Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Fast    21/02/2015    11 recensioni
Sai di cosa hai bisogno, Kagome? Di pane caldo, miele e una spruzzata di cannella! Ti rimette al mondo!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Libeccio sferza da anni le vecchie mura
e il suono del tuo riso non è più lieto:
la bussola va impazzita all’avventura
e il calcolo dei dadi più non torna.

Montale

 

 

 

-Tesoro...per favore, cerca di mandar giù almeno un altro boccone di riso...-

-No, mamma. Finirei soltanto per rimettere tutto. Adesso scusami, ma vorrei fare due passi-

 

Con un sospiro, la guardo allontanarsi verso il Goshimboku.

Si stringe nel cardigan di lana, e non appena si volta lo sguardo mi cade inevitabilmente sulle borse sotto gli occhi che incupiscono terribilmente quelle pupille chiare.

Sospiro ancora, guardando la ciotola di riso quasi intatta.

Mangia pochissimo, ed anche la dottoressa è preoccupata.

 

-La bimba sta bene, ma tu Kagome... i tuoi esami che erano sempre perfetti sono completamente sballati. Sei carente di ferro, la pressione è bassa, e hai anche perso peso. Non va bene-

-Ha ragione dottoressa. Cercherò di sforzarmi-

-Io non so proprio cosa fare. Ti ho perfino portato dei piatti cucinati dalla nostra cuoca, ma tu non ne vuoi sapere-

-Ti ringrazio Koga, ma non ho mai fame-

-Povera la mia futura moglie. Ma non è che ti manca il contatto con un uomo?-

-Kami Koga, non mi sembra il momento..-

-Concordo. Deve sapere, signor Yoro, che i rapporti sessuali sono altamente sconsigliati in questo momento della gravidanza-

-Io credo invece che lei si un'incompetente-

-Adesso basta Koga. La dottoressa ha ragione, e vorrei che la piantassi di fare questi discorsi imbecilli, e vorrei anche che la smettessi di chiamarmi "futura moglie"-

 

Kami, se fosse dipeso da me l'avrei distrutto a pedate.

E la dottoressa Kitano mi avrebbe anche dato una mano, sono convinta.

Mia figlia mi preoccupa.

Ho dovuto chiedere aiuto a Sango per capire.

E quando mi ha raccontato della lite tra Kagome ed Inuyasha dopo la scena del ristorante, ho capito tutto.

Mia figlia soffre terribilmente.

Si sente persa, è distrutta.

E non ci vuole molto a capire perchè.

La osservo dalla porta, mentre si passa una mano tra i capelli.

È più di un mese che non la vedo sorridere raggiante come suo solito.

Inuyasha, da quel che so, ha messo un muro tra di loro.

Ha spostato Kagome in un altro ufficio, per lavorare comunicano tramite mail e si informa attraverso Sango e Miroku sulla salute della bambina.

Tutto, pur di non avere a che fare con lei.

Scuoto la testa.

È da quando conosco quel ragazzo, che ho capito che amava la mia bambina di un amore così puro e così forte da lasciare senza fiato.

E mia figlia, così idealista e così fedele a certi ideali, non ha voluto vedere che la sua relazione con Koga era finita da tempo.

Sorrido.

Quante volte ho spiato di nascosto Inuyasha che guardava con occhi languidi Kagome mentre questa parlava e rideva con qualcuno.

Quante volte l'ho sentito prenderla in giro per dei difetti fisici inesistenti, per poi sorridere dolcemente quando lei si voltava infastidita.

E gli occhi con cui guardava la pancia di Kagome.

Una volta gli è pure sfuggito, parlando della mia nipotina, "mia figlia"

Innamorato.

Un uomo che si è preso cura di lei dal primo istante, e che si è sentito messo da parte quando è tornato il padre biologico.

Un uomo innamorato che però non ha avuto il coraggio di esprimersi completamente.

Ed una ragazza innamorata a sua volta, ma troppo impaurita e confusa per dichiararlo a chiare lettere.

Afferro la tazza di the caldo che ho riempito in precedenza, e mi avvio verso il Goshimboku.

-Cara, ecco. Prendi qualche sorso di the, così ti scaldi. Non senti il vento che soffia?-

Quelle preziose gemme blu si girano di scatto verso di me.

Assottiglio le labbra.

La pelle solitamente rosata ha assunto un colorito troppo pallido.

Accenna un sorriso.

-Grazie mamma, mi ci voleva proprio-

Sorrido sollevata, mentre prendo posto accanto a lei, posandole un un braccio sulle spalle per attirarla a me e posarle un bacio sulla testa come quando era piccola.

Sospiro.

Vederla così mi distrugge.

Devo fare qualcosa.

-Quando ha detto che passava, Koga?-

-Dopo le sette. Grazie ai Kami abbiamo ancora tutto il pomeriggio da passare insieme-

Storgo la bocca.

Quell'arpia della madre di Koga non le da tregua.

E cosa mangi, mangi poco/mangi troppo, sei ingrassata, hai la pelle secca, e porta l'anello che ti ha regalato mio figlio, e uscite per farvi vedere insieme...

Aaaaaaarrrgh...

Quanti insulti mi stanno salendo su per la gola...

Scuoto la testa, decisa ad affrontare l'argomento di petto.

Per il bene di tutti, e della mia nipotina in primis, devo fare qualcosa.

Non importa se sarò troppo violenta.

-Tesoro mio...quant'è che non senti Inuyasha?-

La sento irrigidirsi.

-Da tanto. Non mi chiama mai-

Ha la voce incrinata da un pianto represso.

-Hai provato a chiamarlo tu?-

Ride, una risata amara.

-E' stato molto chiaro nel dirmi di stargli lontano-

-Non mi pare abbia detto proprio così- mi lascio sfuggire.

Si allontana di scatto da me, gli occhi sgranati.

-E tu come fai a saperlo?-.

Ormai mi conviene vuotare il sacco -Me lo ha detto Sango. Visto che tu ti ostinavi a rinchiuderti nel silenzio più totale, sono stata costretta ad informarmi altrove. Kami, tesoro, sei triste come una che va al patibolo. La gravidanza rende belle anche le racchie, che si illuminano dalla gioia, mentre tu sei sempre triste... e quindi ho deciso di chiedere a Sango, che mi ha detto tutto-

Sospira.

-Allora se ti ha detto tutto, capisci da sola perchè non lo chiamo e né lui chiama me-

Aggrotto le sopracciglia.

-A dir la verità, è questo quello che mi sfugge-

Osservo le dita stringersi attorno alla tazza.

-Non voglio essere il caso umano di nessuno, mamma- bisbiglia.

-E cosa ti farebbe credere di essere un caso umano per lui?-

-Stai scherzando, mamma? Mi sembra chiaro, no? Uno che si allontana subito non appena entra in scena il legittimo padre di Hina, che tra parentesi cerco di tollerare solo ed esclusivamente per il suo bene, uno che sfugge al confronto, uno che mi tratta con freddezza e che poi se ne esce fuori all'ultimo con quel comportamento... ecco, cosa dovrei pensare?-

Ah, basta.

Sarà anche intelligente, ma ora mi sembra un tantino indietro.

-Forse che è innamorato?-

La osservo socchiudere la bocca, mentre le dita iniziano a tremare.

-Ma cosa dici, mamma?-

Alzo gli occhi al cielo.

Forse è meglio cambiare tattica.

-Bene, riformulo. Tu sei innamorata di lui?-

Silenzio.

La vedo stringersi addosso il cardigan.

-Si-

Bisbiglia.

Sto per partire in quarta per sottolineare l'ammissione, quando una smorfia sul suo viso mi interrompe.

-Ahia..-

-Che c'è tesoro?-

-Niente, niente.... è solo Hina che ha dato un calcio più forte del solito-

Sorrido -Chissà. Forse voleva dirti "brava, mamma, ci sei arrivata finalmente!-

Non sembra cogliere l'humor...

-Già. Ironia della sorte, doveva ritornare ricciolone anni settanta, come lo chiama nonno, per capirlo-

Inarco un sopracciglio.

-E dunque cosa fai ancora qui a logorarti?-

Mi guarda come se avessi detto che una navicella aliena è appena atterrata in giardino.

-Mamma, che stai dicendo?! E rischiare così di rovinare anche il salvabile?! No, non se ne parla nemmeno... quando gli sarà passata questa fase tornerà tutto come prima. Forse quando nascerà Hina... non so...-

-e tu che cosa avresti intenzione di fare in questo arco di tempo?-

Kami, con quell'imbecille che la assilla per portarla all'altare, la suocera scema come un tacchino, ed un suocero che si sta per lanciare in politica e vuole tutto perfetto ce n'è abbastanza per uno sterminio collettivo ed un esaurimento nervoso.

-Non lo so, mamma. Davvero. Adesso ho solo bisogno di stare tranquilla. Anzi, vado a fare compagnia al nonno. La soap opera sui samurai dovrebbe iniziare a breve-

Trattengo a fatica un moto di stizza, mentre la guardo entrare in casa.

Ma di certo non posso prenderla per un orecchio e portarla a casa di Inuyasha.

-Aaaah.. bambina mia, quanto sei cieca...cieca e testarda-

 

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

 

-Sei un testone, Inuyasha. Già che c'eri potevi dirglelo a chiare lettere che l'ami, no?-

 

Ma quanto sarete bravi a parlare tutti, eh?

 

-Sesshomaru ha ragione. Magari ha solo bisogno di capire per bene cosa provi per lei. Insomma, ha risposto al tuo bacio in fondo, no?-

 

Reprimo a fatica un gemito quando Rin accenna a quel momento.

Kami, credevo che non sarei riuscito a staccarmi da lei.

Non credevo che assaporare quelle labbra sottili sarebbe stato così.

Il suo sapore è così simile al profumo della sua pelle.

Miele, miele puro.

Quel seno morbido premuto addosso.

Quei corti capelli di seta.

Quegli occhi blu come le acque più profonde dell'oceano che mi fissano, così languidi e sensuali...

Ho dovuto fare uno sforzo sovrumano per staccarmi da lei.

 

-Non diciamo stronzate. Lei vuole stare con koga, punto. Altrimenti non si spiegherebbe tutta questa mania, tutta questa frenesia che ha nel voler mantenere un contatto con lui-

 

-Cielo, Inuyasha! Non ti è saltato in testa che forse lo fa davvero per il bene della bimba?!-

 

Assottiglio gli occhi -No. Dovevi vederla, come mi si è buttata addosso per impedermi di spaccare di botte quel bastardo. Lo ama. Vuole lui. Punto. E prima me la toglierò dalla testa, meglio sarà-

 

Fosse facile.

Sono anni che cerco di farmi passare quello che sento per lei.

E, dannazione, questa volta ci avevo sperato.

Avevo sperato che avrebbe capito che l'amavo.

Avevo sperato che avesse sentito quel bacio rubato quella notte.

Avevo sperato che capisse la frenesia, la tensione, la voglia che nutrivo per lei.

Avevo sperato che si accorgesse di me.

Ma niente.

Ed io ho finito con  l'amarla ancora di più.

I suoi sorrisi, il suo disordine, la mania che ha di cantare sotto la doccia, la sua insana passione per quelle orrende e malfatte fiction sul medioevo.

Mi sono abituato a tutto questo.

A sentire il suo profumo prima di chiudere gli occhi la sera per addormentarmi.

A vederla sorridente al mattino.

A sentirla brontolare per l'assenza del soffritto nella salsa di pomodoro.

E mi sono abituato a sentirla stretta a me.

A sentirla vicino a me.

Kami...

Mi è entrata, se possibile, ancora più nel sangue.

 

-E va bene, fai come credi. Noi andiamo, si è fatto tardi. Ci vediamo domattina-.

Annuisco, mentre mio fratello e mia cognata si infilano i cappotti per tornarsene a casa.

Appena sento chiudere la porta, mi alzo per mettere un pezzo di legno nel fuoco.

 

Mentre osservo le fiamme, non posso fare a meno di pensare al dolore che mi fa lo stare lontano da lei.

La guardo da lontano, e chiedo di lei a Sango.

Mi fa male, e credo che anche lei a modo suo soffra, ma devo pur sopravvivere.

Devo levarmela dalla testa.

Devo spesso fare violenza su me stesso per non correrle incontro, quando il suo dolce sentore mi arriva alle narici quando entra in ufficio.

Devo fare violenza su me stesso quando vorrei correre da lei per chiederle come sta, per chiederle come mai è così triste e spenta nell'ultimo mese.

Ma dopo quello che è successo, un taglio netto è la soluzione migliore.

Non posso passare la vita a dannarmi l'anima.

Non potrò mai averla.

 

Il suono del campanello mi distoglie da quesi pensieri.

Le dieci e mezza.

Mentre mi avvio verso la porta, non posso fare a meno di pensare che un mese fa, più o meno a quest'ora, ho baciato Kagome.

Mi si stringe lo stomaco, pensando a quel corpo caldo e morbido premuto contro di me, le dita lunghe strette ai miei capelli, la bocca calda e dolce che mi accoglie senza remore, le labbra gonfie per i miei baci così dannatamente eccitanti.

Scuoto la testa, mentre apro.

-Kikyo...-

-Ciao Inu. Mi fai entrare?-

Mi osserva sorridente, i lunghi capelli acconciati in mille ricci sapientemente scomposti, il corpo fasciato in un corto vestito rosso.

-Prego- la invito ad entrare.

-Grazie-

I tacchi ticchettano sul pavimento di legno.

Si ferma davanti al camino, buttando borsa e giacca sul divano.

Si volta verso di me, le labbra rosse come il vestito piegate in un sorriso.

Incrocia le braccia.

-Che ti avevo detto, Inu? Non appena fosse tornato Koga, la tua dolce bambina avrebbe fatto retro-front-

Assottiglio gli occhi.

-Sei venuta qua per dirmi questo?-

Scoppia in una risata bassa e vagamente canzonatoria.

-Certo che no. Negli ultimi tempi ti ho visto un po' teso e sciupato, ed ho pensato che sarebbe stato carino correre in tuo aiuto. Dimmi, ricordi la proposta che ti ho fatto mesi fa?-

 

 

-Quando tornerà Koga finirai messo in un angolo. Ogni premura, ogni sforzo, sacrificio, verranno accantonati. Perchè non sei tu il padre del bambino, ed ogni donna con un po' di coscienza tornerebbe col vero padre del proprio figlio. Quando Kagome tornerà con Koga ti ritroverai con un pugno di mosche, solo, senza nessuno. Io potrei renderti quel momento meno amaro. Pensaci, Inuyasha-

 

-Ricordo- ammetto.

Sorride ancora, passandosi una mano trai lunghi capelli.

Si mette di fronte a me, e porta le mani a giocherellare distrattamente con un bottone della mia camicia.

-Sai, in fondo, non mi dispiace che Koga sia tornato. Così adesso puoi essere nuovamente mio...- sussurra.

-Forse. Ma ti userei e basta probabilmente- rispondo onestamente.

 

Ci ho provato davvero, a stare con lei.

Ma Kagome era fissa nei miei pensieri..

 

Sorride.

-Oh, ma io posso correre questo rischio. So perfettamente che non provi nulla per me se non della semplice attrazione fisica. E a me va bene. E poi, chissà... forse col tempo potresti imparare a volermi bene davvero. Per adesso possiamo comunque accontentarci e godere l'uno dell'altro-

 

Si allontana da me, tornando davanti al camino.

 

Con movimenti esperti, fa scorrere la zip del vestito, per poi iniziare a farlo scendere, e rivelare un seno piccolo e sodo, una vita sottile e delle gambe fini come steli di fiore.

Con la stessa lentezza sfila anche gli slip di pizzo nero, che getta in un angolo.

Mentre si passa una mano tra gli scuri e lucenti capelli, il suo profumo di rosa, estremamente femminile, mi arriva alle narici.

 

Ma non è miele

 

Sensuale come un felino, mi si avvicina.

Le dita dalla pelle dorata iniziano a slacciarmi la camicia, che mi sfila subito dopo.

Leggera come una piuma, la sua lingua accarezza il mio collo, e le mani scendono tentatrici alla zip dei jeans.

Alza lo sguardo, dello stesso colore del caffè, su di me.

Occhi brillanti, sensuali, dal colore caldo.

 

Ma non sono blu come l'oceano

 

-Lasciati andare...- sussurra al mio orecchio, il seno premuto contro il mio petto.

 

Al diavolo quel profumo di miele, al diavolo quella voce cristallina, al diavolo quegli occhi profondi come gli abissi..

 

Con forza mi impossesso di quelle labbra piene, mentre le mani inizano a toccarla fino a strapparle un gemito.

La faccio stendere sul pavimento, i capelli neri aperti a ventaglio, staccandomi giusto il tempo per spogliarmi.

Con la bocca scendo sul collo, mordendo e leccando veloce quella pelle profumata.

La bacio ancora, mentre il suo sapore di fragola mi riempie la bocca.

 

Ma non sa di latte e miele

 

Mi infastidiscono.

I miei stessi pensieri mi infastidiscono.

Furioso con me stesso, entro in lei con un sola, violenta spinta, le mani che le stringono rudemente i fianchi, i suoi gemiti che mi riusuonano nelle orecchie.

Incurante di ogni cosa, cerco di perdermi nel suo calore, nelle sue unghie che mi graffiano la schiena, nelle sue gambe che mi stringono frenetiche.

Ma non appena l'orgasmo arriva, non posso fare a meno di vedere il volto dell'unica donna che vorrei qui in questo momento.

 

Ansimante, crollo su di lei, il corpo scosso dai fremiti.

 

-E' così bello...- sussurra sul mio collo, mentre le dita corrono sulla mia schiena.

 

Mi mordo con forza le labbra fino a farle sanguinare.

 

La osservo.

Ha gli occhi languidi, la pelle dorata, lunghissimi e serici capelli, una voce bassa e sensuale.

Ma, dannazione, io voglio altro...

Voglio toccare una pelle rosata, incrociare occhi blu come un cielo stellato, sentire una voce cristallina declinata in sospiri e gemiti, essere avvolto da un dolce aroma di miele e fiori bianchi.

 

Mi costringo a sorriderle, mentre le passo un cuscino.

Altrettanto sorridente, si accoccola sul mio petto, le punte scure dei seni illuminate dal riverebero delle fiamme del camino.

La mano dalle lunghe unghie vermiglie mi accarezza leggera, le labbra piene che mi solleticano le labbra.

 

-Pronto per un secondo round?- bisbiglia sulla mia bocca.

 

Quella bocca sottile e eccezionalmente dolce che mi si abbandona contro.

 

Al diavolo..

 

-Perchè no? La notte è lunga-

 

Sorride maliziosa.

 

-Te lo avevevo detto che ti avrei reso tutto meno amaro...-

 

La afferro di malagrazia per la nuca, baciandola rudemente, mentre la porto con una spinta sotto di me.

 

Geme soddisfatta, le mani strette spasmodicamente sulle mie spalle, mentre le percorro il corpo con le mani e con la bocca.

 

E mentre affondo dentro di lei, lo giuro a me stesso:

 

La dimenticherò...

Allora... la storia, per quanto me ne dispiaccia, sta volgendo al termine UU.

Ma guarda chi abbiamo qui... una Kikyo estremamente audace e temeraria, che sa decisamente qualli corde toccare per il proprio tornaconto.

Ma chi non lo farebbe al posto suo?! XD

So di essere mostruosamente indietro con le risposte alle vostre apprezzatissime recensioni, ma è un peridodo un po' intenso, ed il tempo è quello che è. Sappiate che appena riuscirò a ritagliarmi un po' di spazio per me, risponderò a tutti!

Nel frattempo vi ringrazio immensamente!

Alla prossima!!

 

 

 
  
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