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Autore: nagrafantasy    06/03/2015    1 recensioni
[Fan Fiction: Dragon Age Inquisition - *Avviso Spoiler*]
«Che ne sarà di me, se sopravvivrò?»
«A volte è proprio quando non abbiamo più certezze, che la vita si srotola davanti a noi»
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Varric Tethras
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Redcliffe era caduta nelle mani di un pazzo furioso.
Dopo aver tenuto un colloquio iniziale con il Primo Incantatore Alexius, fuoriuscito dal nulla, Ygrena era stata informata da un giovane mago del Tevinter che l’usurpatore era invischiato con i Venatori, un gruppo di seguaci di Corypheus.
Prima di scegliere con chi allearsi, dunque, si era fatto ritorno ad Haven per progettare una strategia.
Ygrena sentiva ancora bruciare la ferita al fianco, nonostante Solas l’avesse medicata accuratamente in quei giorni, e Cassandra le suggerì di pensare prima ad una richiesta un po’ più leggera, per ritornare sulla questione dei Maghi e Templari una volta in forze.
La questione meno importante era un invito nella Costa Tempestosa da parte delle Furie; un gruppo di mercenari capitanati dal cosiddetto Toro di Ferro.
Non avendo mai sentito parlare di tali Furie, Ygrena si diresse verso il luogo dell’incontro con l’intenzione di conoscerle, insieme alla Cercatrice, Varric e Solas.
Non ci volle molto per giungere a destinazione e un potente acquazzone diede loro il benvenuto.
Varric alzò il cappuccio della sua giubba e sbuffò. «Per le chiappe di Andraste, cosa mi ha spinto fuori da Kirkwall?!»
Una risata cristallina riecheggiò nell’avamposto dell’Inquisizione nella Costa Tempestosa.
Varric si voltò e si stupì nel notare Cassandra osservarlo con gran divertimento.
«Che c’è? Sono un nano di città, io!» tuonò il briccone, ritornando a guardare davanti a sé.
Cassandra non perse il ghigno sarcastico che era affiorato sul suo viso sfregiato. «Nessuno ti ha chiesto di entrare nell’Inquisizione, anzi»
«Beh, non potevo immaginare che ci avrebbero mandati in posti dimenticati da Andraste» borbottò il nano.
Ygrena avanzò qualche passo, osservando come i propri stivali affondassero nel fango, bagnati fradici. La pioggia incessante non permetteva una buona visuale.
«Mi dispiace per Cassandra, ma oggi do ragione a Varric. Questo è senz’altro un posto dimenticato dagli dèi» commentò.
«Grazie, Ygrena» fece Varric, affiancandosi a lei.
Cassandra, dal canto suo, scrollò le spalle e passò in avanscoperta. «Andiamo a cercare questo Toro di Ferro»
«Temo che l’articolo sia compreso nel nome proprio, Cercatrice» precisò Solas. «Nel biglietto giuntoci hanno sottolineato IL Toro di Ferro»
Cassandra sbuffò. «Non mi importano tali sottigliezze»
«E poi lo scopriremo quando si presenterà» disse Ygrena, incuriosita.
Solas inarcò un sopracciglio. «Se è chi penso io, non so se avrà l’accortezza di presentarsi»
«Lo conosci?»
«No, ma conosco le genti che trarrebbero piacere per un nome del genere»
Ygrena non rispose, un tantino confusa, e si limitò a seguire Cassandra.
Era mattina e impiegarono tutto il giorno per attraversare parte del territorio. Non era ampio, ma il terreno accidentato non permetteva un’andatura spedita, e la pioggia induceva a procedere con cautela per evitare scivoloni.
Scivoloni che, purtroppo, Varric non si risparmiò.
All’ennesima caduta, il nano imprecò sonoramente contro tutte le divinità, esistenti o meno.
«Senti, la prossima volta portati dietro Sera, se proprio ti servirà un ladro!»
«Oh, no, ti prego!» fece Cassandra, con una smorfia disgustata. «L’ultima volta che l’abbiamo avuta nell’accampamento ha...»
«Non ricordarmelo» la interruppe Solas. «In genere cerco di tollerare i comportamenti altrui, ma in quell’occasione si è superato ogni limite»
«Temo che stessi già dormendo» disse Ygrena, grattandosi le tempie. «Illuminatemi!»
«Diciamo che ha dimostrato all’Inquisizione quanto possa essere abominevolmente sciatta» spiegò Cassandra, senza perdere tempo in parole meno colorite.
Ygrena ridacchiò. «Sera è molto esuberante»
Solas corrugo la fronte. «La nostra visione di esuberante è un tantino differente»
Ygrena lo guardò. «Ha una mira eccellente e credo ci possa tornare utile. Ci basti questo»
«Senz’altro hai ragione. Ma ricorda che, prima o poi, servirà un collante per tenere assieme tutte queste persone» aggiunse Solas.
Ygrena annuì lentamente, sbirciando poi Cassandra.
La Cercatrice la fissò di rimando, senza però indugiare oltre. Tornò a camminare con passo spedito, sfoderando la spada per tagliare alcuni rovi che ostruivano il passaggio.
Varric, rimasto per un attimo taciturno, tornò a parlare con una mano tesa sull’orecchio.
«Sbaglio, o c’è l’eco di una battaglia?»
«Non sento nulla» disse Ygrena, troppo impegnata a tirare un lembo della casacca rimasto impigliato in un ramo.
«È causa mia, Varric!» sbottò Cassandra, rinfoderando l’arma e assicurandosi di procurare abbastanza rumore da attirare l’attenzione sulla lama. «A volte mi chiedo come tu faccia ad essere così... così...»
«Fate silenzio un secondo!» tuonò Varric.
Cassandra si zittì e Ygrena osservò stupita il nano.
Solas pareva molto concentrato.
«Varric ha ragione» sibilò.
«Per una volta, Spiritone, devo ringraziarti» criticò Varric.
Effettivamente, oltre lo scrosciare dell’acquazzone, si udiva il rumore di acciaio contro acciaio in lontananza.
Cassandra increspò le sopracciglia e si lanciò in direzione del chiasso, seguita a ruota dal resto del gruppo. Corsero giù per una discesa e si ritrovarono sulla costa, costituita da una spiaggia acciottolata.
Le onde del mare impetuoso si scagliavano a riva, sovrastando il ruggito della battaglia.
Alcuni banditi stavano attaccando un gruppo di persone accampate lì vicino.
«Sono in minoranza, dobbiamo aiutarli!» gridò Cassandra, dirigendosi imperterrita verso lo scontro. Con poche stoccate, distrasse un bandito e porse l’attenzione verso di sé, in modo da permettere ad un’elfa aggredita di piantare il proprio pugnale nel ventre del nemico.
Ai fendenti di Cassandra si aggiunsero i quadrelli di Varric e le schegge di ghiaccio di Solas, mentre Ygrena aggirava il trambusto per capire meglio chi fosse più in difficoltà.
Una voce dura e dall’accento particolare la costrinse a girarsi per capire da dove provenisse.
«Ataash Qunari!»
Una figura mastodontica balzò oltre una schiera di banditi.
La pelle bronzea risaltava alla luce cupa di quella giornata temporalesca e le grandi corna conferivano all’individuo un aspetto spartano e minaccioso. Muscoli d’acciaio costituivano il suo ventre scoperto e le braccia. Nelle mani reggeva un’ascia degna di tutto rispetto.
Il qunari vorticò su se stesso e causò una rosa di cadaveri attorno a sé.
Ygrena non aveva mai veduto niente del genere e realizzò che nessuna lingua di fuoco magico avrebbe potuto competere con la forza sovrumana di un tale guerriero.
Tuttavia, si riscosse in fretta, non appena vide un bandito correre nella sua direzione e non aspettò a ricacciarlo indietro con un incantesimo stordente, infine lo colpì con una palla di fuoco, determinando la fine di una così miserabile vita.
Presto la spiaggia fu disseminata di corpi esangui e restarono in piedi le persone invase.
Il qunari lasciò cadere pesantemente l’arma a terra e si avvicinò ad una barca arenata poco lontano. Il gruppo che lo accompagnava lo imitò, senza neanche degnare l’Inquisizione di uno sguardo.
Ygrena cercò gli occhi di Cassandra e si strinse nelle spalle.
Gonfia di rabbia, la Cercatrice avanzò spedita verso la barchetta e si piantò proprio di fronte all’immenso qunari.
«Qui si mette male» sussurrò Solas a Ygrena.
«E non per Cassandra, tengo a precisare» fece Varric.
Ygrena incrociò le braccia e stette a guardare.
Il qunari alzò appena l’unico occhio buono. Infatti, portava una benda sull’incavo del secondo, probabilmente perso in guerra. Ora nelle grandi mani reggeva un boccale colmo di birra gelida, pronta per essere ingurgitata in un sol sorso.
«Chi abbiamo qui?» domandò con tono burbero.
Cassandra avrebbe potuto lanciare lampi dalle pupille, se solo ne avesse avuto la possibilità.
«Vi abbiamo salvati da un’incursione di banditi e ve ne siete andati. Con che razza di bruti e... ubriaconi... avremmo a che fare, se posso chiedere?»
Il qunari scoppiò in una fragorosa risata, che lasciò tutti di stucco.
«Scusate i modi di fare un po’ strani dei miei ragazzi. Dopo una battaglia come si deve, le Furie devono bere!»
«Ah, così voi siete le famose Furie» continuò Cassandra, indicando le persone sedute comodamente attorno al qunari.
«Sì, siamo noi. Uh, un’altra cosa: tecnicamente non ci avete salvati»
Cassandra trattenne l’ira a stento. «Bene, vi farà piacere sapere che l’Inquisizione è davanti ai vostri occhi»
Il qunari spalancò la bocca. «Per le mie corna, questa sì che è bella. Ehi, Furie! Date da bere all’Inquisizione! È per questo che siamo qui, no? Sedetevi, intanto»
Varric non perse l’occasione per un bel boccale di birra, mentre Solas si accomodò semplicemente per ripristinare le forze perdute durante lo scontro.
Ygrena, dal canto suo, si accostò a Cassandra per evitare che la guerriera perdesse il controllo.
«Non siamo venuti qui per bere!» sbraitò infatti la Cercatrice. «Abbiamo ricevuto un invito e intendiamo capire cosa volete comunicarci»
«Quanta fretta!» esclamò il qunari.
Ygrena si schiarì la gola e s’intromise. «Perdonatemi. Posso sapere il vostro nome?»
«Il mio? Certamente! IL Toro di Ferro al tuo servizio, ragazza. Ti conviene tenere al guinzaglio la tua compagna, se non vuoi che si morda la coda da sola» si presentò il qunari.
Varric e Solas si scambiarono un’occhiata divertita, mentre Cassandra sciolse le spalle.
«Vi offriamo il nostro supporto, sempre se decidiate di accettarlo» spiegò Il Toro di Ferro. «Siamo tipi forti, come avete potuto constatare»
Cassandra fece un passo indietro, sbuffando pesantemente. Si limitò a sbirciare Ygrena.
«Questo è vero. Ripongo la scelta a te, Araldo» disse.
«Oh, sei tu l’Araldo di Andraste!» domandò Il Toro di Ferro. «Temevo fosse questa sottospecie di macchina da guerra»
«Sì, sono io» confermò Ygrena con un mezzo sorriso. «Sembrate un gruppo in gamba, voi Furie. Cos’altro sapete fare?»
«Oh, beh... nel Qun quelli come me sono delle specie di spie. Posso garantirti vera lotta a sangue freddo e sotterfugi degni dei più silenziosi ladruncoli» spiegò Il Toro di Ferro.
Ygrena alzò il mento, soddisfatta della risposta.
Si girò un’ultima volta verso i compagni di viaggio.
Cassandra osservava il qunari con una strana espressione, a metà fra il disappunto e l’ammirazione. Solas non muoveva un sol muscolo del volto e Ygrena capì che non avrebbe pronunciato alcuna considerazione. Varric, d’altro canto, stava sghignazzando con un altro nano delle Furie e aveva iniziato a raccontare uno dei suoi innumerevoli aneddoti, circondato da alcune giovani promesse combattenti, che pendevano dalle sue labbra.
Ygrena si decise. «Verrete con noi. Haven accoglie tutti coloro che intendono unirsi alla causa»
«Questo si chiama parlare!» esclamò Il Toro di Ferro. «Vieni, bevi anche tu! E dopo Haven quale sarà la nostra mossa, capo?»
Ygrena si accomodò accanto al gigante e accettò un calice di birra. «Redcliffe. Andremo a trovare i Maghi»
«Mhm» Il Toro di Ferro si irrigidì. «Roba grossa, vedo» aggiunse.
«Stiamo agendo per l’Inquisizione, non per una scampagnata» disse gravemente Cassandra. «Se volete marciare al nostro fianco, dovrete lasciarvi alle spalle qualsiasi paura o perplessità. Non abbiamo bisogno di gente che non sa da che parte stare»
«Giusto, giusto» fece il qunari. «Bene, allora a Redcliffe! Brindiamo!»
Le Furie esplosero in un coro di acclamazioni e i boccali svettarono verso il cielo, poi fiumi di birra presero a scorrere nelle gole dei presenti, felici di aver prevalso un’altra battaglia.
  
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