Non sapeva come fare.
Come dimostrarle che l’amava, ma senza dichiarazioni ridicole e inutili. La mezzosangue odiava le cose melense, sdolcinate, ma in fondo, lui sapeva che le piacevano i suoi corteggiamenti.
I bigliettini dentro i libri, gli attacchi a sorpresa nei corridoi, le lotte all’ultimo bacio nella tana di serpeverde, con lei nascosta in un angolo della sua stanza. Le piacevano le camicie di Draco, ad Hermione, e dopo aver fatto l’amore le indossava sempre, per avere il suo odore di menta e dopobarba addosso per un altro po’.

E lui amava il modo in cui lei si nascondeva, pudica, o si ritirava agli sguardi che le lanciava in classe. La prima volta che si erano seduti vicini, sconcertando tutti, e quando Potter e Lentocchia gli avevano dato la loro benedizione. Non che gliene importasse molto, ma avrebbe fatto di tutto per essere la causa della felicità di Hermione.

Hermione, che gli aveva detto di andarsene.
Hermione, che lo aveva rifiutato. Aveva rifiutato il suo ti amo, detto in quell’attimo dopo la morte di Silente, lui ancora sconvolto, con il marchio nero in bella vista sul braccio, e lei coraggiosa.

Perché è una questione di scelte, gli aveva detto. Una scelta l’ho fatta io, nell’innamorarmi di te senza riserve. Ora fai tu la scelta giusta Draco.
E così, quando Voldemort e i suoi genitori si voltarono verso di lui, pieni di aspettative, in quel campo di battaglia, decise.
Le si avvicinò, le sorrise, e lei gli strinse la mano, sussurrandogli che lo amava.

E Draco capì di aver fatto la scelta giusta, finalmente.