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L’insicurezza di una vita intera
Sei
pervaso da mille pensieri, la testa ti gira come se avessi bevuto
troppo Idromele e la mano destra ciondola inerte dal bracciolo della
poltrona sulla quale ti sei accasciato non appena rientrato in casa.
Non hai potuto far altro che smaterializzarti in tutta fretta una volta
concluso il tuo turno di guardia per l’Ordine, scappando di
fronte alla sua confessione. Ed ora sei solo, come sei stato per la
maggior parte della tua vita e come pensavi di restare per sempre,
prima che lei ti dicesse, con quel suo tono sicuro, che tu non sei solo
un semplice amico.
Ecco
che di nuovo, più prepotente che mai in quest’ultimo
periodo, quel sentimento che ti costringe ad una vita solitaria ritorna
ad invadere ogni fibra del tuo corpo, risvegliando quelle paure con le
quali convivi ogni giorno. Quel sentimento, l’hai indossato come
una corazza per molti anni e lo indossi ancora, anche adesso che lei ha
cercato di farti capire le sue ragioni. Ma non ci sono ragioni che
tengano, non ci sono scappatoie per una vita come la tua. L’hai
capito tanto tempo fa, quando un essere orribile ti ha morso e ha
dilaniato per sempre la tua esistenza. Sì, perché
è questo ciò che è accaduto. Le ferite si sono
rimarginate, la pelle è guarita, ma la tua vita ha cambiato
bruscamente direzione facendoti sprofondare nel baratro
dell’insicurezza. Non potevi più percorrere le strade del
tuo paese senza che la gente, che prima ti salutava benevola, ti
segnasse a dito o sussurrasse qualcosa a mezza bocca o, cosa ancora
peggiore, si ritirasse velocemente in casa come se, anche da bambino
qual eri avessi potuto in pieno giorno,
all’improvviso, trasformarti nell’essere mostruoso che eri
diventato. Allora ti chiudesti in te stesso e lasciasti che
l’insicurezza prendesse il sopravvento sulle tue scelte, sulle
relazioni personali e sulla tua intera esistenza.
Come
avresti potuto stare vicino alle persone che amavi senza essere del
tutto certo di non far loro del male? Come saresti riuscito a
controllarti durante quelle notti di luna piena? E ancora, come avresti
potuto frequentare Hogwarts dopo quanto ti era successo? Eri solo un
bambino ma certi atteggiamenti e pregiudizi erano così evidenti
che neppure una mente innocente come la tua poteva confondere con
semplici ed innocue ritrosie. La gente aveva cominciato ad avere paura
di te e nessun preside ti avrebbe mai ammesso a scuola sapendo che tu,
una volta al mese, diventavi un’orrenda e pericolosa bestia.
L’accettazione a Hogwarts ti pareva impossibile e senza alcuna
soluzione. Così, con il passare del tempo, ti rassegnasti alla
possibilità di stringere legami con altre persone e ti
costringesti ad un isolamento forzato per il bene degli altri.
Ma
un giorno qualcosa cambiò: Silente divenne preside e tu
fosti ammesso a Hogwarts contro ogni possibile previsione.
Un
sorriso amaro ti incurva appena le labbra sottili e smunte. Un pensiero
nitido, meno mesto di tutti quelli che hai ricordato fin ora, si
è fatto largo nella tua mente ancora annebbiata dalle
reminiscenze crudeli della tua infanzia. Il tuo sorriso, stentato
sì, ma pur sempre un sorriso, ha un nome. Anzi, a dire il vero
ha più nomi: James Potter, Sirius Black e Peter Minus. I tuoi
migliori amici a Hogwarts, i tuoi migliori amici di una vita. E poco
importa ora se due di loro se ne sono andati per sempre mentre il terzo
è nascosto chissà dove a servizio del mago che sta
progettando una guerra contro tutti voi, loro rimangono comunque la
miglior cosa che avesse mai potuto accaderti negli anni in cui
frequentavi la scuola. Ma cos’hanno rappresentato per me?,
ti ritrovi a chiederti. E l’unica e più sincera risposta
che si fa largo nel turbinio di pensieri che affolla la tua mente
è questa: loro sono stati la spada che ha cominciato a scalfire la mia corazza d’insicurezza. La
loro semplice presenza, dapprima, ha creato un’ammaccatura sul
lucido e inflessibile metallo di quel sentimento da te tanto odiato ma
che, a Hogwarts più che mai, per pura necessità, ti
tenevi stretto cercando di non attirare troppo l’attenzione dei
compagni; tentando di passare inosservato ai più per non dare
adito a domande riguardanti le tue sparizioni mensili. Ma poi, poco per
volta, quell’ammaccatura è diventata sempre più
profonda, e il duro metallo dell’esitazione ha cominciato a
cedere sotto i fendenti inquisitori di quei due spavaldi ragazzini:
James e Sirius. Non si trattava più di semplici domande fatte
casualmente dai compagni di casa, ma di interrogativi indiscreti e
curiosi che, immancabilmente, li portarono a scoprire il tuo segreto.
Questo, anziché spaventarli a morte, li entusiasmò e con
te strinsero un’amicizia che si rivelò più forte di
qualunque tua reticenza. Con i primi veri amici che avessi avuto da
più tempo di quanto potessi ricordare, la tua corazza
d’insicurezza presentava ora uno squarcio a dir poco enorme, che
andava oltre ogni tua aspettativa. Che cosa potevi chiedere di
più dalla vita? Nonostante stessi ancora combattendo con i tanti
pregiudizi che esistevano grazie a voci maligne messe in giro da
chissà chi, tu avevi i tuoi amici e loro ti bastavano.
E,
fino alla tua giovinezza, ti erano sempre bastati, almeno così
credevi. Ma, adesso più che mai, il peso della morte di James e
Sirius preme sul tuo cuore mentre una rabbia, che non pensavi di avere
in te, ti scuote ogni qual volta ripensi all’ignobile tradimento
di Peter. La tua armatura d’insicurezza ha ricominciato a
stringertisi addosso. Ti soffoca. Riesci addirittura a percepirne la
pesantezza che grava sul tuo corpo stanco e logoro e, nonostante ai
membri dell’Ordine non importi la tua condizione di lupo mannaro,
a volte ti pare di scorgere degli sguardi furtivi che tutti sembrano
lanciarti quando è prossima la luna piena. Fremono, temono e
provano tristezza per te, per la tua drammatica condizione. Tutti un
po’ condividono questi sentimenti anche se cercano di non
mostrarlo. Sanno che il tuo cuore è puro e che, nella vita di
ognuno di noi, convivono luci ed ombre. Ma questa consapevolezza
è pur sempre difficile da accettare e chi meglio di te
può saperlo?
Un’ombra
scura si fa largo sul tuo volto e il tuo mezzo sorriso diventa quasi
una smorfia di stizza quando torni a pensare a lei, a quella sconsiderata ragazza che
ha la metà dei tuoi anni ma che è l’unica che, ogni
mese, all’approssimarsi della tua trasformazione, prova compassione per
te. Non dovrebbe! Lei, con la sua raggiante giovinezza, dovrebbe essere
terrorizzata o anche solo intimorita dalla tua condizione. Invece
sembra che non sia così. Il suo volto, sempre ilare e burlesco,
diventa cupo e i suoi occhi si velano di sconforto. Prima pensavi che,
come gli altri, provasse solo tristezza per il tuo stato, ma poi hai
capito che era qualcosa di più. Lei sembra davvero soffrire per te e con te. E questa sera te l’ha fatto capire nel modo più crudele possibile.
Serri
i pugni e senti le unghie conficcarsi nella tenera carne del palmo
delle tue mani quando ripensi alla sua confessione. Ti ha detto che ti
ama, che vuole stare con te! Ma non capisce? Non capisce che tu sei un lupo mannaro? No, a quanto pare no. Scuoti
la testa sconsolato e senti l’elmo della tua insicurezza
fracassarti il cranio. Come può una ragazza spiritosa, carina e
giovane come lei provare qualcosa per uno come te? Non lo concepisci;
non riesci a rendere reale quanto lei ti ha detto. Eppure è per
quello che sei scappato. Per non sentire ancora una volta quella che
per te è una terribile confessione.
Sei insicuro. Troppo.
Le
parole di Tonks hanno scosso prepotentemente la tua armatura e per un
attimo ti hanno fatto sperare, ma tu non vuoi ammetterlo. Sei
combattuto tra quel sentimento che senti nascere dentro di te ogni
volta che la guardi e la sua incolumità. Non sai cosa ne
sarà della tua vita, ma di certo non vuoi esporre lei ad
un tale rischio. Deglutisci e le mani iniziano a tremarti. Pensi
all’unica soluzione possibile. Tempo. Hai bisogno di tempo per
riflettere. Tempo per capire se davvero puoi provare a costruire
qualcosa con una donna. Ti rendi conto, con riluttanza, che la tua
risposta ora sarebbe un no. Ma, in fondo al tuo cuore, sai perfettamente che quel no, non
lo diresti solo per proteggerla, ma anche perché sei ancora
incredulo e diffidente di fronte ad una simile dichiarazione.
Sei insicuro. Troppo.
Insicuro di poter riavere finalmente una vita quasi normale
come quella che hai vissuto a Hogwarts con i tuoi migliori amici. Ecco
tutto. Prendi atto di questo e ti versi un bicchiere di Whisky
Incendiario appoggiato sul tavolino rotondo di fronte a te. Lo tracanni
in un sol sorso e il liquido ambrato, scivolandoti in gola, brucia come
le fiamme dell’Ardemonio. Ma forse è proprio questo quello
di cui hai bisogno e, come se l’alcool ti avesse schiarito
d’un tratto i pensieri, prendi una decisone: la proteggerai anche
a costo della vita. Non le permetterai più di avvicinarsi a te
tanto da indurla a sperare. Soddisfatto, appoggi il bicchiere ormai
vuoto e ti rilassi sulla poltrona massaggiandoti le tempie pulsanti.
Ignaro di quanto poco riuscirai a perseverare nella tua presa di posizione poichè, di fronte alla caparbietà di quella ragazza, la tua austera armatura di insicurezza si infrangerà come un'onda sugli scogli.