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Autore: Butterfly8    22/02/2015    5 recensioni
Questa storia è il seguito de "I quarant'anni di Betty". In questa storia avranno un ruolo più attivo tutti i protagonisti "secondari". Armando e Betty sono uniti più che mai e saranno i punti di riferimento per tutti gli altri. Buona lettura e aspetto i vostri commenti e recensioni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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“Mamma, non puoi prendermi per stupida, tra poco compio tredici anni! Qui, su questo giornale c’è la foto di papà con questa modella mentre si baciano.”
Sono in salotto con i miei genitori. Mentre ero nel centro sportivo una delle ragazzine che non mi sopporta dal primo giorno, è venuta a darmi la rivista in cui c’è mio padre che bacia una modella.
‘Tuo padre è un traditore’ mi ha detto, ma io ho risposto che non lo era. Mio padre ama mia madre. Poi lei mi ha fatto vedere il giornale e io sono corsa da mia madre che era nel centro, in palestra. Insieme siamo tornate a casa. E ora stiamo parlando con mio padre.
“Cami, ti prego credimi!” mi sta dicendo. “Non ho tradito la mamma. Te lo giuro!”
“Non ti credo! Non ti credo!” gli dico e vado a chiudermi nella mia stanza.

 Non sono servite a niente le parole di mia madre ieri sera. IO non credo che mio padre non abbia una relazione con quella donna del giornale. Ieri, dopo che mia madre è venuta a parlarmi per ripetermi che non è vero che mio padre l’abbia tradita, li ho sentiti litigare nella loro stanza.
Capisco che mi madre voglia proteggermi, ma ormai il danno è fatto. Non uscirò mai più di casa. Non potrò mai ascoltare i miei compagni che mi prendono in giro.
Vado in cucina. Il tavolo della colazione è pronto. Mio padre e Roberto sono già seduti, mentre mia madre ha in braccio Aurora.
“Come mai sei ancora in pigiama?” mi chiede.
“Semplice, oggi non vado a scuola!” le dico in tono di sfida.
“E perché no?” mi chiede mio padre.
“Perché no!” gli rispondo.
“Invece ora ti prepari e ci vai!” mi dice lui.
“No” ribatto io.
“Perché non vuoi andare?” mi chiede la mamma.
“Perché no!”ripeto io ancora una volta.
“Bene. Se non vai a scuola oggi, non andrai nemmeno a ginnastica oggi pomeriggio” mi dice mio padre.
“Benissimo” gli rispondo. “Tanto non ho intenzione di uscire mai più di casa!”gli dico. “Grazie a te!”
Prendo un biscotto e me ne vado di nuovo nella mia stanza. Mentre esco dalla sala da pranzo sento mio fratello che prova a restare a casa pure lui, ma mia madre è irremovibile.
Dopo dieci minuti sento bussare alla porta della mia camera. Non rispondo neanche. Vedo entrare mio padre.
“Possiamo parlare?” mi chiede.
“No” gli rispondo.
“Non sai dire qualcosa di diverso a parte no?” mi provoca lui.
“No” ripeto io.
Incurante del fatto che io non voglia parlargli, lui entra nella mia stanza e si siede sul letto. “Senti Cami” mi dice “So che sei arrabbiata con me, ma non pensi che dovremmo parlarne?”
“Dov’è la mamma?” gli domando.
“Ha accompagnato tuo fratello a scuola” mi risponde. “Vieni qui” mi dice indicando il mio letto dove lui si è seduto.
“Non devi andare a lavorare?” gli chiedo.
“Il lavoro può aspettare. Prima vorrei parlare con te” mi dice.
“Cosa devi dirmi?” gli dico aggressiva.
“Basta con questi giri, Cami. Lo so che sei arrabbiata con me per via di quella rivista e che pensi che io abbia tradito tua madre, ma ti ho già detto che non è vero. Non è vero. È una montatura e vorrei che tu mi credessi quando te lo dico.”
“Ma se nemmeno la mamma ti crede. Ieri sera vi ho sentiti litigare!” gli dico.
“La mamma ci è rimasta male, ma vedrai che alla fine mi crederà!” mi dice. “Io non ho fatto niente. E quella foto sul giornale è solo un gossip per farmi perdere un affare importante!”
“Ma se nella foto la stai baciando!!” gli dico.
“Cami, tu non sai ancora, per fortuna, di cosa siete capaci voi donne per fare credere una cosa che non è. È vero che quella modella ha provato a darmi un bacio, ma subito dopo io l’ho allontanata. Peccato che non abbiano pubblicato quelle foto. Altrimenti non sarebbe successo niente di tutto questo.”
Sono molto dubbiosa. Da un lato vorrei credergli. Ma se penso a quello che da ora in avanti diranno i miei compagni….
“Cami, non voglio mentirti” mi dice. “Una volta, quando ero giovane, prima di incontrare tua madre avevo tante fidanzate, tante e anche in contemporanea, ma poi quando ho conosciuto la mamma non ho avuto più nessuna donna se non lei.”
Lo guardo dubbiosa. “Un giorno, quando ti innamorerai perdutamente di un uomo, e non sai quanto mi costa dirti queste cose, capirai!” mi dice.
“Ma se anche è tutto un piano per danneggiarti sul lavoro” gli dico io “ormai sei per sempre un traditore. E io non posso sentire i miei compagni che continuano a prendermi in giro per questo!”
“Amore mio, io ho già querelato il giornale. E tu devi essere molto forte e non ascoltare quelle voci. Ma i tuoi veri amici crederanno a te. E io ti giuro che non ho tradito la mamma.”
“Quindi non andrai via da casa?”
“Spero proprio di no. Non voglio mentirti. Io e la mamma abbiamo litigato, ma sono convinto che alla fine lei mi crederà.”
“E non vi separerete di nuovo? L’altra volta è stato bruttissimo. Tanti miei compagni hanno i genitori separati e non fanno altro che fare avanti e indietro. Come Dodo e Isabel.”
“Se solo potessi  dimostrarti quanto bene ti voglio e quanto sono felice di essere tuo padre, capiresti che mai e poi mai farei consapevolmente qualcosa che ti ferisca. O che possa far soffrire la mamma. Quando sei nata tu, il mio cuore stava per esplodere dalla gioia. La mia vita era perfetta in quel momento. E lo stesso è stato per Roberto e Aurora. Voi tre e la mamma siete la cosa più importante che ho. Non vorrei perdervi mai e poi mai!” mi dice.
Non so cosa pensare.  Mi sembra sincero.  “Quindi tu non vuoi un’altra donna!?” gli chiedo.
“Certo che no!” mi risponde. “Come ti viene in mente una cosa del genere?”
“Nella mia classe, quasi tutti i miei compagni hanno i genitori separati e quasi tutti i padri hanno lasciato le madri per donne più giovani!”gli dico.
“Cami, credimi, io non solo non voglio lasciare la mamma, non ho una relazione con nessun’altra donna! Perché io amo la mamma!”
“Quindi il fatto che quella modella sia giovane non significa che lei ti piace?”
“Amore, io quella modella l’ho vista solo due volte nella mia vita. Non mi interessa, né lei, né nessun altra. Mi dispiace che nella tua classe, tanti tuoi compagni abbiano i genitori separati, ma io non voglio lasciare la mamma. Davvero. Credimi” mi dice lui, passandosi una mano tra i capelli. Ha lo sguardo teso. Lo capisco pure io che è in preda all’ansia.
“Va bene papà… proverò a crederti!” gli dico. Lui viene ad abbracciarmi. “Scricciolo, te lo giuro. Io non ho tradito la mamma. E voglio che tu sappia che se per qualsiasi motivo tu hai bisogno di farmi domande o di avere chiarimenti, io sono qui.”
“Papà… mi stai stritolando!” gli dico.
“Cami” mi chiama “non devi avere paura dei tuoi compagni! Noi non abbiamo niente da nascondere. Ma devi imparare a difenderti! Non voglio che tu ti faccia calpestare da loro e dalle loro stupidaggini.”
“Papà” gli dico “la maggior parte dei miei compagni sono miei amici, soprattutto Raquel, ma ci sono quelli a cui sto antipatica. E loro non vedono l’ora di mettermi in difficoltà!”
“Perdonami, se tutta questa faccenda ti metterà in difficoltà, ma tu devi andare a scuola testa alta. Vedrai che quando verrà fuori la verità, dovranno scusarsi anche con te!” mi dice. “Ora vado al lavoro. Abbiamo tanto da fare per l’incontro di dopodomani!”
“Va bene papà… buon lavoro!” gli dico. Lui mi da un bacio sulla testa e va via.
Non so cosa pensare. Lui è mio padre ed io voglio credergli. Finora non mi ha mai deluso. Ha sempre fatto il possibile per rendere felice mia mamma, me e i miei fratelli. Devo credergli.

 

Due giorni dopo….
Dodo è passato un attimo a casa mia. Stava cercando mio padre.
“Hai visto Cami, cosa ha fatto tua madre?”. Mi mostra il giornale nel quale ha fatto scrivere che ama mio padre.
“Se tuo padre fosse stato colpevole, secondo te, tua madre l’avrebbe fatto?”
“No, penso di no!”
“Puoi stare tranquilla, è davvero una montatura!!” mi dice mio cugino. “Tuo padre non è in casa?” aggiunge.
“No, ancora non sono arrivati né mamma né papà. Ti serviva qualcosa?”
“Volevo parlare con lo zio… va bene, lo cerco sul cellulare” mi dice.
“A proposito di cosa vuoi parlare con mio padre…?” gli chiedo.
“A proposito di Rocio….!”
“E non puoi parlarne col tuo?” gli domando.
“Mio padre non capisce nulla di donne….!” mi risponde.
“E il mio si????” dico allarmata.
“Cami, stai tranquilla…. Voglio solo un consiglio….!”

 

***

 

Non sono riuscito a parlare con mio zio. Maledizione. Parlarne con mio padre è fuori discussione. Lui non solo non capisce niente di donne, ma adesso non può neanche sentire che la mia quasi fidanzata vuole anche un altro! Vorrei che quel Josè sparisse dalla mia vista!
Non pensavo che Rocio mi sarebbe piaciuta così tanto, quando l’ho conosciuta! Eppure abbiamo tante cose in comune e poi lei è bellissima. Siamo diventati subito amici. Forse qualcosa di più. Però lei non è proprio convinta che possiamo essere qualche cosa di più. Ed ecco che entra in scena questo Josè. Lui è più grande di me di un anno. Quando lei è con lui, diventa rossa, inizia a mordersi il labbro e a toccarsi i capelli. Io, invece, molto spesso, quando sono con lei sembro perdere la facoltà di dire cose intelligenti. Mi si asciuga la gola. E solo dopo dieci minuti riesco a tornare in me. Vorrei tanto che qualcuno mi desse un consiglio sul da farsi. Però qualcuno che se ne intenda! Chi se non mio zio?

 
Due giorni  dopo…

Siamo nella stanza del Preside. Ho dato un pugno a Josè. Ma se lo meritava tutto. È venuto da me dicendo che mi avrebbe portato via Rocio e che non c’era motivo per cui lei avrebbe dovuto scegliere me. Non ci ho visto più e l’ho colpito.
“Signor Mendoza” sta dicendo il preside a mio zio “anche se lei è un parente del ragazzo, e noi la conosciamo benissimo, siamo obbligati a chiamare i genitori del ragazzo. Il padre non è al momento reperibile, ma la madre, sua sorella immagino, sta arrivando!”
“Vi prego, mia madre no. Mia madre no! Non voglio parlare con lei” gli dico io.
“Dodo calmati…. “ mi dice mio zio. “Avvisare i genitori è la prassi in questi casi.”
“Ma non basta lui?” chiedo io rivolto al preside. “E’ mio zio. Accetterò qualsiasi punizione, ma non chiamate i miei genitori. Per favore!”
“No, Armando! Ormai abbiamo chiamato tua madre. Sta per arrivare!”
Proprio in quel momento, mia madre entra in presidenza.
“Buongiorno signor Preside….”

 
Siamo fuori dalla scuola. Mi hanno sospeso per una settimana ma con l’obbligo di frequenza. Il mio comportamento ricadrà sul mio voto in condotta, quindi mi conviene avere il massimo dei voti in tutte le altre materie se non voglio essere penalizzato per la votazione finale. Ma a me non interessa niente dei voti. Voglio andare a casa. Vedo che mia madre è arrabbiatissima.
“Dodo, cosa ne dici se vieni con me?” mi dice mio zio. “Tuo padre non c’è, lo sai pure tu. Sai che è a Barranquilla e che torna stasera tardi!”
“No Armando. Dodo adesso viene a casa con me. Ho già parlato con Betty. Ho il pomeriggio libero oggi!” si intromette mia madre.
“Con te non voglio venire né voglio parlare!” le dico.
“E invece verrai con me. Adesso basta. Finora ho cercato di rispettare i tuoi tempi e le tue decisioni. Ma ora basta! Ora vieni con me e discutiamo di quello che è successo!”
“Ti prego zio… diglielo tu. Fammi venire con te. Non voglio parlare con lei” chiedo a mio zio.
“Dodo, ho detto basta con queste storie. Sali in macchina. E tu Armando non metterti in mezzo!” dice a mio zio.
Rassegnato salgo in macchina di mia madre.
“Non sgridarlo troppo senza aver capito quello che è successo” dice Armando alla sorella. “Cami, mi ha detto che due giorni fa è passato da casa perché voleva parlarmi, perché voleva un consiglio su Rocio ma io non sono riuscito a darglielo.”
“Non ti preoccupare. So quello che faccio” gli risponde lei.

Sono in macchina con mia madre. Non riesco nemmeno a guardarla. Mi ha spezzato il cuore. So che non dovrei essere così tragico. Ma è quello che sento. Siamo arrivati a casa nostra.
Scendo dalla macchina e faccio per andare nella mia stanza, ma lei mi blocca per le scale.
“Tu ora vieni in salotto e mi spieghi cosa è successo, chiaro?” mi dice in un tono che non ammette replche.
Non posso che seguirla in salotto. “Non ti dico niente!” le dico.
“Dodo, sto perdendo la pazienza!” mi dice lei. “So che sei arrabbiato con me, ma io sono tua madre. Lo so che non sono la madre che vorresti, però la natura, il caso, il cielo, chi vuoi tu, ha deciso che tu sei mio figlio e questo non cambierà. Quindi se non mi dici quello che succede, staremo qui tutto il giorno. Ti conviene parlare subito! Perché hai picchiato quel ragazzo?”
“Perché vuole portarmi via Rocio!” le dico.
“E chi è Rocio, la tua ragazza? È la ragazza che hai conosciuto alla presentazione del videogioco?” mi chiede.
“Si. Ti ricordi di lei?”
“E come potrei non ricordarmi se non le toglievi gli occhi di dosso? È la tua ragazza?”
“No, si, non lo so.”
“Hai le idee chiare a quanto pare. Forza Dodo. Dimmi cosa sta succedendo!”
“E va beneeee” urlo io. “Io e lei siamo amici. E adesso si sta frequentando con Josè, che è più grande di me. Oggi lui è venuto da me dicendomi che me l’avrebbe portata via, che io non valgo niente, che nessuno preferirebbe me a lui. Io non ci ho visto più e gli ho dato un pugno!”
“Dodo… che modo è di reagire?” mi domanda.
“E cosa avrei dovuto fare? Stare fermo a farmi insultare come ha fatto mio padre con te?” le dico. Insomma questa cosa mi è sfuggita. Non avrei dovuto dirla.
“Quindi in realtà, tu sei ancora arrabbiatissimo con me e ci è andato di mezzo questo ragazzo?”
“Sono arrabbiato anche con questo ragazzo e con Rocio!”
“Sei arrabbiato col mondo intero insomma!” mi dice. “Hai ragione ad esserlo. Per quanto mi riguarda, la prima cosa che voglio dirti è scusami. Perdonami per come mi sono comportata. Sono stata davvero una pazza. Non so nemmeno io cosa mi sia preso.”
“Volevi un altro, ecco cosa ti è successo! Io mi vergogno di avere te per madre!” le dico.
“Lo so. Qualsiasi spiegazione io possa darti tu non la accetteresti. Ma inizi a capire che i sentimenti non sono mai semplici. Perdonami se non sono stata e non sono la madre dei tuoi sogni. So che preferiresti avere Betty per madre, e invece ti sono capitata io. Però, io ti voglio bene più della mia stessa vita e preferisco affrontare il tuo disprezzo piuttosto che la tua indifferenza!” mi dice.
“Mamma, ma tu hai mai amato mio padre?” mi domanda. “A me non sembra nemmeno di essere suo figlio. Non capisco come abbia fatto a farsi tradire! Non capisco come sia stato qui con te per due mesi prima di lasciarti!”
“Dodo, non devi incolpare tuo padre per quello che è successo. La colpa è soprattutto mia. Certo che ho amato tuo padre. E lo amo ancora. Solo che lui non mi crede. Io …. Ho fato una stupidaggine. Ho ascoltato per sbaglio una telefonata che lui stava facendo con il suo avvocato in Svizzera, che è una donna e ho pensato che avesse una relazione con lei, e per vendicarmi l’ho tradito. Ma non era così. In realtà parlavano di affari!”
“E tu pensi che io possa credere a questa storia?”
“Anche io mi sono chiesta se fosse vero che non avevano una relazione, ma non avevano una relazione Dodo. Ho combinato un disastro!”
“E tu non potevi chiedere prima a lui?”
“Ero arrabbiata. Non avrei sentito nessuno. Proprio come te oggi. E comunque queste cose riguardano me e tuo padre. Gli ho chiesto di metterci una pietra sopra. Voglio che tu sappia solo questo!”
“Ma se lui esce con un’altra! Che pietra sopra deve metterci? Hai rovinato tutto!”
“Ho fatto un errore, un grandissimo errore e sto cercando di porvi rimedio Dodo. Imparerai a tue spese che nessuno è perfetto. Nessuno. Tutti commettiamo errori! Anche tu!”
“Continui a vederti con il tuo amante?”
“No. La nostra storia è finita Dodo.”
“Mamma, io ti odio” le dico. “Ti odio dal profondo del mio cuore! Lo sai quanto mi stai facendo soffrire? E per cosa poi?”
“Lo so Dodo. Non c’è bisogno che tu lo ripeta. So di averti ferito. E se potessi vorrei tornare indietro a quel giorno e non comportarmi come mi sono comportata. Ma non so cosa mia sia preso.”
“Non dimenticherò mai la scena che ho visto. Mai. Odio anche papà. Perché si è fatto tradire?”
“Dodo, non devi odiare tuo padre. Lui non ha colpa. Sono stata io a sbagliare” mi dice. “Se lui fosse qui ti direbbe che avresti dovuto contare fino a cento prima di reagire, di incassare e di voltare le spalle a quel ragazzo, perché lui è fatto così. Hai sempre l’impressione che non faccia niente, perché non fa nulla di eclatante, ma poi le sue decisioni sono inscalfibili. Lui ha provato a darmi il tempo di capire che stavo sbagliando. Io sono stata felice con lui per tanti, tanti anni. Non dimenticarlo!”
“Mamma io non sarei mai e poi mai potuto restare a guardare mentre Josè mi prendeva in giro!”
“Io ti capisco, figlio mio. Anch’io reagisco come te. Ma dobbiamo ammettere che le nostre reazioni sono spesso sbagliate. Io ho sbagliato a pensare che tuo padre mi stesse tradendo e tradendolo a mia volta e tu hai sbagliato a prendere a pugni Josè.”
“Se me lo trovassi di davanti gli darei un altro pugno!” le dico.
“Dodo, se vuoi scaricare la tua aggressività prenditela con me. O con tuo padre. Vai in palestra, ma non sugli altri. Non sugli altri! Sono stata chiara?” mi dice con un tono che non ammette repliche.
“Si” le dico.
“A causa di quanto hai fatto, starai in punizione per due settimane. Nessuna uscita extrascolastica. E se pensi che io non me ne accorga perché stai con tuo padre, ti sbagli di grosso. Se necessario mi trasferisco da voi!”
“Tu non sei in punizione, anche se hai tradito tuo marito! Voi donne mi fate tutte schifo! Siete incapaci di essere fedeli a un solo maschio. Se Rocio diventa come te, non la voglio più.”
Senza nemmeno accorgermene, mia madre mi molla un ceffone in pieno viso. “Le settimane sono diventate tre e senza cellulare!” mi annuncia.
Per tutta risposta, prendo un vaso dal tavolo e lo faccio cadere a terra.
“Bene Dodo” mi dice mia madre. “Siamo a quattro settimane. E inoltre non potrai usare il computer per più di un’ora al giorno e per fare i compiti. Continua se ne hai il coraggio!”

   
 
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