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Autore: MusaTalia    21/02/2015    2 recensioni
100. Until that day [100/100]
«Non è mai stata mia intenzione rimanere tutta la vita nell'esercito. Volevo solo stare al tuo fianco. Supportarti. Proteggerti fino a quando non avresti ottenuto ciò per cui hai sempre lavorato tanto duramente. Ed ora ce l'hai. E sono così orgogliosa di te».
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'RoyAi Collection'
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076 Watching over NOTA: Vi ho mai confessato di amare i rossi, soprattutto se in possesso di passaporto britannico? Ed Sheeran grazie di allietare le mie giornate e farmi da musa ispiratrice!
Altri dovuti ringraziamenti a te che mi stai leggendo, e magari ti sentiai ispirato anche per lasciare un commentino.
Last, but not least: ho pubblicato la famosa ff per il contest, rigorosamente RoyAi. E se vi aggrada fate un giro: Equilibrio. A giorni i risultati. Spero almeno nella medaglia di cartone!
P.S. riferimenti e dialoghi dal cap 89.

076. Watching over you

Vegliare su di te

“Oh, misty eye of the mountain below
Keep careful watch of my brother's souls
And should the sky be filled with fire and smoke
Keep watching over Durin's sons

If this is to end in fire
Then we should all burn together
Watch the flames climb high into the night
Calling out father oh stand by and we will
Watch the flames burn auburn on
The mountain side high”, I see fire, Ed Sheeran

 

«Potete fare fuoco su tutti tranne che sul colonnello Mustang».

Cinque persone in fuga a Central . Quattro soldati addestrati e con l'ordine di non morire. Tre spari che rimbombano in quel luogo angusto e abbandonato. Due schieramenti opposti. Un solo primordiale istinto: sopravvivere.

E la situazione si capovolge. Dal nulla spuntano altre persone che non vestono l'uniforme blu di Amestris, ma certamente in passato vi erano stati sepolti. Ora sono rinati dalle ceneri che li avevano arsi fino in fondo, fino al cuore della coscienza.

«Con quel "tranne che sul colonnello Mustang" intendi dire che spareresti sulla signora Bradley? Eh?». Charlie parla con freddezza, puntando una pistola alla nuca di un soldato di Amestris che stava per eseguire quell'insensato ordine. Gli alti ordini stanno andando nel panico.

«Vorrei proprio saperlo anch'io, ma adesso ne farei a meno». Roy Mustang non ha fatto una piega. La risoluzione è benzina che attizza e brucia la sua volontà di cambiare il paese, la sua consapevolezza che quel giorno è già storia e lui con i suoi uomini la sta scrivendo, vergando con sangue e sudore, e speranza. Soprattutto speranza.

I suoi uomini non riescono a mantenere la sua glaciale compostezza, perciò Breda, con il cuore in gola -perché se l'è vista davvero brutta- stizzito dice «Sono forse impazzititi? Avevate voglia di uccidere un gruppo di ribelli e la moglie del vostro boss?». Perché la gente è così stupida? No, non la gente; i soldati. L'accademia militare non aiuta, ti abitua solo a eseguire ordini, in automatico, senza porti banali e fondamentali domande.

La signora Bradley, accucciata a terra e tremante, trova il coraggio nella sua profonda essenza di parlare. «Io... o mio marito... siamo stati abbandonati dal nostro stesso paese? Oppure... sono stata io ad essere abbandonata dal mio stesso marito?». Entrambi gli scenari risuonano di violenta e implacabile fatalità.

Il colonnello si accuccia di fronte a lei per confortarla, non la tocca però, perché sente che potrebbe infrangersi, diventare polvere. E la polvere vola via, basta un alito di vento. Cosa se ne fa lui di un pugno di polvere? «Non lo so. Non lo so, ma noi la proteggeremo con tutte le nostre forze. In questo modo, quando tutto sarà finito, potremo dimostrare che non eravamo dalla parte sbagliata».

«Ne arrivano altri! Presto!». Non c'è più tempo. Bisogna andarsene. Subito.

Charlie guarda i suoi commilitoni e con lo stesso tono distaccato di prima si rivolge ai soldati di Central. «Vi ho salvato dalla morte. Se fossimo stati dei soldati di Briggs, sareste già morti».

«Cosa?».

Bang! Il proiettile trapassa la coscia e atterra vischioso di sangue sul pavimento ricoperto di polvere. Una formalità, come pagare le tasse. Charlie non guarda nemmeno il corpo che si contorce dell'uomo cui ha sparato. Ha altro per la testa ora. «Colonnello. Ha già detto alla signora Bradley della scomparsa del Comandante Supremo?».

«No. Se svenisse renderebbe lo spostamento più difficile».

 Uscire dall'edificio e raggiungere il posto in cui arriveranno i rifornimenti: questa è l'esigenza principale. Dovranno farsi strada tra squadre mandate con l'ordine di eliminare il nemico -un modo elegante per dire "ammazzateli tutti!"- ma non c'è nulla da temere: "l'eroe di Ishbar"è con loro, e si è portato con sé il suo "Occhio di Falco". Sono i poveri soldati là fuori a doversi preoccupare perché non c'è nessuno di straordinario che copre loro le spalle.

«Stanno arrivando in massa», un vecchio commilitone di Ishbar, compagno di Charlie, con uno specchio controlla la situazione ai piedi delle scale, «è davvero popolare, colonnello».

«Bene, attirane più che puoi. Credo che tra non molto faranno la loro mossa».

Segue una fragorosa esplosione. Non è la prima, non sarà l'ultima. Il suono ha un non so che di atavico. Respinge indietro con forza ai giorni della guerra civile, dove tutto era sabbia per miglia e miglia, dove il sole tramontava sempre troppo tardi e sorgeva sempre troppo presto.

Si sono conosciuti lì, avvolti nelle loro uniformi blu impolverate. Sconosciuti che diventano fratelli nel giro di poche ore, poche miglia. Il sangue non c'entra nulla, a meno che non sia quello dei nemici, che deve scorrere come fiume in piena.

Ishbar non abbandonerà mai nessuno di loro, è come una malattia cronica che continua martellante a renderti faticose le cose semplici di ogni giorno. C'è e devi imparare a conviverci. Punto e basta. Ma ogni tanto, in giorni come questo, la ferita diventa purulenta, insopportabile e i ricordi sono più forti e inevitabili della gravità. Le strade di Central sono quelle dei distretti Isbharan. L'aria di trepidazione è quella  secca e tagliente del deserto. L'umorismo da quattro soldi è quello disperato del soldato in battaglia.

Ishbar. Central. Punti su una carta geografica. L'essenza non cambia. O forse sì. Ora c'è l'esperienza, c'è la consapevolezza, c'è la fiducia. Non conosci solo il nome di chi ti guarda le spalle; conosci l'uomo. Il gruppetto di ribelli può stare tranquillo: l'eroe di Ishbar e l'Occhio di Falco vegliano su di loro.

Ma Roy e Riza vegliano soprattutto l'uno sull'altro. Sono sempre nel campo visivo l'uno dell'altro. Si cercano e si trovano, non rischiano di perdersi. Se alla fine del giorno le cose non saranno andate come pianificato tutti sanno -ma nessuno ha il coraggio di dirlo a voce alta- che ci saranno due cadaveri in più, due spiriti che bruciano della stessa fiamma.


 

   
 
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