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Autore: Relie Diadamat    02/03/2015    8 recensioni
Merlin, ventenne suonato, si ritrova costretto a lavorare al fianco del suo inseparabile Asino, nel bar aperto da quest'ultimo. Con loro c'è Freya, la dolce ed ingenua fidanzata di Merlin, che Arthur detesta.
Tutto cambia un giorno, quando il giovane Pendragon rivela ai suoi colleghi un cambio di programma.
*
[Dal Cap. 1]
«Non saremo i soli a gestire il bar.» continuò Arthur, serrando lievemente la mascella, evidentemente quella non era stata una scelta del tutto condivisa dal biondino «Mia sorella Morgana ed il suo fidanzato Mordred saranno dei nostri.»
Il cervello del corvino si resettò in un lampo.

*
[Cap. 6]
«Io non voglio condividere proprio niente con te, Aridian.» sibilò, serrando lo sguardo.
«Strano…» Unì tra loro le mani, aggrottando la fronte «La droga la dividevi volentieri.»

*
[Cap. 13]
«Quella stronzata che sono attratto dal tuo ragazzo. Come ti è venuta in mente una cosa simile?»
«Perché io ti ho visto, Arthur. Ho visto cosa diventano i tuoi occhi quando lo guardi».

*
[Cap 11]
«Io ti avrei amata per sempre».
*
*
[Freya/Merlin/Arthur] [Mordred/Morgana/Merlin] [Freya/Merlin/Morgana] [Merlin/Arthur/Mithian] [Elyan/Mithian/Arthur] [Kara/Mordred/Morgana] [Freya/Gwaine]
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Freya, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù, Merlino/Morgana
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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NdA: Buona sera a tutti! 
Inizio ringraziando tutti coloro che stanno dando fiducia a questa storia, aggiungendola nelle seguite, preferite o soltanto leggendola. Ringrazio coloro che hanno lasciato per iscritto il loro pensiero, ne sono molto felice. 
Vi lascio al nuovo capitolo, un po' breve , ma intenso.
Buona lettura :)

Nero, ristretto e macchiato, il cuore di un barista

 
 
Merlin se ne stava sdraiato nel suo letto, voltando le spalle alla sua dormiente ragazza, rimanendo con lo sguardo fisso nel vuoto. Il ticchettare dell’orologio era inesorabile e scandiva il suo distorto flusso di pensieri. La distanza tra lui e Freya sembrava essere diventata simile alle distese dell’Atlantico. Merlin sapeva perfettamente che la sua ragazza era sveglia, magari con lo sguardo perso nell’oscurità della notte. Respirava piano per non farglielo capire, lo sguardo fisso in un punto morto.
Il corvino sentiva forte il peso sul suo petto, quello che gli si era creato da quando le aveva mentito quella sera.
“Ciao amore!” Freya era rientrata raggiante dalla porta, qualche minuto dopo che lui avesse cacciata da casa sua l’ospite indesiderata. Stava per dirgli qualcosa, se lo sentiva, ma il suo cervello era ancora paralizzato nella conversazione avuta con la corvina che dalle sue labbra uscì solo un secco e distaccato: “Ciao.”
La ragazza s’incamminò verso l’appendiabiti in legno col viso corrugato. “Sei appena rientrato?” gli chiese, poggiando distrattamente il cappottino al suo posto.
“Sì.” Rispose prontamente, acciuffando dalla dispensa della maionese per condire i tramezzini. “Gaius mi ha tenuto impegnato per tutto il giorno.” Si giustificò.
La giovane sembrò non pensarci su, infatti la vide annuire consenziente col capo, fino ad avvicinarsi a lui e spiluccare un po’ di prosciutto. “Sei stato… solo in quest’arco di tempo?” lo guardò distratta, mesticando a bocca chiusa.
Un sorriso troppo calcato nacque dalle labbra del corvino. “Certo!” cosparse una sola fetta di pane con la maionese, senza neanche aggiungerci il prosciutto, per poi richiuderla con l’altra metà. “Come mai questa domanda?”
L’altra alzò le spalle, sorridendo con un solo angolo della bocca. Poi, appena lo vide allontanarsi, poggiò una mano sul marmo del bancone, chiedendosi perché cavolo avesse visto uscire, un attimo dopo aver parcheggiato la sua auto, Morgana Pendragon dal loro appartamento.
Freya si torturava la mente a quel solo pensiero, lasciando che la notte scorresse senza trascinarla nelle braccia ammaliatori di Morfeo.
Perché mi ha mentito? continuava a chiedersi non trovando risposta.
Mai come in quel momento si sentì così rigida e a disagio nel suo letto, come quella sera. La presenza di Merlin, dall’altro lato del letto, immobile senza alcun accenno di contatto tra loro, sembrava essere diventata un qualcosa di soffocante.
Il corvino, d’altro canto, smise d’incolparsi sulla pessima figura fatta con Freya, mentre la sua mente navigava imperterrita verso la figura di Morgana.
“Sono tornata per restare.” Gli aveva detto, con la stessa semplicità di chi non se ne fosse mai andato, annullando con pochi passi la gran parte della distanza tra i loro corpi.
Era una vicinanza soffocante.
“Il… tuo… ragazzo ti starà aspettando giù.” Ipotizzò trattenendo, l’amarezza o la rabbia o quella qualsiasi emozione alla quale non sapeva dare un nome, a denti stretti.
“Mordred è a Parigi.” Morgana l’aveva incalzato, cercando di farsi di poco più vicina, tentando un contatto con la sua mano. “Mi raggiungerà tra qualche settimana.”
Appena il corvino sentì il tocco della sua mano sulla sue pelle si ritrasse d’istinto, guardandola in volto come un cane bastonato. “Che sei venuta a fare qui?”
“Ho provato a chiamarti.” Precisò lei, leggermente infastidita dal rifiuto dell’altro.
“Voglio sapere il perché.”
Il sonno non riusciva a toccarlo, anche se una forte emicrania si era impossessata della sua testa. Sentiva i pensieri rimbombare come cannoni; bombe a mano che scoppiavano contro le pareti del suo cranio, fino a perforaglielo. La sfacciataggine di Morgana, però, non si allontanava dai suoi occhi.
“Devi andare.” Merlin soffiò a denti stretti quelle parole, aprendo a capo basso la porta; si era accorto che Freya doveva essere nelle vicinanze e l’ultima cosa che voleva era che lo ritrovasse solo in casa… con Morgana.
“Lo sai anche tu che è inutile evitarmi.” Ribadì risoluta, non accennando a muoversi.
Il corvino continuò a guardare un punto morto, sentendo la voce tremargli leggermente “Si è fatto tardi.” Tentò, cercando di congedarla.
Il suo Liu Jo le fece presente che in realtà erano solamente le otto della sera, ma lo ignorò, accogliendo volutamente la proposta del giovane; prese la sua borsa con movimenti lentissimi, puntando i suoi occhi di smeraldo in quelli cristallini dell’altro “Ci vediamo domani, Merlin.”
Il giovane aspettò che la corvina se ne fosse andata, senza emettere una sola parola, richiudendosi la porta alle spalle.
Il soffitto iniziò a colorarsi della giallognola luce mattutina che, lieve, filtrava dalle imposte serrate. Freya ancora non si era alzata; dormiva accovacciata dall’altra parte del letto con i pugni chiusi e la bocca lievemente dischiusa. Merlin non aveva chiuso occhio; sentiva tutto il suo corpo intorpidito e gli occhi incredibilmente pesanti. Tuttavia, sentì la ragazza mugugnare qualcosa nel sonno, per poi muoversi lievemente, strofinando la propria guancia contro il cuscino immacolato.
Si voltò piano verso di lei; gli era ancora di spalle e quella notte non aveva neanche cercato di coccolarla. Si sporse piano, guardandola in volto.
Era così tenera, tanto da scaldargli il cuore. Con la mano le carezzò una guancia, mentre lei prese a fare ciò che gli erano sempre sembrate delle fusa, al cuscino. Sorrise intenerito.
Freya era così dolce… tranquilla. L’aveva aspettata da così tanto tempo; lei era tutto ciò che aveva sempre cercato. Un amore pacifico, senza scannamenti, senza continue liti.
La vide rigirarsi insonnolita mentre piano apriva gli occhi.
«Buon giorno.» le sussurrò dolcemente, sorridendole.
L’altra vide un sorriso sfocato, poi man mano che la sua vista divenne più nitida realizzò di aver accanto a sé il suo Merlin. «Buon giorno.» gli sorrise di riflesso, prima ancora di realizzare che ora fosse.
Il corvino vide la fidanzata sgranare vistosamente gli occhi, mentre repentina si metteva a sedere sul letto. «Che ore sono?!» chiese preoccupata, ricordandosi che il suo caro ragazzo si svegliava sempre tardi.
«Le sette meno dieci.» le rispose il giovane, continuando a guardarla con un sorriso beota in viso.
L’altra si sporse incredula verso la sveglia, costatando infatti la veridicità delle sue parole. Si voltò preoccupata verso il suo fidanzato. «Ti senti bene?»
Gli occhi erano pesanti per il sonno mancato, le ossa se le sentiva intorpidite, quasi avesse fatto dieci ore di palestra filate, ma dinanzi a lui c’era la sua Freya, dolce ed ingenua che si preoccupava per lui, anche per un piccolo dettaglio fuori posto; le labbra rosee si avvicinarono a quelle sottili della mora. «Mai stato meglio.»

*
 
Arthur si rigirava quella tazzina tra le mani, strofinandola con un panno, da un tempo necessario da consumarla. Aveva lo sguardo puntato sulla sua cara sorellina che tanto amorevolmente era arrivata un quarto d’ora prima dell’apertura già dettando legge per una possibile modernizzazione.
«Questo bar non avrà mai notorietà se non vi andranno fatte le opportune modifiche!» sentenziò, guardando in modo giudizioso l’ambiente circostante.
«Giù le zampe dagli sgabelli, vecchia strega!» le ringhiò contro vedendola avventarsi con lo sguardo sugli sgabelli, ancora deposti sui tavoli. «Questo…» ricalcò, indicando a braccia aperte tutto il perimetro del locale, con ancora la tazza ed il panno tra le mani «non è il tuo antro!»
Gli donò generosamente una smorfia. «Neanche tu sei un genio, ma non te lo rinfaccio sempre.»
Il giovane rise stizzito- «Oh, invece lo fai!» precisò, per poi fare mente locale e registrare l’insulto nella sua mente «Ehi!» l’ammonì infastidito.
La vide ghignare maleficamente sotto i baffi mentre iniziava a mettere gli sgabelli al proprio posto. «Merlin è in ritardo.» disse, fingendo un’aria distaccata.
Arthur si decise – per immensa gioia della tazzina – di smettere di strofinarla, ormai inutilmente, col panno e posarla sul bancone. «Come sempre.» aggiunse, cambiando notevolmente il tono di voce.
«Strano.» insistette la sorella, facendo finta che non le interessasse veramente. «Era un tipo così mattiniero…»
«Già.» rispose il fratello, con un pizzico d’amaro nel palato. «Da quando si è fidanzato… è cambiato.»
L’altra smise improvvisamente di smanettare, voltandosi verso il biondo, con fare sorpreso: «Ah, si è fidanzato?» si bloccò sul posto, cercando di portarsi le mani, prima incrociate e poi lungo i fianchi.
Il biondo però, non sembrò curarsene, talmente tanto che era diventato assente in quel momento. La mascella era serrata, i muscoli più tesi, il blu dei suoi occhi meno brillante. «Le cose cambiano.» disse poi, parlando più a se stesso che alla sorella.
E così, Merlin era fidanzato, pensò la corvina e quanto pareva, le cose erano cambiate. Lei era stata presente quando suo fratello aveva iniziato a frequentare quel bizzarro e goffo ragazzo dagli occhi turchesi; ne aveva visto nascere quel forte attaccamento senza nome né ragione. Nessuno sapeva dire cosa effettivamente unisse quei due, ma era qualcosa all’infuori della norma.
Morgana trovò strano che quel sentimento si potesse essere piegato; non lo pensava francamente possibile.
«Non ne sembri molto felice.» azzardò la corvina, guardandolo di sottecchi.
L’altro accigliò lo sguardo, guardandola in modo minaccioso. «Donna!» la canzonò, puntandole un dito contro «Io non ho bisogno di nessuno per essere felice!»
Sorrise sorniona, inarcando le sopracciglia con fare provocatorio. «Certo, Arthur Pendragon.» continuò punzecchiandolo «Com’è vero che questo posto spicca d’eleganza.» constatò contrariata, portandosi le mani sui fianchi ed osservando l’ambiente circostante.
L’altro accigliò lo sguardo, riservandole una smorfia contrariata, finché una voce familiare non li distolse dal loro battibecco «Salve a tutti!»
I due si voltarono verso le porte scorrevoli del bar, dove entrarono una sorridente mora con a seguito un Merlin a capo basso.
«Elegantemente in ritardo.» la burlò il biondo, vedendola avvicinarsi e sfilarsi il cappottino leggero.
«Di dieci minuti!» precisò trionfante il corvino, arrivato alle sue spalle.
«Di ritardo.» rimarcò puntiglioso Arthur, guardandolo male.
Freya rise lievemente, indossando il suo grembiule «Stiamo migliorando.»
Solo in quel momento parvero accorgersi della presenza della corvina che, elegante nel suo tailleur nero, si avvicinava alla mora, con aria di superbia.
«Oh, tu dovresti essere la sorella di Arthur.» Freya porse educatamente la sua mano alla giovane, notando già dal primo impatto come fosse bella, anche con i capelli raccolti in uno chignon arrangiato.
Nell’udir quelle parole il corvino si voltò d’istinto verso le due, osservando attentamente la scena, a denti stretti.
Morgana incurvò gli angoli della bocca, con fare apparentemente amichevole «Tu dovresti essere la ragazza di Merlin.» le strinse cordialmente la mano, lanciando un’occhiata al corvino.
«Sì.» rispose su per giù imbarazzata, con un misto di fierezza.
Arthur voltò distrattamente lo sguardo, prima sulle due donne poi sul corvino, volendo sondare la situazione che si stava creando.
«Beh, dimmi, che università frequenti?» la corvina scrutò a fondo la donna che le era dinanzi, aspettando ansiosamente una risposta, ma l’unica cosa che ottenne fu un capo abbassato con fare impacciato.
«No… io ho abbandonato gli studi.» ammise, con un misto di vergogna e titubanza. Morgana era così impeccabile anche a primo impatto, da mettere a disagio e mai come in quel momento, Freya si sentì in difetto.
L’altra sgranò gli occhi con fare sorpreso «Ma come? Pensavo che la ragazza di Merlin fosse una prima donna.»
Freya diventò paonazza dall’imbarazzo e dall’insulto velato, trovandosi impreparata nel come rispondere.
 «Beh, lo è.» la voce di Merlin interruppe quell’interrogatorio assurdo; il corvino si avvicinò alla sua ragazza stringendola per le spalle con un braccio «Freya è fantastica, qualsiasi cosa faccia.»
Morgana lesse del risentimento e dell’ostilità negli sguardi di ghiaccio che il corvino le riservò, mentre con la mano stringeva la spalla della sua ragazza che, riconoscente nei suoi confronti, gli sorrise intenerita.
“Cosa faresti se io me ne andassi?” lo provocò iniziando a giocherellare con il colletto della sua camicia.
Merlin teneva lo sguardo fisso sulle sue labbra, quasi ne fosse ipnotizzato “Ti riporterei da me.”
Finse un sorriso a quella che parve la coppia più felice di Londra, allontanandosi dalla loro vista, correndo a prendere le ordinazioni di alcuni clienti, seduti nei tavoli all’aperto.
«Simpatica…» constatò ironicamente la mora, una volta che Morgana fu lontana abbastanza da non udire.
«Ti assicuro che così lo è.» Arthur prese voce tra i due, sorridendo beffardo alla reazione della sorella «Stamani più del solito.»
Il corvino rise insieme al suo amico, ricordando per un’instante di tutte le volte che aveva visto fratello e sorella scannarsi, sia verbalmente che fisicamente.
Freya alzò le sopracciglia, accantonando definitivamente il ricordo della corvina dalla sua mente, portandosi le mani sul grembiule. Era decisamente l’ora di darsi da fare.
Si stava dirigendo verso il bancone, seguita dal suo ragazzo, quando ad un certo punto si bloccò, voltandosi nella sua direzione per soffiargli un bacio.
Arthur, intento ad assicurarsi che fosse tutto apposto, si voltò nella loro direzione per intimarli ad iniziare a lavorare, ma le parole gli morirono in gola.
Fastidio. Provò un forte senso di fastidio nel vederli baciarsi, lì. Senza un motivo apparente. Non seppe dirsi il perché, ma qualcosa lo costrinse a serrare la mascella e per un po’ anche un pugno. Tutto ciò che riuscì a fare per catturare l’attenzione dei due fu sbattere il vassoio ricolmo di cornetti al cioccolato nella vetrata del bancone.
I due si scostarono repentini, tornando ognuno al proprio lavoro.
Merlin si accostò al suo Asino, sentendo una strana tensione da parte dell’altro. Niente battutacce, niente insulti velati o espliciti. Arthur sembrava ignorarlo.
In primo luogo non ci fece caso, ma quando appena un secondo dopo vide rientrare Morgana leggendo le ordinazioni al fratello, un brivido gli percorse l’interna spina dorsale.
Morgana avrebbe potuto dire tutto ad Arthur. Avrebbe potuto spiattellare cose non vere, rovinando tutto.
Deglutì a vuoto, notando l’insolita e pacifica collaborazione tra i due consanguinei.
Doveva assolutamente impedire che quella pazza parlasse di quella faccenda con Arthur. Il biondo non avrebbe capito, non gli avrebbe creduto. E il loro rapporto, qualsiasi cosa fosse, sarebbe finito all’istante.

 
**Angolo Autrice**
Visto che la volta scorsa ho accennato un telefilm che tanto adoro e che - ammetto - è stato fonte d'ispirazione per questa storia, vorrei proporvi di vedere un video mio, fatto appunto sulla coppia Marco/Eva. Vedendolo avrete più o meno un'idea sommaria del modello orginario, anche se Pendragon's Coffee, prenderà piege completamente differenti, infatti si avrà il Merthur e una rivelazione shock sul passato di Merlin che poco ha a che fare con la Garbatella romana.
Ad ogni modo, mi farebbe piacere che lo vedeste :)

Video --> https://vimeo.com/102946931
   
 
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