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Autore: Mirty_92    22/02/2015    6 recensioni
[5^ classificata al contest "I mille volti dell'insicurezza" indetto da Rosmary sul forum di EFP]
I pensieri di un Remus Lupin alle prese con la sua eterna insicurezza di fronte alla sfacciata, quanto sincera, dichiarazione d'amore di Tonks.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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L’insicurezza di una vita intera

 

Sei pervaso da mille pensieri, la testa ti gira come se avessi bevuto troppo Idromele e la mano destra ciondola inerte dal bracciolo della poltrona sulla quale ti sei accasciato non appena rientrato in casa. Non hai potuto far altro che smaterializzarti in tutta fretta una volta concluso il tuo turno di guardia per l’Ordine, scappando di fronte alla sua confessione. Ed ora sei solo, come sei stato per la maggior parte della tua vita e come pensavi di restare per sempre, prima che lei ti dicesse, con quel suo tono sicuro, che tu non sei solo un semplice amico.

Ecco che di nuovo, più prepotente che mai in quest’ultimo periodo, quel sentimento che ti costringe ad una vita solitaria ritorna ad invadere ogni fibra del tuo corpo, risvegliando quelle paure con le quali convivi ogni giorno. Quel sentimento, l’hai indossato come una corazza per molti anni e lo indossi ancora, anche adesso che lei ha cercato di farti capire le sue ragioni. Ma non ci sono ragioni che tengano, non ci sono scappatoie per una vita come la tua. L’hai capito tanto tempo fa, quando un essere orribile ti ha morso e ha dilaniato per sempre la tua esistenza. Sì, perché è questo ciò che è accaduto. Le ferite si sono rimarginate, la pelle è guarita, ma la tua vita ha cambiato bruscamente direzione facendoti sprofondare nel baratro dell’insicurezza. Non potevi più percorrere le strade del tuo paese senza che la gente, che prima ti salutava benevola, ti segnasse a dito o sussurrasse qualcosa a mezza bocca o, cosa ancora peggiore, si ritirasse velocemente in casa come se, anche da bambino qual eri avessi potuto in pieno giorno, all’improvviso, trasformarti nell’essere mostruoso che eri diventato. Allora ti chiudesti in te stesso e lasciasti che l’insicurezza prendesse il sopravvento sulle tue scelte, sulle relazioni personali e sulla tua intera esistenza.

Come avresti potuto stare vicino alle persone che amavi senza essere del tutto certo di non far loro del male? Come saresti riuscito a controllarti durante quelle notti di luna piena? E ancora, come avresti potuto frequentare Hogwarts dopo quanto ti era successo? Eri solo un bambino ma certi atteggiamenti e pregiudizi erano così evidenti che neppure una mente innocente come la tua poteva confondere con semplici ed innocue ritrosie. La gente aveva cominciato ad avere paura di te e nessun preside ti avrebbe mai ammesso a scuola sapendo che tu, una volta al mese, diventavi un’orrenda e pericolosa bestia. L’accettazione a Hogwarts ti pareva impossibile e senza alcuna soluzione. Così, con il passare del tempo, ti rassegnasti alla possibilità di stringere legami con altre persone e ti costringesti ad un isolamento forzato per il bene degli altri.

Ma un giorno qualcosa cambiò: Silente divenne preside e tu fosti ammesso a Hogwarts contro ogni possibile previsione.

Un sorriso amaro ti incurva appena le labbra sottili e smunte. Un pensiero nitido, meno mesto di tutti quelli che hai ricordato fin ora, si è fatto largo nella tua mente ancora annebbiata dalle reminiscenze crudeli della tua infanzia. Il tuo sorriso, stentato sì, ma pur sempre un sorriso, ha un nome. Anzi, a dire il vero ha più nomi: James Potter, Sirius Black e Peter Minus. I tuoi migliori amici a Hogwarts, i tuoi migliori amici di una vita. E poco importa ora se due di loro se ne sono andati per sempre mentre il terzo è nascosto chissà dove a servizio del mago che sta progettando una guerra contro tutti voi, loro rimangono comunque la miglior cosa che avesse mai potuto accaderti negli anni in cui frequentavi la scuola. Ma cos’hanno rappresentato per me?, ti ritrovi a chiederti. E l’unica e più sincera risposta che si fa largo nel turbinio di pensieri che affolla la tua mente è questa: loro sono stati la spada che ha cominciato a scalfire la mia corazza d’insicurezza. La loro semplice presenza, dapprima, ha creato un’ammaccatura sul lucido e inflessibile metallo di quel sentimento da te tanto odiato ma che, a Hogwarts più che mai, per pura necessità, ti tenevi stretto cercando di non attirare troppo l’attenzione dei compagni; tentando di passare inosservato ai più per non dare adito a domande riguardanti le tue sparizioni mensili. Ma poi, poco per volta, quell’ammaccatura è diventata sempre più profonda, e il duro metallo dell’esitazione ha cominciato a cedere sotto i fendenti inquisitori di quei due spavaldi ragazzini: James e Sirius. Non si trattava più di semplici domande fatte casualmente dai compagni di casa, ma di interrogativi indiscreti e curiosi che, immancabilmente, li portarono a scoprire il tuo segreto. Questo, anziché spaventarli a morte, li entusiasmò e con te strinsero un’amicizia che si rivelò più forte di qualunque tua reticenza. Con i primi veri amici che avessi avuto da più tempo di quanto potessi ricordare, la tua corazza d’insicurezza presentava ora uno squarcio a dir poco enorme, che andava oltre ogni tua aspettativa. Che cosa potevi chiedere di più dalla vita? Nonostante stessi ancora combattendo con i tanti pregiudizi che esistevano grazie a voci maligne messe in giro da chissà chi, tu avevi i tuoi amici e loro ti bastavano.

E, fino alla tua giovinezza, ti erano sempre bastati, almeno così credevi. Ma, adesso più che mai, il peso della morte di James e Sirius preme sul tuo cuore mentre una rabbia, che non pensavi di avere in te, ti scuote ogni qual volta ripensi all’ignobile tradimento di Peter. La tua armatura d’insicurezza ha ricominciato a stringertisi addosso. Ti soffoca. Riesci addirittura a percepirne la pesantezza che grava sul tuo corpo stanco e logoro e, nonostante ai membri dell’Ordine non importi la tua condizione di lupo mannaro, a volte ti pare di scorgere degli sguardi furtivi che tutti sembrano lanciarti quando è prossima la luna piena. Fremono, temono e provano tristezza per te, per la tua drammatica condizione. Tutti un po’ condividono questi sentimenti anche se cercano di non mostrarlo. Sanno che il tuo cuore è puro e che, nella vita di ognuno di noi, convivono luci ed ombre. Ma questa consapevolezza è pur sempre difficile da accettare e chi meglio di te può saperlo?

Un’ombra scura si fa largo sul tuo volto e il tuo mezzo sorriso diventa quasi una smorfia di stizza quando torni a pensare a lei, a quella sconsiderata ragazza che ha la metà dei tuoi anni ma che è l’unica che, ogni mese, all’approssimarsi della tua trasformazione, prova compassione per te. Non dovrebbe! Lei, con la sua raggiante giovinezza, dovrebbe essere terrorizzata o anche solo intimorita dalla tua condizione. Invece sembra che non sia così. Il suo volto, sempre ilare e burlesco, diventa cupo e i suoi occhi si velano di sconforto. Prima pensavi che, come gli altri, provasse solo tristezza per il tuo stato, ma poi hai capito che era qualcosa di più. Lei sembra davvero soffrire per te e con te. E questa sera te l’ha fatto capire nel modo più crudele possibile.

Serri i pugni e senti le unghie conficcarsi nella tenera carne del palmo delle tue mani quando ripensi alla sua confessione. Ti ha detto che ti ama, che vuole stare con te! Ma non capisce? Non capisce che tu sei un lupo mannaro? No, a quanto pare no. Scuoti la testa sconsolato e senti l’elmo della tua insicurezza fracassarti il cranio. Come può una ragazza spiritosa, carina e giovane come lei provare qualcosa per uno come te? Non lo concepisci; non riesci a rendere reale quanto lei ti ha detto. Eppure è per quello che sei scappato. Per non sentire ancora una volta quella che per te è una terribile confessione.

Sei insicuro. Troppo.

Le parole di Tonks hanno scosso prepotentemente la tua armatura e per un attimo ti hanno fatto sperare, ma tu non vuoi ammetterlo. Sei combattuto tra quel sentimento che senti nascere dentro di te ogni volta che la guardi e la sua incolumità. Non sai cosa ne sarà della tua vita, ma di certo non vuoi esporre lei ad un tale rischio. Deglutisci e le mani iniziano a tremarti. Pensi all’unica soluzione possibile. Tempo. Hai bisogno di tempo per riflettere. Tempo per capire se davvero puoi provare a costruire qualcosa con una donna. Ti rendi conto, con riluttanza, che la tua risposta ora sarebbe un no. Ma, in fondo al tuo cuore, sai perfettamente che quel no, non lo diresti solo per proteggerla, ma anche perché sei ancora incredulo e diffidente di fronte ad una simile dichiarazione.

Sei insicuro. Troppo.

Insicuro di poter riavere finalmente una vita quasi normale come quella che hai vissuto a Hogwarts con i tuoi migliori amici. Ecco tutto. Prendi atto di questo e ti versi un bicchiere di Whisky Incendiario appoggiato sul tavolino rotondo di fronte a te. Lo tracanni in un sol sorso e il liquido ambrato, scivolandoti in gola, brucia come le fiamme dell’Ardemonio. Ma forse è proprio questo quello di cui hai bisogno e, come se l’alcool ti avesse schiarito d’un tratto i pensieri, prendi una decisone: la proteggerai anche a costo della vita. Non le permetterai più di avvicinarsi a te tanto da indurla a sperare. Soddisfatto, appoggi il bicchiere ormai vuoto e ti rilassi sulla poltrona massaggiandoti le tempie pulsanti.

Ignaro di quanto poco riuscirai a perseverare nella tua presa di posizione poichè, di fronte alla caparbietà di quella ragazza, la tua austera armatura di insicurezza si infrangerà come un'onda sugli scogli. 


  
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