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Autore: shadow_sea    02/03/2015    2 recensioni
Questa storia, ambientata durante lo svolgersi degli avvenimenti narrati in Mass Effect 2, è la prima della trilogia che ho dedicato alla coppia Shepard-Vakarian.
Pubblicata inizialmente un paio di anni fa, ho voluto rivederne alcune parti, fare delle correzioni che mi parevano necessarie, aggiungere o togliere alcuni brani e perfino scrivere nuovi capitoli. Gran parte di questo lavoro mi è stato ispirato da chi mi ha seguito allora ed ha espresso le proprie opinioni. Ed è a tutti coloro che hanno potuto e voluto dedicarmi un po' del loro tempo prezioso che io dedico a mia volta queste pagine, un po' vecchie e un po' nuove, nel nome dell'affetto profondo per Mass Effect che unisce tutti noi.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Garrus Vakarian, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Shepard e Vakarian'
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5. *IL CONSIGLIO*


Deus Ex: Human Revolution Soundtrack - Icarus




Una volta terminato il colloquio con il Consiglio della Cittadella, Shepard aveva dato la libera uscita a tutto l'equipaggio della Normandy.
Non era tornata a bordo, ma si messa a camminare per il Presidio senza una meta precisa. Nonostante la curiosità di scoprire tutti i nuovi modelli di armi e armature che erano stati sicuramente creati durante quegli ultimi due anni, provava il bisogno di lasciar sfumare la rabbia accumulata che aveva dovuto trattenere durante lo sgradevole colloquio con il trio Valern-Tevos-Sparatus.
Aveva esordito il Consigliere salarian con una frase del tipo - Abbiamo sentito molte voci riguardo al suo ritorno. Alcune di queste sono... preoccupanti.
Poi Tevos le aveva chiesto di spiegare le sue azioni e i tre Consiglieri avevano ascoltato il suo dettagliato resoconto sul rapimento della colonia umana su Freedom Progress da parte dei Collettori, ma la loro espressione aveva chiarito come non credessero affatto ad un coinvolgimento dei Razziatori.

- Maledetti idioti! - esclamò a quel punto, scagliando uno dei tanti sassi che aveva quasi distrattamente raccolto da terra durante la passeggiata e gettandolo il più lontano possibile nel laghetto del Presidio.
- Cosa c'è Shepard? Stai bene?
- Eccome no! Non si vede? Mai stata meglio! - ringhiò lei in risposta, senza neppure alzare lo sguardo su Garrus che si era avvicinato non appena l'aveva notata.
Era già da un po' di tempo che il turian si aggirava in quella zona a poca distanza dall'ufficio di Anderson. Aveva parlato con Joker non appena il comandante aveva lasciato la nave, ed entrambi si erano trovati d'accordo nell'immaginare che l'incontro con i Consiglieri sarebbe stato poco gradevole. Questo nel migliore dei casi, ma avrebbe potuto determinare addirittura l'arresto del loro comandante, se la situazione fosse degenerata. Solo la presenza di Anderson in seno al Consiglio li aveva rassicurati, ma alla fine Joker aveva suggerito a Garrus di andare a farsi una passeggiata nel Presidio.
- Sai com'è... in ricordo dei bei vecchi tempi. E magari per stendere gli agenti della sicurezza che volessero lasciare la nuova Normandy senza il suo comandante...
La vista di Shepard in piedi davanti al laghetto del Presidio, intenta a lanciarci oggetti dentro, non era affatto rassicurante, ma almeno per il momento sembrava che non fosse finita in stato di arresto.

- Come hanno commentato l'attacco alla colonia?
- I Sistemi Terminus sono fuori dalla nostra giurisdizione. I vostri coloni lo sapevano quando hanno lasciato lo spazio del Consiglio - recitò lei a memoria, provando a imitare il tono gelido ed autoritario usato da Sparatus.
- Uh uh... E questa osservazione utile e intelligente di chi sarebbe? - chiese Garrus incuriosito.
- Del tuo Consigliere, quello che viene da Palaven...
- Ma nessuno capisce che il punto fondamentale sono i Razziatori?
- Ah sì... i Razziatori: quella razza immortale di navi senzienti che io presumo sia in agguato nello spazio oscuro - replicò Shepard sottolineando il verbo presumo, infilando tutta l'ironia possibile in quella frase e tirando un nuovo sasso nel lago.
- Dà qua - rispose Garrus tendendo una mano per invitarla a passargli quelli rimasti. Li osservò con attenzione e ne mise da parte un paio.
- Questi non sono semplici sassi, sono fatti di metallo. Potrebbero addirittura essere dei pezzi della Sovereign, lo sai?
- Allora dovrei farli ingoiare ai Consiglieri, anziché gettarli nel laghetto...
- Nessuno ti ha creduto... Neppure stavolta, vero?
- I Razziatori sono soltanto un mito. Un mito che io insisto a perpetuare...
- Sparatus di nuovo?
- Dannato imbecille! Ma neppure i Consiglieri asari e salarian sono stati più ragionevoli. Tevos mi ha assicurato che credono nella mia buona fede, ma che questo non rende più veri i Razziatori. Anderson ci crede ed è seriamente preoccupato, ma mi ha fatto notare che in effetti non abbiamo prove. Nessun altro ha parlato con Vigil, né con la Sovereign.
- Eppure i suoi rottami sono ancora qui, sulla Cittadella - osservò Garrus rigirandosi fra le dita i due frammenti metallici.
- I Consiglieri ritengono, o vogliono convincersi, che si tratti semplicemente di tecnologia geth. Buona parte dei frammenti sono stati fatti sparire dai Custodi e altri sono stati trafugati con recuperi non autorizzati. Probabilmente Cerberus è riuscito ad aggiudicarsi le parti migliori... - concluse Shepard con ironia rabbiosa, facendo per tirare un nuovo sasso ma poi fermandosi e scoppiando in una breve risata nervosa per l'ingenua inutilità di quel gesto.
- Hai fatto tutto il possibile. Non ti avrebbero creduto neppure se avessi indossato l'alta divisa dell'Alleanza.
- Hanno insinuato che questa mia teoria dei Razziatori dimostra solo quanto sia fragile il mio stato mentale. Mi hanno accusato di essere stata manipolata, prima da Saren e ora da Cerberus. Hanno osato addirittura accusarmi di tradimento! - gridò a voce tanto alta che più di una persona si fermò a fissarli con aria perplessa, incerta se chiamare un agente della sicurezza.
- Se non ci fosse stato Anderson a spalleggiarmi non so come sarebbe finita... - concluse stancamente, lasciando cadere in terra i sassi che stringeva ancora fra le dita.
- Adesso più che mai capisco perché indossi quell'uniforme e perché ti sei alleata con l'Uomo Misterioso: non ti hanno lasciato altra scelta. E mi rendo conto di quanto debba essere stato difficile prendere questa decisione.
- No. Non puoi.
- Cosa non posso?
- Non puoi sapere quanto sia stato difficile. Nessuno può saperlo... - mormorò sottovoce, odiando le lacrime improvvise che non aveva fatto in tempo a trattenere.
Si girò di scatto per nasconderle. I turian non piangevano e sapeva che lo stava mettendo in imbarazzo, ma aveva troppa rabbia dentro e il ricordo dell'orrore provato su Akuze le era esploso con violenza nella mente, cogliendola impreparata.
- Mi dispiace se ho detto qualcosa di sbagliato, comandante... Ti va di tirare qualche colpo al poligono? Potremmo esercitarci un po'.

- Dove stiamo andando? - le chiese qualche minuto dopo, accorgendosi che si stavano dirigendo verso una zona riservata del Presidio.
- Se devo sparare, voglio mettere le mani sulle migliori attrezzature. Voglio provare gli ultimi modelli. E se trovi qualcosa che ti piace dimmelo e te la compro. Ho intenzione di sfruttare al meglio la generosità dell'Uomo Misterioso.
- Oh!... allora ti hanno reintegrato fra gli Spettri?
- Almeno quello sì... porco di un diavolo!
- Io però non lo sono...
L'occhiata stizzita che lei gli rivolse lo fece ridacchiare - Andiamo. Non vorrei essere nei panni del povero disgraziato che proverà a fermarci...
Ma non incontrarono nessuno e arrivarono senza intoppi all'interno del poligono riservato.

- Un pasto decente? - propose Garrus mentre uscivano da lì un paio di ore più tardi, dopo aver annotato su un datapad tutte le armi ed i potenziamenti che sarebbero entrati a far parte della dotazione della Normandy - Non voglio lamentarmi del rancio sulla tua nave spaziale, però...
- Però fa abbastanza schifo. Sì, lo so. Devo ricordarmi di prendere qualche ingrediente speciale per il sergente Gardner e una bottiglia di Serrice Ice per la dottoressa.
- Non voglio stare seduta a un tavolo. Il vostro cibo prevede qualcosa di simile a un panino? - chiese poco più tardi, una volta arrivati in un aggregato della Cittadella famoso per i ristoranti, adocchiando un negozietto minuscolo che vendeva kebab.

Flight – Man of Steel




- Anderson ti ha dato notizie su qualcuno dei nostri vecchi amici? - fu la domanda di Garrus, una volta che ebbe finito di mangiare, cercando di ripulirsi alla meglio la divisa dai residui di cibo.
Stavano gironzolando dentro un parco, a quell'ora quasi deserto, perché si erano entrambi seccati di venire fermati di continuo da giornalisti in cerca di un servizio speciale, da gente che richiedeva un autografo e da strani figuri alla ricerca di sovvenzioni per combattere per qualche causa bislacca.
- Ho saputo qualcosa solo su Kaidan: è stato promosso a comandante ed è ancora nell'Alleanza. Gli hanno assegnato una missione speciale, ma Anderson non poteva dirmi di più. Non finché lavorerò per Cerberus, mi ha confessato, anche se pareva dispiaciuto.
- Gli farà sapere che sei viva e che stai bene.
- L'ho pensato anche io. Solo che non sono sicura delle sue reazioni. Cerberus è uno dei peggiori nemici dell'Alleanza e Kaidan è... beh, è Kaidan. Tu lo conosci, no?
- Anche lui dovrebbe conoscerti... - cercò di rassicurarla, anche se non credeva affatto che il neo comandante sarebbe stato felice di quelle notizie su Shepard.
- Se riuscirò a incontrarlo proverò a spiegargli come stanno le cose. Per ora è inutile pensarci - tagliò corto lei.
- Anderson non ti ha detto altro?
- Di fare attenzione e di non fidarmi di Cerberus - fu la risposta, accompagnata da una smorfia.
- Immagino sapesse che è una raccomandazione superflua.
- Non mi sono mai fidata dell'Uomo Misterioso, anche se è lui che mi ha dato la possibilità di tornare a combattere. Mi ha riportato in vita e per farlo ha dovuto spendere abbastanza crediti da poterci comprare un intero esercito.
- Ma non voleva un esercito. Voleva te.
- Già...
- Sapeva che tu eri convinta dell'esistenza dei Razziatori, che li avevi combattuti e ne avevi perfino ucciso uno.
- Mi ha confermato che l'umanità si trova di fronte alla più grande minaccia della sua breve esistenza e che siamo in guerra, anche se nessuno vuole ammetterlo. Mi ha raccontato che sono scomparse molte colonie, tutte umane, e che lui ritiene sia opera di qualcuno che lavora per i Razziatori, come Saren e i Geth hanno già lavorato per la Sovereign.
- Ed è per questo che l'Uomo Misterioso ha deciso di combattere i Razziatori? Si è assunto il compito di essere il difensore degli umani?
- Non si è espresso in questo modo, ma sostanzialmente sì. Se aspettassimo una qualche reazione da parte dei politici sparirebbero tutte le nostre colonie nel frattempo. L'Alleanza non ha alcuna intenzione di sprecare risorse, ancora esigue dopo l'attacco della Sovereign, per verificare l'entità della minaccia dei Razziatori. Giustifica le sparizioni con semplici pirati e mercenari. E' più comodo e suppongo che gli dia un senso di falsa tranquillità.
A quel punto fece una pausa e poi, tutto d'un fiato, concluse - Durante il nostro incontro virtuale l'Uomo Misterioso mi invitò a vedere cosa fosse accaduto su Freedom Progress: se non avessi trovato nulla che collegasse i rapimenti ai Razziatori sarei stata libera di andarmene per la mia strada.
- E dopo Freedom Progress hai finito per accettare il suo aiuto. Deve essere stato tremendo rinnegare le tue convinzioni. Scusami, Shepard. Credo sia chiaro che non ti sto affatto criticando. Hai preso l'unica decisione possibile visto lo stato delle cose, ma so che deve essere stato terribile. Più terribile di quanto io possa immaginare, se ho capito il senso delle tue parole di poco fa.
- Ero stanca, Garrus. Stanca dei burocrati, dei politici, dei Consiglieri e di tutti coloro che non mi sono mai stati a sentire. Ho visto morire già troppa gente e so che siamo appena all'inizio.
Continuarono a camminare, con Shepard persa nei ricordi e Garrus che restava al suo fianco in silenzio. Avrebbe voluto che lei parlasse, liberandosi dai suoi stessi fantasmi, ma temeva che insistere troppo l'avrebbe spinta a rintanarsi ancora una volta in se stessa.

Arrivati alla curva in cui il viale alberato che stavano percorrendo girava sulla sinistra e si inoltrava fra grandi aiole di lavanda in piena fioritura, il comandante si fermò stringendo le mani sulla recinzione metallica che li separava dal bacino artificiale in cui si raccoglievano le acque limpide di una cascatella artificiale.
- Negli ultimi istanti di vita avevo accettato la morte e avevo pregustato la quiete senza tempo che mi avrebbe cullato fra le sue braccia. Non so in cosa credano i Turian, ma io desideravo solo un lungo riposo. Io... sentivo di essermelo meritato.
- Sono contento che tu sia viva, comandante. Senza di te questa guerra sarebbe persa in partenza.
- L'Uomo Misterioso mi ha assicurato che siamo dalla stessa parte, anche se abbiamo metodi diversi. Mi ha assicurato che Cerberus non è malvagia come io credo.
- Ma tu hai visto il lato oscuro di quell'organizzazione in troppe occasioni... - la incoraggiò, sperando di spingerla a raccontare.
- Hai incontrato tu stesso i mutanti, ma io ho assistito a ben altri orrori.

Era lì il punto oscuro, capì Garrus. Era quello il nocciolo della sofferenza nascosta di Shepard. Si rese conto di star trattenendo il fiato nella speranza di non turbare quell'istante di quiete apparente che poteva dissolversi di botto per mostrare il cataclisma sottostante.
Fissando la superficie piatta del laghetto artificiale pensò agli oceani di Palaven. Quando era ancora uno scolaro, durante una delle poche vacanze estive in compagnia dei genitori e di sua sorella, aveva trascorso una settimana a bordo di una grande nave che aveva costeggiato il continente. Il fondo largo di quella imbarcazione era di un robusto materiale trasparente e durante la navigazione aveva avuto modo di ammirare le forme di vita che abitavano quelle acque, mentre le lezioni quotidiane gli avevano insegnato a comprendere il senso di quello che aveva già notato o avrebbe notato nei giorni successivi. Era stata una vacanza entusiasmante, ma da quel giorno non era più riuscito ad ammirare le ampie distese di acqua salata del suo pianeta senza pensare alla quantità di esseri che l'abitavano e alle loro lotte, violente e silenziose, che ne determinavano la morte o la sopravvivenza.
E in quel momento stava provando la medesima sensazione mentre osservava di nascosto quello sguardo verde, all'apparenza tranquillo, che però celava di certo ricordi devastanti, forse ancora mai raccontati ad alta voce.

- Non ricorderai più quel caporale che abbiamo trovato su Ontarom. Si chiamava Toombs – fu la frase che Shepard pronunciò all'improvviso e che fece capire a Garrus che aveva vinto la sua battaglia personale contro la ritrosia del comandante.
- Immagino che ti riferisci all'uomo incontrato durante quella missione in una base piena di soldati mercenari. Quello che voleva giustiziare a sangue freddo uno scienziato impaurito. Un tuo compagno d'armi che credevi morto.
- Ho appena ricevuto un suo messaggio, sulla Normandy. Non so se i media abbiano già parlato dei miei rapporti con l'Uomo Misterioso o se Toombs si sia procurato in altro modo tali informazioni, ma si è premurato di avvertirmi che la sua missione personale consiste nell'uccidere quanti più agenti possibili di Cerberus e che i nostri rapporti passati non mi mettono al sicuro dalla sua sete di vendetta.
- E' stato gentile da parte sua avvertirti... - commentò ironicamente - Ma perché ce l'ha con Cerberus?
- Cosa sai di Akuze, Garrus?
- Molto poco. Come la maggior parte delle persone, credo. Ho idea che abbiano insabbiato le informazioni... So solo che lì era stanziata una colonia umana. L'Alleanza perse i contatti con la squadra dei pionieri e inviò un'unità di marine per investigare. Tu facevi parte di quella spedizione e solo tu tornasti indietro. I tuoi compagni vennero massacrati dai divoratori.
- E' un riassunto stringato e sostanzialmente corretto, ma in realtà non sono la sola superstite. E mancano anche alcune parti della storia, quelle più importanti, perché riguardano Cerberus.
- Ti proporrei di parlarmene davanti a una buona bottiglia di vino, se non avessi il terrore che potresti cambiare idea nel tempo necessario per arrivare a un bar.
- Ti avverto che non mi basterà una sola bottiglia. Se però prometti che pagherai tu le consumazioni, ti racconterò tutta la storia - ridacchiò divertita dalla sua battuta. Poi lo prese sottobraccio e si avviò verso l'uscita del parco.

Mentre camminavano così vicini, la mente di Shepard si perse nei ricordi di quanto aveva vissuto su Akuze. Non aveva mai raccontato per filo e per segno tutta la storia, anche se aveva stilato un rapporto abbastanza dettagliato sulla vicenda. Che fine avessero fatto quelle pagine era però ancora un mistero, dato che tutto era stato messo a tacere: l'Alleanza aveva emesso un comunicato scarno e i notiziari si erano concentrati sulla pericolosità delle strane creature, fino ad allora sconosciute, che erano state trovate su quel pianeta: i divoratori.
Garrus invece provava un certo imbarazzo per quella inaspettata familiarità. Non era a disagio, ma non ricordava di aver mai visto un turian ed un'umana che passeggiassero sottobraccio. I rapporti fra le loro razze non erano molto cordiali, con l'Incidente del Portale 314 ancora relativamente recente.
Fu a causa di quelle considerazioni e delle occhiate curiose che rivolsero loro i passanti occasionali durante l'attraversamento delle vie della Cittadella che si sganciò dal braccio del comandante con la scusa di mostrarle l'ultimo modello di scudo cinetico esposto nella vetrina di un negozio di armature.

Chora's Den




Un tavolino isolato: l'Antro di Cora, nel bene e nel male, era un locale che ancora si distingueva dagli altri.
- E' qui che abbiamo visto Wrex la prima volta. Te lo ricordi, Shepard?
- Difficile scordarsi quell'incontro, o uno come lui... Mi ha ammazzato Fist sotto gli occhi, anche se era disarmato e gli avevo dato la mia parola che non l'avrei ucciso...
- Wrex ha sempre avuto le idee chiare.
- Già. Stavo proprio ripensando a quel detto krogan che lo ha spinto ad unirsi all'equipaggio della Normandy: il nemico del mio nemico è un mio amico. Non fa esattamente al caso nostro, ma è pertinente, lo ammetto. L'Uomo Misterioso non sarà mai un mio amico, ma non vincerò questa guerra senza il suo supporto.
- Sembra sia arrivato il momento giusto per iniziare il tuo racconto - osservò Garrus finendo di versare l'ultimo goccio della birra batarian nel bicchiere del comandante, l'ultimo vino di Palaven nel suo e facendo un gesto al barista perché portasse due bottiglie nuove.
L'atmosfera fumosa dell'Antro di Cora svanì lentamente dalle immagini registrate dagli occhi di Shepard per essere soppiantata dall'interno rigoroso e funzionale della fregata Alsazia, così come il viso di Garrus fu sostituito da quello umano del capitano Rivia.

- Siamo qui per verificare cosa sia successo ai coloni. Sono ormai diversi giorni che le autorità non ricevono alcuna notizia. Non sono stati inviati segnali di soccorso, ma sono già due ore che stiamo sorvolando la zona e finora non abbiamo rilevato segni di vita. La colonia sembra deserta ed è nostro compito capire cosa sia successo e dove siano finiti i coloni. Stiamo parlando di una cinquantina di individui, in maggior parte tecnici e scienziati spediti qui per valutare l'entità delle risorse del pianeta.
- Che non sembra affatto ospitale, almeno per gli esseri umani - aggiunse il medico di bordo, dopo aver controllato ancora una volta le letture dei suoi apparecchi.
- Capitano, ti va bene se atterro nei pressi della colonia, sull'altopiano roccioso? Non mi fido ad atterrare su tutta quella sabbia. Ha un colore inquietante e magari è corrosiva per lo scafo - chiese con una certa ansia la voce del pilota dall'altoparlante fissato sulla paratia.

- Il capitano fece sbarcare quasi tutto l'equipaggio, lasciando a bordo solo una decina di persone. Non ero alla mia prima missione con quella squadra, ma ero l'ultima arrivata e li conoscevo ancora poco, tranne il capitano, il pilota e il caporale Toombs - raccontò Shepard con voce piatta, come se fosse del tutto disinteressata a ciò che stava dicendo. Ma il gesto nervoso con cui si rigirava fra le mani il bicchiere pieno, senza mostrare la minima intenzione di berne il contenuto, fece capire al turian che quell'atteggiamento era imposto e innaturale. Forse era il modo che le era più congeniale per lottare contro la violenza delle sue emozioni. Anche un turian avrebbe usato quell'artificio, si disse prestando attenzione ai lineamenti del suo viso.
- Ti piaceva quel capitano?
- Molto. Piaceva a tutta la squadra. Ascoltava sempre, perfino il pilota che era stato soprannominato Brontolo, come il nano scorbutico di una vecchia favola per bambini. Ascoltava tutti e poi prendeva la sua decisione, ma se non rispettavi quell'ordine ti faceva il culo, ringhiando peggio di un varren idrofobo. Sapevamo di casi in cui era ricorso perfino alla violenza fisica. E ti assicuro che picchiava come un krogan arrabbiato.
- E che tipo era Toombs?
- All'epoca aveva pochi anni più di me, ma era un informatico in gamba, molto in gamba. La sua particolarità principale era però quella di correre appresso ad ogni sottana... solo perché aveva la sottana. Era stato soprannominato Dongiò, abbreviazione di Don Giovanni.
- Non so cosa significhi.
- E' un personaggio della letteratura umana, noto per essere un inguaribile donnaiolo.
- E correva appresso anche a te? - chiese con una curiosità che apparve strana a lui stesso.
- Ovviamente. Fra l'altro era anche un mio superiore e sperava che i gradi lo aiutassero a far colpo.
- Invece non fu così?
- Ma certo che no! - fu la risposta un po' seccata. Poi Shepard fissò l'espressione incerta di Garrus e si mise a ridere - Non so come funzioni nella vostra società, ma se avessi dovuto dar retta a tutti quelli che volevano venire a letto con me a quell'epoca, non mi sarebbe rimasto tempo per imparare a diventare un bravo soldato.
Chiarì poi con una certa malizia - Ero giovane allora e pare che molti umani trovino irresistibile il binomio capelli rosso mogano-occhi verdi.
- Nelle nostre flotte la maggioranza dei soldati fraternizza liberamente.
- Vuoi dire che i turian maschi sono dei Don Giovanni?
- Immagino di sì, ma anche le femmine lo sono.
- Vuoi dire che sei andato a letto con mezzo del tuo equipaggio di un tempo? Con tutte le femmine? O magari anche con i maschi?
- Ferma lì, comandante: il nostro patto riguardava Akuze, non le abitudini dei turian. Di quelle parleremo un'altra volta, forse...
  
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