Oltretutto credo di aver sentito dei rumori nell’altra stanza… qualcuno è entrato sotto la doccia.
- Ora sì che somigli ad un agente dell’FBI…
- Dico sul serio… c’è qualcuno in casa…
- E allora? Non sono affari nostri.
Francis cercava di tenere a bada l’amica che cominciava ad alzare un po’ il tono di voce, mentre dall’altra parte del telefono, Shannon sentiva Jared dirgli:
- Che cavolo ci fa quella psico-sociopatica in casa nostra di nuovo?
- Dice che…
Shannon lanciò una rapida occhiata verso Fran e Chenille, ma si accorse che le due si stessero dicendo qualcosa a voce bassa, così abbassando anche lui il tono di voce, gli rispose:
- …vuole proporci un progetto…
- Un progetto?
Diceva con tono poco convinto Jared, dall’altra parte della cornetta:
- E che progetto potrà mai volerci proporre una ballerina?
- Non ne ho idea… ma le ho detto che poteva dircelo con te presente. Perché non rientri?
- Non se ne parla… siamo in giro e non ho intenzione di rinunciare a questa bella giornata per rivedere quella tipa. Dille che non ci interessa e mandala via.
- Non è una che predica la parola di Dio per le case, Jar…
- Buon per lei. Adesso devo andare, ci sentiamo…
Jared riagganciò la telefonata senza dare l’opportunità al fratello di poterlo fermare, il quale notando che le due ragazze lo stessero guardando con insistenza, non poté comporre di nuovo il numero e richiamarlo, così sorrise nella loro direzione, un po’ impacciato e disse:
- Fantastico…
Chenille accigliò lo sguardo curiosa, e portandosi le braccia intrecciate sotto il seno, gli chiese:
- Allora? Sta arrivando?
- Ehm… in realtà no…
Francis capì che quasi sicuramente il ragazzo avesse risposto negativamente alla proposta, ma poi Shannon disse:
- E’ a San Diego con degli amici e gli è impossibile arrivare in giornata, ma… mi ha detto di chiederti di spiegarci i tuoi piani, così poi potrò dirgli tutto una volta rientrato.
Shannon le mentì e non seguì i consigli del fratello mandandola via, al contrario le intrattenne ancora un po’ e chiamò Tomo chiedendogli di raggiungerli.
[…]
Chenille aveva ragione, in casa c’era qualcuno, e quel qualcuno era una ragazza, ma non era la stessa ragazza che era con Shannon e che aveva conosciuto poche settimane prima a quella cena, bensì un’altra.
Quest’altra aveva un fisico magro ma molto più formoso della precedente, il colore di capelli era lo stesso, con l’unica differenza che questa li portava lunghi e scalati.
Si chiamava Clarissa ed aveva ventisette anni, la stessa età di Francis e Chenille.
Nel mentre che aspettavano l’arrivo di Tomo, Shannon aveva offerto alle ragazze una tazza di caffè, presentando la sua nuova ragazza.
Si persero in lunghe chiacchiere, la ragazza era una modella di origini tedesche, che viveva a Los Angeles da tutta una vita.
Chenille sembrò annoiarsi di quella compagnia, e voleva andar via, ma fortunatamente l’arrivo di Tomo portò una ventata di simpatia anche per Chenille, che lo trovò subito molto simpatico e alla mano.
Vicki non era con lui, ma ci tenne a mandare i suoi saluti alla ballerina tramite suo marito.
I ragazzi finirono col restare seduti sul divano comodo ed accogliente, e sotto incitamento di Chenille, Francis finalmente cominciò a parlare della sua idea ai ragazzi:
- E’ già da un po’ che ci penso, ma ho avuto degli impegni in quest’ultimo periodo, che mi hanno impedito di proporvelo precedentemente…
Chenille distolse lo sguardo da Francis, e notò che i due ragazzi e la ragazza, restassero ad ascoltarla assolti: - ecco che Francis versione soldato era rispuntata fuori - pensò Chenille tra sé e sé.
- Ormai non vi nascondo che apprezzo molto la musica che fate, e credo di conoscere i vostri tre album di studio quasi a memoria.
- Woooooo baby che notizia è mai questa!!
Esclamò Tomo urlando e ridacchiando allo stesso tempo, contagiando immediatamente tutti i presenti, poi egli continuò dicendo:
- La prima volta che ci ha visto, poche settimane fa, nemmeno sapeva chi fossimo, e adesso ci ama.
Tomo si lasciò andare ad una sguaiata risata delle sue, contagiando leggermente anche Francis, che imbarazzata, disse:
- Non è mai troppo tardi…
- Assolutamente d’accordo GURL (esclamazione della parola Girl in un inglese americanizzato)
- Vai così Francisca!!!
Esclamò Shannon avvicinandosi a lei, chinandosi in avanti col busto per incitarla a dargli il cinque con la mano.
Francis fece lo stesso e sorridendo divertita, andò a battere il cinque sulla sua manona.
Tornati seri, Francis riprese il suo discorso:
- Posseggo un canale youtube dove mi piace comunicare con le persone, con tutti coloro che amano il ballo sia come arte, sia come passione. Grazie ai ballerini iscritti alle mie scuole, e ad un paio di amici che mi montano i video, riesco a realizzare coreografie su quasi ogni genere musicale e a riscuotere un discreto successo tra le persone.
- Discreto? Dì pure un ENORME successo.
Esclamò Tomo stringendosi nelle spalle come se stesse dicendo una cosa ovvia a tutti, al che Francis gli sorrise, poi abbassando lo sguardo riprese a parlare:
- Mi sarebbe piaciuto occuparmi di una coreografia che avesse come base una vostra canzone, e mi piacerebbe inserirvi in questo video per il mio canale…
- Aspetta, cosa?
Sbottò Tomo, portandosi le mani in avanti, dicendo:
- Vedere me ballare non è un bello spettacolo…
Chenille non trattenne una risatina, accompagnata da Fran che le lanciò un’occhiatina, mentre Shannon intervenne dicendo:
- No, bello, dice che non dobbiamo ballare…
- E cosa dovremmo fare, allora?
- Quello che fate sempre.
Esclamò Fran, lasciando i due ancora più confusi, poi chiarì:
- Non sono sicura di sapere che ruolo avete nella band… insomma so che è Jared che canta ma…
- Io sono il batterista.
Esclamò Shannon restando come suo solito disteso comodamente su quel divano, tenendo poggiati i piedi sul tavolino poco distante da lui, e avendo un braccio disteso lungo lo schienale del divano.
Francis spostò lo sguardo verso di lui e se ne sorprese, anche se forse avrebbe dovuto immaginare che fosse lui che suonasse la batteria.
Ad ogni modo gli sorrise con sguardo assente, perdendosi in qualche ricordo del passato, a quando era in Argentina, a quando scoprì della sua vera madre, a quando Don Juan le raccontò che suo nonno tra i tanti strumenti che riusciva a suonare, la batteria restava il suo preferito.
- Ottima scelta…
Gli disse con tono serio, continuando a sorridergli con una leggera malizia, dovuta al fatto che lei stessa era amante delle percussioni e di tutti gli strumenti che si avvicinassero ad essere una batteria vera e propria; in passato, nei suoi lunghi viaggi attorno al mondo, si era cimentata nel suonarla di tanto in tanto, grazie a degli amici artisti di strada, e non era risultata tanto male.
Shannon ricambiò quello sguardo e quel sorriso, al ché Chenille ruppe quel momento, guardando in direzione di Tomo e gli disse:
- Tu invece? Di che ti occupi?
- Io… sono un tutto fare, mettiamola così…
L’affermazione del ragazzo catturò l’attenzione di Francis che lo guardò accigliata, e Chenille altrettanto curiosa gli chiese:
- Cioè?
- Beh mi occupo della tastiera, un tempo suonavo il basso, la chitarra…
- Ed è anche maestro di violino!
Disse con fierezza Shannon, al ché Francis sorpresa piacevolmente con occhi sbarrati esclamò:
- Dici sul serio?
- Eheheh… sì, ho studiato parecchio per arrivare dove sono adesso. Lui e suo fratello invece sono per lo più autodidatti… dei puri talenti, insomma.
- Oh ma falla finita Tomo! Sei tu il genio!
- E va bene, va bene, lo ammetto!
Il ragazzo scherzando si alzò e cominciò a darsi delle arie, pavoneggiandosi, facendo ridere tutti per quel suo buffo modo di fare.
[…]
I ragazzi trascorsero l’intero pomeriggio insieme, e Fran riuscì a far loro la sua proposta, anche se mancava colui che era considerato “la mente” del gruppo.
Shannon e Tomo assicurarono alla ballerina che avrebbero raccontato tutto a Jared e che presto le avrebbero telefonato per farle sapere quando il tutto avrebbe potuto avere inizio, come se fossero stati certi che Jared avrebbe accettato.
Dopo qualche ora, dunque, Chenille disse a Fran che era il momento di andare, perché doveva andare a prendere Anaya a scuola, così le due amiche si congedarono da quella casa ed andarono via.
[…]
- Mamma, ma è vero che partiamo per andare dallo Zio Mike a New York?
Anaya era entrata in auto della madre mettendosi a sedere sul sedile posteriore, e dopo aver salutato lei e Francis con un bacio, si posizionò in vicinanza dei sediolini anteriori e poggiandovisi con i gomiti, disse quella frase che stupì Francis e stranì Chenille, che accigliata le lanciò uno sguardo fugace dallo specchietto retrovisore:
- Dove hai sentito dire questa cosa, bambolina?
- Dalla nonna… stamattina mentre mangiavo la colazione, era a telefono con zia Debby…
- Non lo sapevo… spero non sia successo niente...
Fran guardò Chenille intensamente, cominciando anche lei a sospettar qualcosa, ma non voleva creare cattivi pensieri nella testolina della bambina, così si sforzò di sorridere con naturalezza e disse:
- Vedrai che MamaSu vorrà semplicemente fargli visita… sono mesi che non lo vede e che non passa un po’ di tempo anche con la ragazza e sua nipote…
[…]
Rientrate a casa, le ragazze vennero rassicurate da MamaSu, la quale spiegò loro delle sue volontà di far visita a suo figlio e alla sua piccola nipotina Kimani che avrebbe compiuto un anno nelle prossime settimane.
Decisero che sarebbero partite tutte alla volta di New York la settimana prossima a quella corrente, ma Francis rifiutò l’invito, dicendo loro che aveva altri programmi, e che le avrebbe informate in quei giorni, quando tutto sarebbe stato pronto.
Intanto, Chenille si dava da fare per organizzare quella festa a sorpresa in onore della sua amica Fran e al suo successo per aver ottenuto la parte nel noto film con Johnny Depp.
Aveva invitato gli amici più cari a Fran, nonché anche a sé stessa, e tra questi vi erano: l’attore e ormai amico fidato Leonardo Di Caprio, Jenna e Chaning Tatum, Eddy, Jay, Nina, alcuni ballerini della EmsAndFran, ed altri intimi amici, anche se Fran ne aveva pochi ultimamente.
Oltretutto c’era ancora il cantante ed amico Bruno Mars, che ancora non le aveva telefonato per confermare la sua presenza.
[…]
Mercoledì sera, Fran era stata invitata a cena a casa De Noir, e attorno alla tavola si trovavano MamaSu, Chenille, lei e la piccola Anaya accompagnata da un’amichetta di scuola che si era fermata a dormire a casa sua per studiare insieme.
La bambina era una bianca di dieci anni, dagli occhi azzurri e i capelli biondo chiaro con un faccino vellutato: bellissima quanto la stessa Anaya.
Per cena vi erano riso con spinaci e spiedini di carne bianca, con patate al forno.
Anaya sembrava fare storie per la prossima partenza in direzione New York della settimana prossima, e cominciò ad avere un diverbio con la propria madre che le diceva con un atteggiamento aggressivo:
- Non me ne frega un fico secco della festa di compleanno di questo…
Chenille fece una pausa di qualche secondo tentando di ricordare il nome di quel bambino che era in classe con le bambine, e gesticolando vistosamente con le braccia, disse:
- …Jordan! Tu verrai con noi, è chiaro?
Anaya sembrò aver ereditato tutto il caratterino di Chenille, così senza farsi troppi problemi in presenza della sua amica e di Francis, si alzò da tavola e sbattendo una mano sul tavolo, esclamò con irritazione verso la madre:
- Non è giusto! Ci va tutta la mia classe!!!
- Sta seduta, avanti tesoro, fa la brava…
MamaSu era intervenuta, poggiando la propria mano sul braccio della bambina, invitandola a sedersi, e lei dopo attimi di titubanza, ancora imbronciata si mise a sedere, poi guardandola disse:
- Ma nonna! Non è giusto!!
Ribatté con rabbia la bambina portandosi le mani incrociate sotto il petto e tirando su un broncio sul musino che la rendeva ancora più adorabile agli occhi di Francis, che assisteva a quella tipica scenetta madre-figlia, senza preoccuparsi troppo.
Chenille alzò un sopracciglio mentre guardava sua figlia con sguardo indignato, poi con tono acido ed autoritario disse:
- Giustizia… sai quante cose ingiuste abbiamo subito noi neri, e piccola? Sono sicura che se tutti avessimo dovuto subire l’ingiustizia di non dover andare ad una festa di compleanno di un nostro compagno di classe, piuttosto che le atrocità successe, trequarti della nostra razza sarebbe ancora viva!
- Che cosa? Ma cosa c’entra?
- Oh, c’entra eccome! Scommetto che questo Jordan è un bianco con una bella famiglia di ricconi alle spalle, e che vive in case tre volte più grandi di questa da quando era ancora nella pancia della madre!
Chenille spostò lo sguardo verso la bambina, ospite a cena e disse:
- Senz’offesa, bella!
La bambina aveva ancora il cucchiaio in mano, mentre era in tenta a mangiare la sua porzione di riso, quando fu gelata dallo sguardo di quella madre che le sembrava tanto severa quanto svitata, e non riuscì a far altro che a guardarla con occhi sbarrati e spaventati.
Al ché Anaya disse alterandosi:
- E invece ti sbagli! Jordan ha origini afroamericane, e vive in un appartamento con i suoi genitori e suo fratello maggiore!
- Andiamo, Chenille…
Francis sorridendo divertita, rivolse la sua attenzione verso l’amica e guardandola, attese che facesse lo stesso per poi aggiungere:
- Ti sta solo chiedendo di andare a quella festa…
- Mi dispiace, bella, ma non ho alcuna intenzione di dargliela vinta. Se comincio a concederle questo, si sentirà potente di ottenere qualsiasi altra cosa, e non voglio che cresca così!
Francis distolse lo sguardo e con un sorrisino dispiaciuto, guardò MamaSu, senza più aggiungere altro.
Chenille era sua madre, e non voleva assolutamente intralciare il suo percorso di educazione sulla figlia, anche se le sembrava una questione di poco conto.
Anaya sperò che l’intervento di Fran potesse esserle d’aiuto, ma quando vide che la ballerina se ne stesse zitta, si arrabbiò e si alzò da tavola cominciando a correre a passo svelto verso le scale:
- Ehi!!
Chenille la guardò male e alzandosi dalla sedia le urlò dietro:
- Dove credi di andare? Torna subito qui, mi hai sentito?!?!
Anaya non si voltò, e dopo qualche secondo si udì sbattere la porta della sua camera.
Chenille si avvicinò alla rampa di scale che portava al piano di sopra, ed affacciandovisi, guardò verso l’alto urlando:
- Farai bene a non uscire sai?!!
A quel punto Fran non poté far a meno di guardare la povera bambina, e le sorrise per tranquillizzarla dopo quella sfuriata andando ad accarezzarle i capelli, poi si avvicinò a Chenille e le disse:
- Lascia che le parli io…
- Non, lo so, bella…
- Eddai, Chenille… fidati di me.
Chenille la guardò negli occhi e non poté far altro che acconsentire, sorridendole appena lasciandola raggiungere la camera della figlia.
Fran bussò alla porta con un tocco di nocche delle dita e disse:
- Anaya…
- Va via!!
Francis sospirò dispiaciuta del tono scontroso della bambina, poi aprì la porta ed entrò in camera, vide la bambina distesa a pancia sotto sul letto mentre aveva la testa sprofondata nel cuscino.
- Ehi…
- Vattene! Lasciami in pace!
Francis chiuse la porta alle sue spalle, poi si avvicinò al letto:
- Ascolta, piccola…lo capisco che per te è importante andare alla festa di Jordan…
- Non è vero! Tu non puoi capire…
Fran si mise a sedere sul bordo di quel letto e poggiò una mano sui suoi lunghi capelli e con un tono di voce dolce, sorridendo le disse:
- Certo che posso capire… li ho avuti anch’io dieci anni, sai?
Ci furono una manciata di secondi di silenzio, poi Francis cominciò a parlare dicendo:
- Ricordo che alla tua età volevo andare ad una gita scolastica… partecipavano tutti i miei compagni di classe, ma i miei genitori non mi lasciarono andare. Ricordo che restai arrabbiata con loro per almeno due settimane, soltanto perché a quella gita ci andava un ragazzino che mi piaceva…
Quella frase catturò l’attenzione di Anaya, la quale lentamente cominciò a voltarsi per guardare Fran, la quale vide immediatamente gli occhi gonfi di lacrime della bambina e non resistette nel passarle due dita sotto gli occhi per fermare qualche piccola lacrima, poi sorridendole dolcemente le disse:
- Si chiamava Gabriele ed era la cosa più bella che avessi mai visto, nonostante la mia amichetta mi dicesse il contrario…
Fran, solitamente evitava di raccontare ricordi del passato che coinvolgevano anche Emma, ma notò che Anaya abbozzava un sorrisino, così le sorrise dolcemente smettendo di pensare ad Emma, poi le chiese:
- Anche Caroline ti dice lo stesso di Jordan?
Caroline era la bambina che era a cena con loro, nonché miglior amica di Anaya, la quale morì di timidezza a quelle parole e cercò di non guardarla per non farsi notare, anche se era impossibile.
Francis ogni volta che si ritrovava ad affrontare situazioni simili con quella bambina, non poteva far a meno di immaginarsi nelle vesti di madre di quel bambino che esattamente dieci anni fa portava in grembo inconsapevolmente.
Ogni volta che si trovava a dover consigliare la bambina, ogni volta che le diceva qualcosa, era come se lo stesse facendo a quel suo figlio mai nato, che oggi avrebbe avuto la sua stessa età.
- Sì, però quello che piace a lei è davvero brutto! Porta gli occhiali da vista e gli manca un dente proprio qui davanti!
La bambina si indicò il dentino incisivo con un ditino e Francis non trattenne una risatina.
- Hahahah Beh… a tutti cadono gli incisivi prima o poi… e magari tra qualche anno questo bambino che tu ritieni bruttino, diventerà un bel pezzo di ragazzo con una dentatura bianca e splendente, e comincerà a mettere le lenti a contato!
Finalmente con quelle parole, riuscì a strappare un sorriso alla bambina che diventava sempre più bella.
I lunghi capelli ricci neri, le scivolavano lungo le spalle, Francis glieli accarezzò e dolcemente le disse:
- Ascolta… domani provo a parlarci io con tua madre, ok? Ma non voglio prometterti niente…
- Davvero lo faresti, Fran? Per me?
La ballerina si stupì del fatto che la bambina faticasse a credere che avrebbe fatto qualcosa per lei, anche la più semplice come quelle, così senza neppure risponderle, le sorrise e la tirò per un braccio verso di lei per travolgerla in un caloroso abbraccio.
La bambina poggiò la testolina sul petto della ragazza, e Fran poté sentirvi tutto il calore che quel gesto comportasse.
Aveva un debole per i bambini, in special modo per quella bambina, che non faceva altro che farle da promemoria vivente di quel figlio che tanto le mancava nella vita.
[…]
Dopo quel siparietto Madre-Figlia, la serata sembrò tranquillizzarsi: Anaya tornò a cenare con un animo più pacato e tranquillizzato dall’intervento di Francis, che le fece ben sperare di non saltare quella festa di compleanno del suo amico Jordan.
Chenille continuò ad eseguire il ruolo della madre severa, e a turbare la piccola Caroline, che ormai guardava la ragazza come se fosse stata un generale tedesco ai tempi del Nazismo.
MamaSu cercava di dire alla figlia di far sparire quel suo sguardo severo dal volto, per non inquietare le bambine, ma la ragazza era ancora troppo nervosa per poterlo fare.
Per fortuna, dopo cena, Anaya e Caroline andarono a rintanarsi nell’enorme camera della bambina, lasciando sole le adulte ed accantonando quella tensione post-discussione.
[…]
Prima di tornare nel suo appartamento, Francis restò ancora un po’ con MamaSu e Chenille per aiutarle con le faccende domestiche (nonostante il lusso di quella casa, e la modesta ricchezza che possedevano, non usavano avere domestiche che si occupassero di lavori per la casa, eccezion fatta per una giovane donna di origini messicane, che una volta a settimana raggiungeva la casa per aiutare MamaSu nelle faccende).
MamaSu lavava i piatti e le stoviglie nell’enorme e spazioso lavello di quella cucina moderna, Francis li asciugava e Chenille li riponeva negli appositi mobili, e intanto parlavano di argomenti casuali, fino a che Fran non cominciò a dir loro di voler trascorrere i prossimi due mesi lontana da Los Angeles, prima di partire per le riprese del film.
[…]
- Perché vuoi andar via, bella? Insomma dovrai già trascorrere tre mesi via da qui… se vai via fino a marzo diventeranno cinque mesi…
- E allora? Temi di non poter sopravvivere cinque mesi senza di me?
Chenille le fece il verso e Francis intenerendosi, le sorrise e le diede una leggera spallata per scherzo.
- Lo sai che ci sentiremmo ogni giorno…
- Non è solo per quello… insomma cinque mesi lontana dalla EmsAndFran, accantoni il ballo per troppo tempo…
- Ti sbagli, non voglio metterlo da parte. Ho solo voglia di tornare a casa…
- A casa???
Domandò Chenille stupita, al che anche MamaSu rivolse il suo sguardo a Francis, la quale sorridendo un po’ timida, confessò alle due donne la volontà di voler tornare in Italia.
- Sì… è molto tempo che non passo più di un mese nella mia città… mi manca. Voglio trascorrere quei due mesi che mi mancano all’inizio delle riprese, a Napoli.
Chenille sembrò volerle dir qualcosa, ma non volle farlo in presenza di MamaSu, così tenne per sé quel pensiero e lo rimandò ad un momento in cui sarebbe stata da sola con l’amica.
- Mi occuperò della EmsAndFran si Napoli, manderò avanti qualche progetto anche lì, e nel frattempo mi godrò una rilassata vacanza nella mia città, rivedendo vecchi amici…
- E la tua famiglia…
Esclamò MamaSu, mentre guardava Fran, la quale sembrò aver ricordato della sua famiglia soltanto in quel momento.
Abbassò lo sguardo e MamaSu guardandola, le disse:
- Non avrai pensato di trascorrere due mesi nella tua città senza farti vedere dalla tua famiglia, spero…
- Non credo che ne soffriranno…
- Non dire sciocchezze!
MamaSu sembrava tener molto a quell’argomento, a differenza di Fran che evitava sempre di parlarne in presenza della donna, proprio per evitare di sentirle dire qualcosa che non voleva sentire.
- E’ la tua famiglia! Sono le persone che ti hanno adottato da bambina, che ti hanno amata e cresciuta. Tua madre ti ama come se fosse stata lei a partorirti, e così ti amano anche tuo padre e i tuoi fratelli!
Francis tenne lo sguardo basso e restò in silenzio mentre risentiva quelle parole rimbombarle nella testa come un eco.
C’era una parte di lei in cui credesse nelle parole della donna, e un’altra parte che non lo faceva, che pensasse al fatto che ormai l’amore che i De Laurentiis provavassero per lei, si fosse spento negli anni.
Ma poi ecco che la sua mente vagò ai giorni in cui suo padre era in clinica, al momento in cui lo rivide, a quel momento in cui le prese la mano e le sorrise mentre era disteso in quel letto.
Ripensò alla gioia che vide negli occhi della madre quando la rivide, al suo caloroso abbraccio, al modo in cui si prese cura di lei portandola a casa, ripensò anche al piccolo John, figlio di Valentina, bambino splendido e dolcissimo, a cui non smetteva di pensare dal momento in cui l’avesse visto per la prima volta.
Poi finì col ripensare a lui, a quel fratello che tanto amava e tanto cercava di non farlo: Luigi.
Un sorriso si andò a formare sulle sue labbra, e tenendo ancora lo sguardo basso, esclamò con voce fioca:
- Sapete… mio fratello Luigi diventerà presto padre…
- Che cosa???
Chenille si stupì tanto da doversi trattenere dall’urlare, poi MamaSu sorridendo a pieni denti, le si avvicinò e disse con tono gioioso:
- Ma è una notizia meravigliosa, bambina! Quando l’hai saputo?
Francis alzò lo sguardo verso la donna ed abbozzando un sorriso le disse:
- L’ultima volta che sono stata in Italia…
MamaSu sorrideva, ma poi il suo sorriso man mano le si spense quando vide che Francis cominciasse a piangere.
Chenille si rattristò di botto, ed avvicinandosi a lei, le poggiò una mano sul braccio e cercando il suo sguardo le disse:
- Ehi, bella… che ti prende…?
Francis tentò di asciugarsi le lacrime con la manica del maglioncino nero che indossava, e sorridendo nervosamente disse loro:
- Scusate, mi sono lasciata prendere dall’emozione… ma sapete, non è tutto…
Le due donne la guardarono curiose di sapere, e Francis alternò lo sguardo da MamaSu a Chenille, per poi dire sbottando in un sorriso misto al pianto:
- … Luigi mi ha chiesto di fare da Madrina a suo figlio…
- Ma è stupendo!!
Esclamò Chenille sorridendole.
- Oddio che notizia meravigliosa!!!
MamaSu congiunse le mani come se stesse ringraziando Dio per quel bel dono, guardando verso l’alto, poi guardò Chenille che subito disse a Francis:
- Perché non ce l’hai detto subito??
- Scusate ma… con la storia dei provini e tutto il resto, mi è passato di mente…
- Oddio non so se emozionarmi di più per Luigi che diventerà padre o per te che diventerai la madrina di quel bambino, bella!
Finalmente Francis si lasciò scappare un sorriso sincero, e stringendosi nelle spalle, le disse:
- E’ esattamente lo stesso che è successo a me, nel momento in cui me l’ha detto.
- Adesso non hai scuse per non andare a trovare la tua famiglia, in special modo tuo padre e tuo fratello…
Francis acconsentì con un battito di ciglia, e fu in quel momento che si rese conto che forse il suo cuore la stesse spingendo verso Napoli principalmente per tornare da loro… da suo padre, suo fratello, sua madre…
[…]
Trascorrere le serate a cena dai De Noir, era una di quelle cose per cui si pentiva di essersi allontanata dal mondo intero per quasi quattro anni; quella famiglia riusciva sempre a regalarle calore, amore e gioie.
Rientrò a casa a bordo della sua moto, dopo aver fatto il suo consueto giro per le stradone di Los Angeles, dando un po’ di gas alla sua adorata motocicletta, forse l’unica superstite di quei lunghi dieci anni.
Come d’abitudine, la ragazza fece un bagno caldo prima di mettersi a letto.
Aveva letto da qualche parte, che un ottimo metodo per combattere l’insonnia, era quello di fare un lungo ed intenso bagno caldo prima di mettersi a letto.
Francis soffriva di insonnia da quando era sopravvissuta a quell’incidente che fu fatale per Emma, e col passare degli anni, soltanto in compagnia di Justin era riuscita a dormire profondamente e serenamente qualche notte.
Negli ultimi anni, dopo la loro separazione, l’insonnia si era rifatta viva, e Fran tentava ogni metodo che non comprendesse medicinali per poter dormire qualche ora di notte.
Il bagno del suo appartamento non era molto grande, ma neppure troppo piccolo: comprendeva un comodo lavabo per le mani, ampio e con dettagli in acciaio. Un grosso specchio ad arco sopra di esso, un wc, una doccia spaziosa, con il manico agganciato in alto, con due mensole nere su cui vi erano poggiati i vari prodotti per la doccia che utilizzava la ragazza, tutta racchiusa da grosse vetri scorrevoli con puntini color lilla sparsi un po’ sul ripiano.
Sul lato opposto alla doccia ed al wc, vi era la grossa vasca da bagno a forma ovale, di marmo italiano color bianco candido: Fran usava riempirla sino all’orlo, mescolando all’acqua calda, delle aromi ai fiori di camomilla, mischiati ad un bagnoschiuma alla vaniglia il cui profumo l’aggradava molto.
Sciolse i lunghi capelli ricci, tolse di dosso tutti i vestiti e quando tutto era pronto, vi si immerse per restarvi poi a mollo per minuti interminabili di puro piacere, in cui tentava di rilassarsi senza pensar troppo.
[…]
Trascorsero forse venti minuti, ma Fran non aveva alcuna intenzione di uscire da lì, aveva il capo poggiato al margine della vasca, su cui usava mettere un cuscinetto per poggiarvi il capo e rilassarsi completamente nonché comodamente.
Ad un certo punto si immerse completamente con la testa sott’acqua, per bagnarsi i capelli, poi riaffiorò da quell’acqua che cominciava a perdere il suo calore.
Cominciò a massaggiarsi i capelli con uno shampoo adatto al suo tipo di capello riccio, per dar loro definizione e nutrizione e dopo qualche minuto mise fine a quel bagno, cominciando a voler andare a letto sentendosi già un po’ assonnata.
Purtroppo però, non appena mise piede fuori dalla vasca ed indossò l’accappatoio, qualcuno bussò al citofono del suo appartamento.
-Strano- pensò –E’ l’una passata, chi potrà essere?- si domandò mentre andava a rispondere, per scoprire che fosse la sua amica Nina, che dal tono in cui le aveva chiesto di farla salire, sembrava sconvolta per qualcosa.
Preoccupata ed ansiosa, Fran attese che la ragazza bussasse alla porta per aprirla e lasciarla entrare.
Nina aveva il mascara sciolto sotto gli occhi, in uno stato pietoso, e trainava con sé una valigia a trolley medio grande.
- Nina! Cos’è successo?
Francis teneva con una mano la porta aperta e con l’altra si teneva su l’asciugamani cin cui aveva avvolto i capelli.
La giovane stilista non trattenne le lacrime, e disperata entrò nella casa, come se fosse stata superstite di qualche bastonata.
- Perdonami, Fran! Non sapevo dove andare…
Francis sconcertata, chiuse la porta, lasciandola entrare, ed avvicinandosi a lei, le prese le mani e cercò di calmare quel suo pianto dicendole:
- Cos’è successo?
Nina non smetteva di piangere e tentava di nascondere il suo volto, come se si vergognasse. Fran allora provò a cercare il suo volto, provando a guardarla negli occhi:
- Ehi… ehi… cos’è successo???
Nina si portò una mano davanti alla faccia, per poi passarsela sulla fronte e tra i capelli, poi finalmente le disse con un tono di voce spezzato dal pianto:
- Joe… mi hanno buttata fuori dall’appartamento… dall’intero condominio… è da qualche settimana che ha cominciato ad impazzire lasciando stuzzicadenti incastrati nel bottone del citofono del nostro appartamento nel bel mezzo della notte, facendo così svegliare tutti, anche i vicini…
Francis andò ad abbracciare l’amica, la quale poggiò il capo sulla sua spalla e piangendo la stringeva a sé.
Non potevano chiamare il 911 piuttosto che metterti per strada?
La ragazza, continuando a piangere, provò a parlare e a dirle:
- Sono… sono stata io a… ad insistere purché non lo facessero.
- E perché mai?
Francis sciolse l’abbraccio per poterla guardare meglio, e Nina finalmente tentò di asciugarsi le lacrime con le mani, al ché Francis si affrettò per andare a prenderle dei fazzoletti e farla sedere sul divano.
- Perché è come se m sentissi un po’ responsabile… so che soffre per la nostra rottura ma…
Francis portò anche un bicchier d’acqua all’amica, poi con tono di voce deciso le disse:
- Questo non gli da il diritto di rendere la tua vita un inferno! Anche se fa male, anche se la cosa lo distrugge, deve accettare il fatto che tu non l’ami più e che hai deciso di andare avanti nella tua vita senza di lui!
Sentendole dire quelle parole, Nina sentì come se avesse ingoiato la lingua: immediatamente ripensò alla sua storia con Justin, e pensò che forse anche lei continuava a sentirsi così nei confronti del cantante, dopo tutti quegli anni.
Così restò a guardarla senza osar dire una parola, al ché Francis si mise a sedere accanto a lei, le prese una mano tra le proprie mani e guardandola negli occhi le disse:
- Lo sai vero che potrei occuparmene io in qualità di soldato, non è vero?
- Non so se…
- Potrei andare a casa sua, parlargli… e se le cose dovessero mettersi male, potrei ricorrere al mio titolo di generale per arrestarlo.
- Non voglio che vada in galera…
- Ma magari un paio di notti al fresco gli faranno riaccendere il cervello… insomma tutti soffriamo per amore, ma questo è davvero troppo!
- Lo so… io non… non so che fare!
Nina riprese a piangere e travolse Francis in un abbraccio disperato.
[…]
Trascorse un’ora e finalmente alle due di notte, le due ragazze indossavano i rispettivi pigiami, pronte per andare a dormire.
Francis aveva offerto all’amica di restare a stare da lei, il suo appartamento era abbastanza grande per ospitare due persone, e un po’ di compagnia, dopo tutto quel tempo di solitudine, non le avrebbe fatto male, ma anzi era proprio quello che le serviva.
Fran doveva asciugare i capelli prima di andare a letto, e Nina per farsi perdonare per averla disturbata a quell’ora della notte, si offrì di asciugarglieli lei.
[…]
- Il riccio del tuo capello si è rinforzato moltissimo in confronto agli anni passati…
- Beh dopo le treccine africane che mi aveva fatto Chenille, usavo piastrarli spesso per portarli lisci…
- Già! Ricordo. Come mai li portavi lisci? Hai un riccio da far invidia a chiunque! Insomma stai benissimo in entrambi i modi, ma adesso che ci penso, li portavi sempre lisci…
- Piacevano a Justin.
Fran non aggiunse altro, esclamò quelle parole con un tono di voce freddo e distaccato, come se avesse detto una qualunque cosa, ma Nina restava sempre di sasso quando Francis osava riparlare di lui… quelle rare volte.
Fran mise via alcuni prodotti per capelli che le aveva applicato Nina, nel mobile accanto allo specchio, e fece finta di nulla, poi guardandosi allo specchio si toccò i capelli:
- Sono morbidissimi…ottimo lavoro, Nina!
Nina dimenticò in fretta quel momento strano, e le sorrise con fierezza, dicendole:
- Modestamente… quando si tratta di ricci, sono abbastanza esperta.
Le fece un occhiolino, e Francis non trattenne un sorrisino.
Anche Nina li aveva ricci, ma il suo riccio era meno stretto di quello della ballerina, ma pur sempre bello.
Dopo ancora qualche minuto di chiacchiere e sistemazioni varie, finalmente le ragazze andarono a letto.
[…]
   
 
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