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Autore: Ghillyam    06/03/2015    6 recensioni
La luce bluastra emanata dalle profezie dell'Ufficio Misteri creava un continuo gioco di luci e ombre che rendevano il suo viso ancora più inquietante di quanto già non fosse. [...]
Le grida causate dalla Cruciatus le mancavano incredibilmente.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Come vanno mamma e papà?

 

La luce bluastra emanata dalle profezie dell’Ufficio Misteri creava un continuo gioco di luci e ombre che rendevano il suo viso ancora più inquietante di quanto già non fosse.

I sei ragazzini tenevano levate le bacchette.

Come se avessero qualche possibilità contro di noi pensò la donna, mentre osservava il piccolo Potter stringere la profezia come se da quella dipendesse la sua vita e, in effetti, era così. Della vita di Potter, però, a lei non importava. Aveva bisogno di quella profezia, ne aveva bisogno perché doveva portarla al Suo Signore che, di certo, l’avrebbe ricompensata se avesse svolto quel compito come Lui si aspettava e Bellatrix non aveva intenzione di deluderlo.

Si avvicinò a Lucius, ancora si chiedeva come mai l’Oscuro Signore avesse scelto lui per dirigere quella missione. Suo cognato era sempre stato un incapace e un vigliacco, non aveva mai mostrato fedeltà nei confronti del loro Padrone: si era fatto vivo solo dopo il Suo ritorno, dopo essersi assicurato che fosse nuovamente potente come un tempo, se non di più. Lei, invece, lei gli era sempre rimasta fedele, aveva passato 14 anni ad Azkaban in attesa del suo ritorno senza mai pensare che potesse essere morto, e, finalmente, poteva dimostrargli nuovamente la sua fedeltà.

Scrutò più attentamente il gruppetto di marmocchi che aveva deciso di mettere fine alla propria vita venendo ad intralciare i loro piani, e, tra tutti, uno attirò la sua attenzione: aveva l’aria di non sapere quel che stava facendo e, anche se cercava di apparire il più sicuro possibile, Bellatrix notò il violento tremolio della mano che reggeva la bacchetta.

Bene – pensò – Almeno non è tanto stupido da credere di avere una qualche speranza di uscire vivo da qui.

Le ricordava qualcuno. Probabilmente, si disse, una delle sue vittime. Quasi sicuramente il figlio di una di loro, ma con tutte le persone – se tali potevano essere chiamate (feccia era un appellativo che rendeva molto meglio l’idea di ciò che erano in confronto ai maghi Purosangue) – che aveva ucciso era difficile tenere a mente i volti di tutti, figurarsi quelli di uno dei loro figli.

Lucius stava cercando di convincere Potter a dargli la profezia e, quando il ragazzo minacciò di romperla, finalmente uscì dall’ombra e parlò, usando una vocetta infantile che dava un’aria ancora più spaventosa all’insieme. Spaventosa per gli altri, di certo non per lei. Amava il pericolo e non esitava a buttarcisi a capofitto e, se poteva rendere ancora più terribile una situazione, non si faceva problemi a crearlo.

«Lui sa come si gioca. Piccino, piccino, piccolo Potter».

Il ragazzino dall’aria impacciata che aveva notato prima, sentendo la sua voce, fece un passo in avanti e disse «Bellatrix Lestrange.»

Non era una domanda, il moccioso sapeva chi era e sembrava che la sua presenza avesse scatenato in lui un misto di emozioni contrastanti: una miscela di rabbia e paura.

La Mangiamorte capì perché quel quindicenne l’avesse colpita e, interrompendo così l’inutile discussione tra il cognato e Potter – fosse stato per lei avrebbe schiantato o, meglio ancora, ucciso il ragazzo e avrebbe afferrato la profezia prima che cadesse a terra – rispose

«Neville Paciock, vero? Come vanno mamma e papà?» chiese con un tono canzonatorio, sapendo che questo avrebbe innervosito ancora di più il Grifondoro,

Perché di sicuro è un Grifondoro pensò la donna con un moto di disgusto.

«Meglio ora, stanno per essere vendicati!» si sentì rispondere dal figlio dei Paciock che pareva aver acquistato un’improvvisa sicurezza e le aveva puntato contro la bacchetta.

Prontamente alzò la sua, ma fu fermata da Lucius prima che potesse lanciare una qualsiasi maledizione. Avrebbe torturato molto volentieri quel moccioso, figlio degli Auror che avevano firmato il suo biglietto per Azkaban, dopo che lei aveva firmato il loro verso la pazzia, ma, nonostante la pazienza non fosse una sua dote, sapeva che non era quello il momento opportuno e abbassò la bacchetta, restando però all’erta.

Prima avrebbe preso la profezia, poi si sarebbe occupata di Neville Paciock: le urla provocate dalla Cruciatus le mancavano incredibilmente.
 
 

NdA: one shot senza pretese sul momento in cui Neville vede per la prima volta l’artefice della tortura inflitta ai suoi genitori, narrata dal punto di vista della (non uccidetemi per questa affermazione) mia amatissima Bellatrix. So che nel libro questo scambio di battute non c’è, ma è una parte che mi è sempre piaciuta del film, i discorsi sono ripresi da quello. Critiche e commenti sono ben accetti!

 

   
 
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