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Autore: Butterfly8    23/02/2015    4 recensioni
Questa storia è il seguito de "I quarant'anni di Betty". In questa storia avranno un ruolo più attivo tutti i protagonisti "secondari". Armando e Betty sono uniti più che mai e saranno i punti di riferimento per tutti gli altri. Buona lettura e aspetto i vostri commenti e recensioni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Marcela

Non metto piede all’Ecomoda da quindici anni e sono certa che tornarci non sia affatto facile. Eppure devo avere il coraggio di entrare, non posso stare tutta la giornata qui all’ingresso.
“Dottoressa Valencia, è lei?” mi chiede Wilson.
“Si, Wilson! Sono proprio io!” gli rispondo.
“Bentornata!” mi dice.
“Grazie”
“La devo annunciare?” mi chiede.
“No, non è necessario! So bene dove andare! Betty, la dottoressa Pinzon, mi sta aspettando! A dopo!”
Sicuramente, Wilson avviserà tutti del mio arrivo. Ma io sono troppo agitata per pensare a questo. Entro in azienda. Anche se hanno cambiato i colori alle pareti è tutto uguale. La disposizione degli uffici è sempre la stessa mi pare di capire. Prendo l’ascensore e vado al piano amministrativo.
Torno indietro nel tempo. A quando lavoravo qui. Ne è passata di acqua sotto i ponti! Non posso fare a meno di pensare al giorno in cui sono andata via. Parlare con Betty e lasciarle Armando è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto. Ma sapevo che era l’unica cosa da fare. E adesso Armando non lavora nemmeno più qui. Tante cose sono cambiate nel frattempo!
L’ascensore si apre ed eccomi di nuovo nella mia vita precedente.
Sandra e Mariana sono alle loro scrivanie! Sandra è incinta mi sembra. Anna Maria è sempre la segretaria di Betty a quanto pare.
“Buongiorno a tutte!” dico.
“Dottoressa Valencia?” mi chiede incerta Anna Maria, cercando conferma del fatto che sia proprio io.
“Si, Anna Maria, sono proprio io!”
“Che piacere vederla!” mi dice Mariana. Lei è stata per tanto tempo la mia segretaria quando lavoravo qui! Ma sono passati quindici anni nel frattempo.
“Mi sembra strano che stiate tutte lavorando! Prima non lo facevate mai e trascorrevate tutto il vostro tempo a spettegolare!”
“Sono cambiate tante cose!” mi dice Anna Maria.
“Può dire alla dottoressa Pinzon che sono arrivata?”
“Si, la annuncio subito.”

 
Trovo che ci sia qualcosa di assurdo nel fatto che io sia qui. Proprio in questi giorni. Armando ha dato di nuovo scandalo con il suo supposto tradimento a Betty con quella modella. Ed oggi devo vedere Betty! Dovrebbe essere il mio giorno trionfale. Alla fine, a quanto pare, ha tradito pure lei. La mia rivincita. Ma invece non riesco ad essere felice. Mi sembra impossibile che lui l’abbia tradita. Sarebbe la dimostrazione che ho sbagliato tutto e che avrei dovuto lottare per riprendermelo.
“Dottoressa Valencia, Betty la aspetta nel suo ufficio” mi dice Anna Maria.
Mentre mi dirigo nell’ufficio di Betty, un uomo alto e scuro mi viene addosso.
“Ehi, che modi” gli dico!
“Mi scusi… non l’avevo vista! Ero sovrappensiero!” mi dice.
“Me ne sono accorta. La prossima volta guardi dove mette i piedi!”
“Senta, le ho chiesto scusa, non basta?? Non la faccia tanto lunga!” mi dice.
“Ma come si permette??? Lei lo sa chi sono io?” gli dico.
“No e nemmeno mi interessa! Ora se mi perdona devo andare a lavorare!” mi risponde.
“Quindi lei lavora qui? Non ancora per molto!” gli dico.
“Come vuole! Però per ora lavoro qui e sono già in ritardo! A mai più!” dice questo sconosciuto e va via.
“Anna Maria, dov’è la dottoressa Valencia” chiede Betty,uscendo dal suo ufficio e cercandomi con lo sguardo,  “non è ancora arrivata nel mio ufficio.”
“Sono qui Betty” le dico. “ Ho avuto un incontro poco piacevole con un tizio che dice di lavorare qui!”
“Buongiorno Marcela, prego si accomodi” mi dice Betty. Le squilla il telefono. “Mi scusi devo rispondere” mi dice.
Questo mi da il tempo di guardarmi intorno. L’ufficio che era di Armando è stato trasformato nel suo ufficio. Ci sono molte foto dei suoi figli. E una bella foto di Armando troneggia accanto allo schermo del computer. Poi ci sono due foto del loro matrimonio. La guardo. È davvero lontana anni luce dalla donna che è arrivata qui e che ho odiato con tutta me stessa. Adesso è una donna realizzata e bella. Anche se dal suo volto si capisce che non stia vivendo giorni facili. Comunque di fronte a lei, la sfigata sembro io. Vedo che chiude la telefonata.
“Cosa fa lì in piedi? Si accomodi” mi dice. “Mi rendo conto che per lei non deve essere stato facile tornare qui.”
“No, in effetti no. Ma non è stato nemmeno così difficile!” le dico. “E’ passato tanto tempo e … le cose sono cambiate.”
“Mi fa piacere sentirglielo dire Marcela. In effetti è stato proprio Armando a chiedermi di farla venire qui. Vorremmo trasformare la caffetteria in un piccolo ristorante interno e visto che lei è qui a Bogotà, abbiamo pensato che potrebbe occuparsene lei, di rifare il look agli interni!”
“Ah… Senta Beatriz, siete proprio sicuri che mi vogliate tra i piedi?” le chiedo. “I rapporti tra di noi non sono proprio idilliaci e anche se mi siete stati vicini durante la malattia di Julian, non possiamo fingere di essere migliori amici. E inoltre, è certa che Camila Mendoza voglia avere a che fare con me?”
“Per quanto mi riguarda, non c’è alcun problema se lei dovesse lavorare qui. Lei è un’azionista di questa azienda. Avrà sempre un ruolo qui dentro. Quanto ai rapporti tra di noi, non è detto che dobbiamo diventare migliori amiche, basterebbe solo non farci la guerra. In tutta sincerità, non ho dimenticato il modo in cui mi trattava e come mi abbia fatto sentire inadeguata e incapace, ma è trascorso tanto tempo. Sono andata avanti. Tante cose nella mia vita sono cambiate. Io non ho nessuna intenzione di rivangare il passato” mi dice. “E Camila sa benissimo che i problemi nel suo matrimonio non sono certo causati da lei!” mi dice mentre la vedo alzarsi e guardare verso la finestra dietro la sua scrivania.
La guardo di nuovo. Tutto in lei è cambiato. Non è rimasto nulla della ragazzina spaventata che era. Il suo look è diverso. Adesso veste all’ultima moda. Inoltre il suo atteggiamento è diverso.È una donna sicura di se. Se non fosse stato così come avrebbe mai potuto compare una pagina di giornale per far sapere al mondo che ama suo marito, dopo un presunto tradimento?! Io non l’avrei mai fatto.
Capisco perché mio fratello Daniele abbia perso la testa per lei due anni fa! Ma la verità è che lei ama Armando e basta. Ho capito sulla mia pelle che è così. E sarà così per sempre.
“So che dovrei scusarmi, per come mi sono comportata con lei Betty. Ma lei non può biasimarmi se all’epoca non mi fidavo di lei. Alla fine ho avuto ragione!” le dico. Voglio che ammetta che avevo ragione.
“Lo so. Tuttavia questo non la autorizzava a trattarmi come faceva. Fino a quando non è iniziato quello stupido gioco, io facevo solo il mio lavoro. E anche bene. Se Armando non l’amava non era di certo colpa mia. Mi scusi se glielo dico” mi dice.
“Forse, se devo lavorare qui, è meglio mettere le cose in chiaro una volta per tutte tra di noi. Ammetto di non essere mai stato molto amichevole con lei, ma non penso che possa biasimarmi, soprattutto considerato che fin dai primi giorni si è schierata dalla parte di Armando. Immagino che la sua infatuazione per lui c’entrasse qualcosa!”
“Armando era il mio datore di lavoro, il mio diretto superiore. Sentivo che non potevo tradirlo. Ho fatto tante stupidaggini. Ma a mia discolpa le posso garantire che io mi sono innamorata a prima vista di lui.”
“Lo so Betty. Crede che non me ne fossi accorta?” le domando. “Ma ormai è passato tanto tempo!”
“Voglio che lei sia chiara solo una cosa, io non sono mai stata la sgualdrina che lei crede. Ho cercato in tutti i modi di mettermi da parte. Ho detto più volte ad Armando che avrebbe dovuto darle una possibilità anche se stavo morendo dentro. E quando sono tornata da Cartagena non avrei mai e poi mai violato il nostro accordo se lei non mi avesse parlato.”
“So anche questo! Mi sta dicendo che in realtà la sua felicità di oggi, è merito mio?”
“Si. In parte sì. Lei alla fine ha fatto la cosa giusta. Io ho molto sofferto all’idea che voi non steste più insieme a causa mia. Io non ho potuto evitare di innamorarmi di lui. Lo amo ancora tantissimo e credo che all’epoca, quella che ero all’epoca, si sarebbe accontentata anche solo di guardarlo da lontano. Di accettare che la sposasse” mi dice.
“Betty, lasci parlare me adesso. Lasciar andare Armando è stata la cosa più difficile che ho fatto nella mia vita. Solo molto tempo dopo ho realizzato che il mio rapporto con lui era distruttivo. Lui non sarebbe mai stato felice con me. Ha cercato di farmelo capire in tutti i modi. Ma io non volevo vederlo. Quando vi vedo insieme, mi rendo conto che la mia è stata la scelta giusta. Non solo perché lui era innamorato di lei, come non lo è mai stato di me, ma anche per me. Perché volevo condannarmi a non essere amata dall’uomo che amavo, perché lo amavo. Realizzarlo è stato difficile per me. Questa è però la verità. Quindi, anche se all’epoca ero molto arrabbiata con lei, ho capito che ero molto più arrabbiata con me stessa perché non riuscivo a farmi amare da Armando e non capivo perché lui amasse lei, che onestamente era inguardabile e non me.  Ho capito col tempo che non puoi costringere la gente ad amarti. Per me, dopo oggi, possiamo mettere una pietra sopra a tutta questa storia. L’unica certezza che ho, è che Armando la ama, l’ha sempre amata. E credo di poter affermare con certezza che non l’abbia tradita. IO lo conosco. Conosco i suoi tradimenti. E quello non è il suo modo di agire.”
“Non penso che dovrei parlare con lei di questo, ma sono d’accordo. Stanno facendo di tutto per mettere in difficoltà la New Tech” mi dice.
“Mi sembra strano non trovare Armando in questo edificio. Come se mancasse qualcosa” le dico.
“Si abituerà presto” mi risponde. “Cambiando argomento, Alberto mi ha detto che tra di voi non c’è niente, se non una grande amicizia. Lo so solo io però.”
“Alberto è innamorato perso di Camila. Non so se se ne renda conto. È così impegnato a darle contro!” le dico.
“Spero che questo non le impedisca di lavorare con Camila, di incontrarla in azienda!”
“Per me non c’è alcun problema!” dico.
“Speriamo che non ce ne siano nemmeno per lei!” esclama Betty. “Allora accetta di seguire questo lavoro?” mi chiede.
“Come potrei dire di no? E’ la mia azienda!” le dico. “Sono felice di poter lavorare a questo progetto. Però devo mettere una condizione!”
“E quale sarebbe?” mi chiede allarmata.
“Che smettiamo di darci del lei! Anche se sembra assurdo. Voglio ripartire da zero. In fondo non abbiamo che tre anni di differenza. E le cose sono cambiate adesso. Che ne dici?”
“Sono d’accordo! Spero di riuscirci Marcela” mi dice.
Il mondo sembra essersi rivoltato! Io e Betty, potremo diventare amiche col tempo!

 

Siamo nella caffetteria. Stiamo per entrare nella cucina, quando una voce che riconoscerei tra mille mi chiama!
“Margeeeeeeeee! Sei proprio tu?”
Mi volto e lo vedo! Anche lui è invecchiato un pochino ma non glielo direi mai!
“Hugoooooo” vado ad abbracciarlo! “Come stai?”
“Sei uno schianto tesoro! Anche se non dovrei parlarti visto che non ci sentiamo da quanto, cinque anni?” mi dice.
“Ho passato un momento difficile, ma potremo rifarci presto. Seguirò i lavori di ristrutturazione della caffetteria!” gli dico.
“Mi state dicendo che voi due lavorerete assieme??” dice rivolto a Betty.
“Si, Hugo” gli risponde Betty. “Finalmente avrà qualcuno da tormentare con tutte le sue strambe idee sui vestiti, e io potrei tornare ad avere un guardaroba normale!” gli dice lei.
“Non ci conti Betty. Anche se non l’avrei mai creduto, lei è una fonte di ispirazione per me. Passerò alla storia come l’uomo che le ha rifatto il look. Ogni volta che penso ad un modello, mi chiedo come starebbe a lei!” le dice lui. Sono contenta di notare che col tempo sono diventati quasi amici anche loro.
“Signor Lombardi, cosa fa in caffetteria?” gli chiede Betty.
“Marge, detto tra di noi, da quando Inesita è andata in pensione, non ho ancora trovato una sostituta degna di questo nome e devo venire da solo a prendere la mia valeriana qui dentro! Ci crederesti???”
“Inesita è andata in pensione?” chiedo a Betty.
“Si. Ma è andata in pensione da solo una settimana. Praticamente abbiamo dovuto costringerla!” mi risponde. “Per questo non abbiamo trovato una sostituta per Hugo!”
“Marge, comunque sono qui anche perché lo chef di questo ristorante è uno schianto e devo capire quante possibilità ci sono per farlo passare dalla mia parte zzzzzzzzz.”
“Nessuna” mi dice Betty, mentre guarda Hugo scuotendo a testa. “Lo chef è etero. Ha anche un figlio. Francisco” aggiunge.
“Lo so. Alberto mi ha parlato di lui. Mi ha raccontato la sua storia!” le dico. “Come mai Camila non è nei paraggi? Non credo che non voglia vedermi al punto di non venire al lavoro!”
“No. Oggi resta a casa. Ha avuto problemi con Dodo. È dovuta andare a prenderlo a scuola! Le ho dato la giornata libera!”
“E così saranno costretti a parlarsi dopotutto!” le dico.

In quel momento, un uomo esce dalla cucina, indossa un completo nero con una camicia da chef e un grembiule bianco. Non lo riconosco immediatamente.
“Marcela” mi dice Betty avvicinandoci a lui, “ti presento lo chef Corrado Traversi!”
A quanto pare, lui riconosce me.
“Non posso crederci! Ancora lei! Non deve essere la mia giornata fortunata!”
“Forse non è proprio il tuo MESE fortunato, Corrado!” gli dice Hugo.
“Perché?” domanda lui.
“Corrado” interviene Betty “lascia che ti presenti Marcela Valencia, azionista e proprietaria come Armando dell’Ecomoda. Da oggi lei lavorerà alla ristrutturazione della caffetteria!”
Lo guardo in volto e noto un immenso fastidio nei suoi occhi. Se pensa che sia piacevole per me, dovere avere a che fare con lui si sbaglia di grosso! 
“Ecco perché prima mi ha detto ‘Lei non sa chi sono io!’” mi dice scimmiottando la mia voce. “Ebbene sappia che non intendo scusarmi per quanto è avvenuto prima, anche se adesso so che è la proprietaria dell’azienda! È stata sgarbata. Io le ho chiesto scusa e lei invece di accettare le mie scuse, mi ha aggredito col suo orgoglio! Non si trattano così le persone!”
“Lei è un cafone e un maleducato!” gli dico finalmente. “Ringrazi il fatto di essere un buon amico di Alberto Montero altrimenti avrei fatto di tutto per farla licenziare. E sappia una cosa. Quando io mi metto in testa una cosa, difficilmente desisto fino a che non la ottengo. Quindi veda di non darmi eccessivamente fastidio!” gli dico.
“Lei è la persona più presuntuosa che io abbia mai incontrato in vita mia!” mi dice. “Ringrazi che Alberto e Camila siano MIEI amici, perché piuttosto che lavorare con lei, mi licenzierei su due piedi!”
“Ragazzi” cerca di intervenire Betty. “Calmatevi un attimo. Penso che stiate entrambi esagerando! Sicuramente avete iniziato col piede sbagliato!”
“No Beatriz! Questa donna è insopportabile” le dice lui, tornando in cucina.
“Idiota” gli dico io. “Davvero devo avere a che fare con lui?”
“Non proprio. Lui si occupa solo della cucina. In questi giorni sta solo sperimentando. Ma poi la caffetteria chiuderà per trasformarsi in un piccolo ristorante. Quando il tuo progetto sarà pronto!”
“Non ci vorranno più di tre settimane Betty. Un mese al massimo. Meno male. Non dovrò avere a che fare con lui!”
“Non è un uomo cattivo. Se ne sta solo sulle sue!” mi dice Betty.
“Conosco la sua storia” le dico, “ma questo non lo autorizza ad avere quell’aria di sufficienza!”
“Io devo tornare in ufficio. Oggi Camila non c’è, questo significa che devo fare un doppio lavoro” mi dice Betty.
“Non preoccuparti Betty, vai pure. Io faccio compagnia ad Hugo!”

 
Sono qui da due ore e ho già litigato con qualcuno. Adesso sono con Hugo nel suo atelier. Mi sta aggiornando di quanto accaduto in questi anni.
“Adesso Sandra è incinta di Mario. A quanto pare aspetta una bambina. Ma non ha nessuna intenzione di tornare con lui, dopo che l’ha trovato con Camila Mendoza sulla sua scrivania!”
“Mi sembra la giusta punizione per le sue malefatte!” gli dico.
“Invece, da quando Calderon è tornato a lavorare qui, Sandra è diventata la sua segretaria e Mariana lo è di Camila!”
“Capito!” gli dico.
“Io e Betty in questi anni abbiamo imparato ad andare d’accordo anche se non senza difficoltà. Nell’atelier con me c’è Luz Costa che si occupa della linea Kids! Luz si è sposata con Nicolas Mora!”
“Lo so Hugo! E come mai non è qui?”
“Sarà nell’ufficio con suo marito no? E tu invece cosa mi racconti di te?”
“Ho avuto delle relazioni sbagliate. Ho avuto un figlio Julian che adesso ha venti mesi e ho rotto con suo padre perché mi ha tradito. In tutti questi anni ho lavorato a Los Angeles, ma quando ho rotto col padre di mio figlio, ho deciso di tornare a casa!”
“E non ce l’hai più con Betty?” mi chiede Hugo.
“No!” gli rispondo. “Non sono più arrabbiata con lei. Ormai ho superato quella fase.”
“Sono contenta per te! Non avresti potuto provare rancore per sempre. E poi come ho sempre sostenuto io, saresti stata una martire a sposarti con Armando Mendoza!”
“Hugoooo!” gli dico. “Basta, non rivanghiamo più il passato ormai è andata così” gli dico.
“Tu sei sempre uno schianto tesoro!” mi dice lui.
“Grazie Hugo!”
In quel momento entra in atelier un uomo che mi pare di non conoscere.
“Lui è Kennet Johnson, del Fashion Group. E’ americano. Lavora con noi da dieci anni, prima c’era anche Gabriella Garça ma da un paio di anni a questa parte l’hanno spedita a Singapore!”
“Piacere” gli dico “Marcela Valencia!”
“Finalmente la conosco, dottoressa Valencia! Lei è una degli azionisti no? Finora ho conosciuto solo suo fratello Daniele!”
“Si! Sono una delle azioniste! Il piacere è mio. So che da dieci anni a questa parte state facendo ottimi affari con l’Ecomoda!”
“Si decisamente. L’Ecomoda è un’azienda solida e i suoi dirigenti si sono rivelati molto competenti e in gamba!”
“Mi fa piacere sentirglielo dire. Mio padre, che fu il fondatore con Roberto Mendoza di questa azienda ne sarebbe stato orgoglioso!”
“ E lei di cosa si occupa?”mi chiede l’uomo.
“Io sono un architetto di interni. Armando Mendoza, mi ha chiesto di seguire la ristrutturazione della caffetteria!”
“Oh già si, la caffetteria!” mi dice. “Il nuovo progetto di Beatriz. Un’idea niente male!”
“Si, davvero un’idea niente male.” Peccato per il cuoco penso tra me e me.
“Senta dottoressa Valencia, le dispiace se la invito a pranzo? Vorrei conoscerla meglio!” mi dice.
“Io…..io veramente…” guardo Hugo con una faccia insicura. Ma lui mi fa cenno di si con la testa.
“Ok.” Accetto. “Prima però mi faccia chiamare la baby sitter!” gli dico. Certo che questo americano non ne perde di tempo!

   
 
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