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Autore: lola_fantasy    22/02/2015    5 recensioni
Sono passati quasi due anni dall'ultima battaglia contro Nidhoggr e gli ex draconiani trascorrono le loro giornate come dei ragazzi normali: studiano in scuole diverse ,guardano film, parlano, ridono, fanno passeggiate, vanno in giro, si divertono insieme... Ma la loro normalità non durerà ancora per molto tempo: infatti, due nuovi ragazzi sono al servizio di Nidhoggr, e di certo non porteranno belle sorprese. Sofia, Fabio, Lidja, Karl, Ewan e Chloe dovranno partire per nuove missioni in tutto il mondo, cercare nuovi oggetti, ma anche questa volta non saranno soli: figure molto importanti e a loro speciali andranno in loro soccorso. In questa nuova storia, ci saranno delle sorprese, sia belle che brutte, alcune dolorose e altre emozionanti, che cambieranno (di nuovo) totalmente la loro vita.
Dal capitolo 11 :
"-Credevo fossi io l’unica ragazza che avresti mai voluto prendere, ma mi sbagliavo; non ci solo io a questo mondo.
Con un scatto fulmineo, il ragazzo tirò a sé il pezzo di fune tra le sue mani, così Sofia, che teneva gran parte della restante liana, fu sbalzata contro il petto di Fabio. L'avvolse tra le sue braccia.
- L’unica persona che vorrò mai prendere per davvero sei tu"
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo sei: “Delle ricerche emozionanti”

Sofia stava cercando Fabio da più di un’ora, quando avvistò, con la coda dell’occhio, un bagliore dorato provenire dal lago di Albano. Vi si diresse, sperando ardentemente che fosse lui, ma arrivata sulle sponde del lago non vide nessuno. “Sarà stata un’allucinazione” pensò, delusa.  Si sedette sulla ghiaia della spiaggia e si rannicchiò, portando le gambe al petto e appoggiando la fronte sulle ginocchia. Pensò, pensò e pensò ancora al luogo in cui Fabio si era rifugiato, ma aveva già cercato nelle vicinanze e sapeva che non si sarebbe allontanato poi troppo; almeno non senza avvisare qualcuno. “Magari voleva stare un po’ da solo” provò a consolarsi. In effetti, le sembrava che questa fosse la scelta più plausibile tra tutte le paranoie che la tormentavano, ma un continuo disagio vinceva su tutto. Alzò la testa e osservò la luna piena davanti a sé: era meravigliosa, un cerchio argenteo che si rifletteva sulle acque del lago e illuminava tutto l’ambiente circostante; il cielo era senza nubi, pieno di un’infinità di stelle biancastre. Restò ad osservare, cercando di riordinare il soqquadro di emozioni e idee che aveva in mente. Dopo circa un quarto d’ora, decise che era arrivato il momento di tornare alla villa. Si incamminò lungo il sentiero, con passo piuttosto lesto. Arrivata alla villa, andò nel giardino sul retro, dove prima aveva lasciato gli amici; non trovandoli, si diresse all’interno dell’abitazione.  Arrivata in salone, subito quattro braccia l’avvolsero, stringendola forte: erano Lidja e il prof. Quando si staccarono, i loro visi tesi si rilassarono un poco.
-Ma dove sei stata per tutto questo tempo? Eravamo molto preoccupati!- esclamò il professore.
-E Fabio? Sei riuscita a trovarlo?- chiese Karl, avvicinandosi al gruppo.
-Sfortunatamente no; credo che si sia allontanato per poter stare solo. Però è strano: se si fosse isolato per così tanto tempo, ci avrebbe avvertito.- rispose Sofia, indicando a Ewan, Chloe e Gillian di raggiungerli.
-Sai bene che Fabio è strano!- disse Lidja ironicamente.
-Lidja, non è proprio il momento di scherzare!- la rimproverò Sofia, sbuffando.
-Ok, ok… scusa!- borbottò Lidja, alzando gli occhi al cielo.
-Allora: io e Gillian andremo fuori a vedere se riusciamo a rintracciare Fabio. Voi, intanto,  tornate nel dungeon e cercate più informazioni possibili su chi potrebbero essere i nuovi alleati di Nidhoggr. - sentenziò il prof.
-Già che ci siamo, potremmo anche scoprire qualcosa di più sull’apparizione dei frutti e della Gemma- propose Karl. I ragazzi annuirono e, dopo che il prof. e Gillian furono usciti, si diressero in biblioteca  – non prima di aver recuperato il materiale necessario alle ricerche -  e premettero sulla piccola protuberanza di una delle gambe del tavolo. Scesero gli scalini intorno all’albero e andarono nella sala della Gemma. Si sedettero sul marmo e incominciarono le ricerche: la prima da fare era quella sugli alleati di Nidhoggr.
Più tardi, circa una ventina di minuti, riuscirono a trovare un articolo di giornale in cui si parlava di due ragazzi che, sulle montagne dell’Altaj, in Russia, avevano appiccato un enorme incendio in pochi minuti; quest’ultimo, però, aveva bruciato soltanto una piccola parte del bosco montano e più precisamente quella vicina a una grotta dove, poche settimane prima, era stato rinvenuto un fossile di dinosauro. La grotta, in seguito all’incendio, non era stata più scovata e, di conseguenza, il fossile era stato perduto.
-Potrebbero essere loro!- esultò Chloe, dopo aver riletto l’articolo due volte.
-Esatto! Dopotutto, quali persone al mondo potrebbero creare una conflagrazione simile?- disse Karl, osservando la foto dell’incendio pubblicata con il brano del giornale.
-Ma potrebbe anche essere stato qualcun altro e poi c’è un ulteriore problema: non conosciamo i loro nomi e qui- disse Sofia indicando un determinato punto del testo,  –dicono che i ragazzi, dopo essere scappati via, non sono stati più ritrovati. Tra l’altro, erano un giovane dai capelli neri e con la carnagione pallida ed una fanciulla, con lunghi capelli castani e la carnagione olivastra.-
-Se non altro, nel caso dovesse succedere qualcos’altro di simile e ci fosse la stessa descrizione dei colpevoli, oppure dovessimo incontrarli, allora sapremmo identificarli- intervenne Ewan, che stava cercando sul portatile qualche notizia simile, mentre Lidja lo aiutava.
-Perfetto. Ora non ci resta che indagare sulla nuova Gemma e i frutti-  sopirò Sofia, soddisfatta per quella prima vittoria.
-Ragazzi,- disse Karl entrando nella stanza, con in mano un oggetto particolare:  uno strumento piuttosto strano, che aveva qualcosa di un fucile, ma era più tozzo e tutto di legno e ottone. Aveva due manici nella parte inferiore e si impugnava come una mitragliatrice; nella parte più alta, l’utensile terminava in  una piccola ampolla trasparente, incastonata nel legno, simile ad una livella a bolla d’aria. Una enorme lente d’ingrandimento completava il tutto. –ho trovato questo in una delle altre stanze del dungeon- . I ragazzi lo riconobbero subito.
-Il draconoscopio!- esclamarono all’unisono, meravigliati.
-Esattamente. Potremmo usarlo sulla Gemma, i frutti o addirittura su noi stessi.- disse Karl.
 I ragazzi si avvicinarono alla bolla di luce sprigionata dalla bianca Gemma e fu Sofia, per prima e  con timore, a toccarla: subito un’ondata di un benevole calore si divulgò dentro di lei e chiuse gli occhi; rilassò i muscoli, che dalla scomparsa di Fabio teneva contratti.  Quanto sentì qualcuno trattenere il fiato, spalancò le palpebre di scatto e si girò istintivamente verso la porta, temendo vi fosse un intruso.  Poi, non vedendo nessuno, ruotò di nuovo il corpo verso i preziosi oggetti.
-Perché nessuno sta parlando?- chiese, alzando un sopracciglio.
-Sof, posa di nuovo la mano sulla Gemma, ma questa volta tieni gli occhi aperti- le rispose Karl. Sofia, che prima aveva tolto il palmo per girarsi, lo riappoggiò . Subito, una fioca luce verdognola illuminò la stanza e lei, insieme agli altri, rimase a bocca aperta: la luce proveniva dal frutto di Thuban;  tolse la mano in modo fulmineo, timorosa per l’accaduto. Il frutto si spense e la stanza riacquistò la luce abbagliante e chiara di prima.
-Wow…- disse Lidja, stupita.
-Vieni qui, Sofia. Voglio provare a vedere se c’è qualche riscontro con il draconoscopio.- le ordinò Karl, indicandole la brandina che aveva trovato insieme a quell'arnese dall'aspetto un po' vintage. –Sdraiati.- .
Sofia si distese sulla branda.
-Devo alzarmi la maglietta?- chiese titubante.
-Scusa Sofia, ma sarebbe meglio se lo facessi- le rispose lui. Sofia, dopo essersi tolta il cardigan bianco, si portò le mani al ventre; indugiò, e poi alzò la maglietta all’altezza del seno, lasciandolo però nascosto.
-Così va bene?- chiese lei con sguardo implorante, sorridendo timida. Karl, comprensivo, annuì. Dopo aver inserito una goccia di linfa dell’Albero del Mondo nell’ampolla dell’utensile, presa dalla Gemma, passò la lente sull’addome di lei, ma il draconoscopio rimase inerte.
-Non succede niente!- sbuffò Lidja, frustata. Karl passo un’altra volta lo strumento su Sofia, ma di nuovo non accadde niente.
-Ok. Ewan prendi il draconoscopio e poi passalo su di me, dopo che avrò toccato la Gemma: voglio vedere cosa succede- gli disse il biondo. Accadde la stessa cosa che era successa a Sofia, ma, invece di accendersi il frutto di Thuban, si accese quello di Aldibah, illuminando la stanza d’azzurro. Poi, dopo essersi sdraiato e tolto la maglietta, con un po’ di imbarazzo davanti allo sguardo fisso di Chloe, alla quale si colorarono le gote di un rosa accentuato, Ewan gli passò la lente sulla pancia: anche questa volta, non si registrò nessun cambiamento. Allora, Karl fece ripetere le sue azioni anche agli altri: su Ewan e Chloe, l’arnese rimase inattivo, ma quando passò su Lidja, una debole luce rosa si rifletté sul soffitto.
-Oh caspita!- esclamò la mora, con gli occhi sbarrati. –Ho i poteri!!- strillò poi, sorridendo. Saltò giù dalla brandina e fissò lo sguardo su di essa. Si concentrò tantissimo, tanto che goccioline di sudore le impregnarono la fronte, ma la branda non si sollevò; il suo sorriso si spense e abbassò lo sguardo, delusa.
-Piccola, è vero: il draconoscopio ci ha mostrato qualcosa, ma questo non significa che tu abbia recuperato i poteri- le disse dolcemente Ewan, avvicinandosi e abbracciandola per consolarla.
-Siamo tornati!- urlò Schlafen in quel momento dal piano terra. I giovani si riscossero e salirono di sopra. Arrivati in cima, si diressero in cucina, dove Gillian e il prof. si erano seduti al tavolo, evidentemente in ansia.
-Sofia..- cominciò lui, ma un gemito lo bloccò. Si girò e vide Lidja, aggrappata a Ewan, che sbatteva più volte gli occhi e faceva diverse smorfie di dolore; le gambe tremavano, chiaro segno che non riusciva a reggersi in piedi .
-Lid, che cos’hai?- le chiese Sofia preoccupata, accostandosi ai due.
- Non.. non mi sento molto bene- bisbigliò tra una smorfia e un’altra. Fitte dolorose le premevano alla testa  e iniziò a vedere sfocato. – Credo..credo di..- ma non riuscì a terminare. Mollò la presa sul ragazzo e cadde sul pavimento; il suo corpo, che prima era scosso dai brividi, era inerte sul pavimento. Ewan e Sofia si buttarono su di lei, in preda alla preoccupazione.
-Lidja!- la chiamò lui, scuotendola leggermente. Lei non rispose: lui la scosse con più forza, ma di nuovo lei non si mosse.
-Gillian, prendi un po’ d’acqua fresca dal frigo e mettila nel bicchiere- le disse Schlafen, avvicinandosi alla ragazza. Stava per prenderle le gambe per alzarle, quando Lidja ebbe un sussulto; gli altri si allontanarono di scatto. Fu pervasa da tremiti e il suo corpo si alzò in aria, levitando, ancora svenuta, con i capelli corvini e le braccia penzoloni; Sofia, Karl, Schlafen, Gillian e i gemelli divennero statue di sale. Arrivata a due metri d’altezza, Lidja si fermò; sempre in aria, il suo corpo si mosse, uscì dalla porta della cucina e si diresse in biblioteca . Qui, andò verso la finestra e uscì fuori, in quella notte stellata e senza vento.
-Lidja!- urlò Ewan, e corse fuori. Sua sorella, Karl e Gillian lo seguirono, mentre il prof. si fermò sulla porta d’ingresso. Si girò verso Sofia e la guardò serio.
-Sofia, quello che cercavo di dirti prima, è che non abbiamo trovato Fabio da nessuna parte. Abbiamo chiesto ad alcuni passanti se per caso avevano visto un ragazzo: uno di essi, ci ha raccontato che ha visto un giovane dai capelli scuri, magro e alto che nuotava nel lago, e che poi ha iniziato a sprofondare nell’acqua. Non siamo sicuri che fosse lui, anche se la descrizione corrisponde, ma è l’unica testimonianza che abbiamo.- e se ne andò. Sofia appoggiò la schiena alla porta: un grosso groppo le si formò in gola, la bocca le si contrasse in un sberleffo e gli occhi le si inumidirono. Si accasciò al suolo e si portò le mani ai capelli: voleva strapparseli, talmente era forte il dolore che provava. Calde lacrime iniziarono a scendere piano, alcune fermandosi sulle labbra, altre cadendo sui vestiti; dalla gola le proruppe un urlo straziante, che rese reale tutta la sua disperazione. E pianse. Pianse come non aveva mai fatto in vita sua: la persona che amava di più al mondo non c’era più e lei desiderava morire, per quella perdita. Continuò così, singhiozzando, piangendo e urlando, finché non si addormentò, sognando tutti i baci, le carezze, gli abbracci, i dolori, le gioie passati insieme; pensando a Fabio.
 
 
Angolo autrice: sono finalmente (?) ritornata! Vi sono mancata? XD  Ecco qui il nuovo capitolo! I nostri amati protagonisti hanno fatto nuove scoperte: alcune belle, altre più brutte. Che ne pensate? Come si comporterà Sofia dopo tutto questo? E Lidja: che fine ha fatto? Ma Fabio è davvero morto? Tutte le risposte a tempo debito!
Vi è piaciuto il capitolo? Fatemi sapere che ne pensate: recensite! Ringrazio chi nell’altro capitolo ha recensito e chi continuerà a farlo, ma anche chi recensirà in futuro. Al prossimo capitolo: aggiornerò la prossima domenica!
Un bacione,
lola_fantasy
   
 
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