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Autore: White Spins    05/03/2015    3 recensioni
Greer Danville ha 16 anni, ha vissuto tutta la sua vita in Inghilterra, ma un giorno decide di trasferirsi negli Stati Uniti per proseguire lì i suoi studi. Ma soprattutto, Greer è l'erede al trono britannico.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo a scuola Greer stava guardando con interesse la bacheca della scuola, in particolar modo la stavano attirando i volantini che pubblicizzavano i club della scuola.
Si soffermò su due di essi: uno riguardava il club di tennis, mentre l’altro il club di ecologia.
Pensando a quanto le piacessero entrambe le cose, prese una penna e scrisse il suo nome sulle liste dei club.
Adorava il tennis, lo praticava spesso a Londra, e tutti la riempivano sempre di complimenti su quanto fosse brava. Per quel che ne sapeva, avrebbero anche potuto mentire solo per compiacerla.
Scosse la testa, cercando di eliminare certi pensieri negativi.
 
Se doveva essere sincera, aveva deciso di cercare qualche club scolastico con la speranza che così non avrebbe avuto tempo per pensare troppo a Brenna. Magari se si concentrava su determinate cose la delusione che provava dalla sera prima sarebbe svanita.
E magari non avrebbe neanche pensato al perché di questa forte delusione.
Stava scrivendo il suo nome sulla lista del club di ecologia, quando sentì qualcuno avvicinarsi.
“Ciao.”
Greer sospirò pesantemente sentendo la voce di Brenna. Non si voltò, finendo invece di scrivere sul foglio, posando poi la penna sulla bacheca.
“Di solito le persone qui in America ricambiano il saluto, lo sai, vero?” Brenna disse cercando lo sguardo dell’altra ragazza.
Ma Greer non disse nulla e camminò via, lasciando Brenna sbigottita.
 
“Ok, evidentemente sei arrabbiata. Mi spieghi che problemi hai?” domandò Brenna seguendola.
Greer si fermò all’improvviso, e Brenna per poco non si scontrò addosso a lei.
“Mi prendi in giro, vero?” chiese retoricamente, un’espressione incredula sul suo volto, “Ti ho aspettata fino alle sette ieri in quello stupido bar, e tu non ti sei neanche presentata. Non hai avuto nemmeno la decenza di rispondere ai miei messaggi, tantomeno quando ho provato a chiamarti!”
Brenna rimase sorpresa nel vedere Greer così nervosa.
“Mi dispiace, davvero. Mi è completamente passato di mente” iniziò a dire, e alzò una mano quando vide che Greer la stava per interrompere, “Davvero, ho perso la cognizione del tempo, tutto qui. Ero a fare commissioni con mia madre e ho fatto tardi.”
 
Greer la scrutò per qualche secondo, cercando di capire se stesse davvero dicendo la verità.
Sbuffò, passandosi una mano tra i capelli.
“Ok, senti…”
“Ehi, Brenna!” Ford disse interrompendo di colpo Greer, che la guardò scocciata.
“Ciao, Ford” replicò Brenna con un piccolo sorriso.
Ford lanciò un’occhiata confusa a Greer, prima di rivolgersi nuovamente alla sua migliore amica.
“Ieri è stata una giornata assurdamente fantastica. Guarda un po’ qui” disse mostrandole la collana che aveva indosso, “Parte della refurtiva! Gli orecchini invece pensavo di venderli su eBay, sono troppo da nonna per i miei gusti.”
“Ford…” Brenna disse notando la faccia incupita di Greer.
“Ed è stato epico quando ci siamo sbronzate completamente e abbiamo lanciato uova marce contro la casa della professoressa Cooper! Avrei dato qualsiasi cosa per vedere la sua faccia!” Ford disse ridendo, sospirando poi felicemente, “Ora scappo, ci vediamo dopo!”
 
Calò completamente il silenzio dopo che Ford se ne andò, lasciando Greer e Brenna da sole.
Brenna, sentendo il peso dello sguardo dell’altra ragazza addosso, si voltò verso di lei, aspettandosi il peggio. E non rimase delusa.
Greer aveva uno sguardo strano, ma non era difficile leggere certe emozioni  dipinte sul suo volto: rabbia, tristezza, disappunto.
“Greer…”
“Commissioni con tua madre, certo” Greer rise amaramente, scuotendo la testa, “Certo.”
Iniziò ad andarsene, ma Brenna cercò di starle dietro e di fermarla, chiamandola per nome e mettendo una mano sulla sua spalla.
“Lasciami stare, per favore” le disse Greer scrollandosi di dosso la sua mano, inchiodandola quindi con uno sguardo furibondo.
Se ne andò, e Brenna stavolta non provò a seguirla.
 
 
“Professor Davis, posso parlarle un attimo?” Greer chiese quando entrò nell’aula di scienze il giorno dopo il confronto con Brenna.
“Certo, signorina Danville” annuì l’insegnante, “Mi dica pure.”
Greer sorrise imbarazzata, “Beh, innanzitutto vorrei chiederle di non darmi del lei, è una cosa che mi mette a disagio. Mi chiami Greer.”
“Va bene, Greer” l’uomo replicò pazientemente.
“Mi chiedevo solo se posso svolgere il progetto da sola, ho avuto dei problemi con la mia partner, e ritengo che…”
“Greer, scusa se t’interrompo, ma temo di doverti dire che la tua richiesta non può essere accolta.”
“Perché? Non avrei problemi a lavorare su tutto quanto da sola, davvero” disse Greer con convinzione.
“Si tratta di un progetto molto impegnativo e importante. Deve essere svolto obbligatoriamente da due persone, è qualcosa che non può essere cambiato per nessun motivo” spiegò il professore, “E il voto che otterrete tu e la tua partner influenzerà il voto finale del semestre. Perciò mi dispiace, ma posso solo consigliarti di risolvere qualsiasi problema tu abbia con la tua compagna.”
 
Greer lo ringraziò. Non voleva insistere, non a rischio di sembrare una ragazzina capricciosa e di farsi quindi una brutta reputazione. Sospirò mentre andò al suo banco, notando che Brenna era arrivata.
Si mise a sedere, ignorando completamente l’altra ragazza.
“Come mai stavi parlando col professore?”
Evidentemente, non sarebbe stato così facile ignorarla. E Greer avrebbe continuato a farlo, se solo Brenna non avesse deciso di continuare con le sue domande curiose.
“Riguarda me, non è vero?” chiese con un tono di voce che sembrava quasi offeso.
Greer si voltò verso di lei, palesemente seccata.
“Non sono affari tuoi.”
“Beh, lo sono se stavi parlando di me, non credi?”
Sbuffando, Greer annuì, “Ok, sì, stavo parlando di te” ammise, continuando senza aspettare una risposta dalla ragazza, “Ti avevo avvertita l’altro giorno, quando ti ho detto che non avevo più intenzione di fare questo stupido progetto insieme a te.”
 
Brenna sembrò ferita da quelle parole. Greer non ne era sicura, ma cercò di non pensarci.
“Hai ottenuto quello che volevi allora?” chiese Brenna abbassando lo sguardo.
Greer la guardò esasperata.
“Sul serio? Vuoi giocare a fare la vittima adesso? Mi vuoi far passare per la cattiva della situazione?”
“Mi dispiace, ok? Avevo solo bisogno di staccare un po’, tutto qui.”
“Tutto qui?” Greer rise incredula, “Ubriacarti e rubare al centro commerciale, questo per te vuol dire ‘staccare un po’ ‘?”
Brenna scosse la testa, “Ok, ora cominci a sembrare mia madre” disse facendo una faccia strana, sospirando, “Ma almeno rispondimi. Dovremo lavorare una per conto proprio d’ora in poi?”
“No” rispose con riluttanza Greer, “Il professor Davis non vuole che lavoriamo separatamente, dovremo rimanere insieme.”
“Cavolo, non sembrare troppo entusiasta all’idea” scherzò Brenna.
Ma Greer la guardò male.
“Finora non ti sei rivelata essere proprio una persona affidabile, no?”
“Touché” disse Brenna con un piccolo sorriso, “Greer, mi dispiace dav-”
“Fate tutti silenzio, per favore, e sedetevi” la voce del professore interruppe Brenna, che si voltò verso di lui lanciandogli un’occhiataccia.
L’insegnante iniziò subito a spiegare la lezione del giorno, e Greer guardò un’ultima volta la ragazza seduta accanto a lei, prima di aprire il suo quaderno per prendere appunti.
Sebbene stesse provando a prestare attenzione a quello che diceva il professore, non poteva fare a meno di continuare a chiedersi se poteva veramente credere che Brenna fosse davvero dispiaciuta.

La campanella suonò, con grande sollievo della classe, Greer notò.
Prese le sue cose mettendole di fretta nello zaino, e sentendo gli occhi di Brenna addosso, cercò di tenere abbassato lo sguardo e non cedere alla tentazione di guardarla.
Chiuse lo zaino e fece per andarsene, ma una mano sul braccio la fermò.
“Ehi, Greer, aspetta…” disse Brenna.
“Devo andare, Brenna.”
“Beh, pensavo che volessi iniziare a lavorare a quel progetto, volevo proporti di incontrarci oggi.”
Greer osservò l’altra ragazza, cercando di capire se diceva sul serio o no.
“Come posso credere che stavolta ti presenterai e non mi darai buca?” chiese dubbiosa, incrociando le braccia.
 
Brenna sospirò, tendendo la mano verso Greer, un foglietto tra l’indice e il dito medio.
Greer lo prese confusa, aprendolo.
“E’ l’indirizzo di casa mia. Così sai che faccio sul serio” spiegò Brenna, guardando per terra, “Spero che aiuti almeno un po’ per riottenere la tua fiducia.”
Guardando prima il foglio, poi Brenna, Greer le mostrò un piccolo sorriso, perdendo un po’ della sua durezza.
“Spero davvero che non sia un indirizzo falso e che non si tratti di un luogo losco, o qualcosa del genere” scherzò ripiegando il foglietto.
Brenna rise, all’apparenza sollevata.
“Ok che sono stronza, ma non a questi livelli” replicò la ragazza con un sorriso, “Ma immagino che lo scoprirai solo oggi pomeriggio. Alle quattro va bene?”
“Va benissimo” rispose Greer.
Brenna annuì, non sapendo cos’altro fare.
Rimasero a guardarsi per qualche istante, prima che Brenna scosse la testa, ridendo imbarazzata.
“Ok, devo andare, ci vediamo più tardi allora.”
“A più tardi” Greer disse guardandola andare via.
Diede un’ultima occhiata al foglio, sorridendo inconsciamente, prima di metterlo nella tasca del maglione.
Per la prima volta da quando era arrivata a Boston, non vedeva l’ora che la giornata a scuola finisse.

“E’ davvero necessario questo?”
“Signorina Greer, sono le regole.”
“Lo so, lo so” sospirò la ragazza, “Scusami, James.”
“Non si preoccupi” replicò cordialmente con un sorriso la guardia del corpo di Greer.
Erano davanti casa di Brenna, e Greer era chiaramente scocciata.
Suo padre a quanto pare non si fidava a lasciarla da sola, forse in parte era per colpa di quello che lei gli aveva raccontato della brutta esperienza nel secondo giorno di scuola.
Ma questo era ridicolo.
Sbuffando, suonò il campanello. Dopo pochi attimi qualcuno aprì la porta. Era Brenna.
Rivolse un sorriso a Greer, accorgendosi poi dell’uomo dietro di lei.
 
“Wow, non pensavo che avremmo avuto aiuto col progetto” scherzò Brenna, incrociando le braccia e appoggiandosi alla porta.
“E’ solo una formalità, doveva solo accompagnarmi e controllare che fosse tutto a posto” la rassicurò Greer, voltandosi verso James, “Puoi andare, James. Ti chiamo più tardi quando avrò finito, grazie.”
“Benissimo, signorina” disse l’uomo. Fece un piccolo inchino e sorrise educatamente a Brenna, prima di andarsene.
 
“Allora, posso entrare o preferiresti che stessimo qua tutto il pomeriggio?” chiese Greer scherzando, osservando l’espressione stupita sul volto di Brenna.
Un’espressione che era abituata a vedere spesso sul volto della gente.
“Certo, certo, scusami. Entra pure.”
“Grazie.”
Una volta che Greer era entrata, Brenna chiuse la porta.
“Scusami, è che mi sembra un po’ strano.”
“Che intendi dire?” chiese Greer confusa.
“Avere una guardia del corpo che ti segue ovunque” Brenna specificò.
“Non proprio ovunque. Fortunatamente posso ancora andare in bagno da sola.”
Entrambe le ragazze risero. Greer non poté fare a meno di perdersi per un attimo negli occhi chiari e sorridenti di Brenna, cosa che ormai stava diventando un’abitudine. La normalità che Greer non era sicura di volere.
 
“Vuoi andare in camera mia?” chiese Brenna mettendosi le mani nelle tasche dei jeans.
“Forse è un po’ presto per quel genere di cose, non credi?” Greer replicò alzando un sopracciglio.
Brenna arrossì, sgranando gli occhi, “No no no, intendevo per studiare e roba del genere!” disse ridendo nervosamente, passandosi una mano tra i capelli.
Greer la guardò divertita.
“Ma certo. Di cosa pensavi che stessi parlando?”
Ma Brenna non le rispose. Scosse semplicemente la testa con un sorriso, facendole cenno di seguirla.

Stavano lavorando al progetto da un’oretta, facendo ricerche su internet e salvando i pezzi più interessanti su un documento Word, quando Brenna chiese a Greer se potevano fare una pausa. Greer, avendo notato quanto si stesse davvero impegnando la ragazza, acconsentì.
“Vuoi un bicchiere d’acqua? O del tè? Devo avvertirti che non mi riesce farlo molto bene, e penso che tu sia abituata al tè migliore in assoluto, considerando da dove vieni” Brenna blaterò, facendo sorridere Greer.
“Un bicchiere d’acqua va più che bene” rispose Greer, seguendo Brenna giù per le scale, “E forse la cosa ti sorprenderà, ma preferisco di gran lunga il caffè al tè.”
“Davvero? Strano.”
“Ti sembra strano perché sono inglese?” Greer le chiese curiosa.
“Beh...sì” mormorò  Brenna con insicurezza.
“Non ho detto che non mi piace, ma lo bevevo più per abitudine quando vivevo ancora con mio padre a Londra” ammise Greer con un tono malinconico nella sua voce, “Tutti i giorni bevevamo insieme il tè ed era la cosa più normale in assoluto. In quei momenti era solo mio padre, e non il Re d’Inghilterra.”
Ci fu un attimo di silenzio. Brenna prese un bicchiere e lo riempì, dandolo quindi a Greer, che la ringraziò.
“Ti manca?”
“Moltissimo” le rispose subito Greer.
 
Si misero a sedere sul divano in soggiorno, entrambe con un bicchiere d’acqua in mano.
Brenna poggiò il suo dopo aver preso un sorso, voltandosi verso Greer quando la sentì sospirare.
“Quando ero piccola, ogni sabato mattina io e i miei genitori andavamo a cavallo. Mi svegliavo all’alba e andavo in camera dei miei genitori per svegliarli. Non erano proprio contenti di essere svegliati in quel modo, però mi assecondavano sempre. Facevamo colazione, poi andavamo nelle scuderie reali. Avevo un bellissimo cavallo di nome Jack” Greer raccontò con un piccolo sorriso sul suo volto, “Ogni sabato, per anni era sempre stato così. E poi mia madre si ammalò.”
“Greer…”
Scuotendo la testa, Greer continuò a parlare.
“E’ passato tanto tempo, eppure ricordo con chiarezza quei momenti, ricordo come mi sorrideva quando andavamo a cavallo insieme e facevamo delle piccole gare…ma non ricordo i suoi ultimi mesi di vita, per quanto io ci provi.”
 
Brenna la guardò con tristezza, e senza pensarci due volte, posò la mano sulla sua, senza dire niente.
“Non so neanche perché ti sto dicendo tutto questo, non parlo molto della mia famiglia, con nessuno. Non parlo mai di mia madre. Ma non so…sento come se, andandomene di casa, abbia infranto un’altra tradizione. E’ una sciocchezza, lo so, ma…”
“No, non lo è” la interruppe Brenna rassicurandola, “Non posso certo dire che ti capisco completamente, ma so cosa si prova quando si perde una persona molto importante.”
Greer la guardò, aspettando che proseguisse.
Brenna prese un respiro profondo.
“Mio padre è morto due anni fa” ammise con occhi lucidi.
“Brenna, mi dispiace moltissimo…”
“No, no. Non te l’ho detto perché voglio compassione o dispiacere” Brenna disse scuotendo la testa, “Te l’ho detto perché mi sento a mio agio con te.”
Non sapendo cosa dire, Greer le sorrise, stringendole delicatamente la mano.
 
Ma il loro momento fu breve, poiché la madre di Brenna, Sara, era appena tornata a casa, cogliendo di sorpresa le due ragazze.
“Oh, ciao tesoro! Non sapevo che avessi invitato un’amica a casa” Sara disse sistemando la spesa in cucina dopo aver intravisto Brenna in soggiorno.
“Ciao mamma. Sì, scusa, stavamo lavorando a un progetto di scienze e ci stavamo prendendo una piccola pausa.”
“Bene, mi fa piacere. Hai offerto qualcosa alla nostra ospite?” chiese Sara uscendo dalla cucina per andare nel soggiorno.
Brenna alzò gli occhi al cielo, “Sì, mamma, sono stata molto educata e penso che Greer lo possa confermare, giusto?” replicò voltandosi verso la ragazza seduta accanto a lei.
Prima che Greer potesse rispondere, Sara entrò nella stanza, fermandosi di colpo.
“Greer?” chiese confusa.
La ragazza in questione si voltò verso di lei, e Sara sgranò gli occhi.
 
Brenna guardò preoccupata sua madre.
“Mamma, che hai?”
“Brenna!” esclamò Sara sorprendendo sua figlia, “Perché non mi hai detto niente?!”
“Non ti ho detto cosa?” chiese la ragazza con un’espressione confusa e timorosa allo stesso tempo.
Sara la guardò incredula.
“Che avevi invitato a casa nostra la principessa d’Inghilterra, ovviamente!”
“Mamma, seriamente…” iniziò a dire Brenna prima di essere interrotta.
“Mi scuso per mia figlia se non è stata molto ospitale, Vostra altezza” Sara disse rivolgendosi a Greer.
Brenna nascose il suo viso tra le mani, completamente in imbarazzo.
“Mamma…”
Greer guardò Brenna divertita, prima di voltarsi verso Sara.
“La prego, mi chiami semplicemente Greer” disse alzandosi e  tendendo la mano verso Sara.
La donna lasciò andare una risata imbarazzata, stringendo la mano di Greer.
“E tu chiamami semplicemente Sara, allora, dammi del tu” disse lasciando la mano della ragazza, sedendosi sulla poltrona, “Chiedo scusa per aver perso completamente la testa, ma non mi capita tutti i giorni di avere in casa mia una principessa, sai.”
“Posso immaginare” Greer rispose annuendo, mettendosi di nuovo a sedere accanto a Brenna.
 
Rimasero per un attimo tutte in silenzio, Sara chiaramente ancora meravigliata.
Brenna sbuffò, notando lo sguardo di sua madre.
“Mamma, la stai fissando. E’ inquietante.”
Sua madre scosse la testa, ridendo, “Scusatemi, sono solo un po’ scioccata. Ma Greer, parlami di te. Come ti stai trovando a Boston?”
“Mi trovo molto bene, grazie. Purtroppo non ho avuto molto tempo per guardare bene la città, sono stata molto impegnata in queste due settimane.”
“Beh, sono sicura che quando avrai un po’ di tempo libero, Brenna sarà più che disposta a mostrarti la città, vero Brenna?”
“Certo, mamma” disse alzandosi in piedi, “Ora scusaci, ma io e Greer dobbiamo riprendere a lavorare su quella cosa della scuola.”
Greer si alzò per seguirla, sorridendo gentilmente a Sara.
 
Stavano salendo le scale, quando la donna le raggiunse.
“Aspettate un attimo” disse fermandole, “Stavo pensando…Greer, ti piacerebbe rimanere per cena? Vorrei conoscerti meglio, sembri proprio una ragazza in gamba. E penso che anche ad April e mia madre piacerebbe conoscerti.”
Notando l’espressione confusa sul volto di Greer, Brenna chiarificò.
“April è mia sorella.”
Greer fece segno di aver capito annuendo, poi si rivolse a Sara.
“Mi farebbe molto piacere restare per cena, grazie.”
Sara sorrise contenta, “Splendido. Spero che ti piacciano le lasagne! Non sei mica allergica a qualcosa, vero?” chiese preoccupata.
“Adoro le lasagne. E no, non sono allergica a niente” rispose Greer tranquillizzandola.
“Perfetto. Verrò tra qualche oretta a chiamarvi quando sarà pronto” disse infine Sara prima di andare in cucina.
 
Brenna sospirò, strofinandosi gli occhi.
“Dio, che imbarazzo” disse salendo le scale, con Greer dietro di lei.
“Perché dici così?”
Voltandosi verso di lei quando arrivarono in camera sua, Brenna le lanciò un’occhiata incredula.
“Hai appena conosciuto mia madre e mi fai questa domanda?”
“Oh, ma dai. Tua madre è adorabile” replicò Greer.
Brenna si sedette sul letto, prendendo il portatile per poi aprirlo.
“Non userei proprio quell’aggettivo quando si tratta di mia madre. Esuberante mi sembra più appropriato” disse sospirando, “Troppo esuberante.”
“Sai, sono abituata a reazioni del genere quando le persone mi riconoscono. Non è niente di nuovo, davvero, non preoccuparti” Greer cercò di rassicurarla.
“No, certo, è solo che…si tratta di mia madre, capisci?”
“Credo di capire, ma…onestamente, credo che io fossi molto più nervosa di lei” confessò Greer.
Brenna la guardò sconcertata.
“E come mai eri nervosa? E’ solo mia madre.”
Ma Greer evitò di risponderle dicendole che dovevano continuare a lavorare al progetto.
Brenna non provò a insistere. Lanciò un’ultima occhiata all’altra ragazza, prima di tornare a svolgere la ricerca al computer.

La famiglia Carver e Greer stavano cenando, in un silenzio tranquillo interrotto solo dal tintinnio delle posate.
Quando April ed Emma erano tornate a casa, dire che erano stupite nel vedere Greer Danville a casa loro era un eufemismo. Non capitava tutti i giorni di avere come ospite la futura regina d’Inghilterra, d’altronde.
Con grande, evidente sollievo di Brenna, nessuna delle due aveva perso la testa come aveva fatto Sara.
 
Ma forse era troppo presto per parlare, poiché April decise improvvisamente di interrompere il silenzio nella stanza.
“Allora, Greer, dicci un po’…che ne pensi della cara vecchia Boston?”
Greer alzò lo sguardo. Inghiottì il boccone di lasagne che stava masticando, schiarendosi la gola.
“Beh, non ho avuto l’opportunità di vedere un granché, ma trovo che sia una città affascinante, molto diversa da Londra di sicuro” bevve un sorso d’acqua prima di continuare, “Non ho molti paparazzi che mi girano intorno, quindi direi che è un sollievo. Ma non ne avevo molti neanche quando stavo in Inghilterra, suppongo che sia dovuto al fatto che sono noiosa.”
Brenna la guardò con un’espressione curiosa, forse anche compassionevole.
 
Greer lasciò andare una piccola risata per cercare di smorzare un po’ il silenzio creatosi dopo le sue parole.
Riprese a mangiare, quando April le fece un’altra domanda.
“E’ quello che stavi cercando quando hai deciso di trasferirti qui? La tranquillità?”
Prima che Greer potesse risponderle, Brenna la anticipò.
“April, non stai lavorando, lo sai, vero?” disse avvertendola con un’occhiata, “Non stressarla.”
“No, certo. Sono solo curiosa, puoi veramente biasimarmi?”
“Beh, direi…” Brenna riuscì a dire prima di essere interrotta da Greer.
“Brenna, non ti preoccupare, va tutto bene” la rassicurò con un sorriso, rivolgendosi poi ad April, “In un certo senso, sì, sono venuta qui per cercare un po’ di serenità. Ma anche per provare qualcosa di diverso, per cambiare aria, sai? Gli Stati Uniti mi hanno sempre affascinato.”
“Beh, di sicuro in questa casa non troverai neanche un briciolo di tranquillità, te lo posso garantire” scherzò Emma, “A volte mi sembra di vivere in un reality show con queste tre.”
Greer scoppiò a ridere, mentre Brenna richiamò sua nonna.
 
“Mamma, per favore” disse Sara, voltandosi poi verso Greer con occhi maliziosi, “Beh, Greer, dicci di più. Hai incontrato qualcuno che ha attirato la tua attenzione? Magari a scuola?”
Ma Greer non le rispose, poiché le andò di traverso un boccone, chiaramente sorpresa dalla domanda.
Brenna, preoccupata, le diede dei piccoli colpi alla schiena.
“Greer, oddio, stai bene?” le chiese lanciando poi un’occhiataccia a sua madre, “Dio, mamma, sei peggio di April.”
“Se finite per ucciderla, io non voglio essere coinvolta. E cos’hai messo in queste lasagne, Sara?” domandò Emma guardando con finta preoccupazione il cibo nel suo piatto.
Sara la ignorò, guardando Greer bere un intero bicchiere d’acqua.
“Oh, scusami Greer, se ti sono sembrata troppo invadente, non era mia intenzione.”
Greer scosse la testa, posando il bicchiere sul tavolo.
“Nessun problema, non preoccuparti, Sara” la rassicurò con un sorriso, “E comunque no, non ho incontrato nessuno.”
Greer sentiva che non stava dicendo la verità, ma non voleva soffermarsi su ciò che questo poteva significare. Guardò Brenna, e sentì di nuovo quella strana sensazione allo stomaco che aveva già sentito un paio di volte, sempre in presenza dell’altra ragazza.

Avevano finito tutte di mangiare da poco, quando Sara chiese se qualcuno voleva il dolce.
Tutte risposero di sì, e Sara si alzò per andare in cucina, seguita da April.
Greer sospirò, attirando l’attenzione di Brenna.
“Tutto bene?”
“Sì, certo. Sono solo piena, non sono abituata a mangiare così tanto” rispose Greer, e con aria pensierosa aggiunse, “Sarà che mi preparo i pasti da sola da quando sono qui.”
Brenna la guardò sbalordita.
“Come, non hai nessuno che pensi a queste cose? Che so, una domestica?”
Greer scosse la testa, “No. Quando ho deciso di trasferirmi qui, ho detto chiaramente a mio padre che desideravo cavarmela da sola. Volevo più indipendenza, capisci?”
“No, certo. Però non ci sarebbe niente di male a chiedere aiuto, se lo necessiti.”
“Penso che starò bene, finché non brucerò l’appartamento, almeno” scherzò Greer, facendo ridere Brenna.
Non si accorsero degli occhi curiosi di Emma che le osservavano.
 
“Ecco il dolce!” annunciò Sara rientrando nel soggiorno tenendo il vassoio di torta in mano, con April dietro di lei che portava invece i cucchiaini e i piatti.
“Cos’è, la serata italiana?” domandò Emma guardando il tiramisù che Sara stava poggiando sul tavolo.
“Quanto sei spiritosa, mamma” Sara disse alzando gli occhi al cielo, iniziando a tagliare il dolce, “Ti piace il tiramisù, Greer? Non te l’ho nemmeno chiesto, che sciocca che sono.”
“Mi piace molto, è uno dei miei dolci preferiti, a dire il vero.”
Sara le sorrise, sollevata, “Bene, sono contenta. Tieni” le disse dandole il piatto con sopra un pezzo grande.
Greer sgranò gli occhi, facendo ridere Brenna.
 
Sara e April si misero a sedere quando tutte si ritrovarono con un piatto in mano.
Dopo aver assaggiato il dolce, Greer fece subito i complimenti a Sara, che la ringraziò imbarazzata, ma contenta.
Mangiando il dolce con calma, Greer non si accorse dell’espressione divertita sul volto di Brenna indirizzata a lei.
“Ehm, Greer?” la ragazza richiamò la sua attenzione, indicando l’angolo della sua bocca, “Hai un po’ di tiramisù qui.”
Greer arrossì, sentendosi in imbarazzo. Cercò di pulirsi, ma Brenna scosse la testa ridendo, e prese un tovagliolino.
“Stai ferma un secondo, principessa della sbadataggine” disse pulendo l’angolo della bocca di Greer sporco di tiramisù.
Greer in quel momento non riusciva a ricordare come respirare.
 
Quando Brenna finì di pulire la sua bocca, Greer non sapeva cosa dire.
Lasciò andare una piccola risata, ringraziando Brenna. Cercò di ignorare in particolar modo due sguardi che avevano osservato con interesse la scena, prestando attenzione esclusivamente alla ragazza accanto a lei, notando il rossore sulle sue guance.
Greer non la poteva biasimare, stranamente anche lei sentiva caldo, per qualche motivo sconosciuto.

Erano quasi le dieci. April era uscita, dopo aver salutato Greer con un abbraccio, ed Emma era andata a dormire.
Greer, Brenna e Sara erano sedute sul divano, aspettando che arrivasse James per riaccompagnare Greer a casa.
Per passare il tempo, Sara aveva pensato bene di tirare fuori l’album di foto di Brenna da piccola, facendo sentire completamente in imbarazzo la ragazza.
“Questo è il suo primo bagnetto” disse la donna facendo vedere la foto a Greer, indicandone poi un’altra, “E qui stava schiacciando un pisolino nel bel mezzo di un pasto.”
Greer rise guardando le fotografie, mentre Brenna nascose il suo viso tra le mani.
“Mamma, ti prego, fai sparire quell’album.”
“Perché? Eri così carina, pensavo che a Greer sarebbe interessato vederlo!”
Brenna scosse la testa, “No, non le interessa. Vero, Greer? Non ti interessa, giusto?”
“Mmmh, mi spiace contraddirti, Brenna, ma invece m’interessa molto” ribatté Greer tornando a guardare le foto, “Dai, guarda com’eri carina, tua madre ha ragione.”
“Ero?”
Greer non disse nulla, non sapendo come rispondere.
 
Ma Sara la salvò, senza rendersene conto.
“Brenna era una bambina molto tremenda, sai?” la donna le disse senza staccare gli occhi dalle foto, “Faceva ammattire tutti, non faceva altro che combinare guai. Lei e sua sorella erano il duo più pericoloso di sempre, quando si mettevano una cosa in testa si alleavano e allora sì che nessuno aveva scampo!”
“Mamma…” si lamentò Brenna.
“Beh, non che ora sia proprio un angioletto innocente, vero Brenna?” scherzò Sara.
“Mamma!”
Greer ridacchiò notando quanto Brenna fosse in imbarazzo, non avendola mai vista così.
Brenna allora si voltò verso di lei, incrociando le braccia.
“E tu smettila di ridere. Potrei fare una piccola ricerca su Google e trovare facilmente qualcosa d’imbarazzante che ti riguardi.”
“Certo, come no” ribatté con sicurezza Greer, “Temo che non troverai nulla di simile. Ma chissà, un giorno magari ti farò vedere il mio album di foto.”
“Lo prometti?” chiese Brenna con un piccolo sorriso sul suo volto.
 
Prima che Greer potesse risponderle, il suo telefono squillò.
Greer si scusò, rispondendo al telefono.
“Sei fuori? Ok, arrivo subito” disse, riattaccando e rimettendo il telefono nella sua borsa.
“Devi andare?” chiese Brenna con aria apparentemente dispiaciuta.
Greer annuì, prendendo lo zaino che era appoggiato accanto al divano.
“Sì, James mi sta aspettando fuori” disse rivolgendosi poi a Sara, “Grazie per avermi ospitata, la cena è stata deliziosa. Ho passato una bella serata.”
Sara scosse la testa, “Grazie a te per essere restata. Puoi venire qui quando vuoi, la porta è sempre aperta” disse mentre tutte e tre si diressero verso la porta.
Greer si voltò verso Brenna. Desiderava abbracciarla, ma non era sicura che l’avrebbe apprezzato.
Guardò per terra, poi di nuovo Brenna, notando come anche lei sembrasse insicura.
“Grazie” disse Greer rompendo lo strano silenzio formatosi.
“Per cosa?” chiese Brenna confusa.
“Per tutto, suppongo. Ci vediamo domani a scuola, ok?”
Brenna annuì e basta. Greer salutò lei e Sara con un sorriso, prima di andarsene.

Greer stava guardando fuori dal finestrino, apparentemente presa dal mondo esterno.
Ma in realtà, la sua mente era altrove.
Non poteva fare a meno di ripensare alla giornata passata, a quanto fosse stato facile semplicemente ridere e stare in compagnia di persone che, seppur non conoscendola, erano state molto calorose nei suoi confronti.
Non poteva fare a meno di pensare a Brenna.
Non sapeva ancora molto su di lei, ma dopo aver intravisto un lato sensibile e forte allo stesso tempo, Greer non poteva non ammettere che Brenna la incuriosisse.
Era tremendamente affascinata da questa ragazza.
Pensava che, sotto la dura scorza che Brenna sembrava avere, dietro il suo atteggiamento da teppista ribelle, in realtà ci fosse molto di più, senza dubbio; no, praticamente non la conosceva, ma Greer si sentiva davvero attratta dall’altra ragazza, e tutto ciò che desiderava era conoscerla davvero, conoscere ogni cosa di lei, come mai aveva fatto con nessun altro.
La cosa un po’ la spaventava, ma non gliene importava.
 
Mentre era completamente assorta nei suoi pensieri, il suo cellulare squillò brevemente, indicando che aveva appena ricevuto un messaggio.
Aprì la borsa e lo prese, sbloccando lo schermo.
Era Brenna.
Grazie a te, ma soprattutto grazie di essere riuscita a sopportare la mia famiglia tutta la sera.
Un sorriso incontrollabile nacque sul volto di Greer, che iniziò a scriverle subito un messaggio di risposta.
Adoro la tua famiglia. Ma in particolar modo ho adorato quell’album ;)
Dopo neanche un minuto, ricevette un altro messaggio.
Ti prego, non menzionarlo più. Anzi, scordatene completamente, è stato troppo imbarazzante!
Greer era indecisa se rispondere scrivendo veramente quello che pensava. Ma poi pensò che non c’era nulla di male.
Non potrei mai dimenticare niente di questa giornata :)
 
Respirò profondamente, aspettando il messaggio di Brenna, che arrivò dopo pochi attimi.
Come sei sdolcinata :)
Greer sorrise, sentendo il cuore battere velocemente.
A quanto pare riesci a tirare fuori il meglio di me.
Qualche minuto dopo Brenna le rispose.
Spero che sia davvero così. Buonanotte, Greer :)
Buonanotte Brenna :) A domani, Greer le rispose, rimettendo poi il telefono in borsa.
Con un enorme sorriso stampato sul suo volto, Greer pensò che avrebbe corso più che volentieri il rischio di conoscere meglio Brenna. Non poteva certo continuare a ignorare le nuove sconosciute sensazioni che la ragazza le faceva provare.
Non aveva dubbi che Brenna avesse il potere di cambiarle la vita e di stravolgerla completamente, ma la cosa stranamente non le dispiaceva affatto.
   
 
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