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Autore: Lois Lane 89    18/02/2015    1 recensioni
Suo padre è appena stato eletto presidente degli Stati Uniti. Riuscirà Audrey a mantenere la sua vita così come è stata fino al momento dell'elezione? Per una persona che tiene tanto alla sua privacy non sarà una cosa facile
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo, Audrey andò a scuola; ovviamente Tom era accanto a lei.

Tom era andato in bagno, e ad un tratto Audrey si sentì prendere per un braccio e trascinare dentro un'aula vuota: era Ryan.

“Che diavolo ti salta in testa? Levami le mani di dosso o dico a Tom di darti quello che non ti ha dato la sera del ballo.” disse Audrey.

“E' tutto falso. Ho lasciato Tanya e non ho rivelato a nessuno chi eri. I miei amici si sono inventati tutto. Dammi un'altra possibilità.” rispose Ryan, togliendo il suo braccio da quello della ragazza.

“Non lo farò mai. Ora tornatene dai tuoi amici e lasciami in pace.” disse Audrey.

Così dicendo, uscì dall'aula e tornò davanti ai bagni ad aspettare Tom.

“Scusa, c'era la fila.” disse Tom quando uscì.

“Non fa niente. Possiamo andare.” rispose Audrey.

Si avviò verso il suo armadietto.

“Che cosa voleva il quater-back?” domandò Tom.

“Hai sentito tutto? Sei accanto a me. Non ho più bisogno dell'auricolare e della telecamera.” rispose Audrey.

“Invece li tieni. Che ti ha detto?” domandò Tom.

“Chiedermi un'altra possibilità. Ma gli ho detto che se si avvicinava ancora a me, tu gli avresti dato una bella lezione. Ma non capisco perchè me lo chiedi se lo sai già.” rispose Audrey.

“Altrimenti non mi diverto. Andiamo in classe.” disse Tom.

Infatti in quel momento suonò la campanella.

“Algebra. La materia più odiosa del mondo.” rispose Audrey.

“Se non capisci te la rispiego a casa. Cammina.” disse Tom.

Audrey lo guardò malissimo e si recarono nell'aula di algebra.

Durante la lezione, Audrey non capiva nulla di quello che il professore spiegava.

Le venne in mente che il suo compleanno si stava avvicinando, ma non aveva nessuna idea di che cosa fare.

Quando la campanella suonò, era ora di pranzo e Audrey si sedette ad un tavolo con il suo vassoio.

“A che pensavi durante la lezione? Di sicuro non ai numeri.” disse Tom.

“Al mio compleanno. 16 anni per una ragazza sono molto importanti. Mio padre sarebbe felice se facessi una festa, ma chi potrei invitare?” domandai io.

“Sono sicuro che inviterai le persone giuste. E sarà una festa grandiosa.” rispose Tom.

Il cellulare di Audrey vibrò: era suo padre che la chiamava.

“Come stai tesoro?” domandò il padre.

“Sto bene. Sono a scuola adesso. E tu? Quando torni?” domandò Audrey a sua volta.

“Stasera sarò a casa. E ho una sorpresa per te.” rispose il padre.

Si salutarono e lei chiuse la chiamata.

“Mio padre torna a casa stasera.” disse Audrey.

“Bene. Avrai voglia di vederlo.” rispose Tom.

Audrey capì subito che Tom era dispiaciuto: se suo padre tornava doveva mantenere le distanze.

Le lezioni ripresero, e mentre erano in macchina per tornare a casa, Tom non disse una parola.

Mentre Audrey era in camera sua, sentì il rumore di una macchina nel cortile.

Poco dopo sentì la voce di suo padre che la chiamava: lei corse in corridoio senza nemmeno mettersi le scarpe.

Corse tra le braccia di suo padre e si strinse a lui.

“Ho un regalo per te.” disse il padre.

Uno degli addetti della sicurezza, aveva una scatola tra le braccia; Audrey si avvicinò e tolse il coperchio.

Sotto la carta velina, trovò un vestito splendido: blu scuro e senza spalline.

“Lo potresti indossare la sera del tuo compleanno. Ti piace?” domandò il padre.

“Papà è stupendo. Ma non so se farò la festa. Non so chi invitare.” rispose Audrey.

“Ce la farai. Ora andiamo a cena. Ho una fame tremenda.” disse il padre.

Audrey prese la scatola con il vestito e la portò nella sua stanza, poi indossò le scarpe e raggiunse il padre a cena.

Durante la cena, ripensò a quello che era successo con Tom la sera precedente, al modo deciso in cui lui l'aveva baciata.

Ma non poteva certo parlare di Tom con suo padre; ma ripensò anche a quello che le aveva detto Ryan.

Quando l'aveva presa da parte a scuola per parlarle sembrava sincero, e lei non aveva voluto ascoltarlo.

Le venne in mente che quando Ryan era passato davanti alla casa bianca e le aveva chiesto di andare al ballo con lui, anche in quell'occasione le aveva detto che aveva lasciato Tanya, e c'erano telecamere anche all'esterno del cancello.

“Papà, credi che sia possibile vedere le registrazioni delle telecamere di sicurezza dei giorni scorsi?” domandò Audrey.

“Si, è possibile. Ma perchè ti servono?” domandò a sua volta il padre.

“Devo controllare una cosa. Forse Ryan mi ha detto la verità. Ma per esserne sicura ho bisogno di vedere le registrazioni delle telecamere all'esterno del cancello il giorno in cui lui mi ha invitato al ballo.” rispose Audrey.

“Te lo possono mostrare più tardi. Ma ora finiamo di cenare.” disse il padre.

Dopo cena, chi si occupava delle telecamere mostrò le registrazioni a Audrey, che scoprì di avere ragione: dalla parte opposta della strada quel giorno c'era Tanya.

Si fece dare una copia del video sul suo tablet e se ne andò nella sua camera.

La mattina seguente, come al solito, arrivò a scuola accompagnata da Tom.

“Ehi, Audrey. Io e le mie amiche ci stavamo chiedendo quale sarà il tema della festa per i tuoi sedici anni. Abbiamo scoperto che li compirai tra poco.” disse Tanya fermandosi davanti a Audrey che stava prendendo i libri dal suo armadietto.

“E io mi stavo chiedendo in che modo farti i complimenti Tanya. Credo che non esista persona più bugiarda di te.” rispose Audrey prendendo in mano il tablet.

“Di che cosa stai parlando?” domandò Tanya.

“Del ballo. Ryan non centra nulla; mi ha sempre detto la verità. Ti ha lasciata davvero. E sei stata tu a dire ai suoi amici di dirmi che non ti aveva lasciata. E non è stato lui a diffondere la notizia che io sono la figlia del presidente. L'hai diffusa tu stessa quella sera. E l'hai scoperto da sola il giorno in cui Ryan mi ha chiesto di andare al ballo con lui davanti al cancello della casa bianca.” rispose Audrey.

“Ti sbagli. È stato Ryan a dirmelo.” disse Tanya.

“Invece no. Sai Tanya, tutta la casa bianca è piena di telecamere, sia all'esterno che all'interno. E ho scoperto che ce ne sono anche all'esterno del cancello. Mi è venuto in mente di controllare le registrazioni e ne ho trovata una interessante proprio di quel giorno. Oltre a me e Ryan, si vede bene un'altra persona dall'altra parte della strada. E credo proprio che sei tu.” rispose Audrey mostrandole la registrazione.

Tanya era stata colpita in pieno: se ne andò senza dire una parola.

Audrey riuscì a convincere Tom ad aspettarla in macchina.

“Ho saputo quello che hai detto a Tanya. Grazie.” disse Ryan avvicinandosi a lei.

“Non dovresti ringraziarmi. Tu mi hai sempre detto la verità e io non ti ho ascoltato. Mi dispiace.” rispose Audrey.

“E' tutto finito. Oggi pomeriggio ho gli allenamenti, ma che dici se domani dopo la scuola ce ne andiamo a prendere un gelato?” domandò Ryan.

“Si, mi piacerebbe.” rispose Audrey.

Ryan la baciò su una guancia e s'allontanò.

Quando Audrey salì in macchina dopo la fine delle lezioni, ancora sorrideva.

“Da quando esci con il quater-back?” domandò Tom.

“Andiamo solo a prendere un gelato. E ci andrò da sola. Domani mi porti a scuola e poi hai il resto della giornata libera. Non ho bisogno di te.” rispose Audrey.

“Domani vengo. Non ti libererai di me tanto facilmente.” disse Tom.

“Sbaglio o sei geloso di Ryan? Lo sai che non puoi stare con me. Trovati un'altra ragazza. Washington è piena di belle ragazze.” rispose Audrey.

“Certo che sono geloso di quel pupazzo gonfiabile. E le altre non le guardo nemmeno.” disse Tom.

“Ryan non è un pupazzo gonfiabile. E te ne farai una ragione. Io sono off-limits.” rispose Audrey.

Mentre parlavano erano arrivati alla casa bianca e Audrey andò a studiare nella sua stanza.

Quando finì di studiare si recò nel giardino dopo essersi tolta auricolare e telecamera, e ad un certo punto, il suo cellulare squillò: era Ryan.

“Non avevi gli allenamenti oggi pomeriggio?” domandò Audrey.

“Abbiamo finito. Tu invece che fai?” domandò Ryan a sua volta.

“Ho finito di studiare e adesso sono nel giardino.” rispose Audrey.

“Bene. Scusa, ma ora devo andare. Ci vediamo domani.” disse Ryan.

“A domani.” rispose Audrey, e chiuse la chiamata.

Doveva pensare a un modo per rimanere da sola con Ryan; in altre parole doveva liberarsi di Tom.

Andò in cucina a prendere qualcosa da mangiare, e quando chiuse il frigo, ci mancò poco che le venisse un infarto: Tom le era accanto.

“Hai intenzione di farmi venire un infarto? Che cosa vuoi?” domandò Audrey.

“Controllo dato che ti sei tolta la telecamera e l'auricolare.” rispose Tom.

“Non ho bisogno di tenerli in casa. E sto bene, anzi stavo meglio prima che arrivassi.” disse Audrey.

“Non volevo spaventarti. Senti, non voglio che esci con quel ragazzo. Voglio stare con te. E sono pronto a dare le dimissioni. Non sarò più la tua guardia del corpo.” rispose Tom.

“Non devi dare le dimissioni. Quello che è successo è stato un errore. E dobbiamo lasciarcelo alle spalle. Domani uscirò con Ryan. E lo farò da sola; non ho bisogno di te. Puoi fare quello che vuoi.” disse Audrey.

Così dicendo, Audrey se ne andò dalla cucina.

TO BE CONTINUED...

ANGOLO DELL'AUTRICE: scusate il ritardo. avrei voluto pubblicare prima, ma sono stata impegnata e internet non ne voleva sapere di andare. Lois Lane 89

   
 
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