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Autore: nagrafantasy    04/03/2015    1 recensioni
[Fan Fiction: Dragon Age Inquisition - *Avviso Spoiler*]
«Che ne sarà di me, se sopravvivrò?»
«A volte è proprio quando non abbiamo più certezze, che la vita si srotola davanti a noi»
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Varric Tethras
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Così questa è l’Inquisizione»
La voce del Custode Grigio che aveva scelto di seguire la causa riecheggiò nell’accampamento.
Blackwall era il suo nome e Ygrena lo aveva trovato nelle Terre Centrali, mentre stava addestrando alcune reclute.
Era un uomo dalla folta barba nera e capelli dello stesso colore intenso, il portamento sicuro e lo sguardo determinato lasciavano intendere quanta esperienza avesse alle spalle.
Tuttavia, non aveva parlato molto dopo essersi unito al gruppo che Ygrena si era portata dietro da Haven. Sembrava voler studiare i comportamenti dei vari membri, prima di iniziare un qualsiasi discorso e, in seguito ad una cena succulenta a base di montone alla brace, finalmente Blackwall aveva deciso di proferire quella frase di circostanza.
Cassandra non esitò a rispondergli. «Sì, un’Inquisizione ancora agli albori»
«Nessuna grande causa diventa popolare senza un inizio» disse Blackwall, scrollando le spalle.
Varric corrugò la fronte. «Questa la devo inserire in qualche storia...»
Blackwall abbozzò un sorriso da sotto i baffi ben curati. «Siete uno scrittore?»
«Varric è famoso in tutto il Ferelden per i suoi libri» precisò Cassandra.
«Chiedo venia per la distrazione» fece Blackwall, atono.
Solas sogghignò silenziosamente, scambiando un’occhiata divertita con Ygrena, anch’ella sorpresa dall’impeto della guerriera nel prendere le difese di Varric.
Cassandra, dal canto suo, evitò di guardare il nano, immerso in una grassa risata.
«E questa andrà nella mia biografia, Cercatrice, quando e se ne scriverò una! Deve essere ricordata dai posteri!»
«Piantala, Varric!» tagliò corto Cassandra.
Blackwall si limitò ad osservare le reazioni del gruppo, platealmente sorpreso.
«Se siete voi coloro che ricuciranno il cielo, allora il Thedas può contare sulla riuscita di tale operazione»
Ygrena lo fissò, porgendogli la mano sinistra con il palmo rivolto verso l’alto. «Tutto dipende dal Marchio che ho qui»
Blackwall afferrò delicatamente il polso di Ygrena per studiare il segno arcano.
«Non ho mai visto nulla del genere»
«Quel Marchio dovrebbe essere in grado di riportare tutto alla normalità» spiegò Solas, accucciato sul suo giaciglio. «Ma non possiamo farlo senza l’intervento dei Maghi di Redcliffe, che ci hanno proposto un’alleanza»
«I Maghi? Perché non chiedere ai Templari? Se il cielo è squarciato e i Demoni spadroneggiano, non è aumentando il rischio che si risolverà il problema!» tuonò Blackwall.
Ygrena avvertì il tocco del Custode Grigio farsi più saldo, a quel punto si ritrasse con una sorta di timore reverenziale nei confronti dell’uomo.
Solas, al contrario, non si lasciò atterrire. «Templari che fingono di schierarsi con la Chiesa, per poi lasciare il campo di battaglia? Oh, certo, indubbiamente ci darebbero un ferreo appoggio...»
«Non fare di tutta l’erba un fascio, Solas» s’intromise Cassandra. «Sono sicura che qualche Templare capirebbe e si schiererebbe con l’Inquisizione»
«Lo stesso vale per i Maghi» ribatté Solas. «L’Araldo ha scelto di incontrare la Grande Incantatrice Fiona e, a mio parere, non vi è scelta più giusta»
Blackwall sbuffò.
Varric fischiettò una rapida melodia per richiedere l’attenzione. «Ehi, ehi! Non continuiamo a parlare di questo. Ormai la decisione è presa, o sbaglio?»
Ygrena ringraziò mentalmente le parole del nano. «Varric ha ragione. L’importante è che lo Squarcio venga richiuso»
«Confido nel tuo buonsenso, Araldo» disse Cassandra, osservandola con attenzione.
Blackwall tacque, con evidente sollievo per Solas, che si alzò e aggirò l’accampamento.
Incuriosita sui pensieri che sicuramente vorticavano nella mente dell’elfo, Ygrena lo imitò e lo seguì. La vegetazione era fitta, ma non lontana dalla strada per Redcliffe, ed era buona cosa utilizzare cautela nei movimenti.
Cercando di non causare troppo rumore, la donna si accostò a Solas, rimanendo leggermente indietro rispetto a lui. Uno squarcio fra i folti rami mostrava il sentiero battuto, e poi alte montagne al di là di esso. La luce della luna illuminava il passaggio, ma le ombre tetre celavano qualsiasi movimento.
«Sembra piuttosto risoluto, il Custode» disse Ygrena a bassa voce.
Solas si voltò appena per guardarla da sopra le spalle. «Come tutti i combattenti, è restio nei confronti della tua scelta. Sappi che in molti disapproveranno ciò che stai facendo»
Ygrena annuì lentamente. «I Templari non mi hanno convinto»
«Hai usato la tua testa e hai fatto bene» confermò Solas.
Ygrena sospirò pesantemente. «Perché lasciano a me il potere decisionale? Non sono a capo di nulla»
«L’Inquisizione è nata da un gruppo di persone dalla medesima devozione, ma con concetti di vita totalmente differenti. Non ci sarà mai un capo, fra loro» disse l’elfo.
«Cullen sembra in grado di dirigere l’organizzazione» obiettò Ygrena.
«Sul fronte di guerra senza alcun dubbio» spiegò Solas. «Ma senza Josephine o Leliana, quante speranze avrebbe di prevalere sugli avversari meno avventati? Un militante non avrà mai la pazienza per mediare accordi diplomatici o rischiare la pelle in un’impresa di spionaggio»
«Capisco. Le idee finiscono sempre per scontrarsi e nessuno ricava il ragno dal buco» realizzò Ygrena.
Solas sorrise. «Serve qualcuno in grado di determinare le decisioni. Non è semplice e, a quanto pare, si fidano di te»
«Spero di essere all’altezza» farfugliò Ygrena, palesemente preoccupata.
Solas non spense il suo sguardo. «Lo sei già»
«Devo dedurne che pure tu confidi in me» disse lei.
L’elfo abbassò lo sguardo e aprì la bocca per rispondere, ma improvvisamente un rumore lo distrasse da qualsiasi altro pensiero.
Un segugio mabari comparso dal nulla li aveva fiutati e si stava dirigendo nella loro direzione, seguito da alcuni Templari.
«Dobbiamo avvertire l’accampamento!» esclamò Ygrena.
«Non c’è tempo, ci sono addosso» confutò Solas, afferrando fulmineo il proprio bastone.
Con gesti rapidi e sinuosi, l’elfo tracciò un glifo a mezz’aria e lingue di fuoco magico si riversarono sul mabari, avvolgendolo come una coltre ustionante.
Il cane emise versi agghiaccianti, guidati dalla pura forza del dolore, e gli uggiolii si espansero per tutto il bosco, raggiungendo le orecchie di Cassandra.
«Cos’è stato?» si domandò, balzando in piedi.
Blackwall aveva già estratto la propria spada. «Nulla di buono, è sicuro»
Varric si lanciò nella fitta boscaglia, reggendo la fedele balestra Bianca fra le mani guantate. «Cosa state aspettando? Il vostro Araldo è in pericolo!»
I tre corsero più veloce del vento, fino a raggiungere il luogo dello scontro.
Ygrena aveva presto affiancato Solas nella battaglia. Dal bastone fuoriuscivano scosse e scintille, che colpivano i Templari a ritmo degli incantesimi lanciati dalla maga.
I lunghi capelli, ricci e neri, sobbalzavano ad ogni movimento delle braccia, a volte ricadendo proprio sugli occhi e ostruendole la vista.
I Templari erano troppi e presto li circondarono, e altri segugi mabari avevano fatto il loro ingresso nella foresta, ululando alla luna.
Spalla contro spalla, Ygrena e Solas tentarono di mantenere una sorta di distanza dai Templari, ma le loro lame fendevano le fiamme e nessun fulmine le spezzava.
Ygrena avvertì la ferita come un’esplosione di calore all’altezza del fianco destro. Portò le dita sul taglio profondo e avvertì il proprio sangue caldo colare giù, copioso come un fiume in piena.
«Stringi i denti, Araldo!» la incalzò Solas, schivando agilmente un fendente, per poi intensificare i propri incantesimi, sperando di dare appoggio alla compagna.
Ygrena avvertì un forte capogiro e dovette servirsi del bastone per mantenersi in piedi. La vista le si offuscò e, per un solo momento, credette che il Templare davanti a sé stesse per infliggerle il colpo di grazia.
Ma un quadrello lo trapassò e il nemico stramazzò a terra.
Ygrena sorrise. «Varric...»
Il nano fece capolino da dietro un cespuglio e sparò un altro dardo, stavolta verso le tempie di un mabari. Il cane morì sotto atroci sofferenze.
Da dietro le spalle di Varric giunsero Cassandra e Blackwall, gli sguardi minacciosi verso gli avversari. I Templari persero la posizione per tentare di difendersi dalla carica dei guerrieri e lasciarono libero Solas.
L’elfo si voltò un attimo e guardò Ygrena in volto.
La donna scosse la testa e si accasciò accanto al tronco di una quercia, incapace di resistere al bruciore della ferita, che le aveva lacerato le vesti e mostrava il ventre squarciato.
«La prossima volta che vai a passeggio di notte, Spiritone, fa’ in modo di non attirarti questi bastardi!» tuonò Varric, piazzandosi di fronte a Ygrena per farle scudo con il proprio corpo.
Solas non rispose, ma la potenza dell’ultimo incantesimo che lanciò fu oltre ogni limite conosciuto. Un’immensa palla di fuoco investì i due Templari rimasti e, quando si spense, dei nemici non rimase che cenere.
Cassandra rinfoderò la spada, ansimante e ricoperta di sudore.
Blackwall si era inginocchiato accanto ai cadaveri, per frugare nelle loro tasche alla ricerca di potenziali indizi.
«Come sta l’Araldo?» chiese Cassandra, attraversando a lunghe falcate la distanza che la separava da Ygrena.
Varric si era inginocchiato vicino alla maga, ormai svenuta, e le reggeva il capo.
«Non bene, temo» rispose il nano.
Cassandra crollò in ginocchio lì accanto e osservò la ferita. «È grave»
«Fatevi da parte» insorse Solas, accucciandosi al capezzale di Ygrena. Il volto dell’elfo era ricoperto di sangue e fuliggine, ma al momento non era il problema principale.
«Credi di poter fare qualcosa, Solas?» domandò ancora Cassandra.
Il mago aveva serrato gli occhi, concentrandosi sulla ferita di Ygrena. I palmi delle mani si muovevano lentamente poco sopra il taglio sul ventre della donna priva di sensi.
Cassandra socchiuse le labbra per porre altri quesiti, ma al tocco di Varric sulla spalla si zittì. Il nano spostò lo sguardo su Solas e sospirò pesantemente.
«Ir abelas, lethal’lan. Mala suledin nadas» sussurrò Solas in lingua elfica.
Dalle dita si sprigionarono lievi bagliori verde acqua, che penetrarono nella brutta ferita di Ygrena e iniziarono a rimarginarla. I tessuti vennero ricostruiti e la donna fu resa fuori pericolo.
Tuttavia, durante lo scontro, Solas aveva perso parecchie energie e non riuscì a terminare l’incantesimo alla perfezione. Il taglio sanguinava ancora e doveva essere ricucito.
«Portiamola all’accampamento, presto!» esclamò.
Blackwall non se lo fece ripetere e prese Ygrena in braccio, per poi seguire il gruppo verso i giacigli abbandonati con il fragore della guerriglia.
Il Custode Grigio adagiò piano il corpo esanime della maga sulle coperte che Cassandra si apprestò a stendere sul terreno. Varric si preoccupò di accendere il fuoco e di preparare un secchio d’acqua.
«Si riprenderà, non è vero?» azzardò a chiedere Cassandra.
Solas, intento a frugare nella propria bisaccia, non nascose un grugnito stizzito.
«Certo che si riprenderà. Ho una cosa da dirle» borbottò, tirando fuori ago e filo da una tasca interna dello zaino.
«Spostatela un po’ più verso il fuoco, devo vederla bene»
Blackwall e Cassandra eseguirono le direttive di Solas, poi lo lasciarono agire sulla ferita ancora aperta di Ygrena. Con una precisione che Cassandra non aveva mai visto in nessun essere umano, Solas medicò il taglio e lo disinfettò, poi avvolse il ventre di Ygrena nelle bende, accuratamente prese dagli attrezzi di pronto soccorso ed infine tagliò lo spago con i denti.
«Fatto. Si riprenderà presto. Deve»
Varric adagiò un panno umido sulla fronte della donna. «Per Andraste, questa non ci voleva»
«Se non fosse stato per Solas, a quest’ora saremmo senza una guida» constatò Cassandra.
«Come al solito, il suo titolo conta più della vita» sbuffò Varric, guardando Cassandra con una certa disapprovazione.
La Cercatrice sostenne l’occhiataccia. «Senza l’Araldo non c’è speranza, Varric, devi ammetterlo»
«Certo che lo ammetto, ma prima di tutto l’Araldo ha un nome. Si chiama Ygrena, ed è l’ennesima persona comune incappata nella leggenda senza volerlo. Non avrebbe mai dovuto ritrovarsi quasi ammazzata da degli sciocchi Templari vagabondi. A voi non interessa? Non vi importa prima della vita di questa persona e poi delle conseguenze del suo titolo?»
«La vita al Circolo di Magi l’ha ormai lasciata. Ora Ygrena è dentro la questione dell’Inquisizione più che ogni altro. Ha il potere di richiudere il cielo squarciato e di riportare l’ordine, ovvero la nostra priorità» si impuntò Cassandra.
Varric annuì sprezzante. «Già, e per farlo la portiamo con noi, in viaggi impossibili in mezzo alla natura selvaggia. Saggia decisione»
«È inevitabile, Varric! La gente ascolterà l’Araldo di Andraste, non il cantastorie di Kirkwall o un apostata amico degli spiriti» concluse Cassandra. «Il rischio di morire è il prezzo da pagare per le azioni che compiamo»
«Va bene, va bene... hai ragione tu» disse Varric, lasciando la conversazione per andare a coricarsi.
Blackwall osservava la scena poco lontano, mentre Solas si occupava di predisporre al meglio il giaciglio di Ygrena per quella notte.
«Non deve prendere freddo» commentò.
Cassandra, rimasta lì vicino, lo guardò. «Tu cosa ne pensi, Solas?»
«Da quando il mio pensiero ti interessa, Cercatrice?»
«Da quando ho capito che non sei una minaccia»
«Dirai lo stesso, una volta richiuso lo squarcio?»
«Solas... rispondi»
Solas scosse la testa, chino sul corpo di Ygrena. Stava infondendole alcune erbe aromatiche, per facilitarle la respirazione.
«Penso che l’Araldo abbia bisogno di riposo, senza altre energie negative. Ne ha avute troppe, in questi tempi, non credi?»
«Anche noi siamo scioccati dall’evento al Conclave»
«Non è la stessa cosa. Noi abbiamo assistito ad un evento come spettatori. Lei lo ha vissuto in prima persona, determinando parte del tutto, sopravvivendo alla morte per poter raccontare ai posteri cos’è successo» precisò Solas.
Cassandra sciolse i muscoli delle braccia. «Non ricorda nulla circa quel momento»
Solas fissò la Cercatrice. La testa calva era imperlata di sudore freddo e le sopracciglia erano increspate in un’espressione determinata. «Ma rammenterà, prima o poi, e allora porterà davvero ordine nel caos. Nel frattempo, rimane una ragazza trafitta da una spada dei vostri amati Templari»
Cassandra non seppe che rispondere e ammutolì, tuttavia non si spostò e restò a vegliare sul corpo di Ygrena insieme a Solas.
Era quasi l’alba, quando Ygrena riaprì gli occhi nocciola.
Con una smorfia sofferente, tentò di puntellarsi sui gomiti, ma fitte lancinanti la costrinsero a tornare sdraiata.
Solas si accostò a lei e si sedette. «Bentornata fra i vivi, Araldo»
«Cosa... cosa è successo?» farfugliò Ygrena, guardandosi attorno spaesata.
Cassandra entrò nel suo campo visivo. «Hai rischiato la vita combattendo contro un manipolo di Templari»
«Oh, giusto...» balbettò Ygrena, passandosi una mano sugli occhi.
«Devi ringraziare Solas, senza di lui sarebbe stato arduo aiutarti» confessò Cassandra.
Ygrena volse lo sguardo sull’elfo. «Grazie»
«Non sprecare fiato e riposa. Non ci muoveremo di qui finché non sarai in grado di rialzarti» disse Solas.
«Ma Redcliffe...»
«Non temere; fra un paio di giorni saremo in grado di affrontare i Maghi»
Ygrena inarcò un sopracciglio. «Ne sei certo?»
«Sì»
«Perché?»
«Perché mi fido di te» disse Solas.
La voce le morì in gola, inducendola a serrare le labbra. La donna indirizzò all’elfo un’occhiata piena di riconoscenza e, finalmente, si tranquillizzò.
Solas si chinò per rimboccarle le coperte, mentre Cassandra andava a riposarsi, sollevata nel sapere Ygrena fuori pericolo.
  
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