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Autore: midnight89    07/12/2008    1 recensioni
Una vicenda straziante ma con un dolce finale.Quando il silenzio non corrisponde alla morte.BanxGinji
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per farmi perdonare dei lunghi disagi dati dall’incompletezza dei dialoghi ecco qui anche il quarto capitolo

Per farmi perdonare dei lunghi disagi dati dall’incompletezza dei dialoghi ecco qui anche il quarto capitolo.BUONA LETTURA!

 

All’inizio era apparso tutto difficile e complicato, non era stato facile per Ban mettere da parte il suo orgoglio e farsi aiutare quasi in tutto da Ginji, ma fin da subito aveva voluto essere autonomo nel mangiare e in tutti i suoi bisogni primari. Il massimo che permetteva era che Ginji rimanesse lì seduto accanto alla vasca mente si faceva il bagno.

Sebbene quelle attenzioni sembravano dargli enorme fastidio a  prima vista,una parte di lui nel più remoto profondo,le apprezzava eccome,infondo non era certo male essere riferiti e viziati tutti i giorni.

Ma se in apparenza Ginji appariva costantemente gentile, allegro e ben disposto sapeva che in realtà a muoverlo era un atroce rimorso. L’aveva sentito certe volte di notte, fingendo di dormire, piangere e pregare che il tempo tornasse indietro, preferiva morire che vedere Ban ridotto così a causa sua.

Tante volte l’aveva udito, ma mai si era avvicinato per consolarlo, forse perchè non avrebbe saputo dirgli nulla.

Vivevano in quella dimensione di falsità reciproca senza che nessuno riuscisse a liberarsene o a liberare l’altro,ma non potevano andare avanti per sempre così,non era possibile...

 

Erano già trascorse due settimane dal suo risveglio e la vita sembrava riniziare a correre apparentemente come sempre. Peccato che questo fosse un ennesimo tentativo non riuscito di persuasione che il suo animo stava creando pur di non voler osservare la realtà.

Si mise seduto sul letto e si passò una mano tra i capelli castani, qualcosa l’avevo svegliato dal suo apparente sogno di tranquillità.

Un gemito, un’imprecazione, un singhiozzo...

Lenti ma costanti si ripetevano all’infinito nella sua mente. Si alzò e si avviò verso il soggiorno, certo di sapere chi fosse la causa di tutto ciò.

 Raggomitolato nella coperta stava Ginji che sembrava stesse vivendo un suo ennesimo atroce incubo; Ban sentiva distintamente i continui movimenti sul divano, le coperte tirate e poi lasciate, il respiro irregolare, le parole mozzate da singhiozzi.

Gli sfiorò la spalla per destarlo ma non ci riuscì, così che si mise a smuoverlo con un poco più di forza chiamandolo piano. Per tutta risposta il biondino si svegliò di soprassalto rilasciando una lieve scossa verso il suo presunto aggressore che piombò per terra.

Non appena Ginji si accorse di chi aveva colpito scattò immediatamente in piedi divorato dall’ansia e colmando quel silenzio con parole di scusa.

-Perdonami Ban-chan!Oddio, che cos’ho fatto...stai bene?-domandò aiutando a rialzarsi. Il moro si limitò ad annuire e raggiunto il divano vi si sedette.

-Anche tu però, andare in giro di notte senza luci...-aggiunse sedendosi a fianco dell’amico e avvolgendosi con la coperta.

-Tanto non mi fa alcuna differenza se è buio o no...-si limitò a rispondere Ban tranquillo. Ginji non rispose, in fondo era vero...

Silenzio.

-Stavi facendo un incubo, vero?-domandò sebbene fosse certo della risposta che avrebbe ottenuto.

Ginji annuì timidamente, rendendosi poi conto che era stato certamente colpa sua se Ban si era alzato!

-Gomen Ban-chan, non avrei voluto svegliarti...gomen...-disse abbassando il volto e facendo passare la coperta tra le dita. Ma quel volto tanto triste fu raggiunto da una mano, che timida si era avventurata sino alle sue guance. 

-La colpa è solo mia Ginji. In queste settimane non ho fatto altro che darti motivo di colpevolizzarti e non ti ho nemmeno mai ringraziato per quello che hai fatto per me. E non dire che era logico perchè non lo è per niente. Ti sei occupato di me qui a casa sostenendo tutte le cure mediche ed è solo grazie a te se mi sono svegliato.-disse carezzandogli il volto-Non ti ho nemmeno chiesto cosa facevi in quei giorni, chi ti aiutava, come ti sei procurato i soldi. Nulla di nulla, e di ciò me ne vergogno, sento di essermi comportato da terribile egoista e te ne chiedo scusa...-esclamò con dolcezza.

Ginji sorrise e si strinse a lui, era come se una parte di quel peso fosse svanito con quelle parole. Il compagno dal canto suo aveva ricambiato l’abbraccio stringendolo possessivamente a carezzandogli il capo.

-Allora, dimmi un poco che facevi mentre io dormivo...-disse scherzando staccandosi un poco imbarazzato da lui.

-Beh, nulla di particolare. Mi alzavo, mi assicuravo che tu stessi bene, andavo a lavorare, tornavo e restavo con te...-disse tranquillo.

-Hai lavorato con Shido in questo periodo quindi...-concluse il moro un poco indispettito. Ginji scosse il capo -Ho smesso di fare il Get Backers, o meglio, ho fatto una pausa. Il mio partner sei tu Ban-chan, o tu o nessun altro. Avevo trovato un lavoretto in un bar qui vicino. Mi permetteva orari flessibili e la paga era alta...-.

Ban rimase interdetto, non avrebbe mai creduto che Ginji avesse rinunciato a tutto per lui, si sentiva quasi colpevole. Lui avrebbe fatto lo stesso?

-Hai...hai lavorato in un bar?-balbettò incerto, voleva essere certo di aver capito bene. Il biondino rise -Certo!Era il minimo che potessi fare e poi non volevo dipendere da nessuno per aiutarti...io ce l’ho messa tutta...-concluse con lieve amarezza -...ma nonostante questo...-disse piano.

Ban sorrise, il sapere che Ginji teneva così tanto a lui aveva cancellato ogni incertezza dal suo cuore, forse una parte dei suoi sogni non era così irrealizzabile.

Notò però quell’aura di dolore che ancora incombeva sull’amico e che raramente aveva visto nei suoi occhi, il suo compagno era famoso per la sua inguaribile allegria contagiosa e dolcezza, ma ora non era che un ragazzo divorato dal senso di colpa.

-Infondo non credo che aver perso la vista sia così terribile, Ginji...-disse sorridendo. Il biondino lo guardò allibito, come non era importante?

-Ma come puoi dire ciò?Senza gli occhi, non puoi vedere, non puoi usare il Jagan...-disse sconcertato.

-Questo è vero, ma per ora le cose più belle che volevo vedere le ho già viste,senza contare che fu a causa di questi occhi che...-non terminò la frase. Sorrise -Non sono certo una persona raccomandabile io...-. Ginji scosse il volto e lo abbracciò, com’era solito fare. Ma forse in quell’abbraccio caldo c’era qualcosa in più, qualcosa di più dolce, come se tramite quella consueta abitudine volesse comunicare qualcosa d’unico, di nuovo, di sicuro e incerto assieme.

-Non dire più queste sciocchezze, io pensavo di aver trascorso la mia vita con un orgoglioso, manesco, venale Ban Mido, non mi risulta che sia un malvivente....-disse ridendo strusciando il capo contro il petto del moro.

Ban sorrise, forse quella bastava come conferma...

-Toglimi le bende, Ginji...-disse con un tono che non ammetteva repliche. Il biondino ne rimase un poco turbato ma staccandosi da lui gli passò le mani dietro il capo e  gliele sciolse. Ban sorrise.

-Volevo vederti...-disse sfiorando il viso smarrito di Ginji -Sappi che le cose belle si ricordano con l’animo e non con gli occhi...-.

Lo avvicinò lentamente a riconoscendo quel profumo di miele che sognava ogni notte, sfiorò con le dita le labbra di Ginji che da troppo lo ammaliavano e sostituì le dita con le sue labbra, sublimando ogni piacere che provava.

Dolce, lenta flessuosa danza a cui subito rispose seppur con timidezza e timore, temendo di sbagliare, di rovinare qualcosa...

Sentì le mani di Ban intorno al suo volto e non poté che stringersi maggiormente a lui, intuendo solo ora cosa poteva dar sollievo ai suoi incubi e alle sue insicurezze.

Avere Ban vicino, sempre.

 

Quando si staccarono rimasero a pochi centimetri l’uno dall’altro entrambi non poco imbarazzati dall’azione compiuta e di come il compagno avesse risposto positivamente.

-Beh, ti confesso che ora come ora vorrei tanto vedere la tua espressione...-disse scherzando Ban accarezzandogli i capelli.

-Beh, non è poi molto differente dalla tua...-esclamò ridendo. Ban si fece bastare quell’affermazione per ritornare a bearsi di quelle dolci labbra che da sempre lo tentavano.

Voleva perdersi in quella dolcezza che poteva solo ricordare, voleva perdersi in quei gesti e sentirsi un tutt’uno con l’unica persona che contava per lui ora.

Lasciò che le sue labbra assaporassero la sua pelle profumata scendendo sul collo incontrando da subito come ostacolo il collo della t-shirt. Senza però perdersi d’animo fece passare una mano sotto questa facendo percorrere di brividi la schiena del biondino che ora come ora non se la sentiva proprio di fermarlo, era troppo bello; ma poi la sua poca responsabilità ed immensa preoccupazione per l’amico gli permisero di ragionare

-Ban-chan, il dottore ha detto niente sforzi...-esclamò mentre piacevolmente prigioniero di quell’abbraccio si lasciava accarezzare. Il moro sembrò non udirlo, o meglio fece finta di non avere udito quelle parole e Ginji se n’accorse da subito. Ridendo lo fermò baciandolo voluttuosamente sulle labbra bloccandogli anche le braccia.

-Non mi sembrava fossi anche sordo...-disse sfiorando il capo contro il petto di Ban. Il moro si fermò, sorrise e gli accarezzò il volto.

-Oggi hai vinto tu, ma non credere che la stessa cosa varrà per domani...-disse alzandosi e prendendolo per mano. Ginji sorrise -Se proprio non vuoi star solo ti farò compagnia io di là...-

Il moro mostrò un sorriso -Mi saprò accontentare-.

  
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