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Autore: KuroPond    16/02/2015    0 recensioni
Storia ispirata alla popolare serie tv The Vampire Diaries. Ambientata nella città di Shadow Town, i protagonisti, tre fratelli e un'amica strega, indagano sulla morte della loro madre e sull'origine della loro trasformazione.
Genere: Avventura, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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POV Hanna [pomeriggio]

 

Entro in casa e lancio la cartella sul divano, sono scioccata dalla visita ricevuta a scuola. Quando è arrivata? E poi come diamine ha fatto a trovarci? Tutte queste emozioni mi turbinano in testa, impedendomi di pensare lucidamente.

“Dobbiamo avvertire Travis che Nesla è in città” dico, sorprendendo anche me stessa.

“Se Travis score che è qui andrà dritto filato da lei e la ucciderà, mettendo in pericolo i suoi fratelli. Oh aspetta, siamo noi i suoi fratelli. Non voglio essere immischiato in tutto questo, ci potrebbero essere dei cacciatori in città e direi che mi sono affezionato alla mia immortalità".

Mio fratello da quando nostra madre non c’è più ha preso un po’ il suo posto, lui è quello cosciente e responsabile, sempre a pensare alle conseguenze. 

Non si può dire lo stesso di me e Travis.

Però... Forse ha ragione lui; forse dovrei provare a fare la responsabile almeno per una volta, pensare alle conseguenze.

"Okay" dico "ma se lei ci sarà fastidio o cercherà di finire il lavoro che ha iniziato, non esiterò a vuotare il sacco".

Luke rimane un attimo inebetito, proprio non se lo aspettava da me. Si ricompone e dice semplicemente "okay".

In quel preciso istante sento dei passi provenire dal salotto e Travis entra in cucina, cerco di dissimulare la sorpresa e mi giro verso Luke: non avrebbe dovuto essere a casa e sicuramente ha sentito tutto.

Lui ci guarda per un attimo e poi parla “So già che Nesla è in città, non vi preoccupate, non la ucciderò,” prende una mela dal cestino della frutta e la lancia in aria per poi riafferrarla “sono passati più di cento anni e ucciderla mi sembra un inutile spreco di energie, per non parlare del tempo.”

Senza un’altra parola esce dalla stanza, sento la porta della sua camera che si chiude con un suono sordo.

Io e Luke ci guardiamo per un attimo.

In un certo senso non è una brutta cosa che l’abbia presa alla leggera: nessuno spargimento di sangue né cadaveri da occultare, tuttavia… molte volte quando fa così sta tramando qualcosa. Il fatto che la cosa mi preoccupi mi colpisce come un sasso, ne rimango disgustata. L’umanità non mi è mai piaciuta, ma non ho mai deciso di spegnerla del tutto, a volte quel che potrebbe accadere se lo facessi mi spaventa. 

Decido di smettere di pensarci e mi siedo a tavola, pronta per pranzare; per poi cambiare idea e rifugiarmi in camera mia.

Mi stendo sul letto con le braccia aperte, a pensare. 

Cosa sta progettando Travis? Dovrei davvero esserne preoccupata? In fondo a me non è che importi molto se Nesla vive o muore… anzi, forse preferirei vederla morta. Un impeto di rabbia mi riempie il petto, lei ha ucciso nostra madre, MIA madre.

Allo stesso tempo la rabbia è rivolta verso di me: odio queste emozioni, a volte mi fanno stare male; mi odio per il fatto che io possa provarle. Eppure non posso spegnere la mia umanità: potrei provocare stragi e smettere di essere quella che sono.

Mi colpisco la fronte con il palmo della mano, stupide emozioni umane.

Anche se non voglio ammetterlo a me stessa, a volte cerco di camuffare il fatto che io provi emozioni. Cerco di non pensarci, di distrarmi o di impormi il pensiero che io non sia fatta così.

Adesso è uno di quei momenti, devo distrarmi, e quale modo migliore di farlo se non bere il sangue direttamente dalle vene di qualcuno?

L’ultima volta mi sono lasciata un po’ andare, la vittima alla fine è morta dissanguata e ho dovuto nascondere il suo corpo, ma almeno ho tenuto a bada ciò che provavo per un po’.

Tuttavia non posso permettermi un altra morte, mio fratello non me lo perdonerebbe mai e di sicuro le autorità si allarmerebbero se continuassero a denunciare persone scomparse.

Per fortuna sono riuscita a soggiogare una mia compagna di classe e così mi basta inviare un messaggio… digito poche righe di parole sfiorando lo schermo del mio telefono… ed ecco che la mia bella sacca di sangue con le gambe arriva direttamente a casa mia.

Sorrido soddisfatta, mentre dici minuti dopo il campanello suona e una ragazza dai lunghi capelli color miele si dirige verso la mia stanza, dove io l’aspetto con i canini scoperti; bramando il suo polso e le sue vene che pulsano al ritmo del suo battito cardiaco. Riesco a sentire il suo sangue scorrere nelle vene, percorrere tutto il suo corpo. Riesco a sentire il suo battito cardiaco, lento, rilassato dal soggiogamento; in questo momento vorrebbe urlare, scappare probabilmente cercare aiuto.

Invece rimane seduta sul mio letto, mentre io scopro i miei canini e li conficco nel suo polso, ingurgitando il suo caldo sangue, rigenerandomi e sentendomi più forte. 

Sopprimendo finalmente l’idea che io riesca a provare emozioni umane.


 

*angolo autore*

Ecco qui il secondo capitolo, spero vi piaccia! Se volete lasciare una recensione siete i benvenuti! 

Ci si vede nel prossimo capitolo! Booyah!
 

   
 
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