Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: istinto della luna    06/03/2015    2 recensioni
Quei battiti si fecero strada nella sua testa e innocentemente parlarono ad alta volte.
Dal testo:
- NEVILLE! - urlò nuovamente, ma questa volta sentii una mano stringersi intorno al mio braccio e strattonare furente verso di lei. Lasciai cadere il libro e ruotai confuso su me stesso con gli occhi socchiusi.
Quando li riaprii uno strano sorriso, forse fin troppo dolce se rivolto a me, mi stava accogliendo.
Mi abbassai a raccogliere il libro senza proferire una sola parola. Sentivo le guance andare a fuoco e il sangue affluire alle vene.
- Neville, finalmente ti sei fermato - osservò la voce abbassando il tono cosicché, finalmente, potessi sentirla solo io.
- Io e-ero di f-fretta, scusa - mormorai abbattuto. Non sapevo che fare, sicuramente Oscar sarebbe stato più bravo di me.
- Oh, non preoccuparti. Facciamo due passi? - chiese nuovamente quella voce incerta.
Io alzai lo sguardo e affrontai finalmente la verità, vidi il volto del mio persecutore e uno strano caldo si diffuse sulle mie gote, così come alla base del collo.
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alastor Moody, Ernie Macmillan, Hannah Abbott, Neville Paciock | Coppie: Hannah/Neville
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Battito innocente


Mi pizzicavano gli occhi. Li sentivo fremere dietro alle palpebre che avrebbero dovuto impedire loro di riversarsi sulle mie guance.  Stavo cercando di attraversare i corridoi a testa basta, con la speranza che, come ogni giorno, gli studenti mi avrebbero urtato involontariamente per poi ignorarmi. Avrei davvero voluto che soprattutto in quell'occasione fossi lasciato in pace, considerato il solito rammollito, troppo impacciato per stare dove stavo.
Stringevo nel palmo della mano il dorso del mio libro di Difesa contro le Arti Oscure con troppa forza, quasi con disprezzo. Abbassai nuovamente il capo cercando di reprimere un singhiozzo un po' troppo evidente. Volevo correre, varcare i confini, spintonare la gente. Ripensai a quel nuovo insegnante di Difesa e uno strano moto di rabbia prese possesso del mio stomaco.  Volevo distruggere la sua faccia butterata, volevo che sparisse dalla mia vista. Avevo temuto di lui sin dalla prima volta in cui lo vidi. Era stata una notte particolarmente piovosa e, senza preavviso, aveva varcato la soglia della Sala Grande.
Lo avevo visto annaspare fino a Silente che lo accolse quasi a braccia aperte. La cosa che mi aveva colpito più di ogni altra cosa, però, era stato quel suo strano occhio.  Mi aveva messo in soggezione e già sapevo che lo avrebbe fatto ogni volta che lo avrei incontrato.
Era successo anche quella mattina e, come da copione, era stata la fine. Quel suo occhio aveva ruotato a lungo prima di posarsi su di me come l'altro. Io avevo deglutito e subito dopo ritratto la mano. Perché ero stato così stupido? A che cosa era servito mostrarsi ancora più debole di quanto non sembrassi già?
<< Neville! Neville! >>
Mi girai di scatto cercando di non scivolare dalla troppa foga. Qualcuno dietro di me mi aveva chiamato ma io, viste le molteplici persone che costeggiavano il corridoio, non riuscivo a capire chi fosse. Mi convinsi del fatto che fosse meglio così e che non volevo la compassione di nessuno.  Misi il braccio libero in tasca accorgendomi di quanto fosse arida e triste quasi quanto me.  Avrei dovuto fare scorta.
<< Neville, per Merlino, fermati! Permesso! Permesso, lasciami passare... >>
Quella voce continuava a gridare così come la mia fuga forsennata. Non mi ero mai comportato da villano, ignorando chi mi chiamasse, tuttavia quella volta necessitavo di stare da solo, immerso nei miei pensieri e con gli incarti delle mie più preziose caramelle.
<< NEVILLE! >> urlò nuovamente, ma questa volta sentii una mano stringersi intorno al mio braccio e strattonare furente verso di lei. Lasciai cadere il libro e ruotai confuso su me stesso con gli occhi socchiusi.
Quando li riaprii uno strano sorriso, forse fin troppo dolce se rivolto a me, mi stava accogliendo. Mi abbassai a raccogliere il libro senza proferire una sola parola. Sentivo le guance andare a fuoco e il sangue affluire alle vene.
<< Neville, finalmente ti sei fermato >> osservò la voce abbassando il tono cosicché, finalmente, potessi sentirla solo io.
<< Io e-ero di f-fretta, scusa >> mormorai abbattuto. Non sapevo che fare, sicuramente Oscar sarebbe stato più bravo di me.
<< Oh, non preoccuparti. Facciamo due passi? >> chiese nuovamente quella voce incerta.
Io alzai lo sguardo e affrontai finalmente la verità, vidi il volto del mio persecutore e uno strano caldo si diffuse sulle mie gote, così come alla base del collo. 
<< Io... v-va bene, Hannah >> decretai infine. Hannah era una ragazza appartenente alla Casa di Tassorosso che mi aveva sempre messo tanta soggezione, forse ancor di più di quel nuovo insegnante. Mi fermai a fissare il suo spontaneo sorriso con troppa insistenza. Perché sorrideva sempre in mia presenza? Le facevo ridere?  Abbassai il capo deciso a non perdermi più nei miei pensieri e cominciai a camminare al suo fianco con il libro sottobraccio e le mani nelle tasche. Mi piaceva apparire in gamba, anche se sapevo già che non mi avrebbe mai portato ad esserlo davvero.
<< Che idee ti sei fatto del Torneo Tremaghi? >> mi chiese all'improvviso, mentre svoltavamo per addentrarci nel parco di Hogwarts.
Io alzai lievemente lo sguardo verso di lei e notai un piccolo particolare. Aveva una strana spilla gigantesca agganciata al maglioncino nero. Incitava Cedric a mettercela tutta. Avrei dovuto aspettarmi che, da brava Tassorosso, tifasse per il Capitano della sua squadra.
<< Spero solo che qualcuno di Hogwarts vinca il Torneo >> dissi. Non avevo né voglia, né tempo di parlare del Torneo. Forse non avevo nemmeno tempo per parlare con lei, ma qualcosa mi suggeriva che fosse meglio così.
<< Stai bene, Neville? >> mi chiese poi, così, di punto in bianco.
Io entrai in panico nell'esatto momento in cui si sporse verso di me per controllare che non le dicessi bugie. Forse ero davvero stupido, ma non avevo potuto fare a meno di notare la sua voce che, insieme a quella di Hermione, aveva messo fine alla tortura che avevo vissuto quella mattina. Era stata colpa di quel nuovo insegnante o forse del mio punto debole.
<< Si >> dissi.
La vidi scuotere il capo e mormorare di sederci su una panchina. Accettai seppur a malincuore, cedendo alla sua espressione insistente.
<< Sai, non devi fare a finta di apparire diverso da come sei >> disse fissando il parco rumoreggiante e gravido di studenti.
Io deglutii senza un motivo apparente. Non potevo dirle il mio segreto. Nessuno lo sapeva. Solo io, la mia testa e quel ragno. Si, perché quella mattina avevo vissuto una strana tortura che aveva a che fare con il mio punto debole, quel nuovo insegnante e un innocente ragno dalle lunghe zampe pelose.
Strinsi la stoffa della divisa di Hogwarts e mi allontanai impercettibilmente dalla sua gamba destra che chiedeva contatto alla mia, imbarazzandomi più di quanto non dimostrassero già le mie gote.
<< Io non... >>
<< Anche a me fanno paura le Maledizioni >> disse decisa, interrompendomi. Io la guardai sbalordito per poi sgranare gli occhi. Dove voleva andare a parare? Io non le avrei rivelato nulla e lei non avrebbe mai dovuto dirmi quelle cose.
Mi alzai di scatto dalla panchina con la testa china e i pugni serrati. Sentivo l'odio crescere dentro di me come l'intensità di una fiammella.  Forse volevo disprezzare anche lei perché mi aveva detto quella cosa, ma sapevo già in anticipo che non ci sarei mai riuscito, indipendentemente dalle domande che mi avrebbe posto in seguito.
<< Si è f-fatto tardi ... Piton è ... io ... v-vado >> balbettai cercando di reprimere i singhiozzi. Non poteva vedermi così, più debole di quanto già  non fossi, non volevo e non gliel'avrei mai permesso. Ricominciai a camminare, lasciandomi Hannah alle spalle.
<< Neville! Aspetta! >> urlò lei, adottando uno strano tono di voce.  L'erba sotto i nostri piedi cominciò a tremare e io ben seppi che mi stava rincorrendo, un'altra volta.
Mi girai soltanto perché le facce degli altri ragazzi minacciavano di trasformarsi in ghigni.
<< Dimmi, Hannah. >>
Lei, invece di rispondermi, continuò a correre verso di me. Sgranai gli occhi finché non vidi una massa informe di capelli atterrare su di me e, in pochi minuti, il suo corpo mi sovrastava sopra l'erbetta incolta del Parco.  Percepivo i pensieri e gli sguardi di tutti i presenti e un'ondata d'imbarazzo scivolò su di me all'istante.
Lei alzò il viso e sorrise. Da quell'angolazione potevo vedere meglio la sua spilla. Dopo aver incitato Cedric, la spilla mutava e si trasformava in una coccarda di disprezzo nei confronti di Harry.  Strinsi gli occhi abbassando le sopracciglia.
Lei seguì il mio sguardo, ma non disse nulla. Anche se sapevo quanto disprezzava la presenza di Harry nel Torneo, non aveva attaccato bottone e questo mi fece sospirare di sollievo. Non volevo andare contro i suoi ideali, ma non avrei mai tradito la fiducia di Harry.
<< Non scappare più in quel modo >> mi disse, alzandosi. Io feci lo stesso, raccattando il libro di Difesa. Annuii con la testa come se fossi un bambino, forse perché lo ero davvero e tutti lo sapevano.
Mi abbracciò nuovamente senza aggiungere altro. Mi sentivo più impacciato e insicuro del solito. Non risposi all'abbraccio, perché sapevo per che cosa lo stava facendo. Voleva consolarmi, ma non sapeva che io convivevo con quella reazione già da molto. Il cuore non la smetteva di martellarmi nel petto e la paura che se ne accorgesse cresceva in me ad ogni battito. No, non potevo mostrarmi ancora più vulnerabile di quanto già non fossi.
<< Hannah, ehi! >>
Ci girammo di scatto all'unisono. Ernie Macmillan la stava chiamando con il braccio proteso verso l'alto. Tornai a guardarla e notai che i suoi occhi si erano illuminati, un po' troppo forse.
<< Mi dispiace, Neville, devo andare. Ci vediamo presto, va bene? >> disse lei tutto ad un fiato.  Io annui e feci un passo all'indietro.
Rimasi li a guardarla finché non si fermò. Era a metà strada. Alzò il viso e si girò di scatto verso di me. Io la guardai interrogativo. Lei sorrise e mimò con le labbra: "Spero che Oscar non sia geloso."
Io mi strinsi il petto tra le mani, facendo scivolare di nuovo il libro a terra.
O no, se n'era accorta.










Angolo Autrice:
Spero di essere riuscita a mantenere il comportamento
di Neville come quello descritto nel libro. 
Grazie per la lettura,
A presto,
Martina

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: istinto della luna