Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Segui la storia  |       
Autore: Caramel Macchiato    04/03/2015    2 recensioni
“Svegliati”
Il tuo senso dell’umorismo è piuttosto pessimo.
“ Ti sto ordinando di svegliarti”
Come se potessi. Ti manderei al quel paese, ma non so chi sei. Lasciami stare.
“ D’accordo, non mi lasci altra scelta”
Ed ecco che i miei occhi sono aperti, o meglio: nel mio sogno ho gli occhi aperti, e vedo solo bianco davanti a me. Mi giro su me stessa ma il panorama non cambia.
Che posto è questo?
“Questo è il fulcro del mondo dei tuoi sogni”
Chiedo scusa in anticipo per l'html impostato da cani!!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ci stiamo avvicinando a casa, quando incrociamo Kentin, ricoperto di fango, terra e foglie dalla testa ai piedi. Neanche a farlo apposta, gli rivolgiamo uno sguardo critico all’unisono.
-    Non l’ho fatto apposta, okay? Pensavo di riuscire a saltare abbastanza per non finire nella palta…- Borbotta lui, cercando di ripulirsi la faccia e finendo solo per peggiorare la situazione.
-    Vieni qua- Gli ordino pazientemente, costringendolo ad abbassarsi alla mia altezza per pulirgli la faccia con un fazzoletto. Lui arrossisce ed evita accuratamente il mio sguardo, comunque io sono troppo impegnata ad ispezionargli le macchie di fango che ha in faccia a modi maculato.
-    E Nathaniel dov’è finito?- Chiede Lysandre, stiracchiandosi soddisfatto.
-    Non…Non lo so, e-era in… Casa. Penso- Balbetta, prima di scivolare via dalle mie grinfie e ispezionandosi attentamente la frangia di capelli color cioccolato, manco fosse questione di vita o di morte. Io, che non mi ero accorta del suo imbarazzo, lo prendo come un altro segno del suo modo eccentrico di fare, e m’incammino verso casa, rendendomi improvvisamente conto del languorino che sta cominciando a punzecchiare il mio stomaco.
Salto gli scalini del portico e spalanco la porta di casa con fare teatrale, impersonando alla perfezione una principessa Disney(animaletti canterini a parte), e trovando il ragazzo biondo già ai fornelli. Mi avvicino saltellando e mi appoggio al bancone con fare civettuolo.
-    Ricordi cos’ho detto prima, parlando di cotte e non cotte? Sai… Vederti ai fornelli è così… Sexy-.
Lui si gira appena per mostrarmi la sua espressione disgustata e ritorna a rimestare quello che sembra taboulé, facendomi ridacchiare.
-    Dovresti pensare alla tua situazione cara mia: quale uomo vorrebbe una donna che non sa nemmeno fare la salsa dell’insalata?-
-    Ehi, guarda che ci riesco-
-    Mi sorprenderebbe-
-    Io ho doti culinarie che tu nemmeno immagini- Ribatto incrociando le braccia, mentre gli altri due ragazzi entrano dalla porta, lo sguardo di chi non ha seguito il discorso e vuole capirne il fulcro.
-    Ah si?-
-    Oh, si-
Mi rivolge un sorrisetto di scherno da sopra la spalla e indica gli armadietti sopra i banconi con un cenno del capo.
-    Perché non cominci con l’apparecchiare?-
-    Sai cosa ti dico? Ritiro tutto quello che ho detto. Continua pure a cucinare, almeno il tempo in solitudine passa più velocemente-.
Evito per un pelo lo straccio sporco che mi tira, per poi afferrare le stoviglie con uno scatto fulmineo e scappare fuori dalla sua portata per apparecchiare.
-    Non preoccuparti Azzurra, se proprio nessuno ti vorrà sposare, lo farò io-.
S’intromette, leggermente in ritardo, Kentin, con un tono solenne e il mento alzato, in una posa fiera che poco s’addice al momento.
-    Ma perché diavolo avete tutti l’impressione che io resterò zitella?-
Lysandre schiva la mia domanda con un sorriso angelico, decidendo che la brocca dell’acqua doveva essere riempita proprio in quell’istante.
-    Tranquilla, l’amore non è tutto nella vita. Ci vuole anche cervello-
La serietà con cui testuali parole escono dalla bocca di Kentin potrebbe anche essere comica, se appunto, non le avesse dette… Beh, sì: Kentin.
-    Comincio a credere che quello che dovrebbe preoccuparsi sei tu, non io-.
Mi siedo sfiancata in faccia al ragazzo, che piega la bocca in una smorfia sprezzante.
-    Naaa, guarda che io ho orde di ammiratrici. Di tutti i tipi, taglie e colori-.
-    Colori?- Ripete Lysandre- Che cosa vorrebbe dire?-…
Qualcosa si accende dentro di me. È come un battito del cuore più forte degli altri, che mi rimbomba nelle orecchie. Sento qualcosa sfiorare la mia mente e scappare, prima che posso anche solo sfiorarne la consistenza. E così com’è comparsa, questa sensazione si dilegua in un battito di ciglia.
Mi massaggio la testa, perplessa e un po’ spaventata allo stesso tempo, poi mi rendo conto che tutti e tre i ragazzi mi stanno guardando allarmati.
-    Cosa?- Chiedo turbata.
-    Sei sbiancata di colpo, e le pupille ti si sono dilatate… Questione di attimi, così dal nulla- Mi spiega Nathaniel con aria cupa.
-    Davvero? Scusate, non era nulla: solo un pensiero-. Li rassicuro, per poi sbirciare raggiante nelle padelle, arrivate in tavola con Nathaniel.


-    Ascolta: in ogni videogioco il cancello è qualcosa che apre un nuovo capitolo o una scena fondamentale, quindi non puoi dirmi “ Attraversiamolo, no?” come se fosse una cosa scontata. Non lo è!-
Il ragazzo con gli occhi viola muove una mano impaziente e per niente interessato ai vaneggi del gemello.
-    Quanto la fai lunga… Senti: non sappiamo dove siamo, e men che meno come ci siamo arrivati, ma una cosa è certa: quello lì nel cielo è un tramonto, quindi non c’è tempo per le scenate: dobbiamo trovare un posto dove accamparci-.
-    Vorrai scherzare! Io in questo posto non ci sto un secondo di più!-
-    Grande! Beh… Quando trovi l’uscita, fammelo sapere!-
Il gemello con gli occhi color ghiaccio digrigna i denti: odia quando il gemello ha ragione. Basterebbe un semplice pulsante di pausa, un semplice “esc” o “menù”…
-    Bene, se la metti così… Prego, beccati l’onore di attraversare il caspita di cancello-.
-    Oh, Armin… Quanto sei infantile-.
Sbotta l’altro, con un fare superiore che poco gli si addice, ma che a lui piace. Si avvicina all’elegante intreccio d’argento che è il cancello, e lo sfiora. A sentire il freddo del metallo sui polpastrelli delle dita, un brivido d’eccitazione gli percorre tutte le cervicali, una a una. Quest’ambiente poco coerente, quest’aria fresca ed immobile… Ha tutto il gusto di un’avventura! Lui e suo fratello in un’avventura!
-    Senti Alexy: ma c’è proprio bisogno di attraversare quel coso? Insomma: basterebbe passarci da parte, no?- Armin rompe l’atmosfera magica con la sua voce svogliata.
Il gemello vicino al cancello si gira con aria delusa.
-    Armin!-
-    Cosa? Cos’ho detto?-

Dalla finestra vedo il quadernetto di Lysandre nel portico, ma del suo proprietario non c’è traccia.
-    Dov’è Lysandre?- Chiedo a Nathaniel, mentre lui mi passa un piatto appena lavato, che m’affretto ad asciugare e a riporre nel suo armadietto.
-    Mha, in giro penso… Ha detto qualcosa a proposito del quaderno, sul fatto che l’aveva perso di nuovo-
-    Scherzi? E lì sul portico!-
Lui scuote la testa, i capelli color del grano che seguono il movimento della testa in un barlume dorato.
-    Non ho mai conosciuto qualcuno di così sbadato-.
-    Io…-
Sto per rispondere quando la sensazione di prima torna ad inebriare la mia mente, questa volta con più insistenza però, così che riesco a cogliere una piccola sensazione, minuscola eppure intensa. Colgo un barlume d’argento e un profumo che mi è maledettamente famigliare, anche se non ricordo il perché, poi tutto scompare riportandomi al presente, dove sono appoggiata ala bancone con le mani sulla testa. Nathaniel mi sta sorreggendo per le spalle, gli occhi allarmati e la bocca piegata all’ingiù.
-    Cosa ti sta succedendo?-  Sbotta , cercando di mascherare il sollievo che traspare sul suo viso, non appena si rende conto che sono tornata in me.
-    Non so, non capisco. Sembrano… Frammenti di ricordi collegati a quello che dite. Però non riesco ad acciuffarli- Mi interrompo e sento gli occhi riempirsi di lacrime amare – Perché non ci riesco?-
Lui mi lascia andare le spalle con riluttanza, per poi far ricadere le braccia lungo i fianchi.
-    Non so spiegartelo, Azzurra, mi dispiace. Forse perché tu sei in coma, quindi il tuo cervello non è completamente funzionante. Forse perché sono ricordi che hai dimenticato… Non so davvero cosa pensare-.
-    Ma io voglio ricordare!-
Sento la frustrazione impersonare il tono della mia voce, uscendo come un ruggito.
Il ragazzo mi guarda impotente, gli occhi che esprimono dispiacere, per poi passarsi la lingua sulle labbra e schiarirsi la voce.
-    Cosa devo fare? Devo svegliarmi?-
-    Non posso aiutarti, anche se lo vorrei-.
-    Io penso di poterlo fare invece-.
Sobbalziamo tutti e due, sentendo d’improvviso la voce di Lysandre. Mi giro sorpresa e resto senza parole per quello che mi si para davanti: Lysandre, pallido come un cadavere, con gli occhi sbarrati, incassato nelle sue spalle e con il quadernetto stretto tra le dita affusolate delle sue mani.
-    Non… Non volevo origliare ma… Tutto torna ora!-
-    Solo a te, Lysandre- Ribatte Nathaniel, tornando ad occuparsi delle stoviglie da lavare.
-    Azzurra, vieni con me-
Allunga una mano nella mia direzione, gli occhi pieni di paura e speranza allo stesso tempo. Dice che può aiutarmi a ricordare. Io voglio ricordare. Afferro la sua mano, sentendola fredda come un ghiacciolo, e poi mi lascio trascinare fuori sul porticato. Ci sediamo sui gradini, poi lui tira un lungo sospiro e apre con mani tremanti il quadernetto.
-    Azzurra, io penso… Penso di conoscerti. No, suona male: io ti conosco, ti conosco nella realtà!-.
Il sangue mi si gela nelle arterie, mentre i suoi occhi bicolore incontrano i miei.
-    Questo non è reale, vero? Questo posto… Eppure ci sono cose che lo sono, che tu conosci per davvero. Me, per esempio. Questo quaderno… È pieno di frasi che ti riguardano-.
D’un tratto mi sento terrorizzata, tutta la rabbia di prima si è volatilizzata: voglio solo nascondermi da qualche parte e dimenticare tutto. Però non posso, non voglio più dimenticare.
-    Frasi…?- Ripeto in un soffio.
Lui annuisce e apre una pagina, per poi leggerla.
-    “L’amicizia che mi lega a questa ragazza si può definire come un’intricata ragnatela di parole, sentimenti e, soprattutto, luce”…-.
La testa mi scoppia. Quelle parole mi entrano nel corpo come piccoli aghi. Non faccio in tempo a capire cosa mi sta succedendo che sono accasciata sul portico, la coscienza che piano piano si spegne…

I due gemelli sono riusciti a raggiungere un compromesso: scavalcare il cancello.
Terrei a precisare che nessuno dei due è particolarmente atletico o propenso ad azioni clandestine, quindi l’immagine che si vede ora è piuttosto… Sì, è ridicola. Alexy sta saltellando ai piedi del cancello, cercando di far forza sulle braccia per issarsi verso il primo appiglio, ma la sua parte effemminata sta avendo la meglio sul resto. Armin è avvinghiato/incastrato poco più su, allungando mani e piedi in cerca di nuovi appigli, senza trovarne.
-    Armiiin! Non ce la faccio!- Piagnucola il gemello ai piedi del cancello.
-    Trova un modo, sono un po’ incasinato ora-. Ringhia l’altro, sentendo le prime gocce di sudore colargli sulle tempie, quasi con fare beffardo.
-    Ma Armi…-
La voce squillante del ragazzo s’interrompe di botto e, quando l’altro abbassa lo sguardo, scopre che quello è scomparso.
-    Ma che diavolo…-
Non fa nemmeno in tempo a finire la frase, che anche lui scompare. Il cancello e l’ambiente circostante sono tornati deserti e silenziosi.

“ Ciao. Sono ancora io.”
Silenzio.
“ In verità è stato Lysandre a dirmi di venire. Cioè: non che non mi va di vederti, però sai…”
Pausa per un sospiro e un verso stizzito.
“ Fare monologhi con te che dormi è davvero una cazz… Una boiata. Vorrei che mi rispondessi. Mi manca la tua voce…”

Riprendo conoscenza con un sussulto e un sospiro strozzato. Sei paia di occhi mi fissano con apprensione, e subito vengo circondata. Prima che possono anche solo aprire bocca, io afferro le mani di Lysandre.
-    Hai ragione! Noi ci conosciamo! Solo che… Non so perché, non so come!-
Lui apre la bocca un paio di volte, poi la chiude e sorride, un moto di sollievo gli illumina il viso.
-    Cosa vuoi dire?- S’intromette Kentin.
Non riesco a non sorridere, nonostante la spossatezza.
-    Non è tutto un sogno-.

Torniamo al cancello.
-    Armin?-
-    Sono qui!-
-    Cos’è successo?-
-    Non lo so, sembrava come se fossimo… Scomparsi?-
-    Come si fa a scomparire in un posto che probabilmente non esiste?-
-    Non lo so Alexy, sono sempre più confuso. Questa situazione non mi piace-
-    Nemmeno a me. Mi spaventa un po’, in verità-
-    Che facciamo? Riproviamo ad entrare? Come persone civili, questa volta?-
-    … -
-    Alexy?-
-    Sì, proviamo-


ANGOLINO CARAM. MACCH.

Ciao a tutte! Niente paura, non sto per dirvi che la fine del mondo è vicina! Voglio solo avvisarvi che ultimamente sono un po' impegnata, quindi non riuscirò più a postare i capitoli con la frequenza che ho fatto fino a qualche capitolo fa... Ma niente paura! Continuerò questa storia fino al fatidico " fine", quindi vi chiedo solo un po' di pazienza... E se comincio a diventare così pigra da postare un capitolo a settimana, qui e ora vi autorizzo a venirmi a cercare e a prendermi a calci!
Adios!!
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: Caramel Macchiato