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Autore: Caramel Macchiato    06/03/2015    3 recensioni
“Svegliati”
Il tuo senso dell’umorismo è piuttosto pessimo.
“ Ti sto ordinando di svegliarti”
Come se potessi. Ti manderei al quel paese, ma non so chi sei. Lasciami stare.
“ D’accordo, non mi lasci altra scelta”
Ed ecco che i miei occhi sono aperti, o meglio: nel mio sogno ho gli occhi aperti, e vedo solo bianco davanti a me. Mi giro su me stessa ma il panorama non cambia.
Che posto è questo?
“Questo è il fulcro del mondo dei tuoi sogni”
Chiedo scusa in anticipo per l'html impostato da cani!!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fin da subito mi rendo conto che altri due “profughi” in casa mia non ci stanno, allora mi metto d’impegno e disegno una piccola casettina approssimativa per i gemelli.
Ci separiamo dandoci appuntamento per il giorno dopo, poi torno a casa, sentendo i primi sintomi di un bel febbrone post acquazzone.
In strada incrocio Kentin, che subito mi vola addosso e mi prende in braccio come fossi una bambola di pezza.
-    Dove cavolo eri finita? Stavamo morendo di preoccupazione!- Mi abbaia contro, raggiungendo in poche grandi falcate lo chalet e portandomi dentro, permettendomi di scendere sulle mie gambe solo quando siamo al caldo. Nathaniel e Lysandre si alzano dal tavolo, il primo venendomi in contro, il secondo affrettandosi a cercare un asciugamano. Nathaniel mi posa gentilmente una mano fresca sulla fronte ed emette un verso stizzito.
-    Ti sta venendo la febbre. Che diavolo hai combinato? Ti sei messa a ballare sotto la pioggia?-
-    Ho incontrato… Due nuove persone- Riesco a dire flebilmente.
-    Nuova gente?- Ripete Kentin, afferrando al volo un asciugamano che gli lancia Lysandre, per poi asciugarsi la testa.
Annuisco con un sorriso stanco.
-    Domani… Ve li presento… C’è anche… Una scuola-.
Lysandre mi avvolge in un grande asciugamano e studia il mio volto, preoccupato. Io gli rivolgo un sorriso grato.
-    Ci racconterai meglio più tardi, ora devi riposare- Ordina Nathaniel, con un tono che non ammette repliche. Lysandre mi accompagna gentilmente in camera e mi aiuta ad infilarmi sotto le coperte, per poi rimboccarmele premurosamente.
-    Grazie Lysandre-
-    Per così poco-.
I suoi occhi sembrano malinconici, mentre allunga una mano e mi carezza una guancia con titubanza, per poi scrollare la testa ed afferrarmi delicatamente una mano.
Quel contatto mi rassicura, chiudo gli occhi e mi preparo a un lungo sonno senza sogni. Il primo vero e proprio riposo da molto tempo…

“… Poi ho visto quel tuo amico carino, molto educato… Non ricordo il suo nome, però ci farei un pensierino, quando torni: è davvero stupendo e di buone maniere! Le infermiere mi hanno detto che è passato anche quell’altro… Cielo, ho un serio problema con i nomi! Vabbè, quello con i capelli colorati( santo cielo, un uomo con i capelli colorati!). Dicono che viene spesso ultimamente!”.
La mamma fa una pausa.
“ So bene la sua situazione, me l’hai spiegata tu stessa, ma ha proprio un carattere che non digerisco! Con me non ha mai parlato direttamente, e spero che non succederà mai!”.
Ridacchia e sento il fruscio di una mano passata sul viso ripetutamente.
“ E poi c’è quella ragazzina tutta carina e timidina, quella che conosci dalle medie… Violetta si chiamava?”
“Violet” Sento mio padre suggerirle, da più lontano.
“ Ecco sì, Violet. Pensa che viene quasi ogni giorno! Dice che ti sta leggendo un libro che le ha consigliato il signor Smith, quello del tuo part-time… È davvero un tesoro!”.
“ Una buona amica” Conviene mio padre, sfogliano probabilmente il giornale.
Un attimo di silenzio, rotto solo dalle pagine del giornale che passano.
“ Sai, sapendo che persone meravigliose e fedeli ti si sono accanto, con che dedizione vengono a trovarti… Non riesco a non aspettare con ansia il giorno in cui ti risveglierai e li potrai riabbracciare… Un po’ come aspettare la mattina di natale…”
Sento un piccolo singhiozzo da parte della mamma, e poi la consapevolezza che mi sta carezzando una guancia…

Muovo le labbra, chiedendole di restare, ma è troppo tardi: sono sveglia. Il contatto con la mano di Lysandre è svanito. Contraggo le dita in cerca di un calore umano, ma afferro solo aria. Allora mi decido ad aprire piano gli occhi, sentendo le palpebre gonfie e pesanti, e la testa vuota, greve e calda. Concentrandomi, percepisco delle voci soffuse provenire dal soggiorno, ma non ho voglia di alzarmi, così richiudo gli occhi, una mano tesa fuori dal letto…
Mi risveglio di colpo sentendo un contatto freddo sulla mia fronte, che riconosco come un panno umido.
-    Ah! Ben svegliata!- Esclama una voce squillante.
-     Alexy? Che ci fai qui?-
-    Oh, niente di che: abbiamo incontrato in strada quello biondo… Come fa già di nome?-.
-    Nathaniel-
-    Ecco, lui, e abbiamo parlato un po’ e poi ci ha invitati qui. Abbiamo conosciuto gli altri due e abbiamo parlato un po’ del più e del meno. Ora stanno preparando cena, mentre io mi sto amorevolmente prendendo cura di te-.
Mi rivolge un ampio sorriso, si guarda alle spalle, poi s’avvicina con fare confidenziale.
- Senti, piuttosto mi stavo chiedendo: ci sono solo uomini qui? Ti sei creata il tuo gyakuharem personale?-.
-    Alexy!-
Arrossisco, riconoscendo che in effetti, l’immagine che diamo, combacia a grandi linee.
-    Oh, io non mi lamento! Ho sempre preferito i muscoli!-
Si rallegra lui, mentre la mia faccia si contorce in un’espressione mista al “ mi stai dicendo che…” e al “ oh Gesù!”. Lui ridacchia e mi dà una spintarella allegra al braccio.
-    Tranquilla! Non farò niente di male: a quanto ci hai detto, è il tuo sogno-.
Mi alzo improvvisamente a sedere, il panno umido che mi cade in grembo come un sacco di patate.
-    A proposito di quello: di che parlavate prima?-.
Alexy si fa inquieto e si mordicchia l’unghia del pollice.
-    Beh, un po’ di tutto. E anche di questo posto. Nathaniel dice che per lui, ogni volta che compare qualcuno, qualcosa viene aggiunto al mondo dei sogni, un po’ come un gadget. Però quando siamo comparsi noi è saltata fuori questa scuola in fase di costruzione, quindi non è più così sicuro della sua logica. Mi sembrano tutti molto confusi-.
Mi sento improvvisamente male: tutti loro si stanno dando un gran da fare per aiutarmi, pensando più alla mia memoria che a divertirsi. Non è così che immaginavo il mio Mondo dei Sogni.
Stringo il piumone tra le dita, poi mi alzo, sotto lo sguardo perplesso del ragazzo con i capelli azzurri.
-    Ohi! Piano! Non stai ancora bene!-
-    Stando in un letto non starò mai bene- Gli rispondo sorridendo, infilandomi una felpa e dirigendomi in cucina, dove gli altri quattro ragazzi stanno chiacchierando beatamente mentre cucinano. Mi soffermo a contemplarli, come una madre orgogliosa, poi mi riprendo tornando al mio obbiettivo: d’ora in avanti mi sarei occupata da sola della mia memoria, e avrei esaudito quanti più loro desideri.
-    Ehilà!- Esclamo, con forse un po’ troppo entusiasmo.
-    Azzurra! Che ci fai già in piedi?- Chiede Lysandre, sinceramente sorpreso di vedermi.
-    Si è ribellata alle mie cure- Borbotta Alexy, raggiungendomi.
-    Oh, la croce rossina non è stata apprezzata!- Ribatte Kentin, aprendosi in una risata sguaiata e contagiosa.
Mi giro confusa verso il ragazzo al mio fianco che, mi accorgo solo ora, mi supera soltanto di mezza testa.
-    Aspetta, vuol dire che loro sanno le… Ehm… Tue preferenze?-.
Lo sguardo imbronciato di Alexy cambia rapidamente in uno da ragazzina imbarazzata.
-    Beh, appena ho visto Kentin… Wow… Non ho saputo controllarmi-.
Mi sento arrossire pesantemente, mentre il mio sguardo passa dal ragazzo accanto a me fino a Kentin, svaccato sul divano. Quest’ultimo liquida l’affermazione con un gesto spazientito di una mano.
-    Non farti i teatrini, Azzurra: è solo mezzo svenuto. Lo sai che per me ci sei solo tu!-
Armin, seduto accanto a lui, si mette improvvisamente a sedere, gli occhi azzurri increduli che ci squadrano.
-    Cioè voi state assieme?-
-    No, non ascoltarlo. Kentin è molto… Teatrale- Mi affretto a spiegargli, prima che quell’altro riesca ad inventarsi chissà quale storia di amore passionale tra noi due.
Kentin scrolla la testa con un sorrisetto da uomo vissuto.
-    È questione di tempo: se ora anche gli uomini mi cadono ai piedi, che vuoi che sia sedurti?-.
-    Mah… Magari il giorno che tornerai a casa senza fango in faccia o rami nei capelli-.
Ribatto distratta, curiosando dietro le spalle di Lysandre e Nathaniel per vedere cosa cucinano. Sento i due sul divano borbottare e ridacchiare, ma per me la discussione è conclusa.
-    Ti senti meglio?- Mi chiede Lysandre, con un bel sorriso.
-    Oh sì! Ho una salute d’acciaio io!-
I due mi lanciano un’occhiata indecifrabile e l’atmosfera si fa pesante.
-    Ehi, ehi! Posso fare qualcosa?- S’intromette Alexy, con la sua solita spensieratezza.
-    Ah sì, tagliami queste due cipolle finemente- Risponde Nathaniel distrattamente.
Il ragazzo prende un tagliere, le due cipolle, un coltello e si mette all’opera, la più pura felicità stampata in faccia. Ahhh, che gioia tagliare le cipolle!
Tutto quell’entusiasmo si spegne in breve tempo però, quando i suoi occhi prendono a lacrimare, la sua faccia che si contorce in smorfie improbabili  il naso che cola.
-    Nathaniel! La cipolla mi fa piangere!-
-    Eh? Ah sì, è normale- Risponde il biondo, ascoltandolo solo per metà.
Il ragazzo incompreso alza gli occhietti lucidi su di me in una supplica e, trattenendomi dal scoppiare a ridergli in faccia, mi affretto a bagnare un asciugamano e a passarglielo sugli occhi.
-    Non c’è bisogno di essere premurosi con lui, Azzurra: è più il tempo che passa piangendo o commuovendosi che quello che passa da uomo- Commenta distrattamente Armin.
-    Ho il cuore tenero io!-. Ribatte offeso Alexy, tirando su con il naso.
-    Ci provo io d’accordo? Se non va ci diamo il cambio- Gli propongo.
Lui mi sorride riconoscente e una strana fratellanza si crea tra di noi, mentre afferro il coltello e prendo ad affettare le cipolle con una furia assassina. Da subito gli occhi prendono a pizzicarmi con insistenza e cerco di tenerli a banda serrando forte le palpebre. Alexy è dall’altra parte del bancone, i pugni alzati, la bocca serrata e gli occhi pieni di aspettativa.
Le prime lacrime sgorgano dai miei occhi caldi e pungenti, ma ormai manca poco, non posso arrendermi! Mi sento il viso paonazzo e gli occhi da asiatica. Taglio l’ultimo pezzetto e alzo gli indici al cielo, Alexy che festeggia davanti a me entusiasta.
-    Quante scenate per due cipolle-
Borbotta Nathaniel dietro di me, le sue braccia che mi circondano per prendere il tagliere. Mi sento gelare appena sento la sua presenza ad un soffio da me, lui però non ci fa caso e torna alle padelle con il tagliere.
-    Azzurra, vieni qui che ti facciamo passare noi le lacrime!- M’invita Kentin.
-    Le fate passare anche a me?- Chiede Alexy speranzoso. Vedo l’espressione disgustata del ragazzo e scoppio in una fragorosa risata, cercando di sciugarmi le lacrime, il cuore che trona a battere normalmente.
Io e Alexy ci sediamo sul divano con quei due svitati e prendiamo a scherzare rumorosamente, finché i due ragazzi di casa non ci richiamano a tavola.
-    Devo dirvelo- Comincia Kentin, la bocca piena di riso e carne – Stasera mia siete proprio sembrati una mamma e un papà ai fornelli-
-    Sì! Nathaniel decisamente il papà, Lysandre la mamma-
Le facce dei due diretti interessati si dipingono quasi della stessa espressione diguastata, non appena l’immagine s’affaccia nelle loro menti.
-    Che immagine deleteria- Sbotta Lysandre, prima di prendere un gran sorso d’acqua dal suo bicchiere.
-    Sono sempre più sorpreso dei soggetti che la tua mente partorisce- Aggiunge Nathaniel fissandomi senza mezzi termini.
-    Tra questi soggetti ci sei anche tu, cocco- Gli faccio notare, abituata ormai ai suoi commenti pungenti.
La discussione viene stroncata sul nascere da un grido di Alexy che, da vera volpe di bosco, si è grattato l’angolo di un occhio con un dito su cui ci sono ancora reperti di cipolla. E il caos è partito. Passiamo il resto della cena nel modo meno serio e composto possibile, l’irritazione scompare e resto ad ammirare i bei sorrisi di quei cinque ragazzi, altrettanto belli.
-    Ho un annuncio da fare- Salto su, non appena la tavola è stata sparecchiata.
-    Domani ho intensione di animare un po’ questo posto. Gemelli, fatemi una lista di cosa vi manca a casa vostra, voi altri fatemi una lista di cosa vorreste in questo posto-
-    Come mai tutto questo spirito d’iniziativa?- Chiede Kentin.
-    Non possiamo continuare a stare in un posto così poco invitante! Kentin, Lysandre, voglio dare una casa anche a voi e disfarmi di quella tenda, se per voi non è un problema-
Lysandre annuisce sollevato, Kentin scrolla le spalle indifferente.
-    Bene, allora a domani! Diana presto, mi raccomando!-
Li osservo muoversi, ognuno per la sua strada, il cuore che scoppia di soddisfazione e sollievo. Ora posso occuparmi della mia memoria. Da sola, senza coinvolgere nessuno.











ANGOLINO CARAM. MACCH.

Ehilà, questa volta il mondo finisce davvero: dopo almeno una quindicina di capitoli che mi sono usciti impostati male, una buon'anima mi ha spiegato la storia dell'html( o come si scrive) e, alla vecchia volpona della sottoscritta, si è aperto un mondo XD tutto questo per cosa: chiedervi scusa per l'impostazione terrificante dei miei capitoli fin ora, e anche di quelli a venire purtroppo!
Passo e chiudo
   
 
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