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Autore: DanyMery96    23/02/2015    1 recensioni
Una vita tutta rosa e fiori. Anche se dei sogni lasciati per metà.
Ma se qualcuno improvvisamente prendesse a far parte della sua vita?
E se quel qualcuno abitasse sotto il suo stesso tetto?
Nuovi brividi, tante emozioni. Ostacoli da superare.
Questa è la storia di Davin ed Emily.
Due ragazzi pronti davvero a tutto pur di vivere il loro amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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ANGOLO AUTRICE 
Ciao bellissime/i come va?  Spero bene, almeno per voi. Qui c'è qualcuno invece che spacherebbe il  mondo se solo potesse. Mentre altri si sentono trasportati altrove.  Correte a leggere per scoprire cosa succede in questo nuovo capitolo. Fatemi sapere. Bacioni.  La Vostra e dico VOSTRA  Dany.  

POV DAVIN
Arrivati a casa, lei è subito sgattaiolata via, dopo la sberla ovviamente. E che adoro metterla in difficoltà, e vederla imbarazzata o arrabbiata a causa mia. Mi fa sentire importante per lei anche se d'altra parte mi fa sentire in colpa. Specie se sono la causa delle sue lacrime. 
Sono tornato in camera nel silenzio più assoluto e nel buio totale. 
Tomas dormiva, così mi sono disteso sul letto, mentre ripensavo al momento in cui sfioravo le sue labbra, un pò per gioco,  un pò perché ne avevo voglia. Poi mi sono addormentato. 

POV EMILY
Ieri mi sono coricata subito a letto.  E che avevo ancora le mani tremanti e il cuore a mille. Ho fatto bene, di questo non ne ho dubbi.  Almeno capisce che non sono una bambola di sua proprietà. Alzata dal letto sono andata in cucina, mentre un profumo di toast si espandeva nell'aria.  La cucina è occupata già da mezza casa e questa confusione mi sta letteralmente innervosendo. 
-"che fine avete fatto ieri" domanda Tomas al cugino. 
Siedo allo sgabello,  rubando l'ultimo toast dal piatto. 
-"un giro " risponde. 
Tomas mi guarda per un attimo, mentre io continuo a tenere lo sguardo basso. 
Diciamo che non riesco a guardarlo negli occhi, insomma ieri mancava poco, e ci saremmo baciati. E poi..  Poi meglio lasciar stare. 
Mi alzo di scatto per fare un giro in giardino. 
L'erba fresca, bagna i miei piedi. Cammino avvicinandomi alla piscina, ancora vuota. Volto lo sguardo notando il canestro della mia infanzia. 
Sin da piccola non sono 
stata una delle tante bambine.  Sostituivo le barbie con una palla. Quindi mi dividevo tra la tv, le foto e la pallacanestro. 
Prendo la palla tra le mani mentre comincio a palleggiare, un tiro e canestro. 
Sorrido ricordando la mia infanzia. 
-"la fortuna del principiante"
È Tomas a parlare. 
-"sarà " rispondo.  Tagliando il discorso. 
-"non rispondi? Mmm fammi capire.  Non sei Emily ma una sua sosia" mi prende in giro sfiorandomi la guancia con una mano. 
Sorrido. 
-"no. Sono qui ".
-"be allora ho bisogno di una prova. La vecchia Emily, non rifiuterebbe mai una sfida". Continua stuzzicandomi. 
-"certo che no"rispondo cominciando a palleggiare. 
Mi avvicino a lui,  scanzandolo ti tanto in tanto,  mentre lui continua ad osservarmi. 
Poi con uno scatto, mi ruba la palla. 
-"ora tocca a me" 
Palleggia, palleggia. Mentre fa passare la palla tra le gambe. La nasconde dietro la schiena ed io cerco di recuperarla. 
Il risultato?  Io spiaccicata sulla sua canotta bianca aderente. 
I miei sforzi inutili portano ad un risultato di 3 a 1 per lui. Ed un avvicinamento degno di un film .
-"arrenditi" mi sussurra. 
-"Mai, fallo tu" rispondo a un passo dal suo orecchio. 
-" ma se sono in vantaggio? "
-"e allora?  Non lo sa nessuno!"
Esclamo ridendo. 
Mi avvicino a due centimetri dal suo viso mentre lui incastra i suoi occhi nei miei.  Il sole splende nelle sue irridi azzurre e per un attimo mi sento a casa.
Poi sento le mie labbra inumidirsi a causa delle sue labbra sulle mie. 
Si, Tom mi sta baciando e a me sta piacendo. 
Le sue labbra premono sulle mie con dolcezza, ma allo stesso tempo con desiderio. Ed io continuo quella danza che sembra mi stia portando altrove. Lontano dal dolore. Dalle prese in giro. Lontano da tutto quello che mi aveva circondata fino ad ora. 
Mi stacco da quell'unione per prendere aria. Mentre lui si passa la lingua ancora una volta sulle labbra, mordendo quelle labbra carnose, con fare seducente. Ed io senza capire il perchè, mi ci fiondo ancora su di esse. Forse la voglia di ritornare in quel ciclone di emozioni, è più forte della realtà. 
Cinge le sue braccia lungo i miei fianchi, facendomi sentire protetta. 
La sua mano sfiora il mio mento, sollevandolo per guardarmi negli occhi .
-"non sei scappata" mi dice ad un soffio dalle labbra. 
-"no. Non scapperò più! " rispondo convinta, con un sorriso. Stringe il mio capo tra le braccia, ed io abbraccio lui. Sto bene, davvero. 

La mattinata è passata in fretta, non ho degnato Davin di un minimo sguardo, come se fosse inesistente,  anche se un pò mi è costato. Insomma ieri ero tra le sue di braccia, sotto il chiarore della luna e quel bellissimo cielo stellato. 
Se solo lui non avesse giocato, be oggi sarebbe stato diverso. Forse ci sarebbe lui adesso, ad accompagnarmi al Central Park, mano nella mano e non Tomas. 
Quanto sono confusa. Mi sento incastrata in un triangolo senza uscita. Sò cosa ho provato con Dav, ma lui gioca con me. Poi c'è Tomas, a cui sembro piacere molto. Ed io sono confusa tra il passato e il presente.  Se rileggere un libro, o iniziarne un altro, con nuove sfaccettature, nuovi personaggi, nuove emozioni. Ma si può leggere qualcosa se si vorrebbe anche un altro personaggio al suo interno? 
E poi,  se avessi sbagliato ad interpretare il vecchio libro? O se quel libro avesse un seguito e aspettasse solo me? 
Dio, non lo so. 
Anzi no. Basta. Non posso continuare a  vivere nel dubbio. 
Che siano le emozioni a guidarmi e il resto verrà da se. 
-"ti piace il gelato ?"
-" oh si, certo. Grazie"
Sono appena uscita dallo stato di psicoanalisi, grazie a Tomas. 
-"sei tutta sporca" dice scoppiando a ridere. 
-"ma se non ho ancora mang.. "
Come non detto, ecco che mi ritrovo il suo gelato spalmato sul viso, e la sua sonora risata che echeggia nell'aria. 
-"ma mi hai sporcata tutta"
-"niente di che. Lascia che sia io a pulire" 
Dice schiacciando un occhio e cominciando a depositare baci sul mio viso. 
Una strana sensazione si fa strada in me e per un pò mi sento bloccata. 
-"faccio io" dico, riprendendo la situazione in mano e pulendomi con un fazzolettino. 

Siamo Rimasti li, per un intera mattinata. Considerando che non siamo tornati per l'ora di pranzo. 
Lui sembra saperci fare. Sa come mettermi a mio agio, come farmi ridere e perfino come farmi arrossire. Credo che il suo metodo preferito sia quello dello sguardo. Riesce a tenere quei occhi fissi su di me, per un bel pò, mentre io li abbasso subito. 
Mi imbarazza. 

Siamo giunti a casa mano nella mano, cosa che lui insisteva fare. 
-devono sapere che ora sei di mia proprietà -  
ecco cosa ha continuato a ripetermi per il parco. Credo sia l'ufficialità del nostro rapporto. 
Poi, quando siamo arrivati alla porta di casa e indicando le mani mi ha chiesto se fossi pronta, non ho potuto dire no. É per questo che siamo arrivati in salotto con le mani unite, sotto gli sguardi curiosi e incantati di tutti. 
La mamma sorrideva. George anche. Davin era un.. Cadavere.. Si credo di non aver mai visto perdere colore cosi d'improvviso qualcuno. 
Ma il colpo di scena credo sia stato quello dopo. 
Visto che Tom non si è risparmiato nel darmi un bacio con i fiocchi per poi andare di sopra. 
Non ho capito la fretta nel dimostrare ciò, come l'alzata improvvisa di Dav dalla sedia, dopo uno sguardo di vero e proprio disgusto, accompagnato da odio. 
Ma anche se fosse, noi non siamo più un noi. Cosa pretendeva? Che aspettassi in eterno la fine della sua pazzia?
Crugiolata nel dubbio, continuo a restare in silenzio, mentre delle urla improvvise risuonano di sopra. 
È solo una la voce che urla con ira, quella di Davin. In confronto quella di Tomas è un sussurro. Tanto che sembra che il primo stia gridando da solo. 
Mi alzo di scatto, con l'intenzione di raggiungerli, ma i passi lungo le scale, indicano che qualcuno sta scendendo. 
È Davin che rosso di rabbia, scende le scale, uscendo di casa subito dopo, sbattendo la porta alle sue spalle. 
Subito dopo Tomas, ci raggiunge al piano di sotto, con un sorriso dipinto in volto. 
-"che è successo? " domando non capendoci più nulla. 
-"niente. Incomprensioni. È tutto risolto, comunque".
Sarà, ma questa non mi sembra la verità cosi senza dire altro esco di casa, ritrovando Davin seduto al marciapiede.
-"cos'è successo poco fa? "
-"niente. Incomprensioni".
-"ma vi siete messi d'accordo? "
Scendo il marciapiede, posizionandomi di fronte a lui. 
Solo adesso noto i suoi occhi lucidi. Ma Per cosa? 
-"parla"
Mi guarda negli occhi, mentre sono in attesa di una risposta. 
-"ti piace davvero? "
Oddio, perché proprio adesso questa domanda. Perchè da lui. Resto in silenzio, cosa che lui sembra interpretare come risposta affermativa. 
-"allora sta alla larga da lui. Sta alla larga da me".
-"ma che dici? Smettila"
-"Emily non sto scherzando. Sono serio. Le sue intenzioni non sono buone" risponde. 
-"e perché? Le tue sono serie invece?  Tu non ti prendi gioco di me? " domando in maniera quasi  isterica. 
-"vuole solo portarti a letto"
Sputa acido.
-"tu sei stato il primo in quest'ardua impresa. Non ti Credo. Vuoi solo rovinare tutto. Solo perchè lui mi fa sorridere e non piangere, come mi fai fare tu. Pensa a te.  Alla tua vita. Lasciami vivere la mia"
Concludo esasperata. 
Sorride. Un sorriso forzato. 
-"poi non dire che non ti ho avvisato. Ma ricordati, se sò che ti fa soffrire, io non risponderò di me".
E va via. 
 
  
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